Carlentini, Chiesa di Santa Maria di Roccadia


La Chiesa di Santa Maria di Roccadia di Carlentini posta nell’ala sinistra del Palazzo Riso.

La piccola chiesa consacrata a “Santa Maria di Roccadia” è posta tra le Vie Marconi e XX Settembre in un’ala dell’antico Palazzo Riso, ormai non più esistente. Anche se attualmente sorge all’interno della cittadina carlentinese, questa chiesa ha origini antichissime. In epoca medievale venne in Sicilia una comunità di Frati Francescani dall’Abbazia della Sambucina (situata tuttora presso Cosenza) e fondò presso la località Roccadia (che da nome alla Chiesa) meglio nota come “Cummintazzu”, dove sorse la primitiva Abbazia consacrata alla “Madonna”. La storia di questa Abbazia ha tinte chiaroscure, poiché essa venne privilegiata dal Monarca normanno Ruggero II (che donò ai Monaci anche l’Icona posta sull’Altare Maggiore della Chiesa attuale), poi Federico II che prima invitò i Monaci a trasferirsi nella Basilica del Murgo le cui rovine sorgono nella frazione augustana di Agnone Bagni (vedi link riguardanti Brucoli e Agnone Bagni nella sezione del sito dedicata ad Augusta); in seguito l’Abbazia venne semidistrutta durante le lotte tra gli Svevi e il Papato. Nel 1400 parte della Chiesa crollò e venne restaurata, infine nel 1693 il tremendo terremoto che seminò distruzione in tutta la Sicilia sud orientale distrusse l’antica Abbazia di Roccadia. Essa venne ricostruita nei primi anni del 700 in forme baroccheggianti, ma nel 1800 il Barone palermitano Giovanni Riso acquistò parte dell’Abbazia e dei terreni limitrofi ad essa per edificare una sontuosa residenza, chiamata “Villa Maria Luisa”.

Oggigiorno di questa reggia non resta più niente e al suo posto sorgono palazzi moderni. L’Abbazia e la Chiesa sono state in parte risparmiate, ma il “Terremoto di Santa Lucia” (13 Dicembre 1990) danneggiò l’edificio sacro che, dopo un lungo restauro, è stato riaperto al culto.

Dopo aver dato ampi cenni sulla storia, ora parliamo approfonditamente della Chiesa. La facciata esterna, seppur molto semplice, presenta la parete scolpita a gradoni in rilievo secondo lo stile “bugnato” ed è divisa in due ordini da un cornicione che funge da trabeazione centrale. Il semplice portale d’accesso è sormontato da un arco incassato nella parete sormontato da una piccola “Croce”. A lato vi sono due finestre rettangolari sormontate da travoni in pietra calcarea. L’ordine superiore presenta solo due finestre (di cui una murata).

L’interno della Chiesa presenta un’unica Navata presentante una stupenda volta “a botte” sotto la quale vi sono piccoli ma pregevoli quadretti che raffigurano le “Stazioni della Via Crucis”. Da ammirare i due Altari laterali recanti le tele settecentesche; nell’Altare di sinistra possiamo ammirare la tela che raffigura la “Sacra Famiglia” assieme ai “Santi Anna e Gioacchino” (i “Genitori della Madonna”), mentre in quello di destra vi è la Tela che raffigura “San Filippo Neri”. Nella Navata è possibile ammirare uno splendido Organo a canne del 700.

Degno di nota è anche l’Altare Maggiore settecentesco, interamente in marmo policromo. Sopra di esso vi è una della più importanti opere d’arte sacra della Provincia di Siracusa, l’Icona medievale della “Madonna di Roccadia”; tavola probabilmente di fattura bizantina donata da Ruggero II ai Monaci dell’antica Abbazia di Roccadia. Questa importante opera d’arte è scampata a molte sciagure (guerre, distruzioni e terremoti) ma non ha perso il suo antico fascino millenario.


L’icona che raffigura “Santa Maria di Roccadia”.

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