*Carlentini, Fiume San Leonardo, canali irrigui e foce (Canali Acque Alte, Medie, Basse – rovine archeologiche – foce del Fiume San Leonardo)

Il Fiume San Leonardo è il corso d’acqua più importante della zona settentrionale della provincia aretusea che bagna i territori comunali di Lentini e Carlentini e proprio nella zona carlentinese che è posto il suo ultimo tratto che sfocerà nel Mare Ionio in località Corridore del Pero, delimitando un ampio tratto confinante tra i territori comunali di Carlentini ed Augusta (Agnone Bagni).


Foto del Fiume San Leonardo presso la sua foce.

Il Fiume San Leonardo, noto in epoca greca come “Terias” nasce in territorio buccherese in Contrada Alberi attraversando una vasta area di tipo ibleo delimitata dalle Gole della Stretta ricevendo poi in territorio francofontese le acque del sui principale immissario, il Fiume Costanzo, per poi scendere in territorio lentinese e carlentinese ricevendo le acque d numerosi altri corsi d’acqua di cui i più importanti sono i Torrenti Margi, Trigona (immissario ed emissario del lago artificiale noto come “Biviere di Lentini”), Fosso Damiano per poi bagnare il tratto meridionale della Piana di Catania e sfociare nella Contrada Corridore del Pero a sud del Golfo di Catania. Presso il suo tratto finale vi sono numerosi canali irrigui che portano le sue acque nelle limitrofe campagne tra i quali vanno citati il Canale Tenuta Grande e il Rio di Carlentini noto anche come “Canale Gelsari” che si immettono da sud nel fiume tra le Contrade San Leonardo Sottano e Gelsari in territorio augustano in cui sono posti anche gli omonimi pantani formati dal deflusso delle acque del fiume verso una conca paludosa; e (da ovest a est) i Canali Acque Alte, Acque Medie e Acque Basse che si immettono da nord presso le Contrade San Demetrio e Corridore del Pero. Questi canali, grazie a impianti di sollevamento portano le acque irrigue verso le limitrofe campagne coltivate ad agrumi o a cereali.


Il fiume oltrepassato dal Viadotto San Leonardo facente parte della SS 114 Catania – Siracusa.

Questo fiume possiede quindi una grande portata d’acqua, alimentata come detto prima da vari torrenti e fiumiciattoli, tant’è che buona parte di esso era navigabile dalla foce a Lentini e si presume che in età greca vi fossero vari impianti di tipo portuale lungo il suo corso ed addirittura un vero e proprio porto posto alla sua foce. Il tratto più interno del fiume si presenta a carattere torrentizio e si presenta popolato da fauna di acqua dolce formata da pesci come tinche, anguille e alborelle (sono presenti qualche esemplare di carpa, rare le trote) nonché da granchi di fiume e da anfibi vari (rane e rospi), mentre quello finale presenta un estuario ad imbuto popolato da pesci di acqua salmastra come anguille, cefali e spigole e da numerose specie di volatili (tra cui citiamo anatre, cigni, aironi e talvolta fenicotteri).

Questo tratto del Fiume San Leonardo possiede anche un piccolo sito archeologico, andando in direzione dell’Agriturismo Pirrera San Leonardo (raggiungibile dalla vecchia SS 194 seguendo una serie di complanari della SS 114dir.) avvistando una dismessa cava di pietre posta nell’area nota come “San Leonardo Soprano”, dietro al cui sito estrattivo è posta una piccola Necropoli rupestre di epoca neolitico – sicula formata da varie tombe a camera, riutilizzata da greci, romani e bizantini che si affaccia sulla riva nord del fiume.

Presso la foce del Fiume San Leonardo vi è posto il “Villaggio San Leonardo”, formato da un insieme di antiche masserie e moderne villette residenziali, che si affacciano presso un incontaminato litorale sabbioso presso cui si può ammirare uno splendido panorama della città di Catania sovrastata dall’Etna. Qui è posta la foce del fiume, superata da un ampio viadotto dalla SS 114 Siracusa – Catania. Attorno ad essa vi era una zona paludosa che si estendeva per buona parte del litorale a nord di Agnone Bagni (Augusta) fino ad arrivare al confine con la Provincia di Catania, la cui zona di confine è occupata dalla Contrada Vaccarizzo – Primo Sole. Ora questa zona è stata bonificata, ma vi sono oltre ai Pantani Gelsari alcuni piccoli stagni in cui possiamo notare rigogliosi canneti, ma anche molti volatili, grazie alla presenza di ben tre corsi d’acqua, il Fiume San Leonardo nella provincia siracusana, e i fiumi Benanti (che in origine era un canale sorto deviando parte del Fiume Gornalunga, alla cui foce è posto una zona umida nota proprio come “Lago Gornalunga”) e Simeto in quella catanese.

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