*Carlentini, Monte Favara e Area Archeologica (Area 1 Favara – Fiumara Grande, Area 2 Monte Favara – Fiumarella – Necropoli Castellucciana, Area 3 Favara – Farina, Area 4 Monte Favara – Sorgente San Giovanni, Area 5 Favara – Cava Miraglia, Area 6 Favara – Vallepi – Martirifusi)

La cuspide meridionale del territorio di Carlentini, posta tra le aree di Melilli, Sortino e Ferla (nonché dal limitrofo territorio appartenente a Pedagaggi, frazione di Carlentini) è interamente interessata dalla Contrada Favara, nome che deriva dall’arabo “Fawwara” ossia “fonte d’acqua” visto che la zona ospita molte sorgenti idriche di cui quelle più importanti quelle di San Giovanni da cui sgorga il Torrente Fiumarella, e quella di Contrada Farina (posta presso il territorio sortinese) da cui si origina la Fiumara Grande, ossia il Fiume Marcellino, che più a valle sgorga nel Mare Ionio tra i territori di Melilli e Sortino. Qui è posto uno dei più importanti siti funerari di epoca neolitica della Sicilia e si tratta appunto della più ampia Necropoli situata in territorio carlentinese formando il sito archeologico più vasto del suo territorio comunale oltre a quello di “Leontinoi”, oltre ad essere uno dei più vasti della Sicilia sudorientale. La zona, seppur ricadente in territorio carlentinese, è molto vicina a Sortino e rappresenterebbe assieme ai limitrofi siti funerari sortinesi di Farina, Braida e Lardia una sorta di “continuazione” verso la Necropoli di Pantalica, che è più “giovane” rispetto a questa di Contrada Favara che è quindi la più antica dell’area a ridosso di Sortino e quindi di Pantalica poiché facente parte della “Cultura di Castelluccio”, qualche secolo più antica di quella di Pantalica. Per cui anche se la zona ricade in territorio carlentinese (e buona parte delle aree limitrofe in area melillese) in questa area sono presenti abitazioni di gente residente a Sortino ed è praticata da pastori e agricoltori di origine sortinese (perché questa zona oltre che dal punto di vista archeologico è anche importante anche per quello agricolo – zootecnico e non è raro imbattersi in mandrie di bovini o ovini al pascolo). L’area ancora non è del tutto esplorata e si sa ancora poco e niente su questa Necropoli che è stata cominciata ad essere visitata e studiata (in maniera “amatoriale”) solo dalla seconda metà del 900 in poi. Una ben più approfondita campagna di studi e scavi archeologici potrebbe riportare alla luce molte più rovine e quindi fare più luce sull’ampio sito di Favara. Vista la presenza di numerose aree boschive tra le quali va citata quella sortinese di Bosco Farina e di zone da cui si può godere di paesaggi mozzafiato sui rilievi più a nord dei Monti Iblei arrivando ad ammirare anche l’Etna e i centri limitrofi (Sortino, Melilli, Pedagaggi e in lontananza anche Catania), l’area di Favara si presenta anche molto importante dal punto di vista paesaggistico.

Per la vastità del sito archeologico divideremo il sito di Favara in sei aree; Area 1 Favara – Fiumara Grande, Area 2 Monte Favara – Fiumarella – Necropoli Castellucciana, Area 3 Favara – Farina, Area 4 Monte Favara – Sorgente San Giovanni, Area 5 Favara – Cava Miraglia e Area 6 Favara – Vallepi – Martirifusi.

Le aree 1 e 2 comprendono varie contrade sono raggiungibili dalla S.P. 9 in territorio di Melilli di qui la zona orientale che si raggiunge presso la S.P. 87 Pennino – Luppada meglio nota come “Traversa Favara” (contraddistinta dall’indicazione per l’Agriturismo La Sorgente) che conduce al sito principale oppure presso la Traversa Cugni – Farina (posta dopo la Traversa Favara andando verso Sortino) che conduce a sudest del Monte Favara, mentre quella occidentale comprendente le aree di Miraglia, Vallepi e Martirifusi che conduce ad ovest della vetta del rilievo ibleo, la si può raggiungere sempre da Sortino tramite la S.P. 29 Sortino – Ferla (raggiungibile da alcune traverse di campagna senza dover passare per forza da Sortino) per immetterci poi nella Traversa Neviera di Favara (posta a sinistra di una vecchia casa cantoniera); questa zona la si può raggiungere da Pedagaggi tramite la S.R. 5 Pedagaggi – Ferla – Sortino che si immette proprio presso la provinciale che collega Ferla alla città sortinese (se si opta per quest’ultima strada bisogna andare poi verso Sortino fino alla vecchia casa cantoniera). Entrambe le zone (fatte eccezioni per alcune zone impervie) non presentano elevati gradi di difficoltà nell’esplorarle visto la vicinanza di alcuni siti archeologici presso le strade di collegamento.

La zona nordorientale di Favara posta tra le Contrade Farina e San Giovanni (aree 3 e 4) va raggiunta attraversando una porzione di territorio melillese tramite la S.P. 87 fino a quando sulla nostra destra incontriamo un sentiero sterrato che costeggia il torrente Carrubba, noto come “Fiumara Grande” che più a valle andrà a formare il Fiume Marcellino immettendosi nella Cava Carrubba – Fiumara Grande (vedi link nella pagina precedente per saperne di più) seguendo proprio il sentiero alla nostra destra. Qui possiamo già ammirare alcuni siti sepolcrali di epoca neolitico – sicula posti in un rilievo roccioso immediatamente alla nostra sinistra. Superato un ponticello sul torrente possiamo ammirare una vasta area rupestre raggiungibile da sentieri paralleli alla S.P. 87 che si inerpicano nei rilievi circostanti. Possiamo ammirare vari siti sepolcrali di epoca neolitico – sicula e necropoli monumentali risalenti al periodo castellucciano (poiché simili alle tombe situate presso il sito di Castelluccio posto nei pressi di Noto) formate da aperture incavate nella roccia. Sul rilievo a sud possiamo ammirare una serie di sepolcri rupestri di epoca. Superato il bivio che conduce all’Agriturismo La Sorgente (alla nostra sinistra, che conduce alla Sorgente San Giovanni, comunicante con la Traversa Cugni – Farina) proseguiamo entrando all’interno della Contrada Favara nei pressi di un ponte che scavalca il Torrente Fiumarella (che si congiunge più a valle col Torrente Fiumara Grande) che conduce alla fine della provinciale rimasta incompiuta, che doveva arrivare nei pressi di Pedagaggi. Qui arriviamo a ridosso del Monte Favara potendo ammirare una vasta vallata collocata di fronte al Monte Santa Venera (interamente occupato da pale eoliche come del resto anche parte del territorio di Favara). In questa zona sono posti numerosi sepolcri monumentali di tipo castellucciano formati da catacombe rupestri provviste all’esterno di lesene scavate nella roccia formando vere e proprie “tombe a pilastri” (come quelle presenti presso il sito di Castelluccio a Noto, ma anche nei pressi della Cava Lazzaro a Rosolini e presso Sant’Alfano a ridosso di Canicattini Bagni o in altre aree poste nei pressi del vasto territorio di Noto). Sono visibili anche tombe relativamente più “recenti” di cui siti funerari di epoca ellenistica scavati nella roccia e formati da tombe da apertura regolare (nonché rovine riconducibili ad antiche latomie), nonché di arcosoli e nicchioni di fattura paleocristiana – bizantina. Molte tombe sono incompiute poiché hanno ancora lo strato roccioso interno ancora intatto. Il sito archeologico si estende per buona parte dei rilievi circostanti che si presenta pieno di grotte che fungevano da sepolcri, mentre sui rilievi vi sono tracce di muri e di edifici forse antichi insediamenti rurali di epoca greca, mentre è plausibile la presenza di un villaggio di epoca neolitica posto su uno dei rilievi di cui quello più alto è rappresentato dal Monte Favara, che ospita anche un impianto eolico posto sulla sua vetta.

Il sito di Contrada San Giovanni, che è raggiungibile dalla Traversa Cugni – Farina (attraversando prima l’area dei Cugni di Sortino, in cui è posto un altro sito rupestre funerario adiacente ad una cava di estrazione di pietra, vedi sezione di Sortino per saperne di più) in cui costeggiamo alla nostra sinistra il Bosco Farina, attraversato dal tratto iniziale della Fiumara Grande a destra del quale è posto un piccolo sito funerario di epoca bizantina (visibile alla nostra destra e raggiungibile da un piccolo sentiero), oppure andando in direzione dell’Agriturismo La Sorgente dalla S.P.87, è solcato dal tratto iniziale della Fiumara Grande, alimentata dalla Sorgente San Giovanni, posta sotto il rilievo noto come “Farina” in cui è posta un’area boschiva demaniale. Qui è presenta un piccolo villaggio agricolo formato da varie case e masserie in cui abitano agricoltori e pastori posto sotto il versante sudorientale del Monte Favara. Qui sono posti diversi terrazzamenti in cui sono collocate diverse tombe rupestri di epoca neolitico – sicula riutilizzate in epoca bizantina, e ancora adibite dai pastori locali in ovili fortificati di tipo rupestre. Qui è posto un lungo sentiero che mette in collegamento la S.P. 87 con l’Agriturismo La Sorgente, e andando verso sud si collega con l’area meridionale di Favara (il cui accesso in auto è dato dalla S.P. 29 per Ferla). Seguendo quest’ultimo sentiero ci addentriamo all’interno del Bosco Farina, il più grande dei boschi demaniali posti in territorio di Sortino all’interno del quale è posta la sorgente del tratto iniziale della Fiumara Grande (posta sotto i rilievi di Contrada Grasso, facenti sempre parte dei Cugni di Sortino) oltre a vari siti sepolcrali di epoca bizantina caratterizzati da sepolcri ad arcosolio.

Del bosco fa parte anche la Sorgente Farina, posta nell’estrema porzione meridionale del territorio comunale carlentinese tra le Contrade Miraglia, Vallepi e Martirifusi (aree 5 e 6), raggiungibili dalla S.P. 29 Sortino – Ferla (o Sortino – Ficarazzi che dir si voglia) seguendo le indicazioni scritte in precedenza arrivando presso la Contrada Lanteri, da qui percorriamo la traversa nota come “Neviera di Favara” poiché sul rilievo posto alla nostra destra vi sono le rovine di un’antica neviera che serviva per immagazzinare la neve che veniva usata per conservare il cibo o per la preparazione di gelati o granite (posta in territorio di Sortino). Superando un oliveto rientriamo nuovamente in territorio di Carlentini avvistando di fronte a noi una moltitudine di pale eoliche posizionale nella porzione più a sud del Monte Favara. Questa zona nota come Contrada Miraglia (o “Miraglie” o “Muraglia” che dir si voglia) è posto un rilievo facente parte dell’area di Favara (che forma un unico altopiano roccioso che si collega all’omonimo monte) posto di fronte all’area del Monte Santa Venera sotto cui sorge il centro di Pedagaggi, separato da esso dalla Cava Miraglia. Qui vi è una necropoli di epoca neolitico – sicula e varie caverne molto ampie (di cui una visibile dalla S.R. 5 per Pedagaggi) che erano utilizzate come rifugi o dimore rupestri che si affacciano sul corso iniziale del Torrente Fiumarella, la cui sorgente è posta presso l’area nota come “Gibilisca” posta a sud della Cava Miraglia in territorio ferlese (posta in un terreno appartenente ad una limitrofa masseria) scorrendo poi verso nord percorrendo l’omonima cava e, dopo l’area di Favara immettersi poi presso la Fiumara Grande sotto il Monte Carrubba. Seguendo il sentiero di mezzacosta verso nord arriviamo sotto delle pale eoliche in cui sono collocate le rovine rupestri ma bisogna fare attenzione perché sotto di noi è posto uno strapiombo (per cui l’area è molto difficile da visitare a meno che non si è esperti in arrampicate). Ad est della Contrada Miraglia, seguendo invece il sentiero che poi si congiunge con la Traversa Cugni – Farina in cui è posto l’Agriturismo La Sorgente, vi sono invece le aree nota come “Martirifusi” e Vallepi (poste rispettivamente a sud e a nord del sentiero) in parte occupate dal Bosco Farina. Presso queste zone vi sono ruderi rupestri riconducibili ad antiche necropoli neolitiche utilizzate anche in epoca paleocristiana.

Proseguendo si ritorna presso il sentiero che mette in comunicazione gran parte dell’area di Favara che tocca ben quattro territori comunali (Carlentini, Melilli, Sortino e Ferla) che si presenta come un’interessante area di grande pregio paesaggistico, naturalistico ed archeologico.

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