Carlentini, Ruderi del Monastero Medievale di Roccadia (Feudo Roccadia – Riso)

Seguendo la S.P. 95 in direzione Villasmundo entriamo in Contrada Roccadia, una zona montuosa del territorio carlentinese posta al confine col territorio di Melilli (per la precisione di Villasmundo) chiamata così da “Rocca Dei” (“Roccia di Dio”) un’altura che domina la cava nota come “Fosso Damiano” (importante sito fluviale in cui vi sono vari siti rupestri dlslocati in essa). Questo nome è dato dalla presenza di un’abbazia medievale sin dal 1176 quando una comunità di monaci cistercensi giunsero in queste zone dall’Abbazia della Sabucina (situata in Calabria in Provincia di Cosenza). I monaci costruirono un convento in cui era venerata un’immagine bizantina che raffigurava la “Madonna delle Grazie” (ora posta presso la Chiesa di Santa Maria di Roccadia posta a Carlentini). Il Convento venne soppresso nel 1224 da Federico II di Svevia, che intendeva trasferire la comunità monastica di Roccadia presso la Basilica del Murgo (i cui ruderi sono posti presso Agnone Bagni) che rimase incompiuta per contrasti tra l’imperatore e il papa di allora (Gregorio IX). I monaci rimasero così a Roccadia per diversi secoli vivendo alterne fortune fino alla distruzione del convento avvenuta nel 1693 in seguito al terremoto che distrusse buona parte della Sicilia sudorientale. L’abbazia, di cui rimasero in piedi pochi ruderi, non venne più ricostruita e quel che restava della comunità si trasferì a Carlentini ospitata in un’ala del Palazzo Riso fino alla prima metà dell’800. Nel frattempo i Baroni Riso acquisirono l’area in cui sorgeva il monastero e costruirono qui la loro residenza feudale, che oggi ospita l’Agriturismo Roccadia, aperto in seguito al restauro di questa casa feudale; restauri che riportarono alla luce anche tracce dell’antica Abbazia. Va detto che l’area è nota localmente anche col nome di “Cummintazzu” che sta ad indicare le rovine dell’antico convento.

Per accedere a quel che resta dell’antica Abbazia di Roccadia bisogna entrare presso l’omonimo agriturismo (sito web www.roccadia.com). Qui possiamo ammirare la tenuta feudale della famiglia Riso che si presenta come un elegante edificio di campagna (ora pitturato di arancione con pilastri in pietra bianca locale) che è ricavato da quello che era il convento. L’antica Chiesa molto probabilmente era posta li dove sono poste ora le ex stalle del feudo, visto che qui sono stati rinvenuti frammenti di pavimentazione e alcuni basamenti anche se la planimetria originaria dell’edificio sacro è andata persa e la tuttora esistente costruzione feudale ha stravolto quella che era l’antica abbazia cistercense. Difatti al posto del convento vi sono una schiera di caseggiati rurali (ormai restaurati) e al posto del chiostro vi è posto un ampio giardino mediterraneo con ben due piscine (collocate in seguito alla trasformazione della masseria in agriturismo). Più a sud vi sono altri caseggiati rurali un tempo appartenenti al feudo semi abbandonati.

L’interno possiede eleganti stanze restaurate che ora ospitano la struttura agrituristica.

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