Cassaro, Festa di Sant’Antonio Abate

Cassaro

Festa di Sant’Antonio Abate

La Festa di Sant’Antonio Abate è una delle feste più belle di Cassaro, ricca di tradizioni e di riti molto interessanti che ne fanno una delle feste più belle del siracusano, a cui accorrono, oltre alla cittadinanza cassarese tutta, anche numerosi visitatori dalle città limitrofe (in particolare da Ferla e Buccheri, città in cui questo Santo è particolarmente venerato). La festa esterna che si tiene l’ultima Domenica di Luglio viene organizzata ogni 3 anni in alternanza con le altre principali festività cassaresi (“San Sebastiano” e “San Giuseppe”), mentre quella annuale si tiene il 17 Gennaio di ogni anno nel giorno consacrato al “Santo Abate”.

Storia di “Sant’Antonio Abate”

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Antonio nacque a Coma (Egitto) nel 251 d.C. da una famiglia di agricoltori cristiani piuttosto agiata. Rimasto orfano di entrambi i genitori, il giovane Antonio sentiva dentro di se il bisogno di cambiare vita e di “Consacrarsi totalmente a Cristo in tutto e per tutto”. Antonio allora affidò la piccola sorella ad una comunità femminile, vendette tutti i suoi averi e andò a peregrinare nel deserto egiziano pregando tutti i giorni “Cristo” in modo che si sentisse più vicino a Lui.E un giorno “Cristo” apparve ad Antonio mostrandogli un eremita vestito con un saio che, mentre pregava intensamente, intrecciava una corda. Il significato della visione era quello che non c’era per forza bisogno di peregrinare nel deserto per entrare in “Grazia di Dio”, ma bastava anche solo ritirarsi in un posto tranquillo e dedicarsi a “Dio” con la preghiera e con un semplice lavoro come quello della terra. Antonio, illuminato da questa visione, si ritirò presso un piccolo villaggio abbandonato e lì passò i suoi primi anni da Eremita pregando e vivendo con i frutti della terra. Era il preludio del Monachesimo.

Antonio però dopo alcuni anni aveva dei dubbi, è giusto si lavorare e pregare, ma secondo lui per raggiungere la piena “Grazia di Dio” era insufficiente anche perché le tentazioni di tornare alla vita normale lo incominciavano già ad attanagliarlo. Antonio decise di proseguire l’eremitaggio andando a vivere nelle antiche tombe egizie abbandonate da tempo. Lì era libero dalle tentazioni terrene e inoltre “Gesù Cristo” veniva a visitarlo spesso per compiacersi della scelta attuata da Antonio. Ma il demonio non stava a guardare e così torturava e tentava Antonio con forti tentazioni. Antonio resistette così tanto che costrinse il demonio a farlo finire in fin di vita ardendolo con un fuoco interno (il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio”, accostato anticamente agli eritemi cutanei).

La gente sapeva che Antonio lottava col diavolo per non cadere in tentazione e, attirata dalle grida dell’Eremita, accorse lì dove viveva già da molti anni trovandolo quasi morente. Loro portarono Antonio al loro villaggio e lo curarono finché non si rimise in sesto. Antonio, dopo aver ringraziato gli abitanti del villaggio, che si erano sempre occupati di lui, li salutò e andò sull’attuale Monte Pispir in Egitto, dove vi erano i resti di una fortezza romana abbandonata. Antonio li visse quasi vent’anni della sua vita divisi tra preghiere e lotte col demonio. Il periodo passato lì fece si che l’Eremita (che decise di vivere ancor più distaccato dai beni terreni) divenne anche un grande Taumaturgo in grado di operare numerose guarigioni fisiche e spirituali. Acclamato dalla gente, Antonio non ebbe più modo di vivere una vera e propria “vita eremitica”, così decise di aiutare i bisognosi e di andare ad evangelizzare le comunità legate ancora agli dei pagani. I seguaci che volevano intraprendere le sue orme erano tanti, tanto che sorsero due grandi “Comunità di preghiera” ispirate alla vita svolta dall’Eremita. Esse andarono ad occupare i territori egiziani rispettivamente a destra e a sinistra del Nilo. Antonio era in costante contatto con “Sant’Ilarione”, che chiese consigli all’Anacoreta egiziano su come far si che nella Palestina ci fosse una comunità monastica simile a quella sorta in Egitto. Negli ultimi anni della sua vita Antonio, insieme a “Sant’Atanasio d’Alessandria”, fermò le ultime persecuzioni cristiane in Egitto e contribuì ad eliminare quel che restava del paganesimo greco – romano.

Ormai vecchio e stanco di peregrinare, Antonio si ritirò nella regione chiamata “Tebaride” vivendo così come aveva iniziato ad entrare nelle “Grazie di Cristo”, pregando e lavorando la terra. Malgrado fosse considerato come un grande “Predicatore Cristiano”, Antonio restò umile alla sua dottrina di vita molto povera e semplice. Oltrepassati i 100 anni, Antonio morì serenamente di morte naturale. I suoi discepoli lo seppellirono dapprima presso una tomba tuttora segreta per poi traslarlo ad Alessandria d’Egitto. Finché molti secoli dopo, i “Cavalieri Crociati” portarono le reliquie dell’Eremita (divenuto intanto “Santo” e proclamato anche “Dottore della Chiesa” per aver contribuito all’ “Evoluzione del Culto Cristiano”) a Costantinopoli e poi in Francia, dove riposano tuttora nel Monastero di Arles.

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Origini del culto cassarese a “Sant’Antonio Abate”

“Sant’Antonio Abate” è considerato come il “Padre del Monachesimo Eremitico”, a cui si ispirarono sia “San Benedetto da Norcia” (il padre del “Monachesimo moderno” e autore della regola “Ora et Labora”, significante “Prega e Lavora”, regola di vita con cui visse proprio “Sant’Antonio Abate”) sia gli Asceti Bizantini, che andarono così a seguire le orme di questo grande “Santo” andando a vivere una profonda vita eremitica nelle caverne montane dell’Europa Meridionale. Questo spiega la presenza in Sicilia (soprattutto nella zona iblea della Provincia di Siracusa) di “Chiese ed Oratori Rupestri” situati presso le caverne carsiche poste a picco sulle vallate rocciose della Sicila, che furono la culla dei Siculi, gli antenati dell’attuale popolazioni della Sicilia orientale. Bisogna dire infine che “Sant’Antonio Abate” è stato proclamato anche “Patrono delle comunità contadine italiane”; per questo a Cassaro questo “Santo” è stato sempre venerato e considerato inoltre come il “Protettore” della città e dei contadini cassaresi.

La festività invernale di “Sant’Antonio Abate” (17 Gennaio)

Il 17 Gennaio di ogni anno si tiene a Cassaro la festività di “Sant’Antonio Abate”, nel giorno a Lui consacrato liturgicamente.

I festeggiamenti iniziano il 14 Gennaio con la Svelata del Simulacro di “Sant’Antonio” accolta dalle forti invocazioni dei fedeli posto nella sua Chiesa di appartenenza che avviene verso le 18.30; ad essa segue la solenne Messa. Nei due giorni che precedono la festività (15 e 16 Gennaio, che assieme alla giornata del 14 formano il Triduo di Preparazione alla festività liturgica) vi sono solenni celebrazioni sempre presso la Chiesa di Sant’Antonio che si tengono alle ore 18.30.

 La mattina del 17 Gennaio di ogni anno la città di Cassaro (addobbata a festa con luminarie e drappi gialloverdi, il colore ufficiale della “Confraternita di Sant’Antonio” della città cassarese) si sveglia alle ore 5.30 con forti colpi di cannone che annunziano l’arrivo del giorno di festa. Dopo seguirà presso la Chiesa di Sant’Antonio la solenne Messa dell’Aurora.

Alle 15.00 si tiene la popolare asta nota come “U Cialibru”, in cui vengono donati animali, cibo e prodotti tipici locali, che vengono venduti all’asta il cui ricavato andrà in beneficenza. Dopodiché alle ore 16.30 vengono benedetti gli animali sul Sagrato della Chiesa di Sant’Antonio, allietata dal suono di bande musicali locali, tamburini e sbandieratori.

Alle 18.30 si tiene la solenne Messa serale in chiesa in onore di “Sant’Antonio”, al termine della quale si tiene un sorteggio il cui ricavato andrà in beneficenza.  Alle 19.30 parte la Processione del Simulacro di “Sant’Antonio Abate” salutato dallo sparo di fuochi d’artificio ma soprattutto da numerosi falò accesi lungo il suo tragitto dai fedeli facendo “A Ciacciariata ri Sant’Antoniu” in onore di “Sant’Antonio Abate”. Il “Santo” verrà poi postato a spalla per le principali vie cittadine dai propri devoti che nel frattempo lo invocano urlando. Al termine della Processione, si terrà il “Cialibru” finale e sagre enograstronomiche (in particolare della Salsiccia). I festeggiamenti termineranno con un bello spettacolo pirotecnico che sancisce la festività consacrata a “Sant’Antonio Abate”, il cui Simulacro verrà di nuovo velato in attesa dell’annuale festa di Gennaio, o di quella esterna che si tiene in estate, in alternanza con le altre festività di Cassaro.

I festeggiamenti esterni in onore del “Protettore di Cassaro”

L’Entrata della Festa, la “Svelata” di Sant’Antonio, il Triduo di Preparazione e la Vigilia (ultima settimana di Luglio)

La festa esterna (nota come la “Festa Grande”) in onore di “Sant’Antono Abate” ricade l’ultima Domenica di Luglio e così come quelle svolte in onore di “San Giuseppe” e “San Sebastiano”, viene festeggiata ogni tre anni in alternanza con quest’ultime festività (per saperne il perché vedi il paragrafo “Perché le feste di Cassaro si alternano sempre ogni tre anni?” nel link riguardante le tradizioni popolari di Cassaro posta nella pagina precedente).

La penultima Domenica di Luglio, avviene la cosiddetta “Entrata della Festa” che viene celebrata con gare sportive (di solito ciclistiche) durante la mattina (ore 10.00) e il pomeriggio (ore 16.00). Alle ore 18.00 lo sparo di fuochi d’artificio sancisce l’inizio del periodo consacrato a “Sant’Antonio Abate”. Alle ore 18.30 si tiene una solenne Messa presso la Chiesa di Sant’Antonio a cui seguirà un sorteggio benefico. I giorni seguenti comprendono sempre Messe solenni alle ore 18.30 e spettacoli che si tengono presso la Piazza Sant’Antonio a partire dalle ore 21.30.

Il Mercoledì prima della festa comincia il solenne Triduo di Preparazione che prevede nei giorni di Mercoledì, Giovedì e Venerdì solenni Messe alle ore 18.30 a cui seguiranno vari spettacoli che iniziano alle ore 21.00 circa.

E proprio nel primo giorno del Triduo avviene il tanto atteso rito della “Svelata di Sant’Antonio”. Alle ore 17.00 i tamburini accolgono la Confraternita di Sant’Antonio che, a partire dalle 18.00, girerà in corteo per le vie di Cassaro assieme ad altre confraternite consacrate al “Santo” che provengono da altre aree della Sicilia a lui devote. Alle ore 18.30 nella Chiesa di Sant’Antonio, avviene tra il tripudio della folla e in particolar modo dei più accaniti fedeli di questo “Santo”, la cosiddetta “Svelata” della Statua del “Santo Eremita”, salutata da grida d’invocazione intonate in dialetto cassarese e da ampi battimani che fanno trasparire la grande gioia dei cassaresi nel rivedere il loro “Protettore”. A seguire vi sarà la Messa Solenne. Nel frattempo per tutte le vie della città vengono appesi drappi di color gialloverde (che come è stato detto prima è il colore della “Confraternita di Sant’Antonio”) e sontuose luminarie artistiche che verranno accese la prima sera del Triduo (quindi di Mercoledì) con spettacoli musicali e pirotecnici alle ore 21.00. La serata del Mercoledì proseguirà con vari spettacoli che iniziano alle 21.30.

La Vigilia della Festa

Passato il periodo del Triduo, arriva il Sabato di Vigilia i cui riti cominciano alle ore 16.30 con la sfilata della banda musicale che segue la raccolta dei doni da dare in beneficenza in occasione dei festeggiamenti.

Alle ore 18.00 dalla Chiesa di San Sebastiano parte la Processione delle Reliquie di “San Sebastiano Martire” che vuole essere un omaggio dei devoti al “Bimartire” verso il “Santo Eremita”. La Processione, salutata da scampanii e spari di fuochi, percorrerà le Vie San Sebastiano e Regina Margherita per arrivare in Piazza Matrice ed entrare in Chiesa Madre ricevendo i saluti dei devoti a “San Giuseppe”. Dalla Chiesa Madre le reliquie percorreranno in Processione la Via Umberto I fino ad arrivare presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate dove verrà celebrata la Messa alle ore 18.30 seguita da numerosi fedeli. La sera di vigilia terminerà con spettacoli vari che iniziano alle ore 21.30.

La Festa Esterna di Sant’Antonio Abate

La “Nisciuta” e la Processione diurna

La Domenica della festa, la cittadinanza viene svegliata alle ore 05.00 da potenti colpi di cannone che avvisano alla gente che il giorno di festa tanto atteso da tre anni è arrivato. Alle ore 8.00 presso la Chiesa di Sant’Antonio iniziano le lodi mattutine in cui viene benedetto anche il pane da donare in beneficenza. Alle ore 08.30 per le vie di Cassaro vi è la raccolta dei doni da devolvere in beneficenza accompagnata dalla banda musicale.

Nelle ore mattutine si svolgono numerosi pellegrinaggi di fedeli che vanno in chiesa sia per salutare il “Santo”, sia per assistere alla solenne Messa in onore di “Sant’Antonio Abate” che si tiene alle ore 10.30, presenziata dalle più alte autorità cittadine. Nel frattempo i fuochisti sistemano le cariche contenenti gli “Nzareddi”, strisce di carta colorata che verranno sparate all’aria non appena il “Santo” verrà fatto uscire in processione.

Alle ore 12.00 avviene il rito più aspettato dai cassaresi fedeli a “Sant’Antonio”, “A Nisciuta ri Sant’Antoniu” (“L’Uscita di Sant’Antonio”), salutata dal grandioso sparo degli “Nzareddi” che rendono pittoresca l’uscita del “Protettore di Cassaro”.

Dopo questo rito (simile a quello delle “Sciute” dei paesi limitrofi, in particolare quelle di “San Paolo” e “San Sebastiano” della vicina Palazzolo Acreide), parte la “Processione diurna” del Simulacro di “Sant’Antonio Abate” e della sua piccola ma importante “Reliquia”. Le due “Vare” sono portate a spalla e il sole estivo (che nell’orario della Processione tocca il suo apice come luce e calura) con uno sforzo immane da parte dei portatori, che sono disposti a soffrire la fatica e il forte caldo pur di sciogliere il loro “Voto per Grazia Ricevuta” nei confronti di “Sant’Antonio”. Bisogna dire che la “Vara” della “Reliquia”, essendo molto leggera, viene portata in Processione da bambini che fungono da veri e propri “Portatori” adulti.

Durante la Processione verranno alzati numerosi neonati per far si che il “Santo” li benedica e inoltre verranno donate numerose offerte in denaro che, serviranno sia per sopperire alle spese per la festa sia per poter aiutare le famiglie bisognose. Accompagneranno la Processione per tutta la sua durata Sbandieratori in costume medievale e la “Confraternita di Sant’Antonio” recanti bandiere e stendardi gialloverdi.

Dopo aver girato il centro storico, alle ore 13.00 la Processione rientrerà nella Chiesa Madre di San Pietro in Vincoli accompagnata da scoscianti applausi nonché dallo scoppio di fuochi d’artificio.

La Processione serale di “Sant’Antonio Abate”

Dopo un pomeriggio festoso caratterizzato dalle urla dei venditori ambulanti e da manifestazioni sportive che cominciano alle ore 16.00 presso il campo della Protezione Civile di Cassaro, alle ore 18.00 la banda musicale cittadina girerà in corteo per le vie di Cassaro. Verso le ore 19.00 inizia nella Chiesa di Sant’Antonio la seconda Messa Solenne in onore dell’omonimo “Santo Anacoreta”.

Al termine di essa, alle ore 20.00 dalla chiesa esce la “Processione serale” di “Sant’Antonio” dalla Chiesa Madre salutata da scampanii e fuochi d’artificio. La Statua del “Santo” viene posta stavolta su di un grandioso carro che toccherà tutta la città di Cassaro dopo un lungo giro che terminerà a sera inoltrata, venendo seguita da un gran numero di fedeli. 

Al termine della Processione che rientrerà presso la Chiesa di Sant’Antonio salutata dallo scoppio di fuochi d’artificio, vi saranno alle 22.30 spettacoli musicali curati da artisti locali che termineranno alle 23.30 col sorteggio dei doni raccolti nelle ore mattutine il cui ricavato come detto prima andrà in beneficenza.

Al termine del sorteggio, alle ore 24.00 inizierà un grandioso quanto intenso spettacolo pirotecnico che renderà così onore a “Sant’Antonio Abate” e chiuderà la lunga giornata di festa.

L’Ottava della Festa di Sant’Antonio, la “Velata” e la fine dei festeggiamenti

Dopo la solenne Festa di Sant’Antonio comincia l’Ottavario che comprende gli otto giorni che precedono l’ultimo giorno in cui viene festeggiato il Santo, in cui saranno celebrate solenni Messe presso la Chiesa di Sant’Antonio alle ore 18.30.

La Domenica successiva vi sarà l’Ottava della Festa, in cui il Simulacro del “Santo” verrà racchiuso nella sua nicchia. Alle ore 19.00 vi sarà una solenne Messa che precede appunto l’ultimo rito toccante di questa festa, la “Velata” di “Sant’Antonio Abate”, in cui la “Statua” del “Santo Protettore” di Cassaro verrà riposta nella sua nicchia situata dietro l’Altare maggiore della Chiesa in cui è custodita. I cassaresi sanno bene che potranno festeggiare il loro “Protettore” solo fra tre anni, e quindi saluteranno il “Santo” con commoventi invocazioni gridate a squarciagola e intensi battimani, fin quando la nicchia si richiuderà sancendo la fine dei festeggiamenti in onore di “Sant’Antonio Abate”.

Per saperne di più visita la pagina facebook della Festa di Sant’Antonio Abate.

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