*Area Archeologica “Cava d’Ispica”, Case – Grotta, Frantoi e Scuderie Rupestri di Cava Ispica

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Area Archeologica
“Cava d’Ispica”
(Territori di Ispica, Modica e Rosolini)

*Case – Grotta, Frantoi e Scuderie Rupestri di Cava Ispica

Lungo il versante nordorientale del Colle Calandra (rilievo sul quale è ubicata l’odierna Ispica), vi sono molte caverne artificiali che per molti secoli hanno svolto la funzione di “Casa – Grotta”, ossia di dimora di tipo semi rupestre con fabbricato esterno o interamente scavata nella roccia.

Gran parte di queste caverne sono poste lungo le pareti rocciose del tratto sud di Cava d’Ispica; in particolare nelle aree di Parco Forza e della Barriera (area raggiungibile da Ispica o dalla SS 115 tramite la S.P. 47 “Traversa Barriera” andando in direzione “Cava d’Ispica – Parco Forza”) .

La maggior parte delle caverne sono però ubicate presso l’area corrispondente alla medievale città di Spaccaforno, distrutta dal terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Molta gente però non abbandonò le loro dimore rupestri per stabilirsi presso l’odierna cittadina ispicese costruita a partire dal 1700, continuando a vivere all’interno di queste caverne di fronte alle quali vi erano piccoli orti.

Altri utilizzarono queste grotte come stalle rupestri o come veri e propri “frantoi” in cui venivano macinati cereali, olive e uva per ottenere farina, olio e vino.

Le case – grotta furono abitate fino alla fine del 1800 venendo non del tutto abbandonate, ma continuando a svolgere le funzioni di magazzini e stalle rupestri.

La medesime funzioni peraltro vengono svolte in parte fino ai giorni nostri, dato che alcune caverne sono di proprietà privata e la loro esplorazione è giustamente vietata; ma tante altre grotte risultano “abbandonate” e sono liberamente esplorabili.

Queste grotte ebbero anche la funzione di rifugio antiaereo durante la II guerra mondiale, periodo in cui la soprastante Ispica venne bombardata.

In questi siti rupestri trovarono rifugio sia civili che militari.

Proprio all’interno di quest’area, presso l’area nota come “Orto Moltisanti” (collocata dietro il Convento del Carmine), la sera del 9 Luglio del 1943 furono fucilati due soldati reduci da una battaglia avvenuta presso Santa Maria del Focallo in seguito allo sbarco dell’esercito angloamericano per volere dell’allora comando fascista ispicese nella persona del comandante Camillo Apollonio.

I due militari ad essere giudicati per diserzione e quindi condannati a morte furono l’ispicese Carmelo Lissandrello e il giarratanese Giorgio Avola.

Nonostante varie richieste fatte per “graziarli” e quindi salvarli dalla morte, vennero ugualmente fucilati.

Quando gli angloamericani entrarono a Ispica, gli ispicesi indicarono loro i luoghi rupestri in cui si rifugiavano i fascisti tra cui il comandante Apollonio, e in una di queste grotte una stele rimembra tutto ciò.

Tornando a parlare delle “case – grotta” ispicesi, esse in origine sarebbero state sede di antichi insediamenti abitativi o funerari molto probabilmente di epoca neolitica, greco – romana o bizantina, ma riadattati nei seguenti secoli sempre ad uso abitativo.

Come detto in precedenza, la maggior parte di queste abitazioni rupestri sono ubicate presso le aree note come “Forza” (ossia sotto la rupe in cui sono collocate le rovine del castello medievale di Spaccaforno noto come “Fortilizio”) e “Barriera” (a meridione del castello medievale lungo la S.P. 47).

Altri insediamenti rupestri sono ubicati sotto il quartiere di “Sant’Antonio” noto come “Cartidduni” (area nord del centro storico di Ispica), e presso le aree retrostanti ai Conventi del Carmine e di Santa Maria di Gesù (ad est della cittadina ispicese).

Molte di queste abitazioni hanno una parete esterna in muratura che ricopre l’ambiente rupestre, mentre altre sono del tutto scavate nella roccia e collegate all’esterno da brevi aperture.

L’interno di alcune di esse è visitabile, mentre quelle di proprietà privata sono recintate o racchiuse da cancelli e porte metalliche.

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