Area Archeologica “Cava d’Ispica”, Chiesa Rupestre di Santa Maria della Cava

Homepage – IspicaCava d’IspicaChiesa S.M. della Cava

Area Archeologica
“Cava d’Ispica”
(Territori di Ispica, Modica e Rosolini)

Chiesa Rupestre di Santa Maria della Cava
(Rovine della Chiesa del Crocifisso)

Dallo spiazzale d’ingresso del “Parco Forza” (raggiungibile dal centro storico di Ispica o dalla SS 115 dalla S.P. 47 “Traversa Barriera” andando in direzione della segnaletica “Cava d’Ispica – Parco Forza”), imbocchiamo un sentiero ubicato presso una cavità secondaria che conduce presso il fondo della limitrofa Cava d’Ispica.

Seguendo questa strada, arriviamo presso il sito in cui era ubicata la Chiesa del Crocifisso, una delle più importanti chiese della città medievale di Spaccaforno costruita intorno all’anno 1100, ma che crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Di essa rimane solo la sua cappella rupestre, l’attuale Chiesa di Santa Maria della Cava.

Essa era in origine un antico oratorio rupestre di epoca bizantina all’interno del quale, secondo la tradizione locale, molte volte l’eremita “Sant’Ilarione da Gaza” si fermava in preghiera durante la sua permanenza presso la Cava d’Ispica.

Lo stesso eremita qui venerava un “Crocifisso” di cui oggi non vi sono più tracce, ma che diede il nome all’edificio sacro che sarebbe stato costruito presumibilmente nel secolo 1400.

Secondo la tradizione locale, il “Crocifisso” la cui datazione si attesterebbe al 787 d.C. (non corrispondendo al periodo in cui visse “Sant’Ilarione”) sarebbe stato distrutto durante il periodo iconoclasta del bizantino Impero Romano d’Oriente (a cui allora apparteneva la Sicilia), essendo in seguito assemblato formando l’attuale gruppo scultoreo del “Santissimo Cristo alla Colonna”, venerato all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Al momento della costruzione della limitrofa Chiesa del Crocifisso e del successivo ampiamento avvenuto nel periodo tra i secoli 1500 e 1600, la caverna venne inglobata all’interno di essa divenendo sede di una “Cappella Rupestre” (esempi simili si possono riscontrare ancora oggi presso la Chiesa del Santissimo Trovato a Ragusa, all’interno della Chiesa dell’Eremo di San Corrado di Fuori a Noto, oppure presso alcune chiese di Lentini consacrate a “Sant’Alfio” tra cui la Chiesa Madre cittadina o il “Sacro Carcere dei Tre Santi”).

La cappella scavata nella roccia era accessibile dall’Abside dell’antica chiesa, di cui rimane solo l’arcata sorretta da pilastri.

Le altre rovine della chiesa sono riconducibili ad Altari da cui provengono i Simulacri di “Santa Maria Assunta” e del “Santissimo Cristo alla Colonna” (venerati presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore).

Quest’ultimo, a seconda della tradizione locale, venne creato riadattando la figura del sopracitato “Cristo Crocifisso” venerato da “Sant’Ilarione”.

La chiesa comprendeva anche tombe ipogeiche da cui sono stati rinvenuti vari resti umani che sono stati tumulati presso l’attuale cimitero ispicese di Contrada Garzalla.

Assieme ai resti umani (perlopiù ossa), vennero trovati vari reperti, in gran parte esposti presso l’Antiquarium di Cava d’Ispica (tra cui monete, monili e lucerne).

In seguito alla ricostruzione di Spaccaforno (attuale Ispica), la cappella rupestre venne elevata al ruolo di “Chiesa”, essendo poi consacrata all’immagine bizantina della “Madonna” venerata al suo interno che venne denominata “Santa Maria della Cava”.

La cappella venne completamente restaurata nel 1994 mettendone in sicurezza le pareti e restaurando le pitture rupestri di epoca alto medievale al suo interno (per quanto ne sia stato possibile).

Oggigiorno la Chiesa di Santa Maria della Cava, all’interno della quale si pratica il culto di “Sant’Ilarione da Gaza”, è l’unico edificio religioso dell’antica Spaccaforno ad essere ancora aperto al culto, appartenendo alla parrocchia della Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Quest’ultima chiesa infatti prende il posto di quella non più esistente consacrata al “Crocifisso” all’interno della quale era venerato il “Santissimo Cristo alla Colonna”, il cui simulacro da qui proveniente viene celebrato il Giovedì Santo dai suoi devoti chiamati col termine “Cavari”.

I “Cavari” i cui esponenti erano in origine appartenenti al “popolo” e alle principali classi “lavoratrici”, dimoravano presso le aree adiacenti alla Cava d’Ispica, e la loro Arciconfraternita detta di “Santa Maria Maggiore” (che prende il nome dall’attuale edificio sacro a cui essa appartiene) fondata nel periodo tra i secoli 1400 e 1500, era ed è riconoscibile per i suoi indumenti cerimoniali di colore rosso in contrapposizione a quelli azzurri dei nobili “Nunziatari” (vedi link “Ruderi della Chiesa della Santissima Annunziata” nella pagina precedente per saperne di più).

La prima sede dei “Cavari” fu proprio l’antica Chiesa del Crocifisso, che come ben sappiamo crollò durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 e di cui rimane appunto la cappella rupestre oggi sede della Chiesa di Santa Maria della Cava.

All’interno di questa chiesa veniva venerata anche la “Madonna Assunta”, il cui simulacro festeggiato il 15 Agosto di ogni anno oggi è posto all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore.

L’esterno della chiesa presenta la struttura del vecchio catino absidale della Chiesa del Crocifisso recante un’ampia arcata al centro della quale è posto il portoncino rettangolare d’ingresso sopra cui vi sono due piccole finestre poste l’una sopra l’altra (una di forma quadrangolare l’altra arcuata molto più piccola).

A destra del portone d’ingresso è collocata un’altra finestra, mentre sul vertice destro è posta una piccola nicchia campanaria.

Sulla parete esterna dell’edificio sacro sono poste varie lapidi riportanti iscrizioni celebrative di vario tipo, legate alla storia di questo piccolo ma interessante luogo sacro.

L’interno presenta una cameretta interamente scavata nella roccia, risalente molto probabilmente al periodo alto medievale bizantino.

La camera interna recante una particolare pavimentazione ceramica, presenta l’Altare principale in marmo policromo su cui sono poste immagini votive.

L’Abside scavata nella roccia presenta una lunetta in cui vi è l’affresco di fattura bizantina raffigurante “La Madonna col Bambino” noto localmente come “A Maronna ra Cava” e sotto di esso un affresco più piccolo di epoca basso medievale raffigurante “Il Cristo alla Colonna” omaggiato dai “Santi Giovanni Evangelista, Andrea Apostolo, Paolo Apostolo, Luca Evangelista, Francesco di Assisi e Domenico di Guzman”.

Ai fianchi vi sono due lunette di cui quella destra riporta affresco (ormai rovinato) raffigurante “Gesù Crocifisso” mentre in quella sinistra vi sono tracce di un affresco ormai poco leggibile.

Il catino absidale è infine decorato da affreschi raffiguranti motivi geometrici. A sinistra dell’Altare possiamo ammirare la statua cinquecentesca raffigurante “Sant’Ilarione di Gaza”, che come detto in precedenza secondo la tradizione locale visse in eremitaggio proprio presso la Cava d’Ispica.

Questa statua, così come come i Simulacri di “Santa Maria Assunta” e del “Cristo alla Colonna”. erano esposti presso la limitrofa Chiesa del Crocifisso salvandosi miracolosamente dalla distruzione provocata dal sisma dell’11 Gennaio 1693.

Per visitare la Chiesa di Santa Maria della Cava (e l’area limitrofa) non c’è bisogno del biglietto d’ingresso per il “Parco Forza”, ma (se si entra all’interno della chiesa) è gradito lasciare un’offerta libera (facoltativa) ai custodi che ne curano la manutenzione.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook della Basilica di Santa Maria Maggiore.

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