Area Archeologica “Cava d’Ispica”, Ex Macello di Ispica

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Area Archeologica
“Cava d’Ispica”
(Territori di Ispica, Modica e Rosolini)

Ex Macello di Ispica

Presso l’ingresso principale all’area archeologica della Cava d’Ispica nota come “Parco Forza” (raggiungibile dal centro storico ispicese tramite Via Barriera, o dalla SS 115 “Ispica – Rosolini” dalla S.P. 47 “Traversa Barriera” andando in direzione “Cava d’Ispica – Parco Forza”), è posto un edificio in stile tardo liberty che ospitava l’ex macello comunale della città di Ispica.

Questo edificio all’interno del quale venivano macellati gli animali provenienti da pascoli locali, venne costruito nel 1929 deturpando in parte il sito in cui erano collocate le rovine della navata centrale della non più esistente Chiesa Madre di San Bartolomeo della medievale città di Spaccaforno.

Difatti quando l’area venne spianata vennero ritrovati vari ipogei sepolcrali appartenenti all’antica chiesa aventi ancora resti mortali, inviati poi al cimitero cittadino per essere tumulati.

Praticamente l’edificio occupa buona parte del sito sul quale era ubicata l’antica Chiesa Madre della non più esistente Spaccaforno.

Comunque sia il macello mantenne la sua funzione fino agli anni 1970 quando poi venne chiuso definitivamente.

Dopo una serie di restauri conservativi, l’ex macello si appresterebbe a divenire un locale facente parte della limitrofa area archeologica del “Parco Forza”, in cui si possano tenere mostre e eventi di vario genere.

L’ex mattatoio presenta due corpi delimitati da pilastri in cui sono poste eleganti finestrelle rettangolari; al centro vi è un’elegante inferriata in ferro battuto.

L’interno possiede un grande cortile in cui gli animali venivano macellati, su cui si affacciano i locali interni del mattatoio in cui le carni venivano lavorate e vendute.

L’ex Macello di Ispica è in procinto di divenire la principale infrastruttura logistica e informativa dell’area archeologica di Cava Ispica, avente anche il ruolo di  “Museo archeologico” nel quale verranno esposti i reperti provenienti dalla limitrofa Cava d’Ispica e dal territorio ispicese, tra cui anche il relitto della nave bizantina rinvenuta nel 1963 presso il Pantano Longarini (per saperne di più clicca qui).

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