Chiaramonte Gulfi, Festa di San Sebastiano Martire

Chiaramonte Gulfi

Festa di San Sebastiano

La Festa di San Sebastiano si tiene il 20 Gennaio di ogni anno presso la città di Chiaramonte Gulfi in cui il culto al “Santo Bimartire” viene praticato all’interno della Chiesa del Santissimo Salvatore. Questa solennità è prettamente liturgica e viene celebrata con Messe all’interno della suddetta chiesa anche se in passato vi era una festività “esterna” in cui la statua di “San Sebastiano” veniva condotta in Processione all’interno della città chiaramontana.

Storia di San Sebastiano

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Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristiani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

[riduci]

Culto Chiaramontano a “San Sebastiano”

Il culto a “San Sebastiano” praticato a Chiaramonte Gulfi risale certamente al ritrovamento della statua del “Santo Bimartire” avvenuto presso la Penisola Magnisi (attualmente facente parte del territorio di Priolo Gargallo in Provincia di Siracusa) il 4 Maggio dell’anno 1414 e portata nella vicina Melilli (SR), cittadina da cui il culto al “Santo Bimartire” si diffuse in buona parte della Sicilia sudorientale tra il 1400 e il 1500 nelle attuali Province di Siracusa, Catania e Ragusa e quindi anche a Chiaramonte Gulfi, in cui il culto si diffuse in seguito allo scampato pericolo di epidemia di peste avvenuta nel 1575 per intercessione del “Santo Martire”. Da allora molti chiaramontani raggiungevano (e raggiungono tuttora) Melilli o per chiedere una grazia a “San Sebastiano” o per ringraziarlo in caso di “miracolo” avvenuto. Il “Santo Bimartire” venne venerato all’interno della Chiesa del Santissimo Salvatore a partire dal 1871 quando venne collocata al suo interno la statua raffigurante “San Sebastiano” scolpita dallo scultore chiaramontano Rosario Di Stefano. Questa statua usciva ad anni alterni in Processione per le strade della città chiaramontana fino al 1979 quando per l’ultima volta uscì dalla Chiesa del Santissimo Salvatore in cui oggi è collocato e celebrato liturgicamente ogni anno nelle date del 20 Gennaio e del 4 Maggio, ma non si esclude che un giorno al “Santo” possa essere di nuovo festeggiato con una festività esterna comprendente una “Processione” e eventi di vario tipo (magari in un altro periodo dell’anno).

La Festa Liturgica in onore di “San Sebastiano” (20 Gennaio)

Il Triduo di Preparazione (17, 18, 19 Gennaio) e la Festa Liturgica (20 Gennaio)

Il 17 Gennaio inizia ufficialmente la solennità di “San Sebastiano” che prevede un “Triduo” ossia tre giorni preparatori (17, 18 e 19 Gennaio) che precedono la festa liturgica del 20 Gennaio. Presso la Chiesa del Santissimo Salvatore viene svelato il simulacro di “San Sebastiano” ed esposto ai fedeli sull’Altare Maggiore. Nei tre giorni del Triduo alle ore 18.00 inizia il Rosario, seguito alle ore 18.30 dalla solenne Messa.

Il 20 Gennaio, giorno in cui ricade la festività liturgica in onore di “San Sebastiano”, la Chiesa del Santissimo Salvatore rimane aperta per tutta la giornata dando modo ai devoti di poter onorare il “Santo Martire”. Alle ore 18.30, dopo il Rosario, inizia la Messa solenne a cui parteciperanno molti devoti tra cui i Vigili Urbani di Chiaramonte Gulfi e i membri della Confraternita del Santissimo Salvatore. Dopo la Messa (se in programma) possono esserci eventi di vario tipo e intrattenimenti pirotecnici durante la serata del 20 Gennaio. Comunque sia così termina la solennità chiaramontana in onore di “San Sebastiano” e i fedeli attenderanno la data del 4 Maggio per poter ricelebrare il “Santo Bimartire”.

Il Pellegrinaggio a Melilli dei devoti chiaramontani a “San Sebastiano” (3 – 4 Maggio)

La notte tra il 3 e il 4 Maggio molti chiaramontani devoti a “San Sebastiano” vanno in pellegrinaggio a Melilli (SR) per dare onore al simulacro del “Santo Bimartire” rinvenuto al largo della Penisola Magnisi il 4 Maggio 1414; in molti vista la distanza tra le due cittadine (61 km) lo compiono tramite veicoli a motore ma in passato vi era gente che, così come avviene nella limitrofa provincia aretusea, compiva il tragitto interamente a piedi. Chi non va a Melilli e rimane a Chiaramonte Gulfi assiste ad una speciale Messa all’interno della Chiesa del Santissimo Salvatore che viene celebrata alle ore 19.00 che viene celebrata in onore di “San Sebastiano”. Al termine di questa funzione liturgica i chiaramontani aspetteranno la data del 20 Gennaio dell’anno venturo per poter celebrare nuovamente “San Sebastiano”.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook del Santissimo Salvatore di Chiaramonte Gulfi.

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