Chiaramonte Gulfi, Chiesa del Santissimo Salvatore

Chiaramonte Gulfi

Chiesa del Santissimo Salvatore

Al centro della Piazza Santissimo Salvatore (raggiungibile dal Corso Umberto I tramite Via Santissimo Salvatore) è posta la piccola ma importante Chiesa del Santissimo Salvatore, considerata una delle più importanti della città di Chiaramonte Gulfi in quanto consacrata a ben quattro culti: quello del “Santissimo Salvatore” nato in occasione della proclamazione di “Santa Maria di Gulfi” a “Patrona” della città chiaramontana (in quanto si ritiene che la statua del “Santissimo Salvatore” sia stata ritrovata assieme a quella della “Santa Patrona” lungo le rive del litorale di Kamarina e da qui condotte presso la cittadina iblea) che è quello più importante che culmina nella festa che si tiene ogni anno la Domenica successiva al 6 Agosto, quello di “San Nicola di Bari” che è uno dei più antichi praticato nella non più esistente città di Gulfi distrutta nel 1299, quello di “San Sebastiano Martire” che si è diffuso nella città chiaramontana in seguito al ritrovamento della statua del “Santo Bimartire” presso il litorale di Melilli (SR) il 4 Maggio 1414, e infine il culto a “San Biagio Martire” Patrono della vicina città di Comiso ma molto amato anche dai chiaramontani.

La prima Chiesa venne costruita dopo il presunto ritrovamento avvenuto molto probabilmente tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 della statua marmorea raffigurante il “Santissimo Salvatore” assieme a quella della “Madonna di Gulfi” presso la spiaggia di Kamarina (tra le località di Scoglitti in territorio vittoriese e Punta Secca presso Santa Croce Camerina, anche se viene citata anche “Terranova di Sicilia” ossia l’attuale Gela come luogo del rinvenimento) che provenivano entrambe da un relitto che la tradizione locale vuole proveniente da Costantinopoli; comunque sia essa venne posta su un carro di buoi e condotta a Chiaramonte Gulfi. I buoi che trainavano la statua della “Patrona di Chiaramonte” si fermarono li dove oggi è posto il Santuario a lei consacrato presso l’attuale località di Villaggio Gulfi, mentre il carro che trasportava il “Santissimo Salvatore” proseguì arrivando alle porte della città, dove i buoi si fermarono facendo presagire che nel luogo in cui il carro era fermo doveva essere costruita la chiesa consacrata al “Salvatore”. Questa è una leggenda che potrebbe essere tratta da avvenimenti accaduti realmente, anche se molto probabilmente la statua venne commissionata alla scuola artistica di Antonello Gagini e scolpita da due dei suoi migliori allievi, Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro da Carrara; e non sarebbe da escludere che la statua del “Salvatore” era caricata assieme a quella della “Madonna di Gulfi” su di una nave proveniente da Palermo (e non da Costantinopoli) e diretta in uno dei porti della Contea di Modica (Pozzallo?) da dove poi sarebbe stata trasportata a Chiaramonte Gulfi, ma che poi sarebbe naufragata col conseguente ritrovamento delle due statue (un’appurata ricerca storica confermerebbe o smentirebbe tutto ciò).

Tornando a parlare della chiesa, la data di costruzione dell’edificio sacro oscilla tra il 1644 e il 1649, ma si sa per certo che furono i Padri Mercedari a gestirla e curarne le funzioni sacre. Secondo gli storici la chiesa sarebbe stata ubicata poco più a nord della città nell’area nota come “Quattro Cappelle Vecchie” presso il bivio tra Corso John Fitzgerald Kennedy e la “Circonvallazione” della città chiaramontana (ossia il tratto della S.P. 8 Chiaramonte – Maltempo che va a collegarsi alla S.P. 10 per Ragusa lambendo la Pineta e il Monte Arcibessi) e doveva presentarsi come un vero e proprio “santuario” dotato di tre navate. Durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693 la chiesa crollò e di essa si perdettero le tracce (venne comunque costruita un’edicola votiva detta delle “Quattro Cappelle” per commemorare la presenza della chiesa, che però venne ricostruita poco più a valle sempre lungo la S.P. 8). L’attuale chiesa venne ricostruita all’interno della città chiaramontana nell’area nota come “A Santuzza” che però divenne nota come “Salvatore” per la presenza dell’edificio sacro, ricostruito in dimensioni nettamente più ridotte rispetto all’originale. Nei primi del 1900 il prospetto esterno della chiesa venne modificato in stile liberty neogotico, subendo poi vari restauri durante gli anni. Oggi la chiesa fa parte della parrocchia di Santa Maria la Nova ed è aperta al culto, essendo anche sede della “Confraternita del Santissimo Salvatore” (una delle cinque antiche confraternite religiose della città assieme a quelle del “Santissimo Sacramento”, di “Santa Maria del Rosario”, di “Santa Maria della Misericordia” e di “San Vito”).

Passiamo alla descrizione della Chiesa del Santissimo Salvatore. L’esterno dell’edificio sacro posto su di una breve scalinata, presenta un’elegante facciata di due ordini in stile liberty neogotico del tipo “a torre”. L’ordine inferiore, delimitato da due pilastri bugnati ai vertici, reca al centro un elegante portale rettangolare inquadrato da due colonne i cui capitelli arricchiti da bassorilievi sorreggono il travone di coronamento adornato con vari fregi floreali. L’ordine superiore, delimitato da due coppie di pilastrini i cui eleganti capitelli floreali sorreggono il frontone di coronamento, presenta al centro una finestra a doppia apertura arcuata del tipo a “bifora” in stile neogotico divise da una colonnina e delimitate ai lati da pilastrini e coronate da un travone. L’elegante frontone triangolare merlato con al centro un altorilievo raffigurante due Angeli sorreggenti una corona corona la facciata. Nella parte retrostante della chiesa possiamo ammirare la torre campanaria cuspidata avente quattro aperture arcuate coronata da una cuspide semicircolare adornata da pinnacoli “a carciofo”. A destra della chiesa è posto l’edificio in cui è ubicata la sacrestia.

L’interno della chiesa presenta un’unica Navata con volta a botte adornata da eleganti stucchi cerulei oltre a sei Altari (tre per parete) formati da profonde arcate. Qui possiamo ammirare la cantoria su cui è posto un antico organo a canne, mentre presso le pareti laterali antistante ad essa (in particolare quella di accesso alla sagrestia) possiamo ammirare alcuni resti marmorei appartenenti all’antica Chiesa di Santa Caterina (demolita negli anni 1950) oltre a dipinti devozionali. Presso la parete sinistra della Navata negli Altari possiamo ammirare varie opere d’arte ottocentesche quali i dipinti raffiguranti “Santa Maria e San Giovanni Evangelista”, “La Deposizione di Cristo” (opere del pittore chiaramontano Gaetano Di Stefano) su cui è adagiato un “Crocifisso” ligneo (opera dello scultore Rosario Di Stefano, fratello del pittore Giovanni), e la statua di “San Biagio Martire” (opera degli scultori Rosario e Mariano Di Stefano). Nella parete destra vi sono poste le statue di “San Nicola di Bari”, “San Sebastiano Martire” posta dentro un fercolo dorato all’interno di una grande nicchia arcuata (opere degli scultori Rosario e Mariano Di Stefano) e “Santa Maria della Mercede”.

L’area del Presbiterio, caratterizzata da un Coro ligneo nelle pareti laterali e dal catino dell’Abside avente eleganti decorazioni in stucco, ospita il monumentale Altare Maggiore in marmo e pietra locale formato da un baldacchino arcuato sorretto da due imponenti colonne e coronato da un timpano triangolare con eleganti fregi, oltre ad essere corredato da statue di Angeli svolazzanti sul Tabernacolo marmoreo, che reca al centro la nicchia arcuata in cui è collocata la statua marmorea del “Santissimo Salvatore”, che secondo la tradizione locale è stata ritrovata assieme a quella di “Santa Maria di Gulfi” lungo le rive di Kamarina e da qui condotta presso la città chiaramontana, ma che molto probabilmente è un’opera cinquecentesca attribuita agli scultori carraresi Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro, allievi della scuola dello scultore palermitano Antonello Gagini (gli stessi che avrebbero scolpito la statua della “Madonna di Gulfi”). Questa statua, che poggia su di un’elegante piedistallo ligneo con intarsi dorati e raffigurazioni di Angeli opera dello scultore chiaramontano Carmelo Di Stefano.

La statua del “Santissimo Salvatore” viene festeggiata ogni anno la Domenica limitrofa al 6 Agosto con una vivace festa che coinvolge gran parte della cittadinanza chiaramontana e in particolare coloro che abitano presso il quartiere limitrofo a questa chiesa. Oltre al “Santissimo Salvatore” vengono anche festeggiati in maniera liturgica “San Sebastiano” (il 20 Gennaio), “San Biagio” (il 3 Febbraio) e “San Nicola di Bari” (il 6 Dicembre); durante tutte queste feste si ha l’occasione di poter visitare questa chiesa.

Per la visita virtuale all’interno di questa chiesa clicca qui.

Per informazioni più dettagliate su questa chiesa e sulle attività praticate al suo interno visitate la pagina facebook del Santissimo Salvatore di Chiaramonte Gulfi.

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