*Chiaramonte Gulfi, Monte Scannalupi

Chiaramonte Gulfi

*Monte Scannalupi

Il Monte Scannalupi con i suoi 784 metri è una delle vette più alte dei Monti Iblei (la sesta più alta della Provincia di Ragusa) posta immediatamente a sud della Serra Burgio nella linea di confine che divide tra loro i territori comunali di Chiaramonte Gulfi e Ragusa. Esso è raggiungibile da Chiaramonte Gulfi dalla S.P. 8 Chiaramonte – Maltempo prima del bivio tra le S.P. 62 per Giarratana e S.P. 10 per il capoluogo Ragusa, tramite la prima traversa alla nostra destra posta dopo l’hotel Antica Stazione (che non è altro che l’ex Stazione Ferroviaria di Chiaramonte Gulfi posta lungo l’ex linea ferroviaria Siracusa – Ragusa – Vizzini). Da questa strada nota come “S.C. Maltempo – Scannalupi – Monte Raci” superiamo l’area orientale della Serra Burgio arrivando su di un altopiano che si affaccia a sud sulla cavità iblea nota come “Cava dei Modicani” in cui scorre il Torrente Coste – Canicarao, corso d’acqua che in territorio di Comiso si immette presso il Fiume Ippari.

Seguendo la strada tramite varie traverse alla nostra destra possiamo salire sull’altopiano del Monte Scannalupi contraddistinto dalla presenza di vasti erbai delimitati da muri a secco raggiungibili da antiche mulattiere su cui si affacciano varie masserie rurali che tuttora ospitano allevamenti bovini, ovini e suini al loro interno. Proseguendo verso sud cominciamo a poter ammirare un ottimo panorama sulla Cava del Modicani e la Piana di Vittoria (lambita dai Fiumi Ippari e Dirillo) con le città di Comiso, Vittoria, Acate e i centri balneari di Scoglitti e Marina di Acate. In questa zona sono posti vari ruderi riconducibili ad antichi insediamenti rurali di cui restano i basamenti formati da blocchi di pietra, comprendenti anche siti rupestri che molto probabilmente sono stalle fortificate in quanto l’apertura della grotta risulta murata. Questa costruzione è nota come “Mannira” e serviva per proteggere gli animali (di solito pecore e capre) dall’assalto di animali predatori, che venivano uccisi per scongiurare il pericolo che divorassero il bestiame degli allevatori locali; deriverebbe da ciò il nome “Scannalupi” dato al monte, in quanto su queste alture un tempo era diffusa la presenza del “lupo siciliano”, estintosi proprio per l’indiscriminata caccia a cui è stato sottoposto nei secoli passati.

Proseguendo per questa strada lambiamo tutto il rilievo del Monte Scannalupi potendo ammirare sempre ruderi di terrazzamenti ed insediamenti oltre a masserie ancora utilizzate per l’allevamento. Qui è posta una serie di brevi rilievi divisi da piccoli “valloni” che formano il “Monte Badia”, solcati da mulattiere e muri a secco. In uno di questi (raggiungibile da una traversa posta più a valle prima del bivio col sentiero che conduce presso la sottostante Cava dei Modicani) va notata una grande grotta ad apertura arcuata che molto probabilmente conduceva all’interno di quella che sembrerebbe una grande stalla rupestre. Presso le pareti montane del Monte Scannalupi e nelle aree limitrofe vi sarebbero collocati anche ruderi molto più antichi ma solo un appurato studio archeologico potrebbe rivelarne la presenza in maniera più precisa. Vi sono comunque resti di antiche “Neviere” ossia edifici di tipo semi rupestre che ricoprivano una grande fossa in cui veniva stipata la neve utilizzata per mantenere il freddo nelle ghiacciaie in cui erano posti cibi soggetti a deterioramento (verdure, frutta, carne e pesce) o per la preparazione di vari piatti tipici tra cui gelati, sorbetti e granite.

Va detto infine che dalla sopracitata strada l’area del Monte Scannalupi la si può ammirare facilmente eccezion fatta per chi vuole avventurarsi presso le pareti del rilievo, in tal caso se non si è esperti in trekking, arrampicate, speleologia ed escursioni in generale l’esplorazione di aree a strapiombo o non di facile accesso è altamente sconsigliata

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