Chiaramonte Gulfi, Contrada e Edicola Votiva delle Quattro Cappelle (Beata Maria di Gulfi – Santissimo Salvatore – San Giovanni Battista – San Giuseppe – San Vito – ruderi dell’Antica Chiesa del Santissimo Salvatore)

Chiaramonte Gulfi

Contrada e Edicola Votiva delle Quattro Cappelle
(Beata Maria di Gulfi – Santissimo Salvatore – San Giovanni Battista – San Giuseppe – San Vito – ruderi dell’Antica Chiesa del Santissimo Salvatore)

Percorrendo la S.P. 8 Chiaramonte – Maltempo venendo dal Villaggio Gulfi (quindi dalla SS 514 Ragusa – Catania e dalla S.P. 7 per Comiso) arriviamo presso una serie di tornanti con cui si comincia a salire verso la città chiaramontana. Al terzo tornante alla nostra sinistra (venendo dall’area di Villaggio Gulfi) notiamo una particolare edicola votiva, chiamata “Quattro Cappelle”, che da il nome anche alla limitrofa contrada.

Si tratta di un’edicola votiva ricostruita più volte tra il 1700 e il 1900 in quanto essa venne ubicata nei pressi all’attuale ingresso del paese (bivio Corso John Fitzgerald Kennedy – S.P. 8 per Ragusa) nel luogo in cui venne costruita un tempo la Chiesa del Santissimo Salvatore, che crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693. Nei primi anni del 1700 il sacerdote chiaramontano Padre Antonino Finocchio (facente parte dell’ordine gesuita) commissionò la costruzione di un’edicola votiva che intendeva rimembrare la presenza dell’antica chiesa in cui venne venerato il “Santissimo Salvatore” di Chiaramonte Gulfi che, così come la “Madonna di Gulfi” venne (secondo un’antica leggenda popolare) ritrovato e condotto presso la città chiaramontana per essere venerato. Nel 1713 venne costruita la prima edicola votiva avente quattro nicchie votive consacrate a “Santa Maria di Gulfi e al Santissimo Salvatore”, a ” San Giovanni Battista”, a “San Giuseppe” e a “San Vito Martire” che venivano chiamate appunto “Quattro Cappelle” recanti all’interno quattro raffigurazioni pittoriche dei medesimi “Santi”. L’edicola votiva era originariamente era posta a ridosso dell’imbocco del tratto della S.P. 8 che conduce a Ragusa lambendo a nord Chiaramonte Gulfi (noto come “Circonvallazione”) tant’è che l’area viene chiamata “Quattro Cappelle Vecchie”. L’edicola votiva però crollò nella prima metà del 1800 per essere ricostruita un po’ più a valle (nell’attuale ubicazone) nel 1867 per volere del sacerdote Gaetano Melfi – Fanales che affidò all’artista chiaramontano (nonché sacerdote) Gaetano Di Stefano che riprogettò la cappella votiva inserendo quattro icone raffiguranti i medesimi “Santi”. Nel 1954 al posto delle quattro icone ormai scolorite vennero posti quattro pannelli in terracotta scolpiti dal caltagironese Gesualdo Vittorio Nicoletti.

L’Edicola Votiva delle Quattro Cappelle viene oggi considerata come il “monumento” che delimita l’ingresso alla città chiaramontana; essa è posta a ridosso del sopracitato tornante presso un piccolo spiazzale e si presenta come un parallelepipedo avente una cuspide semisferica sormontata da un pinnacolo su cui è collocata una piccola croce. Le nicchie di forma arcuata sono delimitate da due pilastrini che sorreggono un timpano triangolare, all’interno delle quali sono poste le terrecotte raffiguranti “Santa Maria di Gulfi e il Santissimo Salvatore”, “San Giovanni Battista”, “San Giuseppe” e “San Vito Martire”.

Presso la sopracitata area delle “Quattro Cappelle Vecchie” sarebbero ubicate le rovine dell’antica Chiesa del Santissimo Salvatore, o per meglio dire l’ubicazione dell’antico sito ecclesiastico che sarebbe posto a ridosso della strada o su un largo terrazzamento a ridosso di essa (area posta prima del bivio con la S.P. 8?), solo un’accurata indagine potrebbe ricondurci all’esatta ubicazione di questa chiesa.

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