*Chiaramonte Gulfi, Tratto chiaramontano della Valle del Fiume Ippari (Regia Trazzera “Comiso – Chiaramonte Gulfi” – Serra Burgio – San Marco – Mulino Soprano – Ranuccia – Mulino Ciavola – Mulino della Grotta – Mulino Luparello – Poggio Malo – Sorgente di Cifali e tratto comisano e vittoriese del Fiume Ippari)

Chiaramonte Gulfi

*Tratto chiaramontano della Valle del Fiume Ippari
(Regia Trazzera “Comiso – Chiaramonte Gulfi” – Serra Burgio – San Marco – Mulino Soprano – Ranuccia – Mulino Ciavola – Mulino della Grotta – Mulino Luparello – Poggio Malo – Sorgente di Cifali e tratto comisano e vittoriese del Fiume Ippari)

L’area a sud di Chiaramonte Gulfi è solcata dal tratto più interno della Valle del Fiume Ippari, che ora si presenta in prevalenza secco e con scarsa portata idrica, che addirittura va ad ingrottarsi nell’area iblea a nord della vicina città di Comiso per poi essere alimentato da sorgenti sotterranee poste in Contrada Cifali (ad est dell’Aeroporto “Pio La Torre”) scendendo poi verso sudovest lambendo la città comisana e più ad ovest Vittoria per poi, dopo aver attraversato la Riserva Naturale del Pino d’Aleppo, sfociare presso il Mare Mediterraneo a poca distanza sia dalla frazione balneare vittoriese di Scoglitti che dall’area archeologica di Kamarina (posta in territorio di Ragusa). Sulle origini di questo fiume vi è un mito di epoca greca che narra dell’amore del pastore Ippari (che viveva presso le alture a sud di Chiaramonte Gulfi in cui si origina il corso d’acqua) verso la ninfa Kamarina (che invece viveva vicino al Mare Mediterraneo nei pressi dell’attuale Scoglitti) che, a causa del dio Zeus non si poterono più amare morendo entrambi di crepacuore; gli dei per pietà trasformarono il pastore in una sorgente da cui scaturiva un fiume e la ninfa in un grande lago (noto come “Lago di Kamarina”) in cui il corso d’acqua si immetteva. Il nome del fiume comunque deriva dal greco “Ippois” ossia “Cavallo” venendo inteso come “Fiume dei Cavalli”.

Il tratto iniziale del Fiume Ippari nasce presso il rilievo montano noto come “Serra Burgio” posto nell’estremità sudorientale del territorio comunale di Chiaramonte Gulfi al confine con quello di Ragusa venendo alimentato da piccole sorgenti poste nelle località “San Marco” e “Scianna Caporale”. Il tratto che si origina presso la Serra Burgio è raggiungibile da Chiaramonte Gulfi dalla S.P. 77 Ponte Pezze – Monte Raci seguendo il tracciato dell’antica Regia Trazzera Comiso – Chiaramonte (il cui imbocco è posto presso l’ingresso al bar “Pentagono” a sud della S.P. 7 Comiso – Chiaramonte all’altezza del ponticello sul Torrente Para) ossia l’antica strada medievale che un tempo collegava l’antica Gulfi (distrutta nel 1299 durante la Guerra del Vespro) e l’attuale Chiaramonte Gulfi con la città comisana posta in una conca posta nella propaggine più ad est della Piana di Vittoria. Comunque sia percorriamo questa strada verso sud superando la “Villa Damigella” e un altro corso d’acqua (il Torrente Coffa) arrivando al bivio con la traversa che conduce all’area di Camparao – Cassarella proseguendo sempre dritto verso sud (alla nostra destra venendo da Chiaramonte Gulfi) fino ad un tratto della strada lastricata con blocchi di pietra calcarea in cui alla nostra sinistra è posta una traversa che lambisce la parte meridionale del Bosco di Chiaramonte Gulfi, percorrendola fino al suo termine trovando un altro bivio imboccando la strada alla nostra destra che conduce presso le alture della Serra Burgio (a nord invece ci dirigiamo verso l’ex stazione ferroviaria di Chiaramonte Gulfi facente parte della dimessa ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini). Raggiungiamo quindi la sommità della Serra Burgio da cui poter ammirare un ottimo panorama della Piana di Vittoria in cui sono poste le città di Comiso, Acate e appunto Vittoria, lambita ad est dal Fiume Ippari, le cui “sorgenti” poste presso la Serra Burgio (e per questo note anche come “Sorgente Burgio”) si dividono in tre rami, che più a valle confluiscono in una piccola cava iblea circondata da una pineta nota come “Cava San Marco”, il cui tratto iniziale passa sotto due rilievi noti come “Serra Grande” e “Monte San Marco” posto a ridosso della Serra Burgio presenta un ponticello di pietra ed una caverna artificiale (forse un magazzino – stalla rupestre) collocati presso la sopracitata stradina, da cui partono vari sentieri da cui si può raggiungere il fondo di questa cava che più a valle confluisce con un piccolo corso d’acqua che si origina in territorio ragusano presso la Contrada Scianna Caporale, nota per la presenza di un importante acquedotto che alimenta le città di Comiso e Vittoria. Presso questa zona vi sono ruderi di tipo rurale (terrazzamenti, insediamenti ecc…) e masserie ancora utilizzate dai contadini e dagli allevatori locali, e dal punto di vista archeologico vi sono vari ruderi rupestri (cisterne, ovili fortificati che molto probabilmente sono stati ricavati da necropoli e oratori rupestri). Va detto inoltre che tutta quest’area la si può anche raggiungere da una traversa posta presso la SS 514 Ragusa – Catania da due traverse poste dopo il viadotto “Vallone Coste” poste alla nostra destra venendo da Ragusa).

Dopo la confluenza tra la Cava San Marco e il piccolo corso d’acqua di Scianna Caporale, il tratto iniziale del Fiume Ippari compie una curva a S verso nord e poi verso ovest, lambendo le Contrade Calora a nord e Ranuccia a sud, a ridosso dei Monti Raci, Racello e Sallia che fungono da spartiacque col Vallone Coste, noto anche come “Cava dei Modicani” in cui scorre il Torrente Canicarao, che più a valle si immette nel Fiume Ippari in territorio comisano (vedi sezione di Comiso per saperne di più) oltre alle alture di Poggio Malo e Bertolone (al confine tra i territori comunali di Ragusa, Comiso e Chiaramonte Gulfi), in cui è posto un altro ramo (ormai secco) che alimentava il Fiume Ippari. Tutta questa area viene identificata col nome di “Cifali” il cui termine deriverebbe dal greco “Kephale” ossia “Testa” indicante una sorgente idrica.

Questa zona è colma di antichi mulini ad acqua collocati a poca distanza dalla S.P. 77 noti come: Mulino Soprano, Mulino Ciavola, Mulino della Grotta, Mulino Luparello e Mulino Cifali.

Il Mulino Soprano è l’unico ad esser stato restaurato e rimesso in funzioe, ed è raggiungibile dalla S.P. 77 tramite un bivio posto dopo il sottopasso su cui vi è la SS 514 di cui a destra (costeggiando un vigneto) si va verso Comiso mentre a sinistra si va in Contrada Cozzo Spina (in cui è posto il mulino) tramite una stradina il cui imbocco è delimitato da un caseggiato rurale. L’edificio è quindi raggiungibile dal primo cancello alla nostra destra (venendo dalla S.P. 77) e, dopo un lungo vialetto accediamo al cortile antistante l’impianto molitorio. Il Mulino Soprano è formato da un rustico edificio datato 1882 ma che molto probabilmente risalirebbe al 1600, al cui interno sono posti i palmenti in cui tramite una grossa macina di pietra azionata da una ruota metallica messa in funzione da getti d’acqua (alimentati da sorgenti limitrofe tramite un sistema di canali noti come “Saie”) che veniva utilizzata per macinare i cereali (frumento di grano duro) per ottenerne la farina utilizzata per la produzione di pane, focacce e pasta. Il meccanismo è stato rimesso in funzione nel 2008 dalla famiglia Di Stefano (attuale proprietaria del mulino) anche se a poca distanza dal mulino è posta un’azienda molitoria in cui vengono lavorati varie specie di frumento locale (alcune di esse facenti parte dei cosiddetti “Grani Antichi Siciliani”) in cui si ricavano speciali farine. Per saperne di più visitate il sito e la relativa www.molinosoprano.com e la relativa pagina facebook.

Proseguendo verso sud lungo la traversa in cui è posto il Mulino Soprano entriamo presso la “Contrada Ranuccia” in cui il tratto iniziale del Fiume Ippari (in prevalenza secco) comincia a scendere verso sudovest acquisendo un altro “corso d’acqua” secco, ossia un ramo secondario del fiume che si origina presso un rilievo ibleo noto come “Poggio Malo” posto in Contrada Bertolone (tra i territori comunali di Chiaramonte Gulfi e Ragusa).

Ad ovest è posta l’area nota come “Cifali – Ganzeria” in cui sono posti altri tre mulini (ormai dimessi e utilizzati per scopi rurali e quindi di proprietà privata): i Mulini Ciavola, della Grotta e Luparello, posti da est verso ovest e raggiungibili da una mulattiera il cui imbocco sulla S.P. 77 è contraddistinto da un sentiero posto in mezzo a due adiacenti caseggiati rurali.

Andando sempre verso sud arriviamo presso il bivio tra la S.P. 77 e la “Regia Trazzera Comiso – Chiaramonte” (rispettivamente poste alla nostra sinistra seguendo le indicazioni per l’agriturismo “Antica Cascina” e alla nostra destra), strade che solcano l’alta valle in cui scorre il Fiume Ippari che qui riceve il già citato corso d’acqua che si origina presso il rilievo ibleo noto come “Poggio Malo”, la cui valle è costellata da appezzamenti di terreno in cui sono posti vari casali rurali. Il Poggio Malo posto in territorio ragusano lo si può raggiungere dalla S.P. 77 andando in direzione dell’agriturismo Antica Cascina, lambendo una breve ma ampia vallata di tipo ibleo in cui si origina il sopracitato ramo secondario del fiume. Lungo questa cava vi sono anche dei siti rupestri.

All’interno dell’area meridionale della Contrada Cifali questo tratto del Fiume Ippari comincia ad ingrottarsi venendo scavalcato dalla S.P. 7 Comiso – Chiaramonte, per poi ricomparire nell’area occidentale della medesima zona tra i territori comunali di Comiso e Chiaramonte Gulfi (ad est dell’Aeroporto “Pio La Torre”) in una zona in cui sono stati rinvenuti vari siti archeologici di epoca greco – romana ossia degli insediamenti rurali comprendenti anche piccole necropoli aventi tombe a fossa la cui datazione va dal V secolo a.C. (500 – 401 a.C.) al III secolo a.C. (300 – 201 a.C.); in questa zona, raggiungibile dalla “Regia Trazzera Comiso – Chiaramonte andando in direzione della S.P. 7 tramite Via Caduti di Nassirya (in territorio comisano) è posta la “Sorgente Cifali” che comincia ad alimentare dal punto di vista idrico il Fiume Ippari il cui corso in questa zona viene delimitato da un canneto.

Il Fiume Ippari entra così in territorio di Comiso lambendone la zona occidentale della città e ricevendo le acque dai Torrenti Canicarao, Petraro, Porcaro, Cucca e Profinni, scendendo poi verso ovest presso l’area di Contrada Giardinello (in cui è posta una cartiera che sfruttava le acque di questo fiume) ricevendo poi in territorio vittoriese le acque del Torrente Volpe scendendo verso sudovest lambendo la città di Vittoria in un’area colma di siti archeologici (noti come “Grotte Alte”) addentrandosi all’interno della Riserva Naturale del Pino d’Aleppo e presso l’area in cui era posto il non più esistente “Lago di Kamarina”, per poi sfociare nel Mare Mediterraneo a poca distanza da Scoglitti e Kamarina (per saperne di più visita i link “Valle del Fiume Ippari” all’interno delle sezioni di Comiso e Vittoria).

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