*Città Giardino, Sito Archeologico di Contrada Spalla – Cava Picci

Città Giardino

*Sito Archeologico di Contrada Spalla – Cava Picci

A sud di Città Giardino, lungo la S.P. Melilli – Belvedere (che conduce al Parco Commerciale Belvedere) possiamo ammirare l’inizio della Cava Picci che solca la grande area iblea nota come “Contrada Spalla”, in cui è posto un vasto sito archeologico di tipo rupestre collocato presso le pareti calcaree di questa cavità di tipo ibleo che però si presenta di buona ampiezza e medio – bassa altezza per cui (prese le dovute precauzioni) è molto facile ed interessante da esplorare. I punti di accesso sono posti presso Città Giardino prima del tornante che unisce il Corso Sicilia al Viale Garrone, al termine delle Vie Rimini e Bologna e lungo il tratto meridionale della Via Pirandello. Da questi punti si può scendere nel fondo della cava (facendo però attenzione a non farci del male) e cominciare ad esplorare il vasto sito archeologico considerato come la vera e propria “attrazione” della frazione melillese (assieme alla Chiesa di San Bartolomeo).


La Cava Picci su cui si affaccia la frazione melillese di Città Giardino.

La Cava Picci, che scorre in parallelo al tratto finale della S.P. 55 Melilli – Belvedere (terminante presso la S.P 114 Siracusa – Priolo Gargallo), è una bassa cavità formatasi da un antico corso d’acqua di cui ora rimane solo il greto secco che si riempie d’acqua solo in occasione di forti piogge ed è per questo considerato una vera e propria “Fiumara” (tipico fiume siciliano che in estate è secco mentre durante i periodi piovosi si riempie di acqua) che sfocia nel Mare Ionio presso l’area settentrionale della Contrada Targia a nord del sito di Stentinello. La pareti della cava come detto prima presentano varie rovine rupestri risalenti sia ad antiche “Latomie” (cave di pietra di epoca greca in cui venivano estratti materiali da costruzione) sia a diversi insediamenti rupestri di cui alcuni di essi comprendenti vere e proprie “catacombe”. Molte di queste grotte sono visibili dalla strada d’accesso al centro commerciale Parco Belvedere (Auchan) e va anche detto che i lavori di costruzione di questo centro commerciale nonché di altre aziende limitrofe hanno un po’ deturpato la natura incontaminata di questa cava iblea (nonostante poco più a nord vi siano gli impianti meridionali delle raffinerie Isab) ma i siti rupestri non sono stati minimamente toccati.

In questa cava come detto prima sono presenti numerosi siti funerari di vari epoche sia riconducibili alla limitrofa civiltà di Thapsos (dalle rovine dell’antico centro di origine neolitico – siculo le cui rovine sono collocate sulla Penisola Magnisi in territorio di Priolo Gargallo) formate da tombe rupestri con galleria scavata nella roccia e una moltitudine di sepolcri di epoca neolitica a grotticella artificiale riutilizzati in epoca bizantina come insediamento rupestre o come oratori (questi ultimi segnalati con una “Croce” incisa presso l’entrata). Il sito più interno della Cava Picci possiede un interessante sito funerario di epoca bizantina formato da una catacomba rupestre al cui interno sono disposti dei loculi sepolcrali, riutilizzata dal basso medioevo in poi come stalla o magazzino rupestre. Presso la foce del Torrente Picci vi sono alcuni ruderi appartenenti all’antica borgata marina di Marina di Melilli nota localmente come “Fondaco Nuovo”.


Varie foto della Cava Picci.

Degna di nota è anche la natura carsica di questa cava in cui si affacciano brevi cavità naturali formate dalle infiltrazioni idriche.

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