*Comiso, Cava Corallo e Torrente Profinni (Cava di Giorgio – Crocilla – Case Nifosì, Maltempo, Barco, Muraglia, Profinni, Cozzo del Re)

Comiso

*Cava Corallo e Torrente Profinni
(Cava di Giorgio – Crocilla – Case Nifosì, Maltempo, Barco, Muraglia, Profinni, Cozzo del Re)

L’area sudoccidentale del territorio ibleo comisano si presenta solcata dalla Cava Corallo, un’interessante cavità di tipo ibleo in cui scorre il Torrente Profinni, corso d’acqua che si origina in Contrada Crocilla scorrendo tra l’altopiano di Tresauro (posto tra i territori comunali di Comiso e Ragusa) e le aree di Barco e Muraglia collocate rispettivamente ad est e ad ovest della cavità, il cui fondo lo si può raggiungere dalla S.P. 72 Serramezzana – Muraglia (il cui imbocco è posto presso l’incrocio sulla S.P. 20 alla nostra sinistra dopo il distributore di carburante). L’area un tempo comprendeva un vasto feudo appartenuto alla famiglia Occhipinti che deteneva appunto il titolo di “Baroni di Corallo”.

Questa cava iblea presenta un’ampia vallata solcata dal Torrente Profinni (che si presenta prevalentemente secco, con scorrimento idrico consistente solo durante le forti piogge) il cui fondo è raggiungibile come detto prima dalla S.P. 72 Serramezzana – Muraglia (che si collega più a sud sulla S.P. 13. Beddio – Tresauro – Piombo che collega Ragusa alle aree di Donnafugata e Santa Croce Camerina) tramite un sentiero posto alla nostra sinistra prima dell’attraversamento della cava, mentre le pareti di Contrada Crocilla e Muraglia sono raggiungibili dalle S.P. 14 e 13 (a loro volta raggiungibili da Comiso tramite la SS 115 Comiso – Ragusa andando in direzione “Scoglitti – Santa Croce Camerina”) in un’area posta in territorio ragusano, e da qui imboccare rispettivamente la strada dopo la “Traversa Crocilla”  fino alla Contrada Cava di Giorgio (in cui ha inizio la cava) e la limitrofa traversa “Mangiapane” che conduce alla Masseria “Case Nifosì” (poste tutte alla nostra destra venendo dalla SS 115. Infatti questa cava funge per un buon tratto da “confine” tra i territori comunali comisani (Contrade Crocilla, Sant’Elia, Barco, Muraglia, Profinni, Cozzo del Re) posti nel versante nordorientale e ragusani (Cava di Giorgio, Tresauro, Mangiapane, Maltempo) in quello sudoccidentale.

Tornando a parlare della masseria, molto probabilmente facente parte del sopracitato feudo dei Baroni Occhipinti, apparteneva anche alla famiglia ragusana Nifosì dei Baroni di Canalazzi (attuale proprietaria del Castello Naselli di Comiso) e si presenta come un massiccio caseggiato rurale comprendente la masseria in stile rustico di tipo fortificato (con cortile interno) che domina la limitrofa Cava Corallo da sud; la masseria svolge tuttora funzioni agricole.

Tramite il sentiero sopracitato che parte dall’area nota come “Contrada Barco”, si scavalca l’altopiano nordorientale arrivando presso l’area nota come “Cava di Giorgio” potendo ammirare uno splendido panorama delle aree iblee circostanti e delle città di Comiso e Vittoria, divise tra di loro dalla Valle del Fiume Ippari (per percorrere questo sentiero bisogna avere un buono stato di salute e sapersi arrampicare lungo i costoni montuosi). Presso l’area di Contrada Barco (solcata dalla S.P. 72 prima dell’attraversamento del fondo della cava) vi sono rovine di antiche cave di pietra di epoca relativamente recente, anche se non si esclude la presenza di antiche “Latomie” di epoca greco – romana.

Nell’area all’interno di questa cava vi sono alcune tracce di insediamenti abitativi di epoche antiche. L’area molto probabilmente era popolata in epoca neolitica essendo molto probabilmente sede di alcuni insediamenti che vennero abitati certamente nel periodo greco – romano. Durante la conquista romana della Sicilia, molta gente trovò rifugio presso l’area della Cava Corallo che qui si stabilì per un certo periodo di tempo ospitando anche comunità di culto cristiano; si presume che da qui provengano alcune iscrizioni litiche del periodo paleocristiano di cui due poste al Museo Archeologico di Ragusa e una al Museo del Castello Ursino a Catania, che indicavano la presenza di una proprietà terriera posta presso le pendici comisane della cavità iblea. Le rovine di un insediamento di epoca tardogreca è posto in Contrada Barco e comprende ruderi risalenti al III secolo a.C. mentre nel fondo cava vi sarebbero anche vari siti rupestri (necropoli? stalle rupestri?) dislocati presso le pareti della cavità.

L’area ad ovest della cava è compresa tra le Contrade Muraglia e Maltempo (raggiungibili sempre dalla S.P. 72 tramite alcuni sentieri posti ad ovest della Cava Corallo) che formano un breve altopiano in cui vi sono collocati i resti di un insediamento di epoca neolitico – sicula risalente al periodo che va tra il XIX e il XIV secolo a.C. che comprendeva un piccolo villaggio rurale, abitato anche in epoca greca (con frequentazione attestata al IV secolo a.C. circa). 

In buona parte della Cava Corallo possiamo ammirare inoltre anche vari terrazzamenti delimitati da muri a secco così come lo sono antiche strade carraie, nonché insediamenti rurali formati da vari casali dislocati all’interno della cava e nel suo immediato altopiano.

Va comunque detto che l’area va studiata in maniera più approfondita dal punto di vista archeologico per poterne sapere di più sulla sua storia e per poter rinvenire (o studiare) eventuali rovine e siti archeologici.

Infine va detto che a nord della Cava Corallo, il corso del Torrente Profinni viene scavalcato dalla S.P. 20 Comiso – Santa Croce Camerina presso le Contrade Barco e Cozzo del Re immettendosi poi da sud presso il Fiume Ippari tra le Contrade Frategianni e Giardinello in un’area comprendente rovine di epoca greca riconducibili ad un antico insediamento abitativo di tipo rurale (vedi sezione riguardante la Valle del Fiume Ippari per saperne di più). 

Torna indietro