*Comiso, Sito Archeologico di Cava Porcaro (“Case Terranova” e Anfiteatro di Cava Porcaro – Strada Romana di Cava Porcaro – Catacombe paleocristiane di Cava Porcaro)

Comiso

*Sito Archeologico di Cava Porcaro
(“Case Terranova” e Anfiteatro di Cava Porcaro – Strada Romana di Cava Porcaro – Catacombe paleocristiane di Cava Porcaro)

Il sito archeologico di Cava Porcaro è considerato come uno dei più importanti siti rupestri della Provincia di Ragusa per la presenza di un’interessante necropoli rupestre di epoca paleocristiana. Quest’area è raggiungibile da Comiso dalla SS 115 tramite una traversa recante l’indicazione “Parco di Cava Porcaro” posta alla nostra sinistra (venendo dalla città comisana) dopo il terzo tornante della strada che si va a collegare alla città ragusana e alla SS 514 Ragusa – Catania; volendo il sito si può raggiungere anche dalla città di Comiso imboccando un sentiero sterrato posto al termine del tratto sudorientale della Via Conte di Torino che va a collegarsi sempre al suddetto sito archeologico.


Il sito rupestre di Cava Porcaro.

La Cava Porcaro (o Cava Porcara) è una cavità di tipo ibleo in cui scorre l’omonimo torrente che si origina in Contrada Margitello, delimitata dai rilievi noti come “Colle Sante Croci” e “Cozzo del Monaco” collocati rispettivamente a nord e a sud della cavità e che assieme alle aree del Cozzo di Apollo, di Castiglione e dell’attuale centro urbano di Comiso erano sede di insediamenti abitativi popolati durante le epoche neolitico – sicule e greco – romane con frequentazione anche durante il periodo bizantino (per saperne di più su queste ultime due aree vedi i link posti nella pagine precedente). Il torrente (che si presenta in prevalenza secco, ma interessato da uno scorrimento idrico durante le forti piogge) scorre poi all’interno della città comisana presso la Via Casmene, per poi essere canalizzato nel sottosuolo cittadino per immettersi ad ovest della città nel Fiume Ippari. Il nome deriverebbe dalla presenza di greggi di maiali (“porci”) che un tempo pascolavano presso di essa, controllati dai “Porcari” (ossia i pastori che si occupavano dell’allevamento di questi animali).

La Cava Porcaro, in particolare l’area di questa cavità posta in prossimità delle Contrade Nollica e Cozzo del Monaco, era sede di un sito funerario formato da catacombe rupestri risalenti al IV secolo d.C. (301 – 400 d.C.) che formano una necropoli paleocristiana che, assieme a quelle del sito della Cava d’Ispica, è una tra le più interessanti della Provincia di Ragusa per quanto riguarda i siti rupestri di tipo funerario. Nel medioevo a partire dal periodo della conquista araba della Sicilia, le catacombe di Cava Porcaro vennero riutilizzate come cisterne idriche e poi anche come “stalle rupestri” dai contadini locali. Successivamente il sito venne abbandonato venendo però studiato da molti archeologi e studiosi a partire dai primi anni del 1900 di cui vanno citati Paolo Orsi e il comisano Biagio Pace nonché i tedeschi Joseph Fuhrer e Viktor Schultze. Nel 2007 l’area di Cava Porcaro diventa parte di un piccolo parco archeologico curato dal “Progetto Ecomuseale Cava Porcaro” e dal Demanio Forestale della Regione Sicilia, comprendente un’area posta tra le Contrade Nollica, Cucca e Costa del Monaco al cui centro è posta un’antica masseria nota come “Case Terranova”, raggiungibile dalle sopracitate vie di accesso.

All’ingresso della piccola area archeologica difatti vi sono proprio le “Case Terranova”, un agglomerato di caseggiati rurali in stile rustico di epoca ottocentesca che dovrebbero ospitare un “centro culturale”, formati dalla “Masseria” principale in cui un tempo abitavano i “Massari” affiancato da stalle, magazzini e palmenti che si affacciano presso i limitrofi cortili recintati.

A poca distanza è posto l’Anfiteatro di Cava Porcaro, il cui stile architettonico si ispira ai “Teatri Greci” delle antiche città siciliane di origine appunto greca adibito a rappresentazioni e spettacoli di vario tipo.

Dall’area delle Case Terranova troviamo un sentiero lastricato da blocchi di pietra chiamato “Strada Romana di Cava Porcaro” che si va a collegare con la Via Conte di Torino. Molto probabilmente era una strada di collegamento tra il primitivo insediamento abitativo sorto nell’attuale Comiso nel periodo romano – bizantino e l’altopiano. In molti ipotizzano che questa strada non sia una vera e propria “strada romana” ma bensì di un tratto dell’antica “arteria” di collegamento tra le città di “Kasmenai” sul Monte Casale e quindi con l’area di Siracusa, e la città costiera di “Kamarina” e quindi anche con le aree di Gela ed Agrigento (tutte città fondate da coloni di origine greca ma che ebbero una relativa importanza anche in epoca romana).

Comunque sia da questa strada parte un sentiero tortuoso da cui parte una “scala” che scende presso il vero e proprio sito archeologico della Cava Porcaro seguendo la morfologia delle pareti della cavità iblea (antropizzata grazie alla collocazione di una passerella di legno), si arriva al sito in cui sono collocate le omonime catacombe cristiane risalenti al IV secolo d.C. contraddistinte da veri e propri loculi sepolcrali composti da sepolcri a fossa e a nicchia scavati nelle pareti rocciose delle caverne comprendenti anche tombe ad “arcosolio” (utilizzate per sepolture collettive o per personalità di un certo rango politico e/o religioso), collocati all’interno di grotticelle artificiali. In tutto le catacombe sono sei e sono suddivise in Catacomba 1, 2, 3, 4, 5, e 6 e sono poste l’una a poca distanza dall’altra, in prossimità del fondo della cava.

La Catacomba 1, quella posta in posizione più prossima al fondo della Cava Porcaro, si presenta piuttosto ampia recando vari sepolcri a fossa composti da vari fossi rettangolari scavati nella pavimentazione della caverna, nonché piccole tombe a nicchia rettangolare poste sulle pareti.

La Catacomba 2, posta a poca distanza dalla numero 1, è una delle delle più piccole del sito di Cava Porcaro e presenta pochi loculi a fossa al suo interno.

Al centro del sito funerario è posto il sistema sepolcrale formato dalle catacombe 3 e 4 è il più grande ed importante del sito archeologico di Cava Porcaro.

La Catacomba 3 è posta all’interno di una vasta cavità artificiale che si protrae per diversi metri all’interno delle pareti della cava iblea. Essa è formata da molti sepolcri composti da fossi quadrangolari scavati nella roccia, loculi quadrangolari e sistemi di sepolcri ad arcosolio composti da interessanti nicchie arcuate, che erano le sepolture più grandi ed importanti del sito funerario.

La Catacomba 4, adiacente alla numero 3, risulta invece murata in quanto essa venne adibita a serbatoio idrico rupestre in cui venivano raccolte le acque piovane convogliate all’interno di essa da profondi solchi nella roccia iblea che penetravano all’interno del sito rupestre. Le acque convogliate venivano utilizzate dai contadini e dai pastori per irrigare i campi e dissetare i loro animali.

La Catacomba 5, posta a destra del sistema sepolcrale delle catacombe 3 e 4, è la più piccola del sito archeologico caratterizzata da un’angusta caverna avente al suo interno poche tombe a fossa.

La catacomba 6, immediatamente adiacente alla numero 5, che presenta al loro interno nicchie sepolcrali e tracce di sepolcri a fossa e di arcosoli ormai manomessi, venne riutilizzata come “stalla rupestre” di tipo fortificato adibite alla protezione del gregge da animali predatori.

Oltre a questa necropoli, presso la Cava Porcaro vi sono altri siti rupestri sparsi per le pareti dei limitrofi rilievi (Cozzo del Monaco e Colle Sante Croci) che comprendono siti sepolcrali di tipo rupestre, tracce di insediamenti rurali e terrazzamenti dislocati sulle pareti della cava iblea, oltre a ruderi di antiche cisterne idriche, abbeveratoi e ricoveri per gli animali ricavati all’interno degli anfratti rocciosi della cava.

Dal punto di vista naturalistico la Cava Porcaro si presenta ricoperta da una vasta macchia mediterranea di tipo ibleo comprendente piante erbacee, arbustive ed arboree che danno rifugio a molte specie animali (vedi link “Territorio ibleo comisano” nella pagina precedente per saperne di più).

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook “Progetto Ecomuseale Cava Porcaro”.

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