Comiso, Chiesa di Santa Maria Annunziata (Ex Chiesa Medievale di San Nicola)

Comiso

Chiesa di Santa Maria Annunziata
(Ex Chiesa Medievale di San Nicola)

Al centro della Piazza dell’Annunziata, nel cuore della città di Comiso, è posta la splendida e possente Chiesa di Santa Maria Annunziata; è una delle più belle chiese barocche della Provincia di Ragusa oltre ad essere un edificio sacro ad alta valenza storica e religiosa per la città comisana in quanto “Prima Chiesa Madre” della città avente anche il titolo di “Basilica Minore”; ma anche per la presenza di un fiorente culto mariano praticato all’indirizzo della “Madonna dei Sette Dolori”, di “Santa Maria del Rosario” e soprattutto di “Santa Maria Annunziata”, quest’ultima molto venerata dai comisani che la celebrano ogni anno la Domenica di Pasqua in occasione della “Paci” con cui si conclude la “Settimana Santa”.


L’elegante Chiesa di Santa Maria Annunziata di Comiso.

La chiesa in origine era stata fondata da coloni bizantini venendo da loro costruita molto probabilmente inglobando l’antico tempio consacrato alla dea Diana, e intitolata a “San Nicola di Bari”, e la sua fondazione è datata intorno al IV secolo d.C. (periodo tra il 301 e il 400 d.C.) facendone di fatto uno dei primi veri e propri luoghi di culto cristiano a sorgere in Sicilia sudorientale (e in particolare nell’attuale Provincia di Ragusa) assieme alla coeva nonché limitrofa Chiesa di San Biagio. Proprio a ridosso di queste due chiese sorsero i nuclei urbani di “Abraxia” comprendente l’attuale area limitrofa alla Chiesa di San Biagio e al Castello dei Conti Naselli, e appunto “San Nicola” che invece comprendeva l’attuale area dell’Annunziata e i limitrofi quartieri tra cui quello limitrofo a Piazza Fonte Diana e quello adiacente all’attuale Chiesa Madre di Comiso. Durante l’invasione araba della Sicilia (878 – 1090) il sito sacro venne abbandonato venendo ricostruito in epoca normanna; l’anno preciso ancora non si sa ma la costruzione era anteriore al 1125 quando in un manoscritto vi è attestata l’intitolazione della “Chiesa Madre di Comiso” (o “Matrice”) al culto di “San Nicola” sottoscritta da un certo “Don Riccardo da Bubly” che dava il sopracitato titolo alla “Chiesa Benedettina di Santa Maria La Butera” (preesistente luogo sacro sorto in epoca normanna sull’antica Chiesa di San Nicola?). Comunque sia la chiesa prevedeva lo svolgimento delle funzioni sacre secondo i rituali cattolici romani e greco – ortodossi.

Nel 1450, nel periodo in cui Comiso divenne “Baronia” sotto la famiglia Naselli, l’allora Chiesa Madre venne ingrandita e consacrata al culto di “Santa Maria Annunziata” divenendo così la chiesa più grande della cittadina comisana. Nel 1480 la chiesa perse il titolo di “Matrice” in favore della costruenda Chiesa di Santa Maria delle Stelle perché, secondo alcune fonti storiche, la locale parrocchia non volle abbandonare l’antico rito greco – ortodosso praticato durante alcune celebrazioni come rispetto a “San Nicola di Bari”. La perdita del titolo di “Chiesa Madre” divise letteralmente in due fazioni gran parte della cittadinanza comisana: da un lato vi erano i “Matricrisiari” appartenenti alla nuova Chiesa “Matrice” di Santa Maria delle Stelle e devoti a “Santa Maria Addolorata” e a “San Biagio” (Patrono di Comiso), e dall’altro vi erano appunto i “Nunziatari” che invece appartenevano alla “Prima Chiesa Madre di Comiso” e ne rivendicavano il titolo, essendo devoti a “Santa Maria Annunziata” e a “San Nicola di Bari”. Ovviamente vi furono screzi di vario tipo tra le due chiese della città ipparina anche se oggi questo campanilismo risulta abolito. Comunque sia ciò comportò anche l’uscita ad anni alterni dei simulacri del “Cristo Morto” e della “Madonna Addolorata” (venerati in entrambe le chiese); gli anni dispari la Processione viene effettuata con le statue venerate in Chiesa Madre di cui figura anche la “Madonna Addolorata” celebrata con una vivace festa popolare nel mese di Maggio, mentre negli anni pari i simulacri escono dalla Chiesa dell’Annunziata, la cui “Addolorata” è chiamata “Madonna dei Sette Dolori” (ed è raffigurata come la “Vergine Maria che reca in grembo il Cristo Morto”) e si distingue nettamente dalla prima sopracitata. Comunque sia la Chiesa dell’Annunziata rimaneva dal punto di vista clericale come una delle più importanti “istituzioni” religiose all’interno della città acquisendo il titolo di “Prima Insigne Collegiata”. Fino a quando l’11 Gennaio 1693 il terribile terremoto che seminò distruzione in tutto il Val di Noto colpì ovviamente anche Comiso facendo crollare gran parte degli edifici cittadini, tra cui anche la Chiesa di Santa Maria Annunziata di cui rimaneva solo un cumulo di macerie; l’antica “Chiesa Madre” cittadina cessava così di esistere.

Con la grande ricostruzione settecentesca della Sicilia sudorientale anche Comiso divenne un “cantiere aperto” e cominciarono immediatamente i lavori di ricostruzione che prevedevano anche il progetto dei nuovi edifici pubblici e sacri della città. Il progetto della nuova Chiesa di Santa Maria Annunziata venne affidato all’architetto palermitano Giovan Battista Cascione – Vaccarini (nipote del ben più noto architetto Giovanni Battista Vaccarini, ossia colui che progettò i principali monumenti barocchi della città di Catania) facendo in modo che dall’anno 1772 cominciò ufficialmente la ricostruzione dell’edificio che terminò nel 1793 con la chiesa che ancora risultava incompiuta nonostante le donazioni di molti comisani di cui va citato il filantropo Gabriele Distabile. Comunque sia la chiesa venne riaperta al culto presentando un elegante aspetto tardobarocco venendo elevata il 16 Agosto 1816 al ruolo di “Parrocchia” dipendente dalla Chiesa Madre di Comiso. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1877 cominciarono i lavori di completamento della chiesa con la costruzione della grande cupola progettata dall’architetto comisano Emanuele Girlando, che terminò nel 1885. Nel 1896 terminò la costruzione della torre campanaria della chiesa secondo il progetto settecentesco redatto dall’architetto Giovan Battista Cascione – Vaccarini. Nella prima metà del 900 vi furono vari lavori di natura artistica all’interno della chiesa e nella data del 28 Ottobre 1917 la chiesa venne rielevata al rango di “Parrocchia” indipendente (che perse in occasione dell’elevazione a “Matrice” della limitrofa Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle”). Durante la II guerra mondiale la chiesa, nonostante i bombardamenti che interessavano l’area di Comiso (in maniera particolare l’aeroporto militare), non subì particolari danni anche se nei decenni seguenti al secondo conflitto mondiale fino ai giorni nostri furono comunque eseguiti alcuni lavori di restauro e di messa in sicurezza.

Oggigiorno la Chiesa di Santa Maria Annunziata si presenta come un’attiva “parrocchia” che, assieme a quella della limitrofa Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle, è considerata come la “principale” della città comisana, oltre ad essere uno dei principali monumenti turistici della città ipparina anche grazie al suo elegante e inconfondibile stile tardobarocco settecentesco che la caratterizza.

L’edificio sacro è posto su di un ampio e scenografico Sagrato che rappresenta il punto centrale della Piazza dell’Annunziata, in cui si affaccia il prospetto principale posto in posizione sopraelevata rispetto alla limitrofa Via Papa Giovanni XXIII (ad ovest della chiesa) e raggiungibile da essa tramite una scenografica scalinata, presentandosi come una possente costruzione tardobarocca caratterizzata dal candore della Pietra di Comiso con cui è stata edificata, incoronata dalla sua monumentale e possente cupola (la più grande di tutte le chiese comisane) che sovrasta l’esatto centro della chiesa ed è visibile dalle aree più alte della città di Comiso (in particolare dalla Cava delle Grazie e dalla SS 115 per Ragusa). I prospetti laterali corrispondenti alle navate e ai transetti sono collocati lungo il Corso Vittorio Emanuele II (a sud) e Via Canonico Raffaele Flaccavento (a nord) mentre il prospetto retrostante corrispondente alla canonica della chiesa e al campanile è posto in Via Principe di Carignano (ad est).

La parte esterna della chiesa presenta in tutti i suoi prospetti ricchi elementi decorativi in stile barocco settecentesco progettati dell’architetto palermitano Giovan Battista Cascione – Vaccarini (progettista dei Palazzi Santa Croce e Valguarnera – Gangi di Palermo nonché dell’Abbazia Soluntina di Sant’Anna presso la cittadina di Santa Flavia, in provincia di Palermo) e questa chiesa rappresenta molto probabilmente la sua maggiore opera progettuale in campo sacro. 

La facciata principale della Chiesa di Santa Maria Annunziata presenta un elegante assetto barocco caratterizzato da una facciata armoniosa e slanciata allo stesso tempo. Essa è suddivisa in due ordini orizzontali contraddistinti da eleganti elementi decorativi.

L’ordine inferiore è solcato da quattro possenti pilastri (due nella parte centrale dell’edificio e gli altri posti nei vertici esterni) aventi in sommità capitelli in stile ionico agghindati da fregi floreali che, oltre a dividerla in tre “corpi” verticali, sorreggono la trabeazione centrale dell’edificio che divide i due ordini della facciata. I corpi della chiesa sono delimitati a loro volta da tre coppie di pilastri (sei in tutto) aventi gli stessi capitelli dei sopracitati pilastri e svolgendone sempre la medesima funzione; sia i pilastri che le colonne poggiano su basamenti cubici. Il corpo centrale possiede un grande portale rettangolare delimitato a sua volta da una coppia di colonne che sorregge il timpano triangolare (a base chiusa) di coronamento, mentre i corpi laterali possiedono i portali laterali sempre di forma rettangolare che sorreggono timpani semicircolari (sempre a base chiusa) sopra i quali vi sono formelle rettangolari.

La possente trabeazione sorretta dai pilastri e dalle sottostanti colonne presenta un travone a sezione trapezoidale al cui centro è collocato un grande timpano semicircolare con le estremità sporgenti verso l’esterno che formano un tipico esempio di “timpano spezzato” in stile barocco.

L’ordine superiore si innalza dalla sottostante trabeazione e presenta la parte inferiore decorata da ghirlande in bassorilievo nei corpi laterali (posti a fianco del sopracitato timpano) mentre al centro vi sono i basamenti di quattro colonne a capitello corinzio (due per lato) che delimitano il corpo centrale dell’ordine superiore avente ai lati contrafforti adornati con fregi floreali. Al centro vi è un finestrone rettangolare recante una vetrata artistica raffigurante “San Giovanni Battista”, delimitato da due pilastrini (sempre con capitelli corinzi) che sorreggono un elegante timpano semicircolare a base chiusa. La sommità della facciata è orlata da un frontone delimitato da quattro pinnacoli a coppa posti in simmetria con le sottostanti colonne (due per lato) che affiancano un timpano triangolare con estremità sporgenti (simile a quello semicircolare della sopracitata trabeazione) recante al centro il fregio con cui viene simboleggiato il monogramma della “Vergine Maria”. Su di un pilastrino a sezione quadrangolare è posta la Croce di ferro posta sulla sommità dell’edificio sacro.

I prospetti laterali della chiesa, anch’essi suddivisi in due “ordini”, recano nella parte inferiore (corrispondente alle navate laterali) una coppia di pilastri posta in prossimità della sezione ad angolo con la facciata (aventi capitelli ionici), mentre le pareti laterali vere e proprie (che si affacciano presso il Corso Vittorio Emanuele II e la Via Canonico Raffaele Flaccavento) presentano (a parete) sei pilastri che affiancano cinque finestre semicircolari; affiancati alle pareti del transetto vi sono gli accessi laterali alla chiesa composti da un piccolo portale rettangolare sormontato da un timpano triangolare recante al centro lo stemma del monogramma mariano. La parte superiore reca cinque finestre arcuate sormontate da timpani circolari in stile semplice. Le pareti del transetto formano corpi esterni a sezione quadrangolare delimitati da quattro pilastri (di cui quelli ai vertici della parete di tipo angolare) con capitelli ionici sopra i quali sono poste eleganti finestre arcuate e delimitati da frontoni triangolari. Vicini ad essi vi sono i corpi confinanti col retro della chiesa (corrispondenti agli ingressi della Casa Canonica) a sezione obliqua divisi da eleganti portali, aventi due portali con capitelli semicircolari affiancati da una finestrella, sui quali vi sono posti tre balconi incassati nella parete (presso Corso Vittorio Emanuele, mentre lungo Via Canonico Raffaele Flaccavento vi sono solo finestrelle arcuate); sulla parte superiore vi sono le finestre retrostanti del transetto e quelle che illuminano il Presbiterio (simili a quelle sopracitate).

Il retro della chiesa posto ad angolo tra la Via Principe di Carignano, la Via Canonico Raffaele Flaccavento e il Corso Vittorio Emanuele II, presenta l’elegante prospetto esterno della Casa Canonica delimitato da eleganti pilastri a capitelli ionici e sovrastato dalla “torre campanaria” della chiesa (in origine dovevano essercene due ma se ne costruì soltanto una). Il prospetto di Via Principe di Carignano presenta tre corpi posti in un’unico ordine orizzontale di cui quelli centrali (solcati da due pilastri) recano tre finestre rettangolari sormontate da timpani triangolari a base chiusa, mentre quelli laterali (delimitati da quattro coppie di due pilastri ciascuna) possiedono finestre sormontate da timpani sempre a base chiusa ma semicircolari. I prospetti laterali della canonica (delimitati da due coppie di due pilastri ciascuna) recano al centro un lucernario. Su di una trabeazione possente vi sono poste tre finestrelle rettangolari sormontate da mensoloni poste sul prospetto di Via Principe di Carignano.

Ad angolo tra il Corso Vittorio Emanuele II e Via Principe di Carignano si erge la maestosa torre campanaria della chiesa costruita nel 1896 in stile barocco. Essa è composta da due ordini (escluso il sopracitato prospetto della canonica) aventi otto facciate ciascuno (quattro per ordine). L’ordine inferiore della torre campanaria) si presenta più massiccio ed è composto dai basamenti di dodici coppie di due pilastri (in tutto 16) che inquadrano le pareti; su Via Carignano si affaccia un elegante balcone sorretto da eleganti mensoloni ad apertura rettangolare sormontata da un travone liscio. L’ordine superiore del campanile è più “slanciato” ed è delimitato da quattro pinnacoli a coppa sormontati da “pigne” di pietra posti su basamenti quadrangolari. Le quattro pareti sono delimitate da otto pilastri (due per parete) che inquadrano le quattro nicchie campanarie di forma arcuata (delimitate anch’esse da pilastrini) sopra le quali sono posti stemmi in cui sono incisi i monogrammi mariani. La sommità della torre campanaria presenta un aguzzo basamento a linee “ammorbidite” sul quale è posta una Croce ferrea.

Al centro della chiesa si erge la grande Cupola semisferica progettata dall’architetto comisano Emanuele Girlando e costruita nel 1885. Essa si presenta sorretta da colonnine con capitelli corinzi che inquadrano diverse vetrate. Sulla cupola è posto il “tamburo” circondato da un’inferriata sempre delimitato da colonnine e da adiacenti vetrate, sopra cui è posto un pinnacolo sferico in cui è collocata una piccola antenna.

L’interno della Chiesa di Santa Maria Annunziata presenta tre ampie Navate disposte a “croce latina” e delimitate da robuste colonne in marmo con capitelli in stile ionico, adornata dagli eleganti e fantasiosi stucchi decorativi ottocenteschi, opera dello stuccatore Giuseppe Sesta da Polizzi Generosa (PA) e colme di opere d’arte sacra di cui alcune di epoca cinquecentesca e seicentesca, miracolosamente salvatesi durante il terremoto del 1693. Le figure in stucco sono di colore bianco, celeste oro e blu, e formano motivi geometrico – floreali di alta valenza decorativa.


L’interno della Chiesa di Santa Maria Annunziata.

Presso la Navata centrale, che presenta un’elegante volta con stupendi stucchi decorativi, possiamo ammirare alla nostra sinistra un interessante Organo a canne costruito nel 1922 dai fratelli Michele e Agostino Polizzi di Modica, che venne donato alla chiesa dal Cavaliere Antonino Caruso – Comitini in occasione dell’elevazione al ruolo di “Parrocchia” della chiesa. Al fianco dell’organo è posto un elegante Pulpito ligneo. Sulla parete destra è posta una nicchia che riproduce la grotta in cui avvenne l’apparizione della “Madonna di Lourdes” (con una statua che la ritrae posta all’interno).

Al centro della Navata tra i transetti e l’area del presbiterio, è posta la luminosa cupola, i cui quattro “pennacchi” collocati sotto i basamenti che la sorreggono riportano le figure affrescate dei “Quattro Evangelisti” dipinte nel 1887 dal pittore pugliese Michele Sparavilla. 

Alla fine della Navata è posto il Presbiterio della Chiesa dell’Annunziata, delimitato da balaustrini marmorei e adornato da eleganti stucchi decorativi. Presso le pareti laterali vi è posto un elegante Coro ligneo sul quale sono posti due dipinti del pittore comisano Salvatore Fiume del 1983 raffiguranti la “Natività di Cristo” e la “Resurrezione di Cristo”. Presso il catino absidale e la volta dell’area presbiterale vi sono i dipinti ottocenteschi del pittore comisano Giuseppe La Leta che raffigurano i “Santi Pietro e Paolo” e “L’Annunciazione di Maria”. La sommità del catino absidale presenta stucchi raffiguranti rosette bianche e dorate poste all’interno di rombi turchesi, che formano gradevoli motivi geometrici creando un particolare effetto prospettico dato che vanno a stringersi man mano che si sale verso la volta.

Al centro è posto l’elegante Altare Maggiore in stile contemporaneo con paliotto bronzeo (opera dello scultore comisano Giovanni Scalambrieri). In fondo al Presbiterio, presso il catino absidale, è posto il Tabernacolo della Chiesa in marmo policromo delimitato da due grosse colonne marmoree con capitelli corinzi che sorreggono un elegante timpano triangolare a base chiusa che inquadra l’elegante nicchia arcuata (delimitata da una coppia di colonnine in marmo verde e decorata con eleganti stucchi e bassorilievi floreali) in cui è collocata la statua di “Santa Maria Annunziata con l’Arcangelo Gabriele” che in realtà è un nuovo simulacro scolpito nel 1969 dallo scultore napoletano Antonio Lebro (titolare di un’azienda artigianale che tuttora produce statue religiose collocata presso il quartiere “San Gregorio Armeno” della città di Napoli) che andò a sostituire la vecchia statua cinquecentesca della “Bedda Matri Nunziata” (così come viene chiamata dai comisani) che comunque è collocata all’interno della chiesa. L’odierna statua della “Madonna Annunziata” viene portata ogni anno in processione la Domenica di Pasqua assieme a quella del “Cristo Risorto” (sempre collocata all’interno della chiesa) dando vita alla “Paci” di Comiso, una delle più belle festività religiose della città comisana e della provincia ragusana. La nicchia è ricoperta da un dipinto seicentesco che raffigura “L’Annunciazione di Maria”, opera attribuita al pittore fiorentino Carlo Dolci.

Le Navate laterali della Chiesa di Santa Maria Annunziata presentano quattro Altari laterali in marmo policromo essendo delimitati da grosse colonne marmoree con capitelli corinzi che ne sorreggono la volta del tipo “a crociera” adornata anch’essa da eleganti stucchi decorativi. Gli altari recanti le statue presentano nicchie arcuate delimitate da colonne in marmo con capitello corinzio che sorreggono eleganti frontoni rettangolari, mentre quelli aventi opere pittoriche sono semplici. Al termine di essi sono posti gli accessi laterali della chiesa e più avanti i Transetti e le Cappelle laterali.

La Navata sinistra della Chiesa di Santa Maria Annunziata presenta nell’area limitrofa al portale laterale sinistro l’elegante Battistero in marmo, scolpito nel 1917 dallo scultore palermitano Mario Rutelli. Esso è composto da una vasca ottagonale in marmo bianco recante bassorilievi che raffigurano scene del “Battesimo di Cristo”, sopra il quale è posta una statua bronzea raffigurante “San Giovanni Battista”.

Negli Altari laterali della Navata sono posti rispettivamente (andando dall’ingresso verso il presbiterio): il gruppo scultoreo raffigurante il “Battesimo di Cristo”, la tela raffigurante “La Dormizione della Vergine Maria” del 1605 attribuita al pittore Narciso Guidone da Trapani (ma che venne restaurata nel 1858 dal pittore Giovanni Tanasi di Palazzolo Acreide), il dipinto cinquecentesco raffigurante la “Presentazione di Maria” attribuito al pittore Andrea Giovanni Lo Bianco da Comiso, e infine le statue che raffigurano due “Santi Martiri”. Dopo l’accesso laterale che comunica con Via Canonico Raffaele Flaccavento, è posto il Transetto sinistro in cui è collocato un elegante Altare marmoreo delimitato da due coppie di colonne corinzie che sorreggono un travone triangolare merlato, al cui centro è posta il gruppo scultoreo settecentesco in cartapesta raffigurante “Santa Maria del Rosario e San Domenico di Guzman” (di autore ignoto). Qui vi è collocato l’accesso laterale alla limitrofa Sagrestia.

Alla fine della Navata è posta la “Cappella del Santissimo Sacramento” avente eleganti stucchi decorativi di colore turchese all’interno della quale è collocato un elegante Altare  in marmo policromo recante al centro un prezioso Tabernacolo. La parte superiore reca una nicchia inquadrata da pilastri che sorreggono un timpano triangolare (il tutto abbellito con stucchi dorati) che reca al centro una nicchia arcuata in cui è collocata una statua che raffigura il “Sacro Cuore di Gesù”.

La Navata Destra si presenta simile a quella sinistra per la disposizione degli Altari in cui (andando sempre dall’ingresso verso il presbiterio) vi sono collocati rispettivamente: la statua raffigurante “San Nicola di Bari” (risalente al 1500) che viene venerata il 6 Dicembre con una festività liturgica in quanto primo “Santo” a cui venne intitolata la chiesa,  la tela raffigurante “Maria e le Anime del Purgatorio” del 1857 (opera dei fratelli Vaccaro di Caltagirone), un dipinto di epoca settecentesca, e infine la statua che raffigura “Sant’Antonio di Padova”. Dopo l’accesso laterale che comunica con il Corso Vittorio Emanuele II, possiamo ammirare il Transetto destro nel cui Altare marmoreo da cui partono due coppie di pilastri a capitello corinzio che sorreggono un elegante timpano triangolare, sotto al quale vi è posta una nicchia in cui è collocato uno splendido “Crocifisso” ligneo seicentesco, opera dello scultore Frate Umile da Petralia. A poca distanza vi è una porticina laterale che conduce alla retrostante sagrestia.

Alla fine della Navata è posta la “Cappella dell’Addolorata” composta da un Altare marmoreo contraddistinto da eleganti colonne in marmo rosso che sorreggono un timpano triangolare sormontato a sua volta da un elegante frontone. Al centro dell’altare, vi è una nicchia interna in cui vi è collocata la scultura in cartapesta raffigurante la sopracitata “Madonna dei Sette Dolori” del 1751, opera dello scultore siracusano Sebastiano Alessi da Siracusa del 1751. Le pareti laterali riportano eleganti affreschi.

All’interno della chiesa sono inoltre collocati vari dipinti di cui va citata la tela seicentesca raffigurante il “Martirio di San Giovanni” (opera del pittore siracusano Mario Minniti), il dipinto raffigurante “San Gaetano da Thiene” (opera del pittore Vito D’Anna) e varie statuine raffiguranti “Santa Rita da Cascia”, “San Domenico Savio” e “Santa Teresa del Bambin Gesù”.

Presso il retro della chiesa è posta la Sagrestia in cui è posta la nicchia in cui viene conservata la statua del “Cristo Risorto” che, al pari della “Madonna Annunziata” viene celebrata la Domenica di Pasqua durante la manifestazione della “Paci”. Vi sono collocati anche ritratti di esponenti del clero locale. Da qui si accede alla settecentesca Casa Canonica che si affaccia su Via Principe di Carignano.

All’interno dell’edificio sacro vi sono infine: la statua di “Gesù Bambino” detto “di Padre Silvestro” (poiché l’opera venne commissionata da Padre Silvestro Ferreri nei primi anni del 1800) ma che viene chiamato anche “U Bambineddu che Stivali” per le omonime calzature raffigurate nella statua che viene esposta ai fedeli durante la ricorrenza dell’Epifania (6 Gennaio), il simulacro del “Cristo Morto” che viene portato in Processione assieme alla statua della “Madonna dei Sette Dolori” la sera del Venerdì Santo come detto prima ad anni alterni, l’antico Simulacro in cartapesta di “Santa Maria Annunziata con l’Arcangelo Gabriele” (sostituito da quello sopracitato collocato all’interno della nicchia posta dietro l’Altare Maggiore) e infine la grande tela dipinta nota come “A’ Taledda” (opera del 1862 del pittore ragusano Pietro Quintavalle) in cui è rappresentata la “Passione e morte di Cristo” che viene esposta nel Presbiterio della Chiesa durante il periodo della Quaresima e della Settimana Santa, che viene fatta cadere durante la Messa che commemora la “Resurrezione di Cristo” celebrata il Sabato Santo che precede la “Paci” di Comiso.

Per informazioni più dettagliate visitate il sito annunziatacomiso.blogspot.it e la pagina facebook della Chiesa di Santa Maria Annunziata.

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