Comiso, Chiesa di Santa Maria dell’Itria

Comiso

Chiesa di Santa Maria dell’Itria

Ad angolo tra il tratto occidentale del Corso Vittorio Emanuele II e la Via Amedeo, è posta la Chiesa di Santa Maria dell’Itria, una delle più antiche della città di Comiso un tempo consacrata al culto della “Madonna di Odigitria” (localmente “A Maronna i l’Itria” ) e chiusa al culto da diversi anni. La chiesa venne costruita nel 1574 su preesistenti siti sacri di cui uno del 1374 di rito greco – bizantino. Questa chiesa che era posta al di fuori delle mura medievali dell’antica Comiso (si presume che il portico posto in un vicoletto a poca distanza dalla chiesa, a fianco del numero civico 166 del Corso Vittorio Emanuele II, sia la medievale “Porta del Castro”) venne consacrata alla “Madonna Odigitria” che significa “Colei che guida” venendo così venerata dai viandanti che si mettevano in cammino verso gli altopiani iblei in direzione di Ragusa, Modica e quindi anche di Siracusa (oltre ai vari centri limitrofi), verso nord in direzione di Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e quindi del calatino (e quindi anche di Catania e della Sicilia centrosettentrionale) oppure seguendo il Fiume Ippari, andando verso Vittoria, Acate e il Golfo di Gela (e quindi verso la Sicilia sudoccidentale) e i centri costieri dell’attuale Provincia di Ragusa, essendo Comiso un importante “crocevia”. Dopo il terremoto del 1693 venne ricostruita mantenendo la funzione di piccola “chiesa votiva” nel 1700, nel 1800 e in parte dei primi del 1900, venendo poi sconsacrata e chiusa al culto.

L’esterno della chiesa presenta una semplice facciata delimitata da imponenti pilastri composti da blocchi di pietra locale con robusti basamenti nella parte inferiore, mentre in quella superiore vi sono eleganti obelischi piramidali. Al centro vi è posto il portale rettangolare sormontato da un travone semplice, su cui è posta una finestra sempre di forma rettangolare. Una piccola torretta campanaria corona l’edificio.

L’interno della chiesa possiede un’unica Navata ormai spoglia dei suoi Altari, di cui in quello Maggiore si venerava un’antica immagine dipinta nel 1620 raffigurante la “Madonna dell’Itria” di Comiso, di cui oggigiorno si sono perse le tracce.

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