*Comiso, Cozzo di Apollo – Carrubeto e sito archeologico (Villaggio di Cozzo di Apollo e presunto sito di “Komidzo” – Area iblea di Contrada Carrubeto)

Comiso

*Cozzo di Apollo – Carrubeto e sito archeologico
(Villaggio di Cozzo di Apollo e presunto sito di “Komidzo” – Area iblea di Contrada Carrubeto)

Da Comiso percorriamo la Via Francesco De Sanctis costeggiando il tratto più a valle della “Cava Petraro” in cui sono posti impianti in cui viene estratta la “Pietra di Comiso”; proseguendo per la strada ci immettiamo presso il sentiero “Castiglione – Cozzo di Apollo – Petraro” che costeggia la suddetta cavità iblea. Da qui percorriamo un altro sentiero alla nostra sinistra in cui risaliamo il rilievo posto alla nostra sinistra (venendo da Comiso) che è noto appunto come “Cozzo di Apollo” (l’area è raggiungibile anche dalla SS 115 Comiso – Ragusa percorrendo l’omonimo sentiero da est verso ovest imboccandolo dall’ultima traversa alla nostra sinistra prima dello svincolo per Ragusa e la SS 514 Ragusa – Catania).

Il “Cozzo di Apollo” è un rilievo collinare che si affaccia ad est di Comiso tra la Cava Petraro e l’area di Canicarao dalla caratteristica forma a “cuore” rovesciato dovuta alla presenza di una piccola cavità iblea a nord di esso nota come “Cava Carrubeto” che si origina presso l’omonima contrada e che scorre verso nordovest; ad est invece è posto l’altopiano di Castiglione posto tra i territori comunali di Comiso e Ragusa (di cui il Cozzo di Apollo ne è un appendice). Al centro di questo rilievo contraddistinto dalla presenza di masserie e casali rurali facenti parte di un vasto feudo appartenente un tempo alla nobile famiglia ragusana dei Sortino – Trono (la cui tenuta feudale è posta a poca distanza in territorio ragusano ed è raggiungibile tramite la SS 115 imboccando la S.P. 14 Castiglione – Tresauro).

Comunque sia la sommità del Cozzo di Apollo si presenta come un breve altopiano in cui sono posti i ruderi di un villaggio abitativo di epoca siculo – greca che viene considerato come il primo vero e proprio “insediamento abitativo” di tipo urbano posto presso il territorio comisano. Esso venne studiato a partire dal 1862 da parte del prete e studioso comisano Padre Biagio La Leta che attribuì i ruderi all’antica città greca di “Kasmenai” ossia “Casmene”, da cui deriverebbe l’attuale nome di “Comiso” tramite l’evoluzione del termine “Kasmenai” che divenne “Casmene”, poi “Camesne” e “Camese” e infine “Comiso”. Comunque sia agli inizi del 1900, durante una campagna di scavi condotta dall’archeologo Paolo Orsi, vennero rinvenuti tra i territori di Giarratana (RG) e Buscemi (SR) presso l’altura del Monte Casale – Erbesso quelli che tuttora sono i ruderi della vera e propria “Kasmenai”. Le rovine sul Cozzo di Apollo quindi secondo studi condotti ultimamente dovevano appartenere ad un altro centro abitato in cui secondo alcuni studi contemporanei doveva chiamarsi “Komidzo” (termine in greco antico che significherebbe “ricovero” o “luogo abitato”) e che molto probabilmente un certo legame con “Kasmenai” doveva esserci data la sua posizione quasi equidistante tra le aree abitate adiacenti all’antica Siracusa (tra cui va citata anche la città casmenea sul Monte Casale – Erbesso) e all’area della Sicilia occidentale (in cui i principali siti più vicini erano Gela ed Agrigento) nonché al vicino sito di Kamarina (le cui rovine sono poste tra in territorio di Ragusa, tra la frazione vittoriese di Scoglitti e Santa Croce Camerina).

Comunque sia le rovine sul sito di Cozzo di Apollo, adiacenti a quelle del limitrofo sito di Castiglione (in territorio ragusano) con cui sembra formare un interessante agglomerato urbano riconducibile a quella che era l’antica “Komidzo”, si presentano come vari basamenti di edifici formati da blocchi di pietra dislocati nella parte orientale del rilievo con sparuti ruderi sulle aree comunicanti con le Cave Petraro e Carrubeto, in cui vi sono posti i siti funerari formati da vari tipi di necropoli di epoca siculo – greca formate da sepolcri rupestri e a fossa. Vi sono anche i ruderi di un insediamento rurale di epoca romana risalente al III secolo d.C. (201 – 300) e molto probabilmente di antichi templi votivi consacrati alle antiche divinità greco – romane di cui un presunto tempio consacrato ad “Apollo Licio” (o “Liceo”) da cui deriverebbe anche il nome del rilievo noto appunto come “Cozzo di Apollo”, la cui presenza è stata ipotizzata dall’archeologo comisano Biagio Pace.

A nord del Cozzo di Apollo è posta l’area nota come “Carrubeto” chiamata così per la folta presenza di alberi di carrubo, in cui è posta una grande masseria rurale utilizzata dai contadini e dagli allevatori locali. In questa zona che si affaccia a nord sull’area di Canicarao è posta una piccola cavità di tipo ibleo nota appunto come “Cava Carrubeto” che delimita l’area occidentale dell’ex Feudo di Canicarao (vedi link nella pagina precedente per saperne di più). Anche qui vi sarebbe la presenza di rovine di varie epoche.

Va detto infine che dall’altura del Cozzo di Apollo si gode un ottimo panorama oltre che delle limitrofe aree iblee di Canicarao, Castiglione, Cava Porcaro, Tresauro ecc… innanzitutto della città di Comiso, della vicina Valle del Fiume Ippari e della Piana di Vittoria con in lontananza la città vittoriese e la costa sudoccidentale della Provincia di Ragusa facente parte del Golfo di Gela.

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