Comiso, Ex Feudo Trigona di Canicarao (Palazzo Feudale dei Marchesi Trigona di Canicarao – Edifici feudali limitrofi e Acquedotto di Canicarao)

Comiso

Ex Feudo Trigona di Canicarao
(Palazzo Feudale dei Marchesi Trigona di Canicarao – Edifici feudali limitrofi e Acquedotto di Canicarao)

Percorrendo da Comiso la “Trazzera Fondo di Canicarao” (imboccando la Via degli Aragonesi) entrando in quello che un tempo era l’ex Feudo della famiglia dei Marchesi Trigona. Oltrepassato il sentiero che conduce alla sommità del Colle Canicarao in cui è posta la “Pagoda della Pace” proseguiamo sempre dritto fino a quando alla nostra destra non possiamo ammirare il Palazzo Feudale appartenuto un tempo ai Marchesi Trigona.

Questa residenza feudale venne costruita su di un preesistente casale rurale quattrocentesco posizionato in un’area rurale di tipo ibleo frequentata sin dall’età del bronzo ma che divenne importante dal periodo della conquista araba della Sicilia (il toponimo “Canicarao” è infatti di origine araba). Questo feudo venne acquisito nel 1684 dal Marchese Felice Trigona, esponente di una famiglia nobile di presunte origini sveve ma che si trasferì a Palermo nel periodo medievale divenendo proprietaria di vari feudi (in particolare nell’area centrale della Sicilia). In seguito la famiglia Trigona stabilì a Piazza Armerina (EN) la propria residenza dopo aver acquisito il titolo di “Principi di Sant’Elia”. Nel 1700 il ramo dei Marchesi Trigona di Canicarao si stabilì a Noto (SR) facendo costruire l’omonimo palazzo barocco (vedi sezione di Noto per saperne di più).

La costruzione della tenuta feudale dei Trigona risale agli ultimi anni del 1600 ma in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 venne completamente danneggiata, venendo successivamente ricostruita pochi anni dopo assumendo le attuali forme progettate dall’architetto di origini siracusane Rosario Gagliardi (uno dei protagonisti della ricostruzione nelle aree della Sicilia sudorientale seguita al sopracitato sisma). Dopo aver avuto la funzione di “casale feudale” e di “residenza extraurbana” della famiglia Trigona (assieme alla “Torre Trigona” di Frigintini, vicino Modica), la tenuta divenne di proprietà della Diocesi di Ragusa che l’ha affidato alla “Cooperativa Sociale San Giovanni Battista” di Ragusa che lo ha trasformato in una struttura di accoglienza che ha svolto anche funzioni agrituristiche.

Il prospetto principale del palazzo feudale è piuttosto imponente ed è delimitato da un’inferriata che racchiude un elegante giardino mediterraneo. Esso si compone di una facciata delimitata da imponenti pilastri e suddivisa in due ordini orizzontali nonché di tre corpi verticali a sommità merlata posti rispettivamente al centro e ai vertici dell’edificio. L’ordine inferiore reca al centro un portale arcuato con chiave di volta caratterizzata da un mascherone, sormontato da un bassorilievo che raffigura lo stemma araldico della famiglia dei Marchesi Trigona. Di fianco vi sono varie finestrelle rettangolari, mentre nel vertice destro è posto un porticato composto da due portici arcuati che sorreggono un’elegante veranda. L’ordine superiore presenta al centro un elegante balcone ad apertura rettangolare (sorretto da semplici mensoloni) sormontato da un travone, affiancato da sei finestre rettangolari con sommità arcuata (tre per lato). Il frontone dell’edificio presenta una torretta merlata recante un grande bassorilievo di pietra raffigurante sempre lo stemma dei Trigona. Nei vertici della facciata vi sono le due torrette merlate laterali; a sinistra vi è un balcone incassato nella parete la cui apertura di forma leggermente arcuata è delimitata da pilastrini che ne sorreggono il timpano di forma arcuata, nel prospetto laterale (a cui si accede da un cancelletto) vi è un corpo di due ordini in cui in quello inferiore vi è un’apertura arcuata d’ingresso mentre in quello superiore una finestra circolare murata (presumibilmente si tratterebbe di una costruzione adibita a “Cappella”); a destra sul sopracitato porticato che racchiude un loggiato, è posta un’elegante veranda in cui si affaccia un’apertura simile a quella sopracitata ma sormontata da un elegante timpano arcuato. I prospetti laterali dell’edificio presentano eleganti aperture e finestrelle di aspetto più sobrio.

L’interno della tenuta feudale reca al centro un grande cortile (localmente chiamato “Bagghiu”) al centro del quale è posta una vasca circolare in pietra, in cui si affaccia l’elegante residenza nobiliare in cui dimorava la famiglia Trigona di Canicarao, raggiungibile da una rampa di scale in quanto posta sul piano superiore dell’edificio. Essa presenta eleganti stanze con elementi architettonici e decorativi settecenteschi. Il piano inferiore invece presenta quelle che erano le abitazioni dei “Massari” che lavoravano all’interno del feudo, nonché stalle e magazzini. 

Per informazioni più dettagliate visitate il sito www.fsgb.it.

A poca distanza dalla tenuta feudale vi sono posti vari caseggiati di epoca settecentesca ed ottocentesca facenti parte sempre dell’ex Feudo di Canicarao quali due masserie poste ad ovest del palazzo feudale-

La masseria alla nostra destra è posta presso un antico acquedotto ad archi (posto all’interno di un’azienda agricola) che attingeva le acque dall’area del Torrente Canicarao venendo utilizzate per irrigare i campi o molto probabilmente alimentare impianti molitori, venendo poi riconvogliata nello stesso torrente che si immette presso il Fiume Ippari ad ovest tramite l’ausilio di condotte note come “Saie” (di cui rimangono solo alcuni resti).

La masseria alla nostra sinistra presentante un grande cortile interno in cui si affacciano vari edifici di tipo rurale (ora adibita a residenza privata) oltre a vari piccoli casali collocati nelle vicinanze.

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