Comiso, Festa di San Biagio Martire

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Comiso

Festa di San Biagio Martire
(Commemorazione del terremoto dell’11 Gennaio 1693 – Festa Liturgica – Festa Esterna)

La festa di “San Biagio Martire”. che celebrata la seconda Domenica di Luglio, è la più importante della città di Comiso assieme a quelle di “Santa Maria Annunziata” (inglobata all’interno della Pasqua Comisana) e di “Santa Maria Addolorata”.

Questa è la principale festa di rito non mariano celebrata all’interno della città comisana essendo consacrata al “Santo Patrono” cittadino il cui culto in suo onore, considerato come uno dei più antichi di tipo cristiano praticati in Sicilia, è piuttosto sentito da tutti i comisani.

Infatti questa festa è appunto considerata “la festa di tutti i comisani” che un tempo erano divisi nelle due fazioni dei “Nunziatari” e dei “Matricrisiari” (ossia i devoti appartenenti rispettivamente alla Chiesa di Santa Maria Annunziata e alla Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle) che almeno una volta l’anno mettevano da parte il campanilismo e si riunivano per poter onorare e festeggiare con fede, devozione e vivacità il “Santo Patrono” della loro città.

“San Biagio” viene chiamato in dialetto locale “San Milasi” o “San Bilasi”.


Il Simulacro di “San Biagio Martire”, Patrono della città di Comiso.

“San Biagio” viene celebrato tre volte in un anno:

  • l’11 Gennaio per ricordare l’anniversario del terremoto dell’11 Gennaio 1693 che seminò morte e distruzione all’interno della città comisana (e in tutta la Sicilia sudorientale), dopo il quale i cittadini chiesero conforto e aiuto al “Santo Patrono” per risollevarsi da questo evento catastrofico celebrandolo liturgicamente nella suddetta data;
  • il 3 Febbraio, giorno in cui ricorre la “Festa Liturgica” che commemora il martirio di “San Biagio”;
  • la seconda Domenica di Luglio con la vivace “Festa Esterna” comprendente la Processione del simulacro del “Santo Patrono” per le vie della città ipparina, tanti eventi di vario tipo e gli immancabili spettacoli pirotecnici.

Storia di “San Biagio Martire”

Sulla vita di “San Biagio Martire” vi è poca documentazione a riguardo, ma si presume sia nato nel III secolo d.C. in Asia Minore presso l’antica città di Sebaste.

In età adulta divenne medico e abbracciò la fede cristiana.

Venne proclamato “Vescovo” della città di Sebaste. Si dice che compì parecchi miracoli di cui il più celebre fu quello di un bambino che stava morendo poiché aveva inghiottito la spina di un grosso pesce che gli rimase conficcata in gola, ma Biagio compì il miracolo facendola uscire dalla bocca del bambino salvandogli la vita.

La voce si sparse e molta gente con gravi malattie alla gola andò a farsi miracolare da lui.

In quanto cristiano venne perseguitato nel periodo in cui vi erano contrasti tra l’imperatore Costantino I detto “il grande” che diede libertà di culto ai cristiani, e suo cognato Licinio che al contrario di Costantino continuava a perseguitare i cristiani più per ragioni “politiche” che religiose (dato che era avversario di Costantino per il trono di “Imperatore di Roma).

Sotto le persecuzioni di Licinio Biagio venne arrestato e condotto dal prefetto Agricolao (pagano) che ordinò lui di ripudiare il cristianesimo e di adorare gli dei pagani.

Biagio si rifiutò maledicendo gli idoli, e Agricolao per ragioni religiose e politiche, fece prima imprigionare Biagio, successivamente lo fece torturare facendolo sfigurare con pettini metallici per cardare la lana, e infine lo condannò a morte mediante decapitazione il 3 Febbraio dell’anno 316 d.C.

Biagio, proclamato nel frattempo “Santo Martire”, venne sepolto a Sebaste.

Il suo corpo nell’anno 732 venne disseppellito per essere traslato a Roma (molto probabilmente per proteggerlo dalla profanazione dei saraceni) e quindi venne imbarcato su una nave che, arrivata presso il Mar Tirreno di fronte alla costa occidentale della Basilicata, si trovò nel mezzo di una tempesta e dovette fermarsi nei pressi dell’attuale Maratea (PZ), dove il corpo del “Santo Martire” venne posto nell’attuale Basilica di San Biagio.

Durante i secoli le sue reliquie vennero sparpagliate in buona parte dell’Italia (a Maratea rimane comunque gran parte del suo corpo, ormai scheletrito).

“San Biagio” oltre a Comiso, nel resto della Sicilia viene venerato ad Acate (RG), Bronte (CT), Pedara (CT) e San Biagio Platani (AG) oltre che in varie aree dell’Italia e dell’Europa meridionale (in particolare presso la città di Dubrovnik in Croazia).

“San Biagio” è patrono dei dottori otorinolaringoiatri e protettore dei malati alla gola.

Origini del culto comisano a “San Biagio Martire”

Come detto in precedenza, il culto comisano a “San Biagio Martire” è di origine abbastanza antica, venendo considerato tra uno dei primi di tipo cristiano a nascere in Sicilia.

Infatti secondo lo studioso comisano Vincenzo Lena, il culto al “Santo Martire” nacque in seguito all’insediamento avvenuto nel corso del III secolo d.C. (nel periodo in cui “San Biagio” venne martirizzato) di una comunità bizantina presso l’attuale area nordoccidentale della città comisana (presumibilmente la zona che viene identificata “Abraxia”), che allora comprendeva un piccolo villaggio noto come “Comicio”, sorto attorno a quella che ora è nota come “Fonte di Diana”.

Questa comunità molto probabilmente era molto devota a “San Biagio” e fece costruire una piccola chiesa a lui consacrata nel IV secolo d.C. introducendo così il culto al “Santo Vescovo Martire” all’interno dell’antica Comiso.

Nel VII secolo d.C. a “San Biagio” venne consacrata la cittadina comisana che andava sempre più ad ingrandirsi, divenendone di fatto il suo “Santo Patrono”.

Durante il periodo medievale (comprendente vari periodi storici che vanno dalla conquista araba ai vari periodi culminati con le dominazioni normanne, sveve, angioine e aragonesi, oltre al periodo in cui Comiso fece parte della “Contea di Modica”), il culto a “San Biagio” andò a radicarsi sempre di più all’interno della città ipparina divenendo il principale assieme a quello consacrato a “San Nicola di Bari” (anch’esso piuttosto antico essendo celebrato verso il primo “Santo” in assoluto ad essere venerato all’interno della città comisana, che però andò ad affievolirsi col passare del tempo).

Facendo un ampio salto temporale arriviamo nel secolo 1500. nel periodo in cui le confraternite appartenenti alle Chiese di Santa Maria Annunziata (sul sito di quella un tempo consacrata a “San Nicola”) e di Santa Maria delle Stelle (che venne proclamata appunto “Chiesa Madre” della città comisana nel 1480) note come “Nunziatari” e “Matricrisiari”, cominciarono ad avere vari attriti che sfociarono in un campanilismo che divise in due fazioni la città.

Nonostante ciò “San Biagio” era il fattore che permetteva la coesione tra i fedeli comisani in quanto tutta la città era fortemente devota al “Santo Patrono”.

Si decise quindi di ampliare l’antica chiesa bizantina costruendone una più grande caratterizzata dalla presenza di ben tre navate capace di contenere un alto numero di devoti in cui venne posto una statua che raffigurava il “Santo Vescovo”. la quale divenne oggetto di un’alta devozione.

Tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600 venne quindi istituita la festa ufficiale che venne curata dalle due confraternite aventi sede in questa chiesa, note come “Congregazione di San Biagio” e “Segreta dei Disciplinanti”.

Un tempo la festa veniva celebrata interamente il 3 Febbraio, ma per ragioni dovute al clima freddo e umido di quel medesimo periodo, nel 1604 la celebrazione “esterna” venne spostata alla prima Domenica di Luglio.

In base a ciò durante il periodo estivo vennero donati al “Santo” vari carichi di frumento, in modo da propiziare la raccolta del grano per l’anno venturo.

Oltre al grano, venivano (e vengono tuttora) donate varie forme di pane votivo da distribuire ai fedeli.

L’11 Gennaio 1693 il terribile terremoto che sconvolse l’area geografica del Val di Noto causò crolli e vittime anche a Comiso, e ovviamente danneggiò gravemente la Chiesa di San Biagio di cui rimase in piedi solo la navata centrale.

Ciò venne visto dai comisani come un “parziale” miracolo da parte del “Patrono” che ispirò loro fiducia nella futura ricostruzione della città ipparina, che ovviamente comprendeva anche i restauri della chiesa patronale che però rimase ad unica navata a testimonianza del mancato crollo della medesima.

Dopo la ricostruzione, i festeggiamenti esterni del “Patrono” vennero di nuovo celebrati venendo però spostati alla seconda Domenica di Luglio dal 1751.

Ai festeggiamenti “liturgici” del 3 Febbraio si unì anche la celebrazione dell’11 Gennaio con cui si ringraziava “San Biagio” per aver salvato gran parte della cittadinanza dal suddetto terremoto, ma che allo stesso tempo celebra anche l’anniversario della consacrazione dell’attuale Chiesa Madre di Comiso a “Santa Maria delle Stelle” avvenuta l’11 Gennaio 1699 (sei anni dopo il sisma).

Nel frattempo l’edificio sacro divenne sede della Congregazione della Carità, facendo parte parte della Parrocchia della Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle divenendone “rettoria”.

La festività patronale, anche se (in un certo senso) univa la cittadinanza nel nome di un solo “Santo”, cominciò ad essere veicolata dalla comunità “Matricrisiara” che creò nel 1777 la festività di “Santa Maria Addolorata”.

Infatti qualche “Nunziataru” da allora cominciò a prendere in giro i “Matricrisiari” anche in occasione dei festeggiamenti patronali dicendo “Maria aggiutti e Milasi paja!” in riferimento agli sfarzosi festeggiamenti della “Madonna Addolorata”.

Nel dialetto siciliano parlato a Comiso “Maria aggiutti” significa infatti “Maria mangia” intendendo ovviamente non la “Madonna” ma la “festa” in suo onore in cui tra luci, fuochi artificiali, musiche ecc… vi era un gran dispendio di denari lasciando quindi vari debiti in sospeso, che venivano ripagati appunto con le offerte donate dai comisani durante la festa consacrata a “San Biagio”.

Infatti il termine “e Milasi paja!” significa appunto “e San Biagio (inteso sempre come festa) paga!”.

Ovviamente questa frase divenne un modo di dire noto a Comiso per indicare l’operato di una persona “scroccona” o di chi si fa pagare i propri “vizi” da altri; ma che molto probabilmente quando veniva pronunciata durante i festeggiamenti patronali divenne anche pretesto di banali quanto inutili battibecchi campanilistici, che oggi sono completamente assenti.

Durante i secoli 1700, 1800 e per buona parte del 1900, la Festa di San Biagio si confermò come una delle principali solennità religiose dell’area oggigiorno nota come “Provincia di Ragusa”, attirandone molti fedeli dai limitrofi centri abitati che la seconda Domenica di Luglio scendevano (e tuttora in parte scendono ancora) a Comiso per assistere ai festeggiamenti.

Vanno citati in particolare quelli provenienti dalle città di Acate (avente come “Patrono” proprio “San Biagio”), Chiaramonte Gulfi e Vittoria popolate da molti devoti al “Santo Martire”.

Tra essi vanno citati in particolare quelli provenienti dalla vicina Vittoria che erano discendenti o parenti dei comisani emigrati nella (vicina quanto nuova e vasta) città fondata dalla Contessa Vittoria Colonna il 24 Aprile 1607, nella quale loro avevano introdotto il culto religioso consacrato proprio a “San Biagio Martire” che oggigiorno risulta non più celebrato.

Durante la Processione, molti fedeli (specie le donne) effettuavano (ed effettuano ancora) “U Viaggiu ‘o Patronu”, il pellegrinaggio a piedi scalzi recando in mano grosse candele di cera gialla chiamate “Ntocci”, mentre attorno al braccio venivano legati nastri rossi chiamati “Nzaiareddi” e indossando indumenti del medesimo colore (usanza simile a quelle effettuate durante le feste in onore di altri “Santi Martiri” celebrati in Sicilia sudorientale).

Mediante questo pellegrinaggio veniva chiesto un miracolo al “Santo Patrono” (una guarigione, maggiori fortune lavorative per i mariti o i figli, la protezione dei propri cari ecc…) oppure veniva sciolto un “voto” in caso di “grazia ricevuta”.

Altro sforzo votivo per i medesimi scopi era quello dei fedeli maschi in cui si offrivano di portare “a Spadda Nura” (“a spalla nuda”) il pesante fercolo in Processione per le strade cittadine assieme ad altri portatori.

Va detto inoltre che, assieme ai sopracitati riti religiosi (comprendenti anche solenni Messe), presso la Piazza San Biagio si tenevano anche molti giochi popolari che non vengono più organizzati da moltissimo tempo.

Oggi la Festa di San Biagio si conferma sempre una delle feste religiose più importanti della città comisana e della Provincia di Ragusa, attirando sempre molti devoti comisani e no desiderosi di onorare il “Santo Martire” venerato nella città ipparina da moltissimi secoli.

Come detto in precedenza “San Biagio” oggigiorno viene festeggiato tre volte in un anno; l’11 Gennaio e il 3 Febbraio con riti liturgici, mentre la seconda Domenica di Luglio si tiene la “Festa Esterna” con la Processione e i vari spettacoli ed eventi che caratterizzano questi vivaci festeggiamenti che rendono giustamente onore al “Santo Patrono” della città ipparina. 

L’Anniversario del terremoto dell’11 Gennaio 1693 (11 Gennaio)

La Svelata e la Processione di “San Biagio” verso la Chiesa Madre (7 Gennaio)

L’11 Gennaio di ogni anno ricorre la solennità liturgica consacrata a “San Biagio” con cui si commemora l’anniversario del terremoto che l’11 Gennaio 1693 distrusse la Sicilia sudorientale, e che come sappiamo causò numerosi danni e vittime nell’attuale Provincia di Ragusa e quindi anche a Comiso, dove però la chiesa consacrata al “Santo Patrono” rimase quasi integra.

Il 7 Gennaio inizia breve periodo preparatorio sancito dalla svelata della statua “San Biagio” collocata nell’Altare Maggiore della sua chiesa.

Il simulacro del “Santo Patrono” viene posto sul fercolo processionale (portato rigorosamente a spalla) per poi essere condotto in Processione verso la Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle, essendo seguito da un buon numero di fedeli.

Il corteo non appena esce dalla Chiesa di San Biagio, percorrerà la Via San Biagio per arrivare in Piazza Fonte Diana e da qui, tramite Via Monsignor Francesco Rimmaudo raggiungerà il sagrato della Chiesa Madre varcando poi il suo portone principale per essere collocata poi sull’Altare Maggiore dell’edificio sacro.

Alle ore 18.00 una solenne Messa concluderà questo primo giorno consacrato a “San Biagio Martire”.

Il periodo preparatorio della solennità (8 – 10 Gennaio)

L’8 Gennaio inizia il periodo preparatorio alla ricorrenza dell’11 Gennaio noto come “Quarantore”, ricadente nei giorni 9 e 10 Gennaio.

In questo periodo di tempo presso la Chiesa Madre di Comiso si tiene alle ore 09.00 la Messa mattutina, l’esposizione del “Santissimo Sacramento” dalle ore 10.00 alle ore 17.30, seguita dal Rosario che precede la Messa serale delle ore 18.00.

La commemorazione del terremoto dell’11 Gennaio 1693, la Messa dell’anniversario dell’intitolazione della Chiesa Madre e la Processione della statua di “San Biagio” verso la sua chiesa di appartenenza (11 Gennaio)

Al termine del periodo preparatorio comincia la solennità dell’11 Gennaio.

Alle ore 09.00 del mattino viene celebrata la Messa mattutina all’interno della Chiesa Madre cittadina. 

Dopo la celebrazione, dalle ore 10.00 alle 15.00 viene esposto il “Santissimo Sacramento”.

Dopo le ore 15.00 inizia la preghiera pomeridiana che commemora il sisma dell’11 Gennaio 1693 col suono dell’organo.

Alle ore 16.00 inizia la solenne Messa pomeridiana seguita dai devoti comisani che commemora la consacrazione della Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle, avvenuta sei anni dopo il terremoto nella data dell’11 Gennaio 1699.

Dopo la Messa, alle ore 17.00 il simulacro di “San Biagio” esce in Processione dalla Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle, seguito da un buon numero di fedeli anche se il tragitto rispetto a quello della festa di Luglio è molto più breve.

Uscendo dalla Chiesa Madre, “San Biagio” viene condotto a spalla lungo la Via Monsignor Francesco Rimmaudo arrivando in Piazza Piazza Fonte Diana, e da qui percorrerà le Vie Avvocato Giuseppe Di Vita, Umberto I, Casmene e Puglie per percorrere il Viale della Resistenza fino alla Piazza San Biagio.

Da qui il corteo entrerà presso la Chiesa di San Biagio, al cui interno verrà posta nel suo altare la statua del “Santo Patrono di Comiso” che verrà festeggiata nuovamente il 3 Febbraio, giorno in cui ricorre la sua “Festa Liturgica”.

La Festa Liturgica di San Biagio (3 Febbraio)

Il Triduo di Preparazione (31 Gennaio, 1 e 2 Febbraio)

Passata la solennità dell’11 Gennaio in cui si commemora la memoria del terremoto che nel 1693 distrusse Comiso e (come ben sappiamo) gran parte dei centro della Sicilia sudorientale, cominciano i preparativi per la festa liturgica del 3 Febbraio.

Il 31 Gennaio comincia il periodo di tre giorni meglio noto come “Triduo di Preparazione” che precede la festività liturgica del 3 Febbraio che commemora il “Martirio di San Biagio”.

Esso comprende solenni Messe celebrate presso la Chiesa di San Biagio alle ore 18.00 nei giorni 31 Gennaio, 1 e 2 Febbraio.

In questi ultimi due giorni si tiene anche la Messa mattutina delle ore 09.00 e l’Adorazione Eucaristica del “Santissimo Sacramento” dalle ore 10.00 alle 16.30, mentre alle ore 17.00 del 2 Febbraio si tiene la Processione Eucaristica dalla Chiesa di San Giuseppe a quella di San Biagio, dopo la quale, alle ore 18.00 come detto in precedenza viene celebrata la Messa

La Solennità Liturgica in onore di “San Biagio” (3 Febbraio)

Il 3 Febbraio ricorre la memoria liturgica del martirio subito da “San Biagio Martire”, durante la quale la Chiesa a lui intitolata rimarrà aperta per tutta la giornata ai fedeli che potranno dare onore al “Santo Patrono” della città di Comiso.

Verranno quindi celebrate solenni Messe alle ore 08.00, 09.00, 10.00, 11.00, 12.00, 16.00, 17.00, 18.00 e 19.30.

Al termine delle funzioni verrà impartita ai fedeli la “Benedizione della Gola” ponendo due candele incrociate sulla parte anteriore del collo di colui – colei che necessita di questo rito. in quanto “San Biagio” è il protettore di chi soffre di malattie alla gola e al cavo orale.

Ai fedeli verranno anche distribuiti i nastri rossi noti come “Nzaiareddi”.

Alla fine della solennità liturgica viene velata la statua di “San Biagio”, e coloro che hanno partecipato ai festeggiamenti liturgici attenderanno così il mese di Luglio e in particolar modo i vivaci festeggiamenti esterni in onore del “Patrono di Comiso”.

La Festa Esterna di San Biagio (seconda Domenica di Luglio)

Il periodo preparatorio della Festa (30 Giugno – secondo Venerdì di Luglio)

Il 3o Giugno di ogni anno inizia il lungo periodo preparatorio che apre ufficialmente la bella festa in onore di “San Biagio”.

Esso comprende la celebrazione della Messa mattutina delle ore 09.00, la recita della “Coroncina di San Biagio” alle ore 18.30 e la Messa serale delle ore 19.00, il tutto all’interno della Chiesa di San Biagio Martire.

La prima Domenica di Luglio si tiene anche la Messa alle ore 11.00, mentre la sera alle ore 20.00 viene organizzato uno spettacolo (quasi sempre musicale) curato da artisti locali.

Inizia così la settimana che precede i festeggiamenti esterni in onore del “Santo Patrono” della città ipparina in cui, oltre ai riti sopracitati, si tengono nelle serate del Mercoledì e del Giovedì e del Venerdì della seconda settimana di Luglio vari spettacoli teatrali, musicali, danzanti ecc… oltre a varie rassegne artistiche e culturali.

Il tutto viene organizzato all’interno del centro storico comisano (a seconda del programma annuale dei festeggiamenti patronali).

Nel frattempo viene montata l’artistica e variopinta illuminazione all’interno della città comisana, che sarà riccamente illuminata durante i festeggiamenti in onore di “San Biagio”.

La Vigilia della Festa, la “Svelata di San Biagio” e la “Cena” (secondo Sabato di Luglio)

Dopo la settimana di preparazione ai festeggiamenti in onore di “San Biagio”, arriviamo al secondo Sabato di Luglio in cui ricade la “Vigilia della Festa Esterna” consacrata al “Patrono di Comiso”.

Alle ore 08.30 del mattino, un forte sparo di colpi di cannone da l’annuncio ai comisani dell’arrivo della Vigilia dei festeggiamenti.

Alle ore 09.00 presso la Chiesa di San Biagio inizia la prima solenne Messa mattutina, seguita da un buon numero di devoti.

Alle ore 12.00 un’altra serie di colpi di cannone conclude i riti mattutini.

Alle ore 17.00 un nuovo sparo di colpi di cannone da inizio ai riti principali della Vigilia.

Nel frattempo parte la raccolta del pane votivo di “San Biagio” posto su tavole collocate in prossimità delle abitazioni dei comisani, allietata dall’accompagnamento della banda musicale e dalla sfilata dei tradizionali carretti siciliani.

Il pane raccolto assieme ad altri “doni” (prodotti e piatti tipici ecc…) verrà poi venduto all’asta benefica nota come “Cena”, che si terrà in serata.

Alle ore 18.30 presso la Chiesa di San Biagio viene recitata la Coroncina di San Biagio che precederà il più atteso dei riti della Vigilia della festa, la “Svelata di San Biagio”.

Alle ore 19.00 viene aperta la nicchia dell’Altare Maggiore mostrando così il simulacro di “San Biagio” ai suoi fedeli che lo acclamano con invocazioni, inni e applausi.

Nel frattempo il fragore dei fuochi d’artificio fa da sfondo all’apparizione del “Santo Patrono” della città tanto attesa dai devoti comisani.

Dopo la Svelata comincerà la Messa solenne che vedrà la partecipazione di un alto numero di fedeli.

Alle ore 20.00 dopo la Messa, presso il sagrato della chiesa comincia la “Cena”, ossia l’asta in cui i doni raccolti di pomeriggio tra cui i “Pani votivi” di “San Biagio” vengono venduti a chi offre la somma più alta; il ricavato dell’asta andrà in beneficenza.

La Vigilia della Festa di San Biagio volge poi al termine con spettacoli di tipo musicale, teatrale ecc… (ovviamente a seconda del programma annuale dei festeggiamenti) curati sempre da artisti locali che hanno inizio alle ore 21.00 e terminano in tarda serata.

Alla conclusione della “Vigilia”, i comisani cominciano già a pregustare l’allegria dei vivaci festeggiamenti che si terranno l’indomani.

La Festa e la Processione di “San Biagio”

La Processione del “Santo Patrono di Comiso”, “U Viaggiu ‘o Patronu” e la conclusione dei festeggiamenti esterni

La mattina della seconda Domenica di Luglio, alle ore 08.00 / 08.30 circa, un forte sparo di colpi di cannone seguito dallo scampanio delle campane della Chiesa di San Biagio sveglia la città comisana, avvisandola dell’arrivo del giorno di festa consacrato a “San Biagio Martire”.

All’interno della Chiesa di San Biagio viene celebrata la prima Messa solenne nel medesimo orario.

Alle ore 09.00 la banda musicale cittadina accompagna la sfilata dei carretti siciliani per le vie cittadine, annunziando ulteriormente l’arrivo della festa tanto attesa.

Nel medesimo orario viene celebrata la seconda Messa mattutina, seguita da un’altra celebrazione che si tiene alle ore 10.00.

Alle ore 11.00 all’interno della Chiesa di San Biagio dal Vescovo della Diocesi di Ragusa viene celebrata la più solenne di tutte le Messe del mattino, seguita da moltissimi devoti.

Nel medesimo orario, presso la Piazza Fonte Diana si terrà un concerto musicale eseguito dalla locale banda musicale.

Al termine della celebrazione, verso le ore 12.00 uno sparo di fuochi d’artificio sancisce la fine dei riti mattutini della festa, mentre nel medesimo orario verrà celebrata un’altra Messa all’interno della Chiesa di San Biagio.

Dopo un pomeriggio relativamente tranquillo, alle ore 17.00 un ennesimo sparo di colpi di cannone seguito dal suono delle campane, annunzia l’inizio dei riti pomeridiani in onore di “San Biagio”.

Alle ore 17.30 la banda musicale locale girerà nuovamente per le strade cittadine.

Nel frattempo all’interno della Chiesa di San Biagio, viene collocata la statua del “Santo Patrono” sul suo fercolo con cui verrà portata in Processione per le strade della città di Comiso assieme alla sua Reliquia.

Alle ore 18.00 un vivace scampanio seguito dal forte sparo di fuochi d’artificio unito al lancio di carte colorate saluta l’uscita del Simulacro di “San Biagio” dalla sua chiesa, che viene acclamato dai devoti comisani con applausi e grida di invocazione.

Dopo l’uscita della statua i fedeli intonano un inno in onore del “Patrono”, al termine del quale comincerà la Processione del pesante fercolo su cui è posto “San Biagio”.

Esso verrà portato con molta fatica ed eguale devozione dai portatori a “Spadda Nura”, ossia interamente a spalla per tutto il lungo tragitto che la processione percorrerà come “voto” da espletare nei confronti del “Santo Patrono”.

Nel frattempo molti fedeli compiono “U Viaggiu ‘o Patronu”, ossia seguono la Processione a piedi scalzi recando un grosso cero in mano, compiendo sempre un voto di grazia ricevuta.

Nel frattempo verso le ore 19.30 si tiene una solenne Messa all’interno della Chiesa di San Biagio.


L’uscita della Processione di “San Biagio”.

La processione, accolta dai comisani con lanci di petali e piccole accensioni pirotecniche (se consentite), compie quasi sempre il seguente percorso.

Dalla Chiesa di San Biagio il corteo imbocca Viale della Resistenza e le Vie Guglielmo Marconi, Antonio Gramsci, San Biagio, e Giuseppe Morso per arrivare presso la Chiesa di San Francesco all’Immacolata.

Dopo una breve sosta la processione percorrerà il Corso San Francesco arrivando poi presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie dalla quale dopo un’altra breve fermata, riprenderà il suo percorso all’interno della città percorrendo il Corso Vittorio Emanuele II, fermandosi in prossimità delle Chiese di Santa Maria Annunziata e di San Giuseppe.

La Processione proseguirà in direzione della periferia settentrionale di Comiso percorrendo le Vie Conte di Torino, San Leonardo, Marengo, Roma, Fratelli Cucuzzella, Attilio Regolo e Principe di Piemonte fermandosi presso la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù.

Dopo una breve sosta la processione riparte percorrendo l’area nordoccidentale della città lungo le Vie Giovanni Pascoli, Tolomeo, Lorca, dei Castagni e degli Eucalipti per fermarsi presso la Chiesa di Sant’Antonio di Padova.

Il corteo riparte nuovamente percorrendo Via delle Palme, Corso Ho Chi Minh e le Vie delle Americhe e dei Gelsi, raggiungendo così la moderna Chiesa dei Santi Apostoli (che è la più recente della città comisana).

La processione ritorna poi nel centro storico percorrendo le Vie delle Betulle e Ghandi ripercorrendo Corso Ho Chi Minh e le Vie Generale Girlando, Veneto, Casmene, Umberto I e Avvocato Giuseppe DI Vita per arrivare nel vero e proprio cuore della città comisana attraversando Piazza Fonte Diana.

Dalla piazza principale di Comiso, tramite Via Monsignor Francesco Rimmaudo, il corteo raggiunge la Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle per effettuare una sosta di preghiera.

Dopo quest’ultima fermata, la processione ritorna in Piazza Fonte Diana percorrendo Via San Biagio, dalla quale raggiungerà il sagrato della Chiesa di San Biagio Martire verso le ore 23.00.

Prima del rientro di “San Biagio”, viene effettuato uno stupendo spettacolo pirotecnico (o piromusicale) presso il sagrato della chiesa, con il quale la lunga processione si conclude ufficialmente. 

Dopo i fuochi d’artificio, avviene il rientro in chiesa del Simulacro di “San Biagio” tra gli scampanii, gli applausi e le invocazioni dei devoti mettendo fine alla bella festività esterna in onore del “Santo Patrono” della città comisana.

La statua viene ricollocata nel suo Altare rimanendo esposta durante l’ottavario con cui si concludono del tutto i festeggiamenti patronali.

L’Ottava della Festa di San Biagio

Il periodo dell’ottavario, l’Ottava e la conclusione dei festeggiamenti

Dopo la bella festa esterna comincia il solenne ottavario comprendente la settimana che precede la Domenica in cui ricorre l’Ottava della Festa di San Biagio, contraddistinto dalla celebrazione delle solenni Messe alle ore 09.00 e 19.00 all’interno della Chiesa consacrata al “Patrono di Comiso”.

Nella giornata del Martedì la Reliquia del “Santo Martire” verrà condotta rispettivamente in pellegrinaggio presso la Chiesa di Santa Maria del Rosario di Pedalino (la principale frazione extraurbana comisana), nella quale verrà celebrata una solenne Messa alle ore 19.00.

In quella del Venerdì la Reliquia viene portata presso l’Ospedale di Comiso, all’interno del quale verso le ore 17.00 sarà celebrata una solenne Messa.

La Domenica dell’Ottava prevede la celebrazione di solenni Messe all’interno della Chiesa di San Biagio alle ore 09.00 e 19.00, seguite da un grande numero di fedeli.

Al termine della Messa serale, il simulacro di “San Biagio” verrà velato all’interno del suo Altare tra gli applausi e le commoventi invocazioni dei fedeli, che potranno rivedere il loro “Santo Patrono” in occasione di tutti i suddetti festeggiamenti in suo onore che si terranno l’anno venturo.

Per informazioni più dettagliate visitate le pagine facebook della Festa di San Biagio e della Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle. 

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