*Comiso, Tratto comisano dell’area iblea “Monte Tabuto – Monte Raci – Monte Racello” (Vallone delle Selci, Monte Tabuto e Miniere di Selce, Sorgente Canicarao e Cava dei Modicani – Vallone Coste, Monte Raci, Monte Racello, Cozzo delle Ciavole – Monte Sallia)

Comiso

*Tratto comisano dell’area iblea “Monte Tabuto – Monte Raci – Monte Racello”
(Vallone delle Selci, Monte Tabuto e Miniere di Selce, Sorgente Canicarao e Cava dei Modicani – Vallone Coste, Monte Raci, Monte Racello, Cozzo delle Ciavole – Monte Sallia)

Ad est della Contrada Canicarao vi è l’area iblea formata dai rilievi noti come “Monte Raci”, “Monte Racello” e “Monte Tabuto” posti in territorio ragusano ma molto limitrofi alla città di Comiso. L’area, raggiungibile dalla città comisana dalla “Trazzera Fondo Canicarao” che si immette presso la S.P. 9 Cifali – Annunziata (raggiungibile anche dalla S.P. 7 Comiso – Chiaramonte al primo incrocio al di fuori del centro abitato comisano imboccando la strada sulla nostra destra venendo da Comiso). In ogni caso si entra nell’area di confine tra i territori comunali di Comiso e Ragusa composta da un tavolato ibleo diviso da una cavità di tipo ibleo noto come “Vallone delle Selci” da cui si origina la “Cava Canicarao” in territorio comisano che lambisce l’omonima contrada andando ad immettersi nel tratto iniziale del Fiume Ippari presso l’area di Mastrella. A nord di questa cavità (solcata dalla S.P. 9 andando verso est) è posto il Monte Tabuto, invece a sud è posto il sistema montuoso formato dai Monti Racello e Raci posti rispettivamente a sud e a nord di una vallata divisa dalla S.P. 77 Ponte Pezze – Monte Raci (raggiungibile sempre dalla S.P. 9) che si presentano simili a due vere e proprie “mammelle” che formano due distinti rilievi montani (un sito simile è posto a Palazzolo Acreide in Provincia di Siracusa ed è noto come “Muntalleri”). Si tratta di uno dei più importanti siti naturalistico – paesaggistico – archeologici della Provincia di Ragusa che è oggetto di varie escursioni operate da associazioni naturalistiche e archeologico – culturali della provincia ragusana e no (per cui si consiglia di rivolgersi a loro per esplorare questa vasta area di tipo ibleo).

Comunque sia tramite la S.P. 9 attraversiamo il tratto a valle del “Vallone delle Selci” (la confluenza con la limitrofa “Cava dei Modicani” in territorio ragusano da inizio alla bassa “Cava di Canicarao”) andando verso est, dopo una serie formata da due tornanti raggiungiamo la parete meridionale del Monte Tabuto in cui vi sono diversi ingressi scavati che conducono all’interno delle “Miniere di Selce” del Monte Tabuto. Si tratta di siti rupestri che in origine vennero scavati a partire dal 2200 a.C. da popolazioni neolitiche che vivevano sulle limitrofe alture dei Monti Raci, Racello e Sallia (vedi più giù) per estrarre la selce utilizzata per la creazione di rudimentali strumenti da lavoro. Queste caverne vennero utilizzate poi come siti funerari che vennero casualmente rinvenuti durante l’occupazione araba della Sicilia proprio da una guarnigione di soldati saraceni, che chiamò questo colle “Tabut” ossia “Tomba”; da qui si origina il toponimo “Monte Tabuto” (e in siciliano il termine “Tabbutu” significa appunto “Tomba” o “Sepolcro”). Altri siti estrattivi che fungevano da tombe vennero studiati dall’archeologo Paolo Orsi alla fine del 1800. Nelle pareti del Monte Tabuto vi sono comunque resti di “Latomie” e di altri siti rupestri oltre che di insediamenti rurali e terrazzamenti delimitati da muri a secco. La sommità del Monte Tabuto (alta 433 metri sul livello del mare), raggiungibile dalla S.P. 9 da un’antica “Trazzera” (mulattiera) delimitata da muri a secco, presenta vari casali e masserie rurali appartenenti un tempo ai Baroni Melfi di Sant’Antonino.

Sotto il Monte Tabuto vi è un piccolo “sentiero di mezzacosta” che costeggia casali rurali e siti rupestri (cave di estrazione litica nonché piccoli presunti siti sepolcrali) che conduce alla “Sorgente di Canicarao”, una piccola fonte che alimenta l’omonimo torrente (che però non da sufficiente portata idrica al corso d’acqua) posta in mezzo ad una lussureggiante macchia mediterranea collocata nel tratto terminale della cosiddetta “Cava dei Modicani”, profonda ed ampia cavità di tipo ibleo nota anche come “Vallone Coste” che si origina in territorio ragusano ma avente un breve tratto in territorio comisano. In questa zona oltre a varie sorgenti di acqua (quale la “Sorgente Coste”) vi sono posti anche i ruderi di una piccola Chiesa Rupestre di epoca bizantina risalente al V secolo d.C. (401 – 500) oltre a varie rovine di siti rupestri di varie epoche (riutilizzati come rifugio per gli animali dai pastori locali).

Al termine del tratto della S.P. 9 che lambisce il Monte Tabuto e il Vallone delle Selci, entriamo in territorio ragusano presso l’incrocio con la S.P. 77 Ponte Pezza – Monte Raci (che conduce a Chiaramonte Gulfi), proseguiamo verso sud in direzione Ragusa notando rispettivamente il Monte Raci alla nostra sinistra e il Monte Racello alla nostra destra, facendo caso che questi due rilievi formano appunto due “mammelle” collocate su di un “terrazzo” naturale che si affaccia presso il tratto finale della cosiddetta “Cava dei Modicani”. In questi due rilievi vi sono collocati importanti siti archeologici. 

Il Monte Raci è un rilievo alto 610 metri posto nel versante orientale del sopracitato “terrazzo” a strapiombo sulla Cava dei Modicani la cui sommità è raggiungibile da una traversa posta sulla S.P. 9. Qui vi sono i resti di un insediamento abitativo (non si sa se apparterrebbe ad un vero e proprio “villaggio”) di cui rimangono i blocchi basaltici che formavano primitivi edifici abitativi, che però sorgevano su un preesistente sito abitativo risalente al periodo “castellucciano” (2200 – 1700 a.C. circa) che era formato da capanne (alcuni ritrovamenti ceramici farebbero presagire tutto ciò). Ovviamente vi sono anche ruderi di insediamenti rurali e di terrazzamenti oltre alla presenza di caseggiati utilizzati ancora oggi dagli agricoltori e dagli allevatori locali.

Il Monte Racello invece è alto 533 metri ed è posto sul versante occidentale che si affaccia sulla Cava dei Modicani, che però è collocato su un piccolo altopiano formato dai rilievi noti come “Cozzo delle Ciavole” e “Monte Sallia” (posti a strapiombo sulla confluenza tra il sopracitato “Vallone delle Selci” e la Cava dei Modicani in cui si forma la Cava Canicarao), e la sommità è raggiungibile da due sentieri posti sulla S.P. 9: il primo collocato presso la mulattiera che conduce alla sommità di Monte Tabuto alla nostra destra (venendo da Comiso), all’inizio del “Vallone delle Selci”; l’altro posto dopo l’incrocio con la S.P. 77 collocato sempre alla nostra destra dopo aver oltrepassato quello che conduce al poco distante Monte Raci. Comunque sia l’area del Monte Racello presenta varie necropoli di epoca neolitico – sicula a grotticella artificale oltre a siti sepolcrali di epoca “neolitico – castellucciana” dislocati presso le pareti del rilievo.

A sudovest del Monte Racello è posto il rilievo formato dal Cozzo delle Ciavole e dal Monte Sallia (o “Salia”) sulla cui sommità (alta circa 466 metri sul livello del mare) sono stati rinvenuti i ruderi di un villaggio abitativo di epoca neolitica (2200 – 2000 a.C. circa) che era composto prevalentemente da basamenti in cui venivano collocate capanne abitative, la cui fonte di sostentamento era l’agricoltura praticata con gli oggetti di selce estratta dal limitrofo sito del Monte Tabuto. Esso era collocato nella parte più alta del rilievo, mentre sulle pareti a strapiombo tra la confluenza che da origine alla Cava Canicarao è posta un’interessante necropoli rupestre composta da varie grotticelle artificiali. Anche qui vi è è la presenza di ruderi rurali di insediamenti e terrazzamenti, nonché la presenza di alcuni caseggiati.

Va detto infine che dalla sommità dei Monti Tabuto, Raci e Racello (comprendente anche l’altopiano di Cozzo delle Ciavole e Monte Sallia) si può ammirare un ottimo panorama delle aree iblee limitrofe nonché delle città di Comiso, Vittoria e Acate, nonché della costa occidentale della Provincia di Ragusa e del Golfo di Gela con visuale sui centri di Santa Croce Camerina, Caucana, Punta Braccetto, Scoglitti, Marina di Acate e Gela.

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