Comiso, Museo Civico di Storia Naturale (Palazzo ex Scuola d’Arte)

Comiso

Museo Civico di Storia Naturale
(Palazzo ex Scuola d’Arte)

Al numero civico 9 di Via degli Studi è posto il Museo Civico di Storia Naturale della città di Comiso, fondato nel 1991 all’interno dell’ex Scuola d’Arte della città comisana. Si tratta di uno dei più interessanti e ricchi musei paleontologici dell’Italia meridionale considerato anche come il principale di tipo “paleontologico – zoologico” dell’intera Sicilia, che comprende all’interno anche un vasto percorso didattico con cui viene ricostruito il ciclo biologico durante il periodo della preistoria in cui avvennero i vari cicli evolutivi delle specie animali, comprendendo una sezione paleontologica in cui sono esposti scheletri e fossili, ma anche una sezione zoologica in cui sono collocati i modelli anatomici di varie specie animali. Il grande numero di reperti fossili e di modelli anatomici riguardanti la fauna e la flora preistorica fa di questo sito museale uno dei più interessanti di tipo paleontologico – zoologico di tutta l’Italia; essi no provengono dalla Sicilia (in particolare dall’area sudorientale dell’isola comprendente l’area occupata dai Monti Iblei riguardante le province di Ragusa e Siracusa e l’area meridionale della provincia di Catania) e da altre parti d’Italia e del mondo. Va detto inoltre che annualmente il Museo Civico di Storia Naturale di Comiso pubblica la rivista “Natura Rerum” (per saperne di più clicca qui).

L’edificio che ospita il museo, come detto in precedenza, era la sede della Scuola d’Arte della città comisana fondata nel 1907 per volere dell’allora sindaco della città comisana Raffaele Caruso (ricordato con una stele posta presso l’atrio dell’odierno museo) all’interno della quale vennero formati diversi artisti comisani tra cui va citato il famoso pittore comisano Salvatore Fiume e l’artista sciclitano Piero Guccione. La scuola d’arte comisana, in cui insegnò anche il famoso artista palermitano Pippo Rizzo, ebbe un notevole prestigio nella prima metà del 900 nei periodi dei due dopoguerra, venendo poi trasferita all’interno del nuovo Istituto di Istruzione Superiore “Giosuè Carducci” di Viale della Resistenza (www.istitutocarducci.gov.it) venendo intitolato al pittore comisano Salvatore Fiume (defunto nel 1997). Dal 1991 grazie all’interessamento del Comune di Comiso all’interno dell’ex istituto scolastico è stato quindi posto il Museo Civico di Storia Naturale che, grazie all’operato del conservatore scientifico Gianni Insacco (a cui si deve il ritrovamento di circa 8000 reperti fossili rinvenuti nelle aree limitrofe alla cittadina comisana ed esposti all’interno dell’edificio) e molti altri collaboratori. Nel 2016 il museo viene riconosciuto come “Istituzione Scientifica” dal ministero dell’ambiente del governo italiano.

L’edificio in cui era posta la Scuola d’Arte si presenta come un edificio in stile razionalista contraddistinto da una parete formata da lastroni di pietra, suddiviso in due ordini orizzontali a loro volta divisi in vari corpi verticali di cui quello centrale e quelli esterni leggermente più avanzati rispetto al resto dell’edificio. Il corpo centrale dell’edificio presenta al centro un portale d’ingresso di forma rettangolare affiancato da due finestre della medesima forma sopra le quali vi sono bassorilievi caratterizzati da motivi geometrico – floreali. L’ordine superiore reca tre finestre arcuate divise da pilastri bugnati e delimitate nella parte inferiore da balaustrini mentre ai vertici vi sono sempre fregi scultori di tipo geometrico – floreale. I corpi laterali possiedono sedici finestre (otto per corpo, quattro per ordine) di cui quelle inferiori di forma rettangolare e quelle superiori di forma arcuata. I corpi esterni possiedono quattro grandi finestre (due per corpo, una per ordine) di cui quella inferiore di forma rettangolare (divisa in tre aperture da pilastrini) e quella superiore di forma arcuata. Un elegante frontone merlato cinge la sommità dell’edificio.

Varcato il portale centrale ci ritroviamo all’ingresso del Museo Civico di Storia Naturale nelle cui pareti laterali sono poste due targhe in Pietra di Comiso scolpite nel primo dopoguerra, una dedicata al sindaco Raffaele Caruso che fondò l’ex Scuola d’Arte (posta nella parete destra), e l’altra che commemora la memoria degli alunni della scuola (i cui nomi sono incisi sulla stele) caduti durante la I guerra mondiale. Alla fine dell’atrio vi è la biglietteria d’ingresso e l’atrio che conduce alla sede amministrativa del museo caratterizzato da pannelli in Ceramica di Caltagirone che raffigurano vari animali. L’ingresso al museo vero e proprio è posto alla nostra sinistra.

Varcato saliamo una scala in cui sono esposti una lastra di pietra con all’interno vari fossili marini nonché una vetrinetta contenente reperti fossili di antichi ammoniti (molluschi cefalopodi simili ai calamari ma aventi un guscio esterno simile a quello di una chiocciola, ormai estinti) oltre a pannelli didattici riguardanti l’evoluzione delle specie animali durante la preistoria.

Varcato l’ingresso ci troviamo all’interno delle sezioni del museo; a destra si raggiunge quella “paleontologica”, mentre a sinistra quella “zoologica”.

La sezione paleontologica del museo è suddivisa in tre stanze in cui sono collocate le sezioni riguardanti i periodi della preistoria suddivisi in “archeozoico”, “paleozoico”, “mesozoico”, “cenozoico” e “neozoico” in cui sono collocati fossili di invertebrati marini quali i sopracitati ammoniti (che come è stato detto in precedenza erano molluschi cefalopodi provvisti di tentacoli piuttosto simili ai calamari), trilobiti (organismi artropodi ormai estinti simili ad insetti i cui “parenti” attuali sembrerebbero essere le “Pulci di Mare”), molluschi cefalopodi, crostacei, pesci corazzati e antichi organismi cetacei (mammiferi simili alle odierne balene). Non mancano reperti fossili di rettili di cui piccoli dinosauri, coccodrilli e resti di antiche tartarughe nonché di reperti vegetali. In una sala a parte vi sono i resti di organismi vertebrati mammiferi di cui spiccano gli scheletri di un elefante nano e di un bradipo gigante nonché la mandibola ed i peli di un mammut siberiano nonché frammenti fossili di scheletri sempre di elefanti nani rinvenuti in territorio comisano (che secondo uno studio condotto su di essi sembrerebbero essere i più antichi della Sicilia) oltre ai resti fossilizzati di armadilli e frammenti ossei appartenenti a varie specie vissute nel periodo neozoico di cui il frammento di un guscio appartenuto ad tartaruga rinvenuto presso Santa Croce Camerina. Nel corridoio adiacente a queste sale sono poste vetrine in cui sono collocati i resti ossei di mammiferi erbivori e carnivori oltre ad una vetrina dedicata all’evoluzione umana con i crani appartenenti alle varie specie di ominidi disposti in base al percorso evolutivo e dei vari reperti correlati ad essi. Infine in una piccola vetrina sono posti fossili vegetali appartenenti a vari tipi di piante preistoriche.

La sezione zoologica è divisa in due sale. Nella prima a sinistra troviamo vetrine in cui sono esposti i modelli anatomici e parti ossee varie specie animali. Tra esse vi sono quelli di pesci ossei e cartilaginei di cui un grosso “Pesce Mola” a oltre a varie specie ittiche locali e no; rettili di cui serpenti, lucertole e tartarughe; infine vari modelli di anfibi (rane e rospi). Nella seconda a destra vi è la sezione “abissi” composta da particolari vetrine simili ad oblò in cui sono posti i modelli anatomici di varie specie animali che popolano i fondali piuttosto profondi, di cui vanno citati due totani giganti. Proseguendo troviamo alla nostra destra il modello di un grosso Pesce Luna di circa una tonnellata ritrovato presso il litorale di Cervia (RA) in Emilia Romagna nel 1999 (raggiungibile da una rampa di scale), mentre alla nostra sinistra si apre un ampio corridoio in cui alla nostra destra vi è una vasta collezione di modelli anatomici appartenenti a varie specie di volatili di cui rapaci, passeriformi, fringillidi e uccelli acquatici. A fianco vi è posta la sala dedicata alle grandi tartarughe di terra e di mare, in cui sono posti i modelli e i gusci di tartarughe “Caretta Caretta” (presenti nei mari siciliani) e “Liuto” (dal guscio rigato) oltre a modelli anatomici e scheletrici di vari tipi di tartarughe e alla schematizzazione delle fasi di nidificazione delle tartarughe marine secondo uno studio avvenuto presso Marina di Acate in località “Macconi”. Di fronte vi è la sala dedicata ai cetacei in cui vi sono posti scheletri e parti ossee di grandi mammiferi acquatici delle sottocategorie note come “odontoceti” (cetacei provvisti di dentatura) di cui i due scheletri interi di un globicefalo e di uno zifio (grossi cetacei) oltre che di un delfino comune, di un capodoglio nano e di uno steno, e “misticeti” (cetacei provvisti di speciali lamine ossee all’interno della bocca note come “fanoni”) di cui vanno citati gli scheletri di una balenottera ritrovata presso Ribera (AG) e delle parti del cranio di piccolo esemplare di balena, oltre a vari frammenti ossei. Nel corridoio d’ingresso alle sopracitate sale vi sono vetrine in cui sono esposi i modelli di un maestoso “granchio gigante” proveniente dal Giappone, di un “celacanto” (grosso pesce tropicale) e del mollusco bivalve (avente due conchiglie) più grande del mondo, la “tridacna gigante”, oltre a modelli anatomici di crostacei (granchi, gamberi, aragoste, astici, cicale ecc…), molluschi gasteropodi (lumache di mare), bivalvi, echinodermi (ricci e stelle di mare) e di vari tipi di “coralli” delle famiglie “cnidari” e “poriferi” provenienti da ogni parte del mondo.

Tra le due sezioni è posta un’aula – auditorium utilizzata per convegni ed eventi di vario tipo.

Il resto dell’edificio comprende un’area dedicata all’amministrazione del sito museale e ad un’area in cui i reperti vengono immagazzinati, studiati e catalogati (queste aree non sono ovviamente visitabili).

L’orario di visita  al Museo Civico di Storia Naturale di Comiso è dalle ore 09.30 alle 13.00 dal Martedì al Sabato, mentre nelle giornate di Martedì e Giovedì il museo rimane aperto dalle ore 15.30 alle 18.00. L’ingresso prevede l’acquisto di un biglietto d’ingresso al costo di 3,50 euro a persona (ridotto 2,00 euro). Per informazioni più dettagliate sul museo, su come e quando visitarlo e sugli eventi organizzati al suo interno visitate la pagina facebook del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso oppure cliccate qui.

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