Comiso, Via Papa Giovanni XXIII – Duca d’Aosta (corso urbano del Torrente Cucca)

Comiso

Via Papa Giovanni XXIII – Duca d’Aosta
(corso urbano del Torrente Cucca)

La Via Papa Giovanni XXIII è una delle più importanti arterie viarie del centro storico comisano che, assieme alla Via Duca d’Aosta, forma il tratto urbano in cui era incanalato il corso d’acqua noto come “Torrente Cucca”, che nasce a sud di Comiso presso la Contrada Nollica. Oggi il torrente è del tutto prosciugato e in parte scorre nel sottosuolo comisano (anche se si presenta interrato in quanto ospitante le sopracitate sedi stradali) immettendosi a nordovest della città presso il Fiume Ippari. Queste due vie sono attraversate dal Corso Vittorio Emanuele II nel tratto che costeggia l’ala meridionale della Chiesa di Santa Maria Annunziata, la cui piazza in cui si affaccia è solcata proprio dalla Via Papa Giovanni XXIII o per meglio dire, da quello che un tempo era il letto del Torrente Cucca, sul cui tratto è posto questo asse viario (da visitare preferibilmente a piedi, dato che comprende vari “sensi unici” e con un veicolo a motore non è consigliabile perlustrarlo).

Il Torrente Cucca, più precisamente nel periodo medievale, bagnava l’area ad ovest del quartiere un tempo noto come “San Nicola”, posto tra le attuali Chiese dell’Annunziata (che un tempo era intitolata a “San Nicola di Bari”) e di Santa Maria delle Stelle. Nel sito in cui sorge quest’ultimo luogo sacro (oggi “Chiesa Madre” della città) vi erano un vasto lavatoio pubblico che riutilizzava le acque della “Fonte Diana” che a loro volta si immettevano molto probabilmente in questo torrente forse tramite le canalizzazioni di epoca romana rinvenute sul sito delle “Terme di Diana” in Via Emanuele Calogero, strada che collega attualmente le Piazze Fonte Diana e delle Erbe. Presso l’ipotetica confluenza dei corsi d’acqua sopracitati, un tempo vi era anche un antico mulino ad acqua che sfruttava questa ormai perduta risorsa idrica e, bisogna inoltre dire che un tempo qui vi era collocato anche una piccola “chiesa” nota appunto come “Santa Maria del Mulino”, che poi venne abbattuta nell’ultima metà del 1400 per consentire la costruzione della futura ed attuale “Chiesa Madre” comisana. Con l’ingrandimento della città il torrente venne inglobato all’interno di essa venendo scavalcato tramite pittoreschi ponti di cui gli unici rimasti sono quello ad arco di Via Roma noto come “Ponte Onorio” che scavalca la Via Duca d’Aosta nell’area nota come “Scarpata della Cucca” ossia il punto in cui il torrente si immetteva all’interno della città collocata tra le Vie Calatafimi e Duca d’Aosta, e quello di Via Giuseppe Morso che invece oltrepassa il tratto settentrionale di Via Papa Giovanni XXIII che attraversa una dimessa area industriale nota come “Teverina” lambendo il quartiere medievale dell’Ospedale (noto anche come “Pero”) posto ad ovest dell’area limitrofa al Castello Aragonese di Comiso (e quindi vicina al quartiere detto di “San Biagio” per via dell’omonima chiesa) dove il torrente, dopo esser stato incanalato nel sottosuolo comisano come detto in precedenza, spunta di nuovo alla “luce del sole” venendo scavalcato da due piccoli ponti attraversati dalle Vie Ippari e Villafranca, nonché dalla vicina linea ferroviaria che collega Comiso a Ragusa. Poco più ad ovest vi è la confluenza tra il Torrente Cucca e il Fiume Ippari, in località “Acqua di Poma”. 

Oggigiorno rimane parte del canale in cui il torrente era incanalato all’interno della città comisana che è stato per buona parte interrato, di cui il tratto iniziale posto nella sopracitata “Scarpata della Cucca” tra le Vie Duca d’Aosta e Calatafimi raggiungibile dalla Piazza Annunziata risalendo Via Duca d’Aosta verso sud fino al “Ponte Onorio” e da qui risalire Via Calatafimi in cui è posta questa canaletta. Qui è collocato anche un edificio poggiante su “barbacani” a sezione trapezoidale che molto probabilmente appartenevano ad un’opera difensiva di epoca medievale. Presso il resto della Via Duca d’Aosta vi si affacciano eleganti edifici settecenteschi, ottocenteschi e novecenteschi, andando a confluire a sud del Corso Vittorio Emanuele II presso la Via Giovanni XXIII il cui tratto meridionale parte dalla Via Torino (a poca distanza dall’ex Convento dei Frati Cappuccini).

Il corso urbano del torrente prossimo alle Piazze dell’Annunziata e delle Erbe quindi era (ed è) compreso lungo il tratto meridionale di Via Papa Giovanni XXIII che, dal Corso Vittorio Emanuele II si va a collegare presso la Via Villafranca. L’area in cui era posto il sopracitato mulino medievale tra la confluenza col Torrente Cucca e il corso d’acqua alimentato dalla Fonte di Diana doveva trovarsi all’altezza tra Piazza delle Erbe e l’incrocio tra le Vie Emanuele Calogero e Virgilio appunto con il tratto di Via Papa Giovanni XXIII che costeggia l’elegante spiazzale in cui è posta la Chiesa Madre di Comiso, vicino all’ex Mercato Ittico.

Oltrepassata la piazza notiamo il ponte di Via Giuseppe Morso, sotto il quale la Via Papa Giovanni XXIII va a costeggiare l’area dello stabilimento “Teverina” posto alla nostra sinistra venendo da Piazza delle Erbe. Così come alla nostra sinistra è posto lo sbocco del Torrente Cucca che, come detto in precedenza, va ad immettersi presso il Fiume Ippari a nordovest della città. In questa zona vi sono edifici in stile rustico e piccole scalinate che si collegano ai limitrofi quartieri della “Matrice”, di “San Francesco” e del “Pero”.

Va detto infine che l’asse viario delle Vie Duca d’Aosta e Papa Giovanni XXIII è molto frequentato durante le principali festività religiose popolari che si tengono a Comiso, specie quelle consacrate a “Santa Maria Annunziata” e a “Santa Maria Addolorata”.

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