*Ferla, Rovine del Castel di Lega

Dalla S.P. 10 per Cassaro scendiamo presso il ponte sul Torrente Ferla in cui vi è una piccola traversa alla nostra sinistra (venendo da Ferla) posta prima di esso in cui vi sono delle case private. La percorriamo entrando presso la Contrada Castello, in cui sono ubicate le rovine del cosiddetto “Castel di Lega”, ossia il castello medievale dell’antica città ferlese, crollato e ridotto ad un esiguo cumulo di rovine per colpa del terremoto che l’11 Gennaio 1693 distrusse le città della Sicilia sudorientale. Questa strada poi risale verso la S.P. 10 in direzione di Ferla.

Il “Castel di Lega” che non è il vero e proprio nome della fortezza medievale ferlese però sembrerebbe avere origini molto più antiche, poiché esso viene chiamato così dallo scrittore greco Tucidide che lo descriveva come una fortezza appartenente alla popolazione sicula locale, ipotesi avvalorata anche dallo studioso netino Tommaso Fazello; era forse un avamposto militare appartenente al limitrofo sito di Hybla posto presso Pantalica? Il nome “Lega” potrebbe inoltre riferirsi ad una sorta di “unione” tra tribù sicule che permanevano presso questa rocca difensiva uniti per difendere la zona meridionale del regno siculo di Pantalica, di cui il mitico re Hyblon ne era il sovrano. Il sito militare venne utilizzato in epoca greca così come ci riferisce lo scrittore Tucidide e poi in seguito in epoca romana esso venne adibito a vero e proprio centro abitato che, col passare del tempo andò a formare il primitivo nucleo abitativo di Ferla.

Di certo sappiamo che il castello medievale dell’antica Ferla sorgeva a sud dell’antica città posta ai piedi del Monte Rigoria, su cui vi sono ancora rovine di abitazioni, case, chiese e vari edifici, in cui parte della morfologia urbana è presente presso l’attuale zona meridionale della città ferlese (quartieri del Carmine, di San Sebastiano, della Matrice e di Castelverde), su cui sorgeva la parte settentrionale dell’antico centro abitato. Molto probabilmente si trattava di un villaggio utilizzato come avamposto militare, che in epoca romana sarebbe divenuto una fortezza vera e propria; infatti questa zona era nota sin dall’antichità come “Castrum Ferulae”. Il castello divenne “fortezza” a tutti gli effetti in epoca arabo – normanna, venne ampliato sotto gli aragonesi raggiungendo la massima espansione in periodo spagnolo (sotto Carlo V) crollando poi durante il sisma del 1693. Gran parte delle macerie del castello vennero riutilizzate per costruire i monumenti principali dell’attuale Ferla (soprattutto le due principali chiese consacrate a San Giacomo e a San Sebastiano).

Del castello medievale rimangono poche rovine poste su una rocca che da destra sovrasta la stradina che si collega alla S.P. 10. Di esso rimane parte della cinta muraria e dei basamenti delle torri difensive. Nei dintorni vi sono altre rovine di edifici tra cui sicuramente quelli dell’antica Chiesa di San Paolo; ma anche costruzioni militari. Sotto il colle del castello, lungo il Torrente Ferla e il Vallone Arancio vi sono alcuni grossi blocchi, forse facenti parte della cinta muraria che, cingendo Ferla, collegava il sito di Castelverde al Castel di Lega seguendo la morfologia della cava che fungeva da “fossato naturale” rendendo Ferla uno dei centri più inespugnabili di tutta l’area del Val di Noto.

Altre rovine nella zona sono riconducibili ad insediamenti rurali costituiti dopo il terremoto (ora utilizzati come terrazzamenti agricoli), caverne che ospitarono degli ovili rupestri fortificati per proteggere gli animali dall’assalto di predatori (come l’ormai estinto Lupo, nonché da volpi, donnole e faine) ma anche oratori bizantini, concerie, palmenti e, a fondovalle antichi mulini. Sono presenti anche rovine riconducibili ad antichi edifici della medievale Ferla.

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