*Ferla, Vallone Arancio – Castelverde e Necropoli Sicule

Il Vallone Arancio è un’interessante cava iblea posta a sudovest della città di Ferla presso le Contrade Montitto, Castelverde, Tronzo e Testa dell’Acqua (da non confondere con l’omonima località appartenente al comune di Noto), sotto cui scorre un piccolo torrente che si immetterà poi presso il Torrente Ferla, che a sua volta confluirà in territorio cassarese presso la Valle dell’Anapo, lo si può raggiungere sia dalla Via Castelverde, sia dalla S.P. 10 Cassaro – Ferla.

 Il Vallone Arancio, noto anche come “Cava di Castelverde”, si forma dalla congiunzione di tre piccole cave iblee (Boschetto, Tronzo e Testa dell’Acqua in cui vi è posta la sorgente del piccolo Torrente Arancio) andando a formare una piccola ma interessante cava ricca di vegetazione mediterranea, ma soprattutto di rovine archeologiche di varie epoche molto importanti per il passato del territorio ferlese, ubicate a ridosso del rilievo ibleo noto come “Montitto”.

Su entrambe le pareti della cava possiamo notare le rovine appartenenti ad una Necropoli rupestre risalente all’Età del Bronzo riutilizzata anche dai Bizantini come oratori ed insediamenti rupestri. Sempre presso le pareti della cava sono presenti dei blocchi che sarebbero riconducibili alle rovine di una fortezza medievale, che siano quelle del cosiddetto Castelverde da cui la zona limitrofa prende il nome? Esse sono posizionate sulla sommità delle pareti meridionali del vallone, che fungeva quindi da “fossato naturale” che, unito al torrente Ferla, su cui si trovano le rovine del Castel di Lega (le cui rovine sono poste a sudest della città), faceva di Ferla un importante centro strategico del Val di Noto, nonché di buona parte della Sicilia meridionale, ma queste tesi dovrebbero essere avvalorate da una campagna di studi archeologici molto approfondita.

Presso il fondo della cava vi sono situati i resti di un vecchio lavatoio di epoca medievale.

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