*Ferla, Zona Archeologica di San Martino – San Sisto – San Leonardo (Necropoli di San Martino – Fosso San Martino – San Sisto – Cava San Leonardo)

Ferla

*Zona Archeologica di San Martino – San Sisto – San Leonardo
(Necropoli di San Martino – Fosso San Martino – San Sisto – Cava San Leonardo)

Alle pendici dei rilievi iblei situati presso la Contrada Braida, vi è l’area archeologica delle Contrade San Martino – San Sisto – San Leonardo comprendente una vasta necropoli siculo – bizantina, sorta in seguito ad un insediamento abitativo posizionato a nord della città di Ferla molto probabilmente a nord della Cava Tre Canali.

Situata in Contrada San Martino, l’omonima Necropoli è forse l’unica nel territorio ferlese a rimanere ben conservata. Essa si affaccia presso il Fosso di San Martino in cui scorre un piccolo corso d’acqua che alimenta la Cava San Leonardo (che affluisce a sua volta presso il Torrente Ferla in territorio di Cassaro presso la Contrada Mascà). E’ raggiungibile dalla S.R. 11 per Pantalica oltrepassando un tornante in cui vi sono le rovine di un abbeveratoio (alimentato dalla Fonte di San Martino) e, alla nostra sinistra, seguire un sentiero scosceso che tra vegetazione e muri a secco ci conduce al sito funerario.

Delle tante tombe rupestri quelle che meritano più considerazione sono due. La prima nota con il nome di “Sepolcro di Sant’Anna” è una Catacomba rupestre di epoca sicula utilizzata come cimitero rupestre dai Monaci dell’ormai inesistente Convento di Sant’Anna, che era qui collocato in epoca bizantina e di cui si sono perse le tracce (da non confondere col limitrofo Monastero di Contrada Braida). All’interno di questa grotta troviamo ben 32 nicchie sepolcrali e arcosoli in cui fino a poco tempo fa si potevano anche intravedere resti umani appartenenti ai Monaci defunti che vi venivano riposti. Da ammirare anche notevoli tombe a baldacchino tra cui la cosiddetta “Tomba di Dioniso”, probabilmente un predicatore molto conosciuto in epoca bizantina sul cui sepolcro vi è riportata un’iscrizione commemorativa in greco antico in cui è riportato questo nome.

La seconda è rappresentata da una piccola Chiesa Rupestre recante 12 nicchie sepolcrali. Qui possiamo ammirare i resti di un affresco rupestre raffigurante “Sant’Anna”, “San Pietro Apostolo” e un altro “Santo” sconosciuto. A poca distanza vi è la Fonte di San Martino, piccola grotticella da cui fuoriesce acqua potabile che alimenterà il piccolo “Torrente San Martino” che come sappiamo confluirà più a valle presso il Torrente Ferla.

Attorno alla Necropoli di San Martino e presso le aree di San Sisto (a nord est) e San Leonardo (a sud est) come detto prima vi sono altre tombe però molto più antiche. Si tratta di tombe neolitico – sicule di epoca castellucciana a grotticella artificiale utilizzate però anche in epoca paleocristiana. Presso il sito di San Sisto vi doveva inoltre sorgere un omonimo Convento appartenente sempre ad una comunità di Monaci Benedettini, che però si trasferì presso il Monastero di Contrada Braida.

A sud vi è invece la vasta area iblea di San Leonardo (dal cui toponimo possiamo presumere che anche qui vi fosse una fiorente comunità religiosa) in cui si apre l’omonima Cava sotto cui scorre il Torrente San Martino, che per un buon tratto funge da confine tra i territori di Ferla e Cassaro. L’altopiano settentrionale della cava, posto presso l’area nota come “Piantilenza”, è tuttora sfruttato per fini agricoli – pastorali, mentre quella meridionale corrisponde alla Contrada Mascà superiore, posta tra Ferla e Cassaro. Lungo le pareti di questa cava vi sono anfratti e concrezioni rocciose che potrebbero contenere anche rovine archeologiche di varie epoche (molto probabilmente vi sono rovine di insediamenti e necropoli rupestri) nonché una folta macchia mediterranea incontaminata che ricopre gran parte di questa cava in cui sono presenti anche resti di terrazzamenti delimitati da muri a secco. Il fondo della cava lo si può visitare anche dal tratto cassarese della S.R. 11. presso la quale scorre l’ultimo tratto del Torrente San Martino, che confluirà presso il Torrente Ferla, a poca distanza dalla Valle dell’Anapo.

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