*Francofonte, Rovine del Castello di Chadra

Percorrendo la Strada Comunale Canali in direzione Scordia – Lentini, arriviamo presso la Traversa Gadera (posta in un incrocio alla nostra destra, formato da muri a secco in cui sono posti grossi pali della luce) che scende verso il corso del Torrente Canali arrivando presso le rovine del Castello di Chadra, monumento medievale tra le più importanti testimonianze del passato medievale della Provincia di Siracusa. Esse, comprendenti per la maggior parte i ruderi di un antico castello, si trovano nelle campagne a Nord est di Francofonte che un tempo formavano il vasto Feudo di Gadera (volendo si possono raggiungere anche da Francofonte, percorrendo a piedi la Via Gadera arrivando fino al corso del Torrente Canali). Si tratta dell’insediamento feudale più antico posto in territorio francofontese.

Questi antichi ruderi sono immersi tra agrumeti e oliveti da molti secoli. Sembra che questo mucchio di pietre non abbia niente da dire, ma, come detto prima, questo è uno dei pochi monumenti che rappresentano il periodo medioevale nella Sicilia sud orientale. I documenti che attestano l’esistenza di questo maniero risalgono addirittura all’anno 1270 quando ancora era un casale. Il nome “Chadra” dovrebbe derivare dalla parola “Cadera” che dovrebbe essere il nome della famiglia che ne deteneva la proprietà. Nel 1296 il casale “Chadra” divenne feudo delle famiglie Mortillaro e De Lamia. Proprio nel 1307 Giovanni De Lamia fece fortificare questo casale. Dopo la fondazione di Francofonte il sito passò alla famiglia Gravina – Cruyllas di Palagonia ed ebbe ruolo di fortezza difensiva. Nei secoli il castello si ampliò, vennero costruite torri di avvistamento, cinte murarie all’esterno, mentre all’interno c’erano due cortili dove si affacciavano le stalle e l’abitazione della famiglia feudataria. I terremoti degli anni 1552 e 1693 rasero al suolo questo castello.

L’antico Feudo di Chadra oggigiorno è occupato da immense distese di agrumeti che circondano le rovine dell’antico castello. Adiacente alle rovine vi sono i resti di un villaggio rupestre bizantino (vedi link “Cava e Mulini del Torrente Canali” posto nella pagina precedente per saperne di più).

Dell’antico castello possiamo ammirare le massicce mura perimetrali sorte su un’ansa del Torrente Canali che formava così una specie di fossato difensivo. All’interno del perimetro delle mura difensive (probabilmente di forma quadrangolare) entriamo dentro una specie di cortile fortificato dove notiamo i resti della “Torre Maestra” (dove erano ubicate le stanze dei feudatari) avente forma cilindrica con saettiere (torri difensive) poligonali, tipiche dei castelli d’origine sveva. Presso queste rovine vi è il “Baglio”, ossia il terreno coltivato di proprietà dei feudatari, dove tuttora vi sono alberi di agrumi. Poco distanti vi sono le rovine del cortile interno, delle stalle e dei magazzini del castello.

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