Francofonte, Festa di San Sebastiano

Francofonte

Festa di San Sebastiano

La Festa in onore di “San Sebastiano” festeggiata a Francofonte l’ultima Domenica di Maggio, è tra le più belle celebrate in onore del “Martire Milanese”, Protettore della cittadina francofontese, che si celebrano in tutta la provincia aretusea. Questa festa è senza dubbio la più antica di Francofonte poiché il culto al “Giovane Martire” risale alla prima metà del 1400, quando venne ritrovata a Marina di Mellli la prodigiosa Statua di “San Sebastiano di Melilli” (vedi il link sulla “Festa di San Sebastiano” nella pagina riguardante le feste e le tradizioni di Melilli). Quest’evento allora è stato considerato come un importante miracolo tanto che il culto di questo “Santo” si espanse in molte città della Provincia, tra cui appunto Francofonte. Questa festività è seconda per importanza solo a quella patronale della “Madonna della Neve”, ma per certi aspetti si presenta anch’essa ben festeggiata con la presenza di numerosi devoti che acclamano al loro “Santo Protettore”.

Storia di “San Sebastiano”

Clicca qui per aprire la storia

Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

[riduci]

Il culto francofontese legato a “San Sebastiano”

Come detto poch’anzi, la fede dei francofontesi verso “San Sebastiano” ha origine molto antiche risalenti al ritorvamento del simulacro di “San Sebastiano di Melilli” avvenuto nel Maggio 1414 presso l’area nota come “Penisola Magnisi”, la notizia del ritrovamento di questa statua (nonché di alcuni miracoli) fece accorrere molta gente dai centri limitrofi, e quindi anche da Francofonte accorsero alcuni che portarono il culto del “Santo Martire” presso la loro città. Difatti “San Sebastiano” venne proclamato “Protettore” poiché il titolo di “Santo Patrono” apparteneva a “Sant’Antonio Abate” a cui il fondatore di Francofonte Artale Alagona sembrava essere particolarmente devoto; comunque sia venne eretta una grandiosa chiesa in onore del “Bimartire” vista la grande devozione dei cittadini francofontesi. I primi festeggiamenti liturgici si ebbero nella prima metà del 1400, finché non venne dato il via alle prime processioni solenni. Il culto a “San Sebastiano” non venne meno neanche con la scoperta della miracolosa effige della “Madonna della Neve”, che venne subito proclamata “Patrona di Francofonte” a partire dal 1570. Il terremoto del 1693 distrusse tutti i principali monumenti sacri della città, così come la Chiesa medievale consacrata a “San Sebastiano”. Però dalle sue macerie venne ritrovata miracolosamente l’attuale Statua (di origine cinquecentesca) che poi venne sistemata nell’attuale Chiesa del Carmine in una cappella consacrata proprio a “San Sebastiano”. Nell’ottocento e nei primi del novecento, secondo a quanto narrava lo studioso francofontese Matteo Gaudioso, questa festa divenne pretesto sia per conquistare mariti o mogli, sia per punire chi deludeva le aspettative amorose di lei o di lui, divenendo una festa ad alto rischio (visita il link “Tradizioni popolari francofontesi” per saperne di più), ma quando le autorità minacciarono seriamente di abolire la festa tutto ritornò alla tranquillità. Oggigiorno la Festa di San Sebastiano di Francofonte, rimane una delle più allegre della Zona nord della provincia siracusana, dove la passionale fede dei francofontesi verso il loro “Protettore” rende magica questa festività legata ad un “Santo” particolarmente rispettato e venerato in tutta la Sicilia orientale.

La Festa Liturgica di “San Sebastiano” (20 Gennaio)

Il 20 Gennaio di ogni anno, dopo un periodo preparatorio, si tiene presso la Chiesa del Carmine la solenne Festa Liturgica in onore di “San Sebastiano” in cui, di fronte al cospetto del Simulacro del “Santo Martire”, accorreranno molti fedeli francofontesi a dargli onore. Questa festività ha il suo rito principale nella solenne Messa serale (ore 18.00 circa). Dopo questa solennità il “Santo” viene riposto nel suo Altare in attesa dei festeggiamenti di Maggio.

Il Pellegrinaggio a Melilli dei devoti francofontesi (3 – 4 Maggio)

La notte tra il 3 e il 4 Maggio molti fedeli francofontesi si ritroveranno presso il sagrato della Chiesa del Carmine per mettersi in cammino verso Melilli, dove l’indomani si celebra la festa in onore del miracoloso Simulacro del “Santo Martire” ritrovato presso la costa a nord di Siracusa (Penisola Magnisi) nel 1414. In seguito a questo ritrovamento il culto del “Santo” si è poi diffuso in gran parte della Sicilia orientale, e quindi anche a Francofonte.

I pellegrini percorreranno quindi l’insieme di strade provinciali che collegano Francofonte a Melilli arrivando presso Sortino e da li proseguendo per Melilli quasi sempre assieme a fedeli provenienti innanzitutto da Carlentini per poi incontrarsi nella città sortinese con quelli dell’area montana del siracusano (Palazzolo, Cassaro, Ferla, Buscemi, Canicattini e la stessa Sortino) e da altre zone limitrofe (Floridia, Solarino ecc…). Da Sortino si arriva quindi a Melilli per rendere onore al “Santo Martire” posto nella sua Basilica melillese.

La Festa Esterna di San Sebastiano (ultima Domenica di Maggio)

Il Triduo di Preparazione, la “Processione del Reliquiario di San Sebastiano” e l’inizio dei festeggiamenti (ultimo fine settimana di Maggio)

L’ultimo fine settimana di Maggio cominciano i riti che precedono i festeggiamenti esterni in onore di “San Sebastiano” esponendo il Simulacro del “Santo Martire” ai fedeli presso la Chiesa del Carmine. L’ultimo Giovedì di Maggio inizia il Triduo di Preparazione in onore di “San Sebastiano” che comprenderà anche le giornate del Venerdì e del Sabato di Vigilia. Durante il Triduo si terranno solenni Messe verso le ore 19.00. Nel frattempo  la città viene riccamente addobbata con illuminazioni artistiche e drappi rossocrociati in memoria del “Martirio di San Sebastiano”.

L’ultimo giorno del Triduo, ossia il “Sabato di Vigilia”, si terrà la solenne Messa serale sempre verso le 19.00. Dopo la Messa, alle ore 20.30 partirà la Processione del Reliquiario di “San Sebastiano”, seguito da numerosi fedeli. Dopo un buon giro all’interno del centro storico di Francofonte, avviene il rientro presso la Chiesa del Carmine salutato da un bello spettacolo pirotecnico.

La Festa in onore di “San Sebastiano” (ultima Domenica di Maggio)

L’ultima Domenica di Maggio Francofonte si risveglia verso le ore 08.00 con ventuno colpi di cannone che avvertono i cittadini ancora dormienti che la festa in onore del “Protettore di Francofonte” è iniziata. Alle 08.30 circa la Banda musicale gira in corteo per tutta la città francofontese chiamando così a raccolta i fedeli che andranno in pellegrinaggio alla Chiesa del Carmine innanzi alla Statua di “San Sebastiano” posta sulla “Vara” (anche qui noti come “Nuri”) che grideranno all’indirizzo del “Martire” toccanti grida di invocazione e di preghiera in dialetto. Verso le ore 10.00 vi sarà la Messa mattutina con cui le autorità francofontesi renderanno onore al “Protettore della città”. Nel frattempo i fuochisti sistemano le cariche con i fuochi artificiali e migliaia di “Nzareddi” (strisce di carta bianche e rosse che ricordano i colori delle “Confraternite di San Sebastiano”) presso la Chiesa del Carmine, che verranno sparate a mezzogiorno in occasione della “Nisciuta di Sam’Mastianu”.

La “Nisciuta di Sam’Mastianu” e la Processione Diurna

Dopo la Messa fervono i preparativi per la Processione; nelle quattro colonne che sostengono il tettuccio della “Vara” vengono legati quattro mazzetti di spighe di grano come rito propiziatorio per la raccolta del frumento che verrà in estate e sulla Statua del “Santo” viene posta una tovaglietta rosso porpora con gli Ex voto dei fedeli ricamati su di essa. Nel frattempo i portatori sistemano gli “Scali”, i travoni in legno che consentiranno loro di portare a spalla il pesante Simulacro.

Alle ore 11.30 un forte scampanio segnala che la Processione ha inizio, i portatori gridando invocazioni in dialetto francofontese all’indirizzo del “Santo”, si caricano la pesante “Vara ” sulle spalle per portarla in Processione. Appena il Simulacro esce dalla Chiesa del Carmine, un centinaio di “Nzareddi” sparati all’aria saluteranno la cosiddetta “Nisciuta di Sam’Mastianu” (“Uscita di San Sebastiano”) dando vita ad uno spettacolo emozionante dallo dallo sparo simultaneo di strisce di carta bianche e rosse che riempiranno il sagrato della Chiesa del Carmine andando a formare una specie di “Tappeto celebrativo” sopra cui passerà “San Sebastiano”, che viene acclamato dalle urla di gioia dei fedeli francofontesi.

Dopo lo sparo degli “Nzareddi”, la Processione sale verso la città alta accompagnata dalle “Confraternite di San Sebastiano” di Francofonte, Acireale, Santa Venerina, Ferla, Palazzolo Acreide  ed Avola. Nel frattempo i portatori, consapevoli che il loro tragitto sarà molto difficoltoso perché non è assolutamente facile percorrere un tragitto piuttosto scosceso in salita portando sulle spalle un pesante Simulacro sotto il caldo sole di fine Maggio; ma la loro fervente fede verso “San Sebastiano” è più forte della fatica e, nonostante le difficoltà, intonano toccanti quanto commoventi invocazioni al “Santuzzu” (aggettivo con cui “San Sebastiano” viene spesso chiamato in Provincia di Siracusa). Molti di loro lo fanno per sciogliere un “Voto di grazia ricevuta” verso il “Santo”, per cui preferirebbero morire dalla fatica piuttosto che non portare a spalla la “Vara” di “San Sebastiano”.

Quando la Processione arriva in Piazza Garibaldi verso le ore 12.00, “San Sebastiano” viene salutato con un’altro sontuoso sparo di “Nzareddi” accompagnati da colpi di cannone, moschetteria e fuochi d’artificio di vario tipo sparati in aria. La gente festante no può far altro che applaudire e commuoversi vedendo le migliaia di fedeli che invocano a squarciagola il nome di “San Sebastiano” per dargli onore, ma anche per ottenere delle grazie per i loro cari.

Dopo aver sostato in Piazza Garibaldi, il Simulacro percorrerà tutte le vie più importanti del centro storico scendendo poi verso la Chiesa Madre di Francofonte, dove terminerà la Processione Diurna in onore di “San Sebastiano”.

La Processione Serale e la conclusione dei festeggiamenti

Dopo la processione diurna, la gente continua a rendere omaggio al “Santo” recandosi nella Chiesa Madre di Francofonte per dare un’offerta o semplicemente per elevare una preghiera al “Bimartire”. Per tutto il pomeriggio la gente va alle bancarelle situate nel centro storico della città a fare compere in attesa della solenne Messa Vespertina in onore di “San Sebastiano” che verrà celebrata alle ore 19.00 circa.

Al termine di questa funzione, “San Sebastiano” viene caricato sul Carro trionfale che lo condurrà nuovamente in processione per le vie della città. Quando il “Santo”, verso le ore 20.00 esce nuovamente dalla Chiesa del Carmine, stavolta viene salutato con un forte sparo di fuochi artificiali che segnalano l’inizio del lungo corteo che si snoderà per le vie della città.

La Statua di “San Sebastiano” toccherà stavolta buona parte delle contrade cittadine e del centro storico, seguito da una moltitudine di gente che non smette un attimo di acclamarlo e di invocarlo.

Al ritorno presso la Chiesa del Carmine il “Santo” verrà salutato con applausi e invocazioni da tutta la sua gente devota, che è felice di aver dato onore al “Protettore di Francofonte”.

I festeggiamenti termineranno alle ore 23.30 con un sontuoso quanto potente spettacolo pirotecnico che chiuderà degnamente i festeggiamenti in onore di “San Sebastiano”. La gente che vi assiste incomincerà già da adesso ad aspettare il prossimo anno per poter festeggiare “San Sebastiano” e nei giorni a seguire verranno preparati già i nuovi “Nzareddi” che verranno sparati in onore del “Protettore di Francofonte” e dell’intera Provincia di Siracusa.

Torna indietro