Francofonte, Pasqua Francofontese

La Pasqua Francofontese è forse la più bella di quelle festeggiate nell’estrema zona nord della Provincia di Siracusa per i suoi riti toccanti, molto simili a quelli delle aree limitrofe della stessa provincia aretusea. Si tratta della prima grande solennità sacra dell’anno che vede celebrare a Francofonte i solenni e toccanti riti riguardanti la “Passione, morte e resurrezione di Cristo” (per saperne di più clicca qui) che vengono celebrati per tutto lo svolgimento della “Settimana Santa” e che presenta interessanti tradizioni religiose e popolari che fanno di essa una delle principali ricorrenze sacre della città francofontese.

La Domenica delle Palme e l’inizio della Settimana Santa

I riti pasquali iniziano per la Domenica delle Palme, con la cosiddetta “Processione delle Palme” che comincia verso le ore 10.00. Essa è un corteo che ricorda la trionfale “Entrata di Cristo a Gerusalemme”, città in cui venne accolto da numerosa gente che sventolando rametti di palma, salutava “Cristo” come un monarca del tempo. Dalla Chiesa dell’Angelo Custode, dopo la consueta benedizione dei rametti di palma, partirà un corteo che, dopo aver attraversato il centro storico francofontese, si concluderà in Chiesa Madre con una Messa solenne alle ore 11.00 circa. Nel tardo pomeriggio verso le ore 18.00 si tiene la Messa che chiude la Domenica delle Palme.

Il “Mercoledì Santo”, la Via Crucis Vivente e la preparazione dei “Sepolcri”

Dopo l’inizio della “Settimana Santa”, dopo due giorni apparentemente tranquilli (comprendenti solenni Messe celebrate verso le ore 18.00), il Mercoledì sera alle ore 21.00 si tiene la cosiddetta “Via Crucis Vivente”, rappresentata da figuranti n costume che ripropongono le “Ultime ore di vita di Cristo” (la “Resurrezione di Lazzaro”, l’ “Ultima Cena”, la “Preghiera nell’Orto degli Ulivi”, il “Tradimento di Giuda”, “Il Processo di Cristo” e infine la “Passione e Morte di Cristo”). Quest’evento è molto toccante poiché è inusuale vedere giovani attori che recitano la “Passione di Cristo” per il centro storico della città. Bisogna dire questa “Via Crucis Vivente” è la migliore della Provincia di Siracusa (apparte quella del “Passiu Santu” di Buccheri che è una manifestazione completamente diversa dalle classiche Vie Crucis Viventi), poiché ogni anno questo evento per la sua alta drammaticità, attira numerosi visitatori dalle città limitrofe (in particolare dalle vicine Lentini e Carlentini). Nel frattempo nelle chiese cittadine vengono preparati gli “Altari della Reposizione”, che sono perlopiù composizioni infiorate incentrate sull’ “Ultima Cena” e sul “Sacramento dell’Eucarestia”. Qui vengono deposti anche i cosiddetti “Lavureddi”, che sono composizioni fate con germogli di grano di color giallo paglierino, che assumono questa particolare colorazione poiché crescono in assenza di luce solare. Essi rappresentano la “Vittoria della Luce di Cristo sulle tenebre della morte”.

Il “Giovedì Santo”, la Processione del “Cristo alla Colonna” e la visita ai “Sepolcri”

Il “Giovedì Santo” cominciano i veri e propri riti della Pasqua Francofontese; verso le ore 18.00 in tutte le chiese parrocchiali francofontesi si svolge la Messa che rimembra la “Lavata dei Piedi” (atto con cui “Cristo” lavò i piedi ai suoi Discepoli facendo capire che col suo Sacrificio si sarebbe messo al servizio dell’umanità) e appunto l’ “Ultima Cena”. Dopo la Funzione vespertina, alle 21.15 vi è la “Processione del Cristo alla Colonna” che esce dalla Chiesa dell’Angelo Custode. Il Simulacro del “Cristo Incatenato” viene portato a spalla da 24 portatori che, sfidando la fatica e una temperatura non del tutto mite, lo portano fino alla Chiesa Madre facendo lo scosceso percorso del centro storico francofontese. Dentro la principale chiesa della città vi è l’Adorazione al “Santissimo Sacramento” in memoria della “Cattura di Cristo nell’Orto degli Ulivi”, che vedrà la partecipazione di molti devoti francofontesi. Dopo l’Adorazione il “Cristo alla Colonna” viene riportato alla Chiesa dell’Angelo Custode percorrendo il cosiddetto “Giro dei Santi” voluto in passato dalla gente benestante della città che pretendeva che qualsiasi processione passasse davanti alle loro case (in particolare quelle vicine al Corso Vittorio Emanuele). Nel frattempo in tutte le chiese rimangono aperte per far si che i “Sepolcri” vengano visitati dai cittadini francofontesi.

Il “Venerdì santo”, la Processione del “Cristo Morto”

Il “Venerdì Santo” è considerato “giorno di lutto” perché “Gesù Cristo muore” e la gente (specialmente gli anziani) pratica ancora il rito del “Trapassu” (digiuno completo da cibi e bevande) per rispetto al “Signore Morto”. Dopo una giornata tranquilla smossa solo dal trambusto dei venditori ambulanti (in maggior parte provenienti dalla vicina Catania), in Chiesa Madre a partire dalle ore 15.00 circa si tiene la lettura dal vangelo della “Passione e Morte di Cristo”. Dopo una lunga funzione, verso le ore 18.00 – 19.00, la Statua del “Cristo Morto” viene messa nel “Catalettu” (il monumento funebre) in presenza del Simulacro della “Madonna Addolorata”. Alle 20.00 inizia il rito più toccante e commovente della Pasqua Francofontese; la Processione del “Cristu n’Catalettu”. Dalla Chiesa Madre esce il monumento funerario recante la statua del “Cristo Morto”, dopodiché esso viene portato in Processione per le scoscese vie del centro storico francofontese seguito da quello dell’ “Addolorata”. I due Simulacri sono rigorosamente portati a spalla ed è facile intuire la fatica dei portatori che, sfidando la quasi sempre fredda serata del “Venerdì Santo”, il percorso tortuoso, dimostrano la loro Fede rispettivamente verso “Il Figlio di Dio” e la “Madonna” a costo di fare un logorante sforzo fisico. La numerosa gente che segue la Processione nel frattempo intona preghiere e canti sacri per tutta la durata della processione dando così anche una spinta emotiva verso i portatori dei Simulacri. Nel frattempo la Banda intonerà alcune marce funebri. La Processione terminerà a tarda sera con il rientro dei Simulacri in Chiesa Madre.

 Il “Sabato Santo”, “A Risuscita”

Il “Sabato Santo” è considerato sempre un giorno luttuoso, ma la gente ha la consapevolezza che succederà un qualcosa di meraviglioso nella “Notte del Sabato Santo”. Difatti dopo una giornata tranquilla interrotta come sempre dalle urla provenienti dalle bancarelle, nelle Chiese Francofontesi si celebrerà in tarda serata a partire dalle ore 22.00 la “Benedizione del Fuoco” e “Messa di Resurrezione” che celebra la “Resurrezione di Cristo”. A Mezzanotte precisa tutte le campane delle Chiese di Francofonte suoneranno tutte insieme rendendo irreale la notte più magica dell’anno, poiché esso è il segnale lampante che “Cristo ha battuto la morte e rimesso i peccati dell’umanità con la sua Resurrezione”.

La “Domenica di Pasqua”, “A ‘Ncrinata” e la Processione serale del “Cristo Risorto” e della “Madonna”

La “Domenica di Pasqua” la gente si risveglierà con ventuno colpi di cannone che segnalano l’imminente giorno di festa. Alle 10.30 nella Chiesa Madre vi sarà la Messa in onore del “Cristo Risorto”, il cui Simulacro è esposto sull’Altare Maggiore. Al termine della Messa il “Cristo Risorto” verrà portato in Piazza Garibaldi; nel frattempo la “Madonna della Pace” uscirà dalla Chiesa dell’Angelo Custode avvolta da un manto nero e portata sul Corso Vittorio Emanuele. Alle ore 12.00 precise avviene uno dei riti più belli della Pasqua Francofontese; la “Madonna”, oltrepassata la Chiesa del Carmine, viene privata del suo manto nero e il suo Simulacro viene portato correndo verso Piazza Garibaldi, dove avverrà la cosiddetta “Ncrinata”, ossia l’incontro tra il “Cristo Risorto” e la “Madonna”, che avverrà tra lo sparo di mortaretti e il volo di migliaia di colombi. I due “Simulacri” verranno fatti girare in Processione per le vie di Francofonte per poi entrare in Chiesa Madre tra il calore dei fedeli.

Dopo questo rito toccante, è usanza invitare parenti e amici a pranzo. Le specialità sono rappresentate dalla Pasta al forno molto simile a quella preparata nella vicina Provincia di Catania; difatti essa (prevalentemente si tratta di maccheroncini) viene disposta a strati tra formaggio, carne macinata, sugo di pomodoro, salumi a pezzi (in particolare salame), ricotta salata e melanzane fritte; lo strato superficiale di questo timballo è gratinato con formaggio grattugiato e pangrattato. Ma anche la Pasta al forno tradizionale (lasagne e cannelloni ripieni, disposti a strati con prosciutto, mozzarella, uovo, sugo di carne e besciamella) e i Ravioli di ricotta sono maggiormente preparati per il “Giorno di Pasqua”. Dopo la pasta vi sono numerose specialità a base di carne come gli involtini ripieni (tra cui il celeberrimo “Farsumagru”), le cotolette impanate, le braciole e infine anche l’agnello pasquale cotto al forno e quasi sempre servito con patate novelle poste a cucinare accanto all’agnello in modo che il sugo della carne che fuoriesce dalla cottura le insaporisca e le renda tenere ma compatte allo stesso tempo. I dolci pasquali francofontesi sono molti simili a quelli lentinesi e carlentinesi tra cui citiamo i “Cassateddi” (tortine a base di ricotta zucherata) e i “Cicilii” (pani dolci al cui interno vi è un uovo sodo intero, simili alle “Pupe cu l’ovu” di Avola e Noto), ma vi sono anche numerosi dolci di pasticceria siciliana tra cui cannoli, cassate e biscotti di mandorla. Al termine del pranzo gli invitati andranno insieme a fare una passeggiata presso le vicine località di Buccheri, Ferla, Lentini, Augusta, Brucoli e Agnone Bagni.

La sera dopo la Messa serale delle ore 18.00 circa, nel centro storico di Francofonte ha inizio verso le ore 20.00 la Processione del “Cristo Risorto” e della “Madonna”, che gireranno trionfalmente per le tortuose viuzze del quartiere antico della città. Al termine di essa in cui Simulacri entrano in Chiesa Madre, i festeggiamenti pasquali termineranno con un sontuoso fuoco pirotecnico in onore del “Cristo Risorto”.

Per la Pasquetta, i francofontesi preferiscono andare o in campagna a fare la classica scampagnata o a fare una gita presso le vicine località naturalistiche (le mete preferite sono il Biviere di Lentini, la Necropoli di Pantalica e la vicina “Oasi del Simeto”).

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