Giarratana, Festa di Sant’Antonio Abate

Giarratana

Festa di Sant’Antonio Abate

Il simulacro di “Sant’Antonio Abate” venerato a Giarratana.

La festa in onore di “Sant’Antonio Abate” è la prima grande festività religiosa dell’anno che viene celebrata a Giarratana. Questa festa viene celebrata ogni anno a Gennaio comprendendo la festa liturgica consacrata al “Santo Abate” che ricade il 17 Gennaio, e la “festa esterna” con la Processione del simulacro che lo raffigura che invece viene celebrata la Domenica limitrofa alla data del 17 Gennaio (o il 17 Gennaio stesso se ricade di Domenica).

La festività consacrata a “Sant’Antonio Abate”, ricadente nella fredda stagione invernale dopo il periodo natalizio, allieta in questo periodo dell’anno la cittadina giarratanese portando allegria e vivacita inaugurando nello stesso tempo il ciclo delle fastose festività annuali consacrate ai “Santi Giuseppe, Maria della Neve e Bartolomeo Apostolo” con solenni Processioni accompagnate da spettacoli pirotecnici.

Storia di Sant’Antonio Abate

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Antonio nacque a Coma (Egitto) nel 251 d.C. da una famiglia di agricoltori cristiani piuttosto agiata. Rimasto orfano di entrambi i genitori, il giovane Antonio sentiva dentro di se il bisogno di cambiare vita e di “Consacrarsi totalmente a Cristo in tutto e per tutto”. Antonio allora affidò la piccola sorella ad una comunità femminile, vendette tutti i suoi averi e andò a peregrinare nel deserto egiziano pregando tutti i giorni “Cristo” in modo che si sentisse più vicino a Lui.

E un giorno “Cristo” apparve ad Antonio mostrandogli un eremita vestito con un saio che, mentre pregava intensamente, intrecciava una corda. Il significato della visione era quello che non c’era per forza bisogno di peregrinare nel deserto per entrare in “Grazia di Dio”, ma bastava anche solo ritirarsi in un posto tranquillo e dedicarsi a “Dio” con la preghiera e con un semplice lavoro come quello della terra. Antonio, illuminato da questa visione, si ritirò presso un piccolo villaggio abbandonato e lì passò i suoi primi anni da Eremita pregando e vivendo con i frutti della terra. Era il preludio del Monachesimo.Antonio però dopo alcuni anni aveva dei dubbi, è giusto si lavorare e pregare, ma secondo lui per raggiungere la piena “Grazia di Dio” era insufficiente anche perché le tentazioni di tornare alla vita normale lo incominciavano già ad attanagliarlo. Antonio decise di proseguire l’eremitaggio andando a vivere nelle antiche tombe egizie abbandonate da tempo. Lì era libero dalle tentazioni terrene e inoltre “Gesù Cristo” veniva a visitarlo spesso per compiacersi della scelta attuata da Antonio. Ma il demonio non stava a guardare e così torturava e tentava Antonio con forti tentazioni. Antonio resistette così tanto che costrinse il demonio a farlo finire in fin di vita ardendolo con un fuoco interno (il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio”, accostato anticamente agli eritemi cutanei).

La gente sapeva che Antonio lottava col diavolo per non cadere in tentazione e, attirata dalle grida dell’Eremita, accorse lì dove viveva già da molti anni trovandolo quasi morente. Loro portarono Antonio al loro villaggio e lo curarono finché non si rimise in sesto. Antonio, dopo aver ringraziato gli abitanti del villaggio, che si erano sempre occupati di lui, li salutò e andò sull’attuale Monte Pispir in Egitto, dove vi erano i resti di una fortezza romana abbandonata. Antonio li visse quasi vent’anni della sua vita divisi tra preghiere e lotte col demonio. Il periodo passato lì fece si che l’Eremita (che decise di vivere ancor più distaccato dai beni terreni) divenne anche un grande Taumaturgo in grado di operare numerose guarigioni fisiche e spirituali. Acclamato dalla gente, Antonio non ebbe più modo di vivere una vera e propria “vita eremitica”, così decise di aiutare i bisognosi e di andare ad evangelizzare le comunità legate ancora agli dei pagani. I seguaci che volevano intraprendere le sue orme erano tanti, tanto che sorsero due grandi “Comunità di preghiera” ispirate alla vita svolta dall’Eremita. Esse andarono ad occupare i territori egiziani rispettivamente a destra e a sinistra del Nilo. Antonio era in costante contatto con “Sant’Ilarione”, che chiese consigli all’Anacoreta egiziano su come far si che nella Palestina ci fosse una comunità monastica simile a quella sorta in Egitto. Negli ultimi anni della sua vita Antonio, insieme a “Sant’Atanasio d’Alessandria”, fermò le ultime persecuzioni cristiane in Egitto e contribuì ad eliminare quel che restava del paganesimo greco – romano.

Ormai vecchio e stanco di peregrinare, Antonio si ritirò nella regione chiamata “Tebaride” vivendo così come aveva iniziato ad entrare nelle “Grazie di Cristo”, pregando e lavorando la terra. Malgrado fosse considerato come un grande “Predicatore Cristiano”, Antonio restò umile alla sua dottrina di vita molto povera e semplice. Oltrepassati i 100 anni, Antonio morì serenamente di morte naturale. I suoi discepoli lo seppellirono dapprima presso una tomba tuttora segreta per poi traslarlo ad Alessandria d’Egitto. Finché molti secoli dopo, i “Cavalieri Crociati” portarono le reliquie dell’Eremita (divenuto intanto “Santo” e proclamato anche “Dottore della Chiesa” per aver contribuito all’ “Evoluzione del Culto Cristiano”) a Costantinopoli e poi in Francia, dove riposano tuttora nel Monastero di Arles.

“Sant’Antonio Abate” è considerato come il “Padre del Monachesimo Eremitico”, a cui si ispirarono sia “San Benedetto da Norcia” (il padre del “Monachesimo moderno” e autore della regola “Ora et Labora”, significante “Prega e Lavora”, regola di vita con cui visse proprio “Sant’Antonio Abate”). sia gli Eremiti Bizantini che, ispirandosi a lui, vennero a stabilirsi nelle caverne dei Monti Iblei creando le cosiddette “Chiese rupestri” facendo così fiorire il culto a questo “Santo Anacoreta”.

[riduci]

Il culto giarratanese a “Sant’Antonio Abate”

Il culto giarratanese consacrato a “Sant’Antonio Abate” era certamente praticato presso l’antica cittadina posta un tempo sul sito collinare di Terravecchia, che venne completamente distrutta dal terremoto dell’11 Gennaio 1693 con la conseguente ricostruzione effettuata presso l’odierna cittadina posta poco più a sud del sito urbano originario. Il simulacro del 1626 raffigurante il “Santo Abate” venne ritrovato integro e collocato nell’odierna chiesa barocca a Lui consacrata (in cui si venera anche la “Madonna della Neve”, Patrona della cittadina iblea giarratanese) posta a ridosso del popolare quartiere noto come “U Cuozzu”. “Sant’Antonio Abate” era ed è tuttora da contadini, allevatori e pastori che durante i festeggiamenti in suo onore facevano benedire i loro animali nel nome del “Santo Abate”, considerato il “Santo Protettore degli animali domestici”.

Oggi il culto a “Sant’Antonio Abate” è ancora presente a Giarratana e durante il periodo dei festeggiamenti in suo onore la cittadina iblea nonostante il periodo invernale, celebra con fervore e devozione il “Santo Abate” portandone avanti il secolare culto.

La Festa Liturgica in onore di “Sant’Antonio Abate”

La commemorazione del terremoto dell’11 Settembre 1693, la “Traslazione di Sant’Antonio” e il periodo preparatorio alla festa liturgica (11 – 13 – 16 Gennaio)

Dopo il periodo natalizio la cittadina giarratanese si appresta a celebrate “Sant’Antonio Abate”, commemorando però nella data dell’11 Gennaio la distruzione dell’antica cittadina posta un tempo sul colle di Terravecchia che causò un alto numero di morti. In questo giorno presso la Chiesa Madre di Santa Maria Annunziata viene svelata l’antica statua di “San Bartolomeo” e viene celebrata una solenne Messa alle ore 18.00.

Dopo questa celebrazione commemorativa, il 13 Gennaio si entra davvero nel periodo consacrato a “Sant’Antonio Abate”; alle ore 17.00 lo scampanio delle campane della Chiesa di Sant’Antonio Abate annunzia l’inizio del periodo preparatorio comprendente i tre giorni che precedono la solennità del 17 Gennaio. Alle ore 17.30 viene celebrata la preghiera del Rosario seguita alle ore 18.00 dalla solenne Messa dopo la quale verrà benedetto il “pane votivo” (noto appunto come “Pane di Sant’Antonio”) che viene distribuito ai fedeli presenti. Dopo la funzione eucaristica la statua di “Sant’Antonio Abate”  viene traslata sull’Altare Maggiore della chiesa venendo esposta al culto dei fedeli giarratanesi.

Nei giorni seguenti, e in particolare il 16 Gennaio (Vigilia della Festa Liturgica), presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate si tengono solenni Messe sempre alle ore 18.00,

La Festa Liturgica di “Sant’Antonio Abate” (17 Gennaio)

Il 17 Gennaio è il giorno in cui ricade la memoria liturgica di “Sant’Antonio Abate” e presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate alle ore 08.30 del mattino viene celebrata la solenne Messa mattutina. Alle ore 12.00 vengono sparati colpi di cannone che annunziano l’inizio della solennità liturgica in onore del “Santo Abate” mentre la chiesa rimane aperta per permettere ai fedeli di onorare il simulacro di “Sant’Antonio Abate”. Alle ore 18.00 viene recitato il Rosario, seguito alle ore 18.30 dalla solenne Messa serale in onore di “Sant’Antonio Abate” a cui parteciperanno molti devoti oltre alle principali autorità cittadine che conclude la solennità liturgica consacrata al “Santo Abate”.

La Festa Esterna in onore di “Sant’Antonio Abate”

Il Triduo di Preparazione e la Vigilia della Festa Esterna (fine settimana limitrofo alla data del 17 Gennaio)

Passata la solennità liturgica, cominciano i preparativi per la “festa esterna” in onore di “Sant’Antonio Abate” che ricade la Domenica limitrofa alla data del 17 Gennaio (o il 17 Gennaio stesso se ricadente di Domenica), il cui periodo preparatorio può variare a seconda del giorno in cui la solennità ricade. Di solito il periodo preparatorio prevede un periodo di tre giorni ossia un “Triduo di Preparazione” comprendente anche il Sabato di Vigilia che precede appunto la Domenica in cui ricade la festa. In questi giorni, presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate si tiene sempre la recita del Rosario alle ore 17.30 seguita dalla Messa delle ore 18.00. A seconda del programma annuale possono esserci anche vari eventi che allietano i giorni consacrati a “Sant’Antonio Abate”.

La Festa Esterna e la Processione di “Sant’Antonio Abate” (Domenica limitrofa alla data del 17 Gennaio)

La Processione Diurna di “Sant’Antonio Abate”

La Domenica limitrofa alla data del 17 Gennaio presso la città di Giarratana viene celebrata la “Festa Esterna” consacrata a “Sant’Antonio Abate”; di mattina lo sparo di colpi di cannone e lo scampanio delle campane della chiesa annunziano ufficialmente l’inizio dei festeggiamenti, mentre alle ore 08.30 viene celebrata la prima Messa mattutina all’interno della Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Alle ore 09.30 la banda musicale cittadina gira in corteo per le strade cittadine suonando allegre melodie, fermandosi poi in Piazza Vittorio Veneto alle ore 10.30 in cui ci sarà un breve concerto musicale. Alle ore 11.00 presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate viene celebrata la Messa solenne che precede l’uscita della Processione Diurna di “Sant’Antonio”, con la presenza di moltissimi devoti. Al termine della funzione il simulacro di “Sant’Antonio Abate” viene sistemato per essere condotto in Processione per le strade della cittadina giarratanese.

Alle ore 12.00 il vivace scampanio e lo sparo di fuochi d’artificio annunzia l’uscita in Processione del simulacro di “Sant’Antonio Abate”, che viene salutato in maniera festosa dai devoti presenti. La statua viene faticosamente condotta a spalla dai portatori che, con molta devozione, la conducono in corteo verso la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo seguita da un alto numero di devoti oltre che dalla locale banda musicale. La processione quindi entra all’interno della chiesa consacrata al “Santo Patrono” cittadino posta presso il Corso XX Settembre in cui sarà effettuata una sosta di preghiera. Dopo la recita della preghiera dell’Angelus, la processione riprende il suo tragitto seguita da molta gente fermandosi presso la Piazza Vittorio Veneto, in cui la statua di “Sant’Antonio Abate” viene fatta entrare presso la Chiesa Madre di Santa Maria Annunziata venendo salutata da scampanii e fuochi pirotecnici. Il simulacro del “Santo Abate” verrà quindi posto sull’Altare Maggiore della Chiesa Madre giarratanese rimanendo esposto alla venerazione dei fedeli per tutta la giornata.

La “Benedizione degli Animali” e la “Cena”

Alle ore 15.00 la banda musicale girerà nuovamente per le vie della cittadina giarratanese per annunziare l’inizio dei riti serali consacrati a “Sant’Antonio Abate”. Alle ore 15.30 circa, presso il sagrato della Chiesa Madre di Santa Maria Annunziata in Piazza Vittorio Veneto, si tiene la “Benedizione degli Animali” in cui molti animali domestici vengono benedetti nel nome di “Sant’Antonio Abate” che viene appunto venerato come “protettore degli animali domestici”.

Verso le ore 16.00 comincia la “Cena” ossia la vendita all’asta di numerosi doni offerti dai fedeli (in maniera particolare prodotti tipici locali) che vengono venduti al miglior offerente, mentre il ricavato andrà in beneficenza. Nel frattempo molti devoti andranno ad onorare “Sant’Antonio Abate” esposto all’interno della Chiesa Madre giarratanese.

La Processione Serale e la fine dei festeggiamenti

Dopo i riti pomeridiani della benedizione degli animali e della vendita all’asta, dopo le consuete preghiere, alle ore 18.30 presso la Chiesa Madre di Santa Maria Annunziata viene celebrata la solenne Messa serale con la presenza di numerosi fedeli che vanno ad onorare “Sant’Antonio Abate”. Dopo la celebrazione il simulacro del “Santo Abate” viene risistemato per essere nuovamente portato in Processione per le strade della cittadina iblea.

Alle ore 19.30 un vivace scampanio e l’accensione di fuochi pirotecnici annunzia l’uscita della Processione serale della statua di “Sant’Antonio Abate” che viene sempre portata a spalla dai devoti portatori (ovviamente con un notevole sforzo) per le strade del centro urbano giarratanese, venendo seguita da molta gente. Il corteo si snoda per le pittoresche vie della cittadina giarratanese risalendo l’area a ridosso del quartiere nota come “U Cuozzu” in direzione della Chiesa di Sant’Antonio Abate, in cui verso le ore 21.00 avverrà l’entrata del simulacro, che viene salutata sempre da scampanii e fuochi pirotecnici.

Quando il simulacro di “Sant’Antonio Abate” entra in chiesa, esso viene ricollocato all’interno della sua cappella, sancendo così la fine della festività giarratanese in suo onore con i fedeli che attenderanno un anno per poter ricelebrarne la festa in suo onore.

Per informazioni più dettagliate visitate la pagina facebook della Parrocchia di Santa Maria Annunziata.

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