*Giarratana, Monte Casale – Erbesso e Sito Archeologico di Casmene

Giarratana

*Monte Casale – Erbesso e Sito Archeologico di Casmene

Il Monte Casale, noto anche “Monte Erbesso”, con i suoi 820 metri sul livello del mare è uno dei rilievi più alti dei Monti Iblei. Esso è raggiungibile da Giarratana tramite la S.P. 12 per Buccheri superando una serie di tornanti arrivando ad un incrocio dove a sinistra è posta la “Strada Comunale della Portella” che conduce alla valle del Fiume Irminio, mentre a destra è posta una stradina che conduce sulla sommità del rilievo, oppure dalla “S.R. 15 Gagliano – Liequa” (il cui imbocco è posto più a valle sempre sulla S.P. 12 seguendo le indicazioni “Contrada Liequa”) tramite una traversa privata delimitata da vari tralicci per l’elettricità che costeggia una cisterna di acqua (che alimenta il Torrente Liequa, affluente del Fiume Irminio) chiusa da un cancello di ferro posta presso un tornante da cui è possibile ammirare per intero il rilievo montano.

Il Monte Casale – Erbesso si presenta come un imponente rilievo montuoso posto presso il confine tra le Province di Ragusa e Siracusa tra i territori comunali di Giarratana e Buscemi sulla cui sommità sono collocate le rovine dell’antica città di Casmene (in greco “Kasmenai”) il cui ingresso è posto al termine della stradina imboccata dalla S.P. 12.

Il sito archeologico di Casmene è posto quasi interamente in territorio buscemese ma confinante in parte con quello giarratanese. Si trattava di una cittadella fortificata costruita dai coloni greci provenienti da Siracusa 30 anni dopo la fondazione della vicina “Akrai” (i cui ruderi sono collocati in prossimità di Palazzolo Acreide) lungo la strada nota come “Via Selinuntina” che collegava Siracusa a Selinunte (le cui rovine sono poste presso Castelvetrano in Provincia di Trapani), passando per i centri urbani di “Akrai” (Palazzolo Acreide), “Akrillai”,  Scornavacche (Chiaramonte Gulfi), proseguendo quindi verso ovest lambendo la costa mediterranea della Sicilia meridionale (collegandosi ovviamente anche alle antiche città di Gela e Agrigento). La cittadina casmenea era posta in un’area altamente strategica da cui si potevano scorgere tre importanti bacini idrici, quelli dei Fiumi Anapo (a nord), Tellaro (a sud est) e e Irminio (a sud ovest).

Casmene aveva certamente funzioni militari, poiché secondo incerte fonti storiche qui venivano addestrati i soldati siracusani e ovviamente per la sua posizione strategica; ma era importante anche dal punto di vista agricolo – pastorale per la presenza di ruderi riconducibili ad antichi insediamenti rurali sparsi per l’area montuosa. Casmene divenne nota il seguito alla battaglia contro Kamarina nel 553 a.C. il cui la città casmenea era ovviamente alleata di Siracusa. Dopo qualche anno Casmene ribellò alla città aretusea, poiché alcun soldati originari della cittadina casmenea si allearono con il Tiranno Dione di Eraclea Minoia (antica città greca della Sicilia occidentale i cui ruderi sono ubicati in Provincia di Agrigento nei pressi di Sciacca) che intendeva attaccare Siracusa. Casmene decadde e venne abbandonata a partire dal IV secolo a.C. (400 – 301 a.C.). Il sito in epoca romana venne abitato prevalentemente da pastori passando ad essere da centro militare ad area agricolo – pastorale. Dopo l’epoca romana il sito cadde in definitivo abbandono e non si sa se l’area urbana venne abitata da popolazioni di origine bizantina; è comunque certo che dopo la dominazione romana il sito si spopolò man mano e cadde nell’oblio a partire dall’alto medioevo fino a quando non venne scoperto dall’archeologo Paolo Orsi, che oltre alle rovine greche, scoprì anche tracce di un antico abitato di epoca neolitico – sicula riconducibile alla cosiddetta “Civiltà di Castelluccio”. Va comunque detto che la cittadina di Casmene la si riteneva vicina alla città di Comiso perché a partire dal 1862 il religioso e archeologo comisano Padre Biagio La Leta, effettuò vari studi nell’altura iblea nota come “Cozzo di Apollo” (posta ad est di Comiso) in cui vennero rinvenuti vari ruderi di epoca greco – romana. In base a ciò Padre Biagio La Leta credette che il nome della sua città “Comiso” derivava dall’evoluzione del nome “Casmene” in “Camesne”, che divenne poi “Camese” e infine “Comiso”. Grazie agli studi e ai ritrovamenti effettuati agli inizi del 1900 dall’archeologo Paolo Orsi sul Monte Casale – Erbesso, tutte le sopracitate ipotesi della presenza di “Casmene” vicina alla città comisana vennero ovviamente meno. Oggi dell’antica Casmene vi sono solo poche rovine, ma tutta l’area posta sulla sommità del Monte Casale – Erbesso è attualmente sotto vincolo archeologico e soggetta a vari studi e scavi perché con molta probabilità gran parte dell’antica città casmenea è ancora interrata.

Dell’antica Casmene ora come ora si possono ammirare i resti delle strade urbane lastricate con blocchi di pietra che formavano gli isolati abitativi dell’antica cittadina greca, parte delle mura difensive perimetrali formate da grossi blocchi, le fondamenta di alcuni edifici urbani di cui va segnalato il sito comprendente un grande tempio comprendente con i relativi basamenti delle colonne, i resti dell’antico abitato neolitico di cui rimangono i basamenti di antichi edifici di pietra a sezione circolare, posti in adiacenza siti funerari composti da tombe a fossa. Fino ad ora non vi sono tracce di edifici quali teatri, altri templi o palazzi di tipo nobiliare, ma molto probabilmente vi sarebbero quelli di edifici militari, appurati da ritrovamenti di varie armi (punte di freccia, spade, lance e pugnali). In ogni modo l’area del sito di Casmene è molto vasta e deve essere ovviamente studiata in maniera più approfondita.

Le aree limitrofe del Monte Casale – Erbesso presentano inoltre tracce di insediamenti di epoca neolitica appartenenti a popolazione di etnia sicana, vari siti neolitici e aree di tipo rupestre come la “Grotta di Sant’Angelo”.

Dalla sommità del Monte Casale – Erbesso si può ammirare un ottimo panorama delle circostanti aree solcate dai Fiumi Irminio (ovest), Tellaro (sud) e Anapo (nord) oltre a poter ammirare i limitrofi rilievi montuosi di cui i Monti Lauro, Contessa, Difisi e Cortese.

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