*Giarratana, *Area iblea di Contrada Rabbuina, bosco e rovine archeologiche

Giarratana

*Area iblea di Contrada Rabbuina e rovine archeologiche

 L’area iblea più a sud del territorio comunale giarratanese è nota come “Contrada Rabbuina” ed è collocata al confine col territorio appartenente a Ragusa. Questa zona la si raggiunge dalla SS 194 Giarratana – Ragusa superando l’imbocco della S.P. 59 per Modica (posto dopo il ponte sul Fiume Irminio) arrivando poco più a sud presso un bivio, in cui alla nostra sinistra (venendo da Giarratana) imbocchiamo la “Strada Comunale Margi” che costeggia l’area orientale della pianeggiante Contrada Margi, dominata dal Poggio Grossetto che è un rilievo posto all’interno del territorio comunale di Ragusa soggetto a rimboschimento e per questo facente parte di un’area demaniale che comprende gran parte della Contrada Rabbuina. Al termine della strada vi è un sentiero sterrato che conduce alle alture della contrada, che si congiungono con due sentieri sempre di tipo sterrato che conducono ad est presso la S.P. 59 Modica – Giarratana all’altezza della struttura ricettiva “Villa Margi”, mentre ad ovest tramite un’antica “Trazzera” si arriva nuovamente sulla SS 194 a sud della struttura alberghiera denominata “Aruciméli”.

Comunque sia, l’area della Contrada Rabbuina è composta da alcuni rilievi di cui quello più importante noto come “Serra Margi” che, come detto prima, ospitano un’area boschiva comprendente alberi di conifere appartenente al demanio siciliano forestale. Dal punto di vista archeologico l’area presenta molti ruderi riconducibili ad antichi insediamenti rurali di cui i più antichi dovrebbero essere di epoca altomedievale grazie alla presenza di siti sepolcrali di epoca tardoromana risalenti al IV secolo d.C. (301 – 400 d.C.) di cui va citata una catacomba rupestre. Vi sarebbero anche sepolcri di epoca bizantina risalenti al periodo tra i secoli 500 e 600 d.C. oltre a resti di antiche strade carraie. Dalle alture di Contrada Rabbuina si può godere infine di un ottimo panorama sulle limitrofe aree iblee di cui l’area del bosco di Calaforno e la valle solcata dal Fiume Irminio.

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