*Giarratana, Sito Archeologico di “Terravecchia” (Collina di Terravecchia e rovine dell’antica città di Giarratana – Area iblea di Contrada Garavellina, Cava del Torrente Miele, Confluenza col Fiume Irminio e Area iblea di Contrada Canalotto – Portella)

Giarratana

*Sito Archeologico di “Terravecchia”
(Collina di Terravecchia e rovine dell’antica città di Giarratana – Area iblea di Contrada Garavellina, Cava del Torrente Miele, Confluenza col Fiume Irminio e Area iblea di Contrada Canalotto – Portella)

Cenni generali e storici sul sito di Terravecchia

Il sito archeologico di Terravecchia, posto su di una collina delimitata dal Fiume Irminio ad est e dal Torrente Miele ad ovest, comprende i ruderi dell’antica cittadina di Giarratana che venne distrutta dal terremoto dell’11 Gennaio 1693 venendo ricostruita poco più a sud nell’area nota come “Puoju di li Ddisi”. L’area è raggiungibile da Giarratana imboccando la Via Madonna delle Grazie e percorrendo la “Strada Comunale di Buccheri” proseguendo sempre in direzione nord oltrepassando le Contrade Presti, Cava, Pianazzo e Ulbisate, attraversando poi un breve ponte che scavalca il Torrente Miele trovandoci di fronte il sito collinare di Terravecchia, la cui sommità è raggiungibile da un sentiero posto alla nostra destra (venendo da Giarratana) che termina tra le Contrade Montagna e Marchesa presso l’altura di Poggio Cantarello (che un tempo metteva in collegamento le cittadine di Giarratana e Buccheri) collegandosi alla S.P. 11 Monterosso – Buccheri all’altezza dell’azienda zootecnica Eurocarni (anche da qui si può raggiungere il sito di Terravecchia percorrendo la traversa posta in precedenza della sopracitata azienda, seguendo il sentiero verso sud), mentre la strada alla nostra sinistra conduce presso il Poggio Fungitello lambendo la cava del Torrente Miele in località “Garavellina” arrivando in territorio di Monterosso Almo (andandosi poi a collegare alla cittadina monterossana tramite le S.P. 11 e SS 194). 

Prima di cominciare a descrivere l’area di Terravecchia va comunque fatto un breve riassunto storico poiché in questa zona era posto il primo vero e proprio insediamento urbano dell’attuale territorio giarratanese, che nel periodo medievale divenne noto come “Cerretanum”.

L’area di Terravecchia molto probabilmente aveva frequentazioni sin da epoche più antiche di quella medievale, comprendenti il periodo neolitico e greco – romano, anche grazie al fatto che il sito è posto a poca distanza dall’antica Kasmenai, città greca le cui rovine sono poste sulla sommità del vicino Monte Casale collocato al confine tra le Province di Ragusa e Siracusa.

L’insediamento urbano dell’antica Giarratana risalirebbe al periodo della conquista araba della Sicilia (che iniziò dall’anno 827) in cui sul sito collinare di Terravecchia venne costruito molto probabilmente un casale fortificato. In questo periodo di tempo, con molta probabilità risalirebbe anche il nome della cittadina giarratanese, che dovrebbe derivare dal termine arabo “Jara” che significa “recipiente” o “vaso” (e da cui deriva il termine “Giara”). Le notizie più certe dell’esistenza di Giarratana sul colle di Terravecchia le si hanno però dal periodo normanno (inizio dell’anno 1000), dove il centro abitato era noto come come “Cerretanum” (o “Ceretanum”), termine derivato da “Cerrum” ossia quercia, perché con molta probabilità in adiacenza al centro abitato vi era un bosco di querce. Dal 1090 Giarratana fece parte della Contea di Ragusa che venne istituita dall’allora sovrano di Sicilia Ruggero I d’Altavilla, affidandola a Goffredo I d’Altavilla che ne divenne “Conte”. Il centro abitato venne quindi fortificato comprendendo la costruzione di un castello nell’area adiacente alla valle del Fiume Irminio. Nel 1195  Giarratana appartenne prima a Rinaldo d’Acquaviva e successivamente ad altre famiglie nobili siciliane, tra le quali la famiglia Caltagirone di cui il più noto esponente era il cavaliere e nobile Gualtiero di Caltagirone, uno dei maggiori protagonisti della rivolta dei “Vespri Siciliani” che vide contrapposti angioini (di origine francese) e aragonesi (di origine spagnola); a questa rivolta anche la cittadina prese parte schierandosi a favore degli aragonesi e vi furono combattute alcune battaglie di cui quella del 1299 che avvenne in una zona del sito di Terravecchia nota come “Porta dei Francesi”. Nel 1400 il feudo di Giarratana passò al Conte Bernardo di Cabrera facendo così parte della Contea di Modica, ma il figlio Giovanni Bernardo Cabrera vendette l’area feudale giarratanese ai nobili Nicolò e Guglielmo Casasagia, che a loro volta nel 1454 lo cedettero alla famiglia dei Settimo dei “Principi di Fitalia”. La famiglia Settimo fece ingrandire la cittadina giarratanese posta sulla collina di Terravecchia in cui vennero edificati nuovi palazzi e circa 12 chiese, apportando miglioramenti alle mura difensive. Nel 1559 sotto l’impero di Filippo II di Spagna (che comprendeva anche la Sicilia), Giarratana venne elevata a “Marchesato”. Nel secolo 1600 la cittadina di Giarratana godette di un certo prestigio ed ebbe una consistente crescita economica, ma  l’11 Gennaio 1693 il terremoto che colpì l’area sudorientale della Sicilia distrusse interamente la cittadina di Giarratana posta sulla collina di Terravecchia causando oltre al crollo dei principali edifici e un alto numero di vittime. Nel secolo 1700 la cittadina di Giarratana venne edificata più a sud nell’area nota come “Puoju di li Ddisi” mentre del vecchio sito urbano posto sul colle di Terravecchia che venne utilizzato per scopi agricoli – pastorali in quanto alcuni terreni divennero anche di proprietà di varie famiglie facoltose locali (tra cui la famiglia Dell’Agli), rimanevano solo poche rovine che vennero cominciate a studiare da molti archeologi italiani e no. In seguito agli scavi archeologici condotti presso il sito di Terravecchia e nelle aree limitrofe, sono stati rinvenuti vari reperti che oggi sono esposti all’interno di vari musei delle province di Ragusa e Siracusa, ma che certe volte vengono esposti all’interno del Palazzo Barone di Giarratana.

Attualmente l’intera area di Terravecchia anche se ospita masserie e terrazzamenti coltivati, è sotto vincolo archeologico ed è ancora soggetti a studi e scavi con cui si sta tentando di catalogare le rovine rinvenute per associarle anche a monumenti esistenti presso l’attuale cittadina giarratanese (in particolare le chiese), anche se si possono compiere escursioni autonome oppure guidate rivolgendosi ad enti o guide turistiche locali.

Collina di Terravecchia e rovine dell’antica città di Giarratana

La principale area del sito di Terravecchia è posta a sud del Bosco di Contrada Marchesa (che si può ammirare dalla sommità del sito collinare) e presenta poche rovine dell’antica cittadina giarratanese. Raggiungendo dai sopracitati sentieri l’altura di Terravecchia possiamo ammirare i pochi ma significativi ruderi dell’antica cittadina giarratanese

Nel punto più alto del sito collinare di Terravecchia sono poste le rovine del Castello Medievale di Giarratana costruito in epoca normanna tra la seconda metà del secolo 1000 e la prima metà del 1100, con rifacimenti vari durante i secoli 1200 e 1300 mentre le mura perimetrali (di cui resta ormai una minima parte) hanno sicuramente subito altri interventi di consolidamento tra il 1400 e il 1500. Del castello restano solo i basamenti della Torre Maestra posta su di un alto dirupo che domina dall’alto le valli del Fiume Irminio e del limitrofo Torrente Miele. A poca distanza dal castello, prospiciente alle pendici meridionali del Bosco di Contrada Marchesa vi è posta l’area nota come “Porta dei Francesi” in sui ci tenne la sopracitata battaglia nel 1299 durante la Guerra del Vespro. Ad oriente è posta una piccola cavità in cui scorre un ruscello le cui acque si immettono più a valle nel Fiume Irminio.

Immediatamente a meridione era posta l’area abitativa dell’antica città giarratanese lambita da una mulattiera che molto probabilmente doveva essere la “Strada Maestra” dell’antica cittadina. Vi sono resti di basamenti di edifici di cui case, palazzi e chiese tra cui la Chiesa Madre, quella consacrata a “Santa Maria della Neve” e la Chiesa di “San Giovanni Battista” (i cui ruderi sarebbero stati localizzati in adiacenza all’area occupata dal castello), oltre che di vari elementi architettonici (colonne, capitelli, frontoni ecc…) ancora interrati. Molto probabilmente dalle macerie di questi edifici è stato ricavato parte del materiale da costruzione con cui sono stati costruiti gli edifici posti all’interno dell’odierno centro storico della nuova Giarratana. Vi sono inoltre vari ambienti ipogeici collocati all’interno del non più esistente sito urbano. Ad ovest inoltre si forma un altro ruscello che si immette più a valle presso il Torrente Miele.

Nell’area più a sud del sito di Terravecchia sono poste le rovine di quella che è ritenuta la prima Chiesa di San Bartolomeo Apostolo consacrata al “Santo Patrono” della cittadina giarratanese; di essa rimangono solo parte delle imponenti mura perimetrali.

Oltre alle rovine della cittadina vi sono i ruderi di antiche masserie sorte su antichi edifici medievali nel periodo tra il 1700 e il 1800 che oggi risultano diroccate, vari siti rupestri di varie epoche dislocati sulle pareti del rilievo montuoso (molto probabilmente rifugi, antiche neviere o ambienti ipogeici utilizzati per vari scopi).

Area iblea di Contrada Garavellina, Cava del Torrente Miele, Confluenza col Fiume Irminio e Area iblea di Contrada Canalotto – Portella

Ad occidente del colle di Terravecchia è posta l’area iblea di Cotnrada Garavellina, contraddistinta da una cava iblea in cui scorre il Torrente Miele, corso d’acqua che si origina in territorio di Monterosso Almo presso il Poggio Cantarello scorrendo tra la collina di Terravecchia posta ad est del torrente, e le alture di Poggio Fungitello, Gazzena e Donna Marina ad ovest. Il corso d’acqua lo si può raggiungere dalla sopracitata strada che collega Giarratana al sito di Terravecchia andando però alla nostra sinistra dopo il ponticello sul Torrente Miele cominciando a lambire l’area di Contrada Garavellina arrivando presso una curva alla nostra sinistra in cui la strada (semi sterrata) viene scavalcata dal torrente, proseguendo poi ad ovest verso il Poggio Fungitello, mentre ad est vi sono vari sentieri che si inerpicano sul colle di Terravecchia in cui possiamo ammirare molti ruderi collocati sui terrazzamenti a strapiombo sulla cavità in cui scorre il torrente (anche se vi sono anche aree coltivate in prossimità di alcune masserie ancora utilizzate dai contadini e dai pastori locali). La sponda occidentale (raggiungibile da varie traverse poste lungo le sopracitate strade) presenta invece vari terrazzamenti coltivati e caseggiati rurali.

Più a valle il Torrente Miele si immette nel Fiume Irminio immediatamente a sud del colle di Terravecchia in Contrada Canalotto, che è raggiungibile percorrendo da Giarratana la Via Stazione immettendoci nel tratto della ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini fino alla curva che conduce al ponticello che scavalca il fiume; prima di essa è posto un sentiero sterrato che, dopo aver comportato un guado del fiume (più o meno difficoltoso a seconda del periodo di piena del flusso delle acque), conduce a nord all’area di Contrada Canalotto posta a sudest del colle di Terravecchia. Questa zona la si può raggiungere anche da un sentiero il cui imbocco è delimitato da due nicchie votive poste su due pilastri, collocato sulla S.P. 12 Giarratana – Buccheri oppure più avanti, sempre sulla medesima strada provinciale, dopo uno stretto tornante bisogna imboccare alla nostra sinistra la “Strada Comunale della Portella” posta nei pressi di una masseria, che conduce sempre al fondo della suddetta valle solcata dall’Irminio.

Comunque sia raggiungiamo quest’area in cui i due sopracitati corsi d’acqua si uniscono all’altezza di un sentiero che lambisce il corso più a monte del Fiume Irminio da cui si può ammirare l’area orientale della collina di Terravecchia che si affaccia nell’area di Contrada Portella, nota anche come “Portella dei Francesi” in quanto qui avvenne una cruenta battaglia durante la Guerra del Vespro nel 1299. In questa zona oltre ad antichi mulini (noti come “Mulini della Cava”) ed edifici rurali di vario tipo, vi sarebbero anche varie rovine di tipo rupestre dislocate sulle limitrofe pareti rocciose a strapiombo sul Fiume Irminio, circondato da una folta vegetazione.

Per visitare il sito di Terravecchia e le aree limitrofe bisogna essere esperti in arrampicate e non avere problemi di salute o motori, e preferibilmente contattare guide turistiche, aziende ed enti locali in generale che organizzano escursioni nelle aree sopracitate. Va detto infine che è assolutamente vietato condurre campagne di studi e scavi non autorizzate o esercitare attività venatorie.

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