Giarratana, Tradizioni popolari giarratanesi

Giarratana

Tradizioni popolari giarratanesi

L’Eccidio di Giarratana del 13 Ottobre 1902

“L’Eccidio di Giarratana” fu uno degli avvenimenti più controversi del ragusano avvenuti all’inizio del secolo 1900, per la precisione il 13 Ottobre 1902.

Il tutto nacque dal malcontento dei contadini giarratanesi che chiesero un confronto tra i loro datori di lavoro tramite alcune riunioni avvenute qualche giorno prima della data del 13 Ottobre del 1902 presso la camera del lavoro cittadina, affinché le condizioni lavorative e ovviamente la retribuzione economica a loro riservata potessero essere più accettabili, Purtroppo durante queste riunioni non si arrivò all’accordo e ciò scatenò il malcontento tra i contadini.

La mattina del 13 Ottobre 1902 alcuni carretti appartenenti agli stessi contadini giarratanesi che rivendicava quanto sopracitato, vennero posti in modo da bloccare le strade di accesso ai fondi coltivati facendo in modo che gli altri lavoranti non potessero andare a svolgere il proprio lavoro costringendo loro ad aderire alle loro proteste e nel frattempo recando un danno economico ai proprietari terrieri con cui non si è trovato il sopracitato accordo, mentre altri rimasero a Giarratana a protestare. In molti aderirono alla protesta ma altri vollero per forza andare a lavorare e nel frattempo i proprietari terrieri assoldarono alcune persone pronte ad intervenire con la forza (anche tra gli stessi contadini dietro compenso), e scaturirono quindi varie colluttazioni che richiesero l’ausilio delle forze dell’ordine. Venne inviata quindi una pattuglia di 14 carabinieri per fronteggiare questa protesta.

All’arrivo dei carabinieri, i rivoltosi cominciarono a lanciare pietre contro di loro costringendoli a sparare alcuni colpi di arma da fuori in aria nella speranza di poterli fermare (e facendo capire che i prossimi colpi venivano sparati ad altezza d’uomo). Nonostante ciò la rivolta proseguì e un carabiniere, il buscemese Antonino Giancastro, si trovò costretto a fuggire e a trovare riparo all’interno di una casa. Ma un gruppo di contadini lo raggiunse e lo uccise a colpi di bastone e infierendo lui numerosi colpi di arma da taglio. I carabinieri vedendo ciò cominciarono a ritirarsi verso la caserma ma, venendo inseguiti dai contadini, fecero appunto fuoco sulla folla uccidendo due contadini giarratanesi, Giuseppe Scorso e Giovanni Manzitto. A quel punto la rivolta si fermò e i corpi dei due contadini rimasero senza vita sul suolo giarratanese. 

Gli artefici della protesta e gli uccisori del carabiniere vennero arrestati, ma ormai era palese che i contadini torto non ne avevano nonostante le leggi vigenti all’epoca. Purtroppo le condizioni lavorative in un certo senso “migliorarono” parecchi anni dopo.

Va detto infine che di questa rivolta vennero scritti vari articoli sui quotidiani nazionali tra cui  il giornale “Avanti” del 15 Ottobre 1902 (clicca qui).

I tesori del “Castello dei Settimo”

Sulla sommità del rilievo montuoso noto come “Puoju di li Ddisi” (“Poggio delle Dise”) su cui è posta l’odierna Giarratana, vi sono le rovine del “Castello dei Settimo” ossia la settecentesca residenza che appartenne all’omonima famiglia dei Marchesi di Giarratana (e non un vero e proprio “castello”) di cui faceva parte anche un’importante personalità del risorgimento siciliano, Ruggero Settimo. Questo edificio venne costruito a partire dal 1703 venendo ultimato qualche anno dopo, ma venne poi abbandonato dalla famiglia Settimo nel 1865. Questo maestoso edificio venne lasciato all’incuria e lentamente smantellato per ricavarne materiale da costruzione, e oggi di esso restano pochi ruderi.

Ma dicerie locali vogliono che, sotto questo palazzo, vi siano seppelliti ricchi tesori appartenenti un tempo alla famiglia del Marchesi Settimo tra monete d’oro, gioielli, armature ecc… Ovviamente in molti a Giarratana si sono avventurati presso le rovine della residenza nobiliare con la speranza di rinvenire “A Truvatura” ossia questo ricco tesoro. Ovviamente nessuno ha trovato niente ma ancora a Giarratana vi è gente che crede alla presenza di ricchi tesori nascosti non necessariamente sotto il Castello dei Settimo, ma presso le limitrofe aree iblee.

I Tamburi di Giarratana

L’associazione musicale nota come “I Tamburi di Giarratana”, formata da suonatori di “tamburi imperiali” (che emettono un forte suono) e di trombe egizie, è considerata come una delle migliori formazioni di “musica medievale” siciliana. Infatti essa è presente nelle principali festività giarratanesi (in particolare quelle consacrate a “Santa Maria della Neve” e “San Bartolomeo Apostolo”), e inoltre è tra le organizzatrici del “MeMu Fest” ossia il festival medievale della cittadina giarratanese.

Per saperne di più visitate la loro pagina facebook.

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