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Ispica
Chiesa della Madonna delle Grazie
Dalla Via Statale, tramite la Via Sardegna (o da Piazza Comandante Ferla, tramite Via Ecologia) raggiungiamo la moderna Chiesa della Madonna delle Grazie.
Questa chiesa è stata costruita nel 1993 nella periferia nordorientale della cittadina ispicese, a poca distanza dall’Eremo settecentesco della Madonna delle Grazie.
Si tratta di una moderna e grande chiesa elevata al ruolo di “parrocchia” dalla Diocesi di Noto a cui la cittadina ispicese appartiene, con lo scopo di fornire un luogo di culto agli abitanti della periferia ovest di Ispica (in prossimità della SS 115 per Modica).
La chiesa è ubicata su un ampio sagrato che funge anche da piazzetta.
Il prospetto dell’edificio sacro presenta un corpo delimitato da tre pilastri in cemento in cui vi sono tre portoni sopra cui vi sono altrettante finestre rettangolari, ai fianchi del quale vi sono due loggiati formati da sette colonne che sorreggono il frontone, comprendendo tre finestre rettangolari.
In alto vi è la torre campanaria di ferro.
L’interno presenta un’unica Navata di forma ottagonale con colonne di marmo verde abbellita con ampie vetrate artistiche in cui sono raffigurati “Episodi della Bibbia”.
Qui possiamo ammirare l’Altare Maggiore di marmo verde e pietra locale in cui è posto un variopinto “Crocifisso”.
Qui è collocato anche il nuovo Simulacro della “Madonna delle Grazie” che ogni anno in occasione della sua festività ricadente la prima Domenica di Luglio, viene portato in processione per la città ispicese.
Da citare la presenza della statua raffigurante “Santo Papa Giovanni Paolo II” che viene festeggiata la Domenica limitrofa alla data del 22 Ottobre.
Va detto infine che in questa chiesa è posta la sede della “Confraternita della Madonna delle Grazie” e dell’associazione cattolica “Fazzoletti Azzurri”, che ogni anno organizzano in estate la vivace festività in onore della suddetta “Madonna”.
Per saperne di più visita le pagine facebook della Chiesa della Madonna delle Grazie e dell’Associazione “Fazzoletti Azzurri”