Ispica, Chiesa della Santissima Annunziata

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Ispica

Chiesa della Santissima Annunziata
(Loggiato e Casa della Cera – Campanile – Chiesa della Santissima Annunziata)


La Chiesa della Santissima Annunziata di Ispica.

La monumentale Chiesa della Santissima Annunziata è una delle tre principali chiese di Ispica (assieme alla Chiesa Madre di San Bartolomeo e alla Chiesa di Santa Maria Maggiore), essendo uno dei principali edifici monumentali della cittadina.

Se le Chiese di San Bartolomeo e di Santa Maria Maggiore si differenziano rispettivamente per l’imponenza dello stile architettonico e per la presenza di affreschi, la Chiesa della Santissima Annunziata è nota soprattutto per i suoi eleganti stucchi opera dello stuccatore settecentesco Giuseppe Gianforma da Palermo (considerati come il suo massimo “capolavoro”), che adornano l’interno dell’edificio sacro.

La chiesa è rinomata anche per la presenza del suo maestoso campanile.

All’interno di questa chiesa sono praticati i sentiti culti al “Santissimo Cristo con la Croce” e al “Cristo Risuscitato” i cui simulacri vengono portati in Processione rispettivamente il Venerdì Santo e la Domenica di Pasqua.

Degno di nota è il culto particolare della “Santa Cascia”, ossia un’urna in argento in cui sono poste reliquie di vari “Santi” (martiri e no) che viene portata in Processione l’ultimo Venerdì di Quaresima di ogni anno.

In questa chiesa vengono venerati “San Giovanni Bosco” (festeggiato la Domenica limitrofa alla data del 31 Gennaio) e “Santo Papa Giovanni XXIII” (celebrato l’11 Ottobre).

Questa chiesa spesse volte denominata “Basilica”, è nota anche come “Santa Maria Annunziata”, mentre in siciliano viene chiamata “A Nunziata”.


L’elegante Chiesa della Santissima Annunziata, una delle principali della città di Ispica.

La storia di questa chiesa è piuttosto travagliata e sulle sue origini dibattono ancora vari studiosi (vedi link “Rovine della Chiesa della Santissima Annunziata” nella sezione riguardante la Cava d’Ispica per saperne di più).

Il primo luogo di culto consacrato alla “Madonna Annunziata” venne edificato nel secolo 1400 (presumibilmente nella data del del 1453) presso l’antica città di Spaccaforno all’interno della cava in cui scorreva il Torrente Favara (attuale zona archeologica del Parco Forza), all’interno dell’attuale area del “Parco Forza” che comprende le rovine del Castello – Palazzo Marchionale cittadino.

Proprio ad est del castello venne edificata la prima Chiesa della Santissima Annunziata, forse inglobando un preesistente edificio sacro consacrato a “San Pietro”, a sua volta eretto su quello che era considerato un tempio consacrato o a Poseidone o ad Apollo.

Sulle origini di questa chiesa vi sono vari dibatti e ipotesi  che confermano o sminuiscono ciò che è stato scritto in precedenza (per saperne di più visualizzate il link sulla storia della Chiesa di Santa Maria Annunziata redatta dallo studioso Melchiorre Trigilia cliccando qui, oppure la versione del sito dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata cliccando qui).

Comunque sia, durante la reggenza dei Marchesi Statella (secoli 1500 – 1600), la chiesa venne ingrandita comprendendo al suo interno varie opere d’arte sacra di cui va citato il simulacro del “Santissimo Cristo con la Croce”.

La statua, di cui si conosce l’esistenza sin dal 1623, cominciò ad essere condotta in Processione durante la sera del “Venerdì Santo” proprio per volere della famiglia Statella.

Nel 1651 venne redatto lo statuto dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata che si occupava (e si occupa tuttora) dei riti religiosi che si tenevano presso la chiesa, di cui il principale era appunto quello del “Cristo con la Croce”.

La chiesa crollò in seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 distruggendo buona parte delle opere d’arte presenti al suo interno (compreso anche l’antico simulacro del “Cristo con la Croce”).

Dopo il sisma si decise di ricostruire la chiesa sulla sommità nordoccidentale del Colle Calandra per volere del Marchese Francesco V Statella, che affidò il progetto di ricostruzione molto probabilmente ad architetti e capomastri siracusani (Rosario Gagliardi?).

La “prima pietra” della futura chiesa venne posta il 21 Ottobre 1703, a cui seguirono i veri e propri lavori di costruzione che vennero avviati l’11 Aprile 1704 presso l’odierna Piazza Santissima Annunziata.

Le funzioni religiose avvenivano all’interno di una costruzione di legno, che venne sostituita nel 1730 da una non più presente Chiesa consacrata a “San Francesco di Paola”.

Durante la costruzione della chiesa, furono in molti a contribuire alla medesima.

L’esempio più eclatante fu la donazione della famiglia Modica, il cui figlio rimasto miracolosamente illeso dopo esser stato incornato e trascinato da un toro che si fermò davanti al cantiere dell’edificio sacro, permise la costruzione della parete sud (corrispondete alla Navata sinistra).

Ancora oggi, a destra dell’accesso meridionale della chiesa, possiamo ammirare il fregio architettonico raffigurante appunto la testa di un toro, che venne posto a ricordo di tutto ciò molto probabilmente come “ex voto”.

Alla costruzione in forme barocche della nuova Chiesa della Santissima Annunziata, che all’epoca era più o meno somigliante all’attuale Cattedrale di Noto con corpo centrale e due torri campanarie ai lati (una stampa dell’epoca raffigura ciò), seguì la consacrazione ufficiale avvenuta il 23 Marzo 1720.

Nonostante ciò la nuova Chiesa della Santissima Annunziata risultò instabile.

Infatti un altro terremoto avvenuto nel Gennaio 1727 compromise la struttura dell’edificio sacro, che però “apparentemente” resistette al sisma.

Comunque l’interno della chiesa, nel 1773 venne interamente decorata dallo stuccatore palermitano Giuseppe Gianforma, che realizzò un mirabile ciclo di stucchi che adorna magistralmente le navate dell’edificio sacro.

Nel 1779 venne incaricato l’architetto netino Paolo Labisi di preparare un progetto per il consolidamento dell’edificio sacro, che prevedeva anche vari “abbellimenti” in stile tardo barocco.

Questo progetto non venne mai portato a compimento per mancanza di fondi.

Nei primi anni del 1800 venne costruito un piccolo loggiato simile a quello di “Santa Maria Maggiore” utilizzato per le fiere parrocchiali che vennero abolite alla fine del medesimo secolo (su tutte quella di Pasqua), che oggi funge da sede dell’Arciconfraternita di Santa Maria Annunziata.

Dal 15 Maggio 1844, la chiesa passò sotto la giurisdizione della Diocesi di Noto.

Molto probabilmente per i mancati lavori di ristrutturazione, l’antica facciata della chiesa crollò il 23 Marzo 1869 lasciando l’edificio sacro scoperchiato.

Nel 1869 venne presentato un progetto di ricostruzione dal “mastro” Orazio Amore, mentre nel 1874 fu l’architetto avolese Salvatore Rizza a progettare una “facciata” in stile tardo neoclassico.

Quest’ultimo venne però scartato a favore di quello redatto dal modicano Carlo Di Gregorio che optò per uno stile simile al tardo barocco (tuttavia il progetto di Salvatore Rizza venne utilizzato per la ricostruzione della facciata della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Modica Alta).

Il capomastro Carlo Di Gregorio curò la costruzione della facciata e la ristrutturazione interna della chiesa.

Venne anche edificato un nuovo campanile presso il retro della chiesa, che però venne demolito in favore dell’attuale torre campanaria posta a sud dell’edificio sacro.

Quest’ultima venne progettata dall’architetto Vincenzo Tomasi e portata a compimento dal capomastro Gaspare Capasso nei primi anni del 1900, anche se la costruzione della medesima terminò solo nel periodo del secondo dopoguerra (anno 1954) culminando con la sistemazione della campana fusa nel 1811.

Altri interventi di manutenzione vennero effettuati tra la seconda metà del 1800 e la fine del secondo dopoguerra con la pavimentazione della chiesa, la costruzione di un nuovo portone di legno e con il restauro dell’Altare Maggiore.

Inoltre all’interno dell’edificio sacro vennero poste altre opere d’arte sacra, mentre dal 1960 sul finestrone centrale venne posta una statua raffigurante “L’Annunciazione di Maria” (opera dello scultore locale Giuseppe Nobile).

Dal 1945 al 1951 la chiesa ospitò la comunità dei Padri Salesiani.

La chiesa è attualmente sede della “Parrocchia Santissima Annunziata – Sant’Antonio Abate” (che accorpa anche quest’ultima chiesa posta nell’area orientale del centro storico ispicese), e ad essa appartiene anche la piccola Chiesa di San Biagio.

L’attuale Chiesa della Santissima Annunziata ricopre anche il ruolo di sede dell’omonima Arcinfraternita, i cui membri contraddistinti da indumenti di colore azzurro sono noti come “I Nunziatari”.

Questa organizzazione religiosa di origini secolari si occupa del festeggiamenti parrocchiali e dei culti al “Santissimo Cristo con la Croce” e al “Cristo Risuscitato” celebrati durante la “Pasqua Ispicese”.

Essa è considerata come la più antica confraternita religiosa cittadina che un tempo aveva sede presso la preesistente chiesa ubicata presso l’antica Spaccaforno; infatti un cartiglio con la dicitura “Ego Primogenita” posto all’interno della chiesa rafforzerebbe ciò.

Dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata un tempo facevano parte i cittadini più facoltosi (aristocratici e gente di ceto alto), in contrapposizione all’altra Arciconfraternita dei “Cavari” della Chiesa di Santa Maria Maggiore (avente indumenti di colore rosso, e che era riferimento delle classi “lavorative” cittadine).

In passato tra queste due confraternite vi erano alcuni dissidi legati questioni di campanilismo, che oggigiorno sono totalmente assenti.

La chiesa è inoltre sede dal 1988 dell’Associazione Cattolica “Don Bosco”, particolarmente devota a “San Giovanni Bosco”.

Dopo gli ampi cenni introduttivi, passiamo alla descrizione della chiesa.

L’esterno della Chiesa della Santissima Annunziata si affaccia su un elegante Sagrato delimitato dal “Loggiato” molto più piccolo di quello di “Santa Maria Maggiore”, ma non per questo meno pittoresco.

Esso è formato da due porticati aventi otto portici di ingresso (cinque nel loggiato destro e tre nel loggiato sinistro) delimitati da eleganti pilastri e ornati da bassorilievi raffiguranti motivi geometrici.

Presso il loggiato, attuale sede della sopracitata Arciconfraternita della Santissima Annunziata, è posta la “Casa della Cera” all’interno della quale vengono posti gli “ex voto” del medesimo materiale donati al “Santissimo Cristo con la Croce”, tra cui ceri votivi, figure di parti anatomiche o “bambinelli” rivestiti da drappi di colore azzurro.

All’interno della Casa della Cera è esposta anche un’antica statua raffigurante “Santa Maria Bambina”.


La Piazza Annunziata che funge da sagrato della Chiesa della Santissima Annunziata.

L’elegante facciata “a torre” della chiesa presenta un’impostazione architettonica tendente al barocco (seppur con elementi neoclassici), suddivisa in tre ordini orizzontali.


La facciata della Chiesa della Santissima Annunziata.

L’ordine inferiore è delimitato da quattro coppie di otto pilastri a capitello ionico posti sopra robusti basamenti che danno stabilità alla struttura della facciata, sorreggenti l’elegante trabeazione merlata.

Vi sono tre portali d’ingresso di forma arcuata di cui quello centrale (ovviamente quello più grande) abbellito da fregi in bassorilievo che raffigurano motivi geometrico – floreali, che risulta sormontato da un timpano spezzato di tipo merlato recante al centro lo stemma araldico dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata riportante il “monogramma mariano”.

I portali laterali sono inquadrati da pilastrini abbelliti da fregi decorativi, che vanno a sorreggere travoni lisci di coronamento, su i quali sono ubicate finestrelle ovali agghindate da fregi raffiguranti ghirlande floreali.


L’ordine inferiore della facciata della chiesa.

Una bella trabeazione merlata con vari tipi di fregi (che raffigurano conchiglioni ghirlande floreali e greche con le medesime decorazioni) divide l’ordine inferiore da quello centrale.

Esso è delimitato da contrafforti a spirale riportanti fregi (sempre di tipo floreale), essendo inquadrata da due coppie di pilastri con capitelli in stile corinzio con eleganti capitelli che sorreggono un ampio timpano spezzato di tipo merlato, il quale reca al centro uno scudo araldico in cui sono incise le titolarità della chiesa.

Sotto di esso vi è un finestrone arcuato inquadrato da pilastrini con capitelli simili a quelli appena citati, sormontato da un timpano semicircolare.

I margini di questo corpo che forma l’ordine centrale recano coppe in pietra locale.


L’ordine centrale della facciata.

Il terzo ordine presenta un corpo delimitato da contrafforti a spirale, solcato da quattro pilastrini con capitello corinzio in cui al centro è posta una bella statua in pietra locale raffigurante “L’Annunciazione di Maria” (opera scolpita nel 1960 dallo scultore ispicese Giuseppe Nobile), affiancata da due formelle rettangolari riportanti rosette floreali.

Ai vertici dell’ordine sono posti eleganti pinnacoli a coppa (uno per vertice), abbelliti da vari fregi.

La sommità della facciata è coronata da un elegante frontone triangolare merlato, abbellito in sommità da fregi geometrico – floreali.

Essi fungono da basamento per la grossa “Croce” in ferro battuto.

A coronare ciò sono collocati quattro pinnacoli sferici con vari fregi, di cui quelli interni più grandi a differenza di quelli posti sui vertici esterni.


La parte superiore della chiesa.



Particolare delle decorazioni della facciata.

Da ammirare anche l’elegante cupola della chiesa posta al centro dell’edificio sacro.

I prospetti laterali della chiesa di Via Nicotera (sud) e Fratelli Rosselli (nord), recano rispettivamente due accessi arcuati (uno per prospetto) su cui sono poste finestre semicircolari.

Alla destra dell’accesso di Via Nicotera troviamo il sopracitato fregio a forma di testa di toro, posto come “ex voto” dai baroni Modica in seguito al miracoloso salvataggio del loro figlio incornato e trascinato dal medesimo animale.

La copertura delle navate  laterali reca otto cupolette (quattro per prospetto) che coronano le cappelle delle navate laterali, e una serie di finestre arcuate in prossimità della parete esterna della volta centrale.

Il retro della chiesa delimitato dalla Via Giovanni Pascoli, presenta pochi elementi architettonici degni di nota, stessa cosa dicasi per l’area corrispondente alla sagrestia. 

A sud della Chiesa è posta l’imponente torre campanaria nota come “Campanile dell’Annunziata”, formata anch’essa da tre ordini aventi quattro prospetti simili corrispondenti alle facciate della medesima torre.

L’ordine inferiore è di tipo bugnato e presenta una finestrella centrale di forma tondeggiante, il cui  accesso è formato da un’apertura rettangolare che si affaccia sul Sagrato della chiesa.

L’ordine centrale è delimitato da due pilastri a capitello ionico, che allo stesso tempo inquadrano un finestrone sormontato da un timpano semicircolare e sostengono la trabeazione merlata.

Il terzo ordine è delimitato da balaustrini nella sua parte inferiore e reca al centro la cella campanaria di forma arcuata, inquadrata da pilastri a capitello ionico che sorreggono il frontone triangolare della torre (abbellito da fregi decorativi di tipo geometrico).

Il campanile è coronato da una cuspide sorretta da quattro pilastri che vanno ad incrociarsi sulla sua sommità, coronata anch’essa da una “Croce” in ferro battuto.

L’interno della torre reca una campana fusa nel 1811.


Il monumentale Campanile dell’Annunziata.


Particolare del Campanile della chiesa.

L’interno della Chiesa della Santissima Annunziata è suddiviso in tre ariose Navate disposte a “Croce Latina”, delimitate da eleganti arcate rette da pilastri a capitello corinzio.

Esse sono abbellite dagli eleganti stucchi settecenteschi di Giuseppe Gianforma, le cui figure sono caratterizzate dalla caratteristica colorazione bianca su sfondo turchese e azzurro con intarsi dorati.


L’interno della Chiesa della Santissima Annunziata di Ispica.

La Navata centrale si presenta ampia e ariosa e la sua volta è completamente decorata da artistici stucchi realizzati nel 1773 da Giuseppe Gianforma, che raffigurano vari episodi biblici dell’Antico Testamento.

Essi sono suddivisi in quattro pannelli raffiguranti (andando dall’ingresso al transetto) “Giuditta che uccide Oloferne”, “La Prova di Gedeone”, “Giaele che uccide Sisara” e “La comparsa dei tre Angeli ad Abramo”.

I pannelli sono incorniciati da stucchi decorativi che formano formelle floreali e intricati motivi geometrici di assoluto pregio artistico.


La Navata centrale della Chiesa della Santissima Annunziata.


La volta della Navata con gli stupendi stucchi del Gianforma.

Presso l’arco posto sopra l’ingresso centrale (sormontato da un timpano spezzato), è posto il bassorilievo che raffigura lo scudo araldico del Vescovo Giovanni Blandini (sotto il cui mandato vescovile avvennero i restauri della chiesa e la realizzazione dell’attuale facciata), raffigurante un’aquila bifronte.


Il bassorilievo che raffigura lo stemma del Vescovo Giovanni Blandini.

Nella navata possiamo ammirare anche un bel Pulpito ligneo e di fronte ad esso l’Organo a canne costruito nel 1839 dal maestro Francesco Andronico da Palermo.

Qui inoltre sono poste due statue di fattura contemporanea.

La prima raffigura il nuovo simulacro del “Cristo Risuscitato”, realizzato nel 1960 da una bottega di Ortisei (BZ), e che viene portato in Processione durante la Domenica di Pasqua dagli anni 1960 al posto del vecchio simulacro).

La seconda statua raffigura “Papa Giovanni XXIII”, e viene festeggiata l’11 Ottobre di ogni anno con una solennità liturgica.


L’Organo a canne della chiesa.

Presso il transetto centrale della chiesa, che sorregge la cupola dell’edificio, vi sono eleganti stucchi sempre opera dello stuccatore Giuseppe Gianforma.

Tra la Navata e la cupola è posto il cartiglio recante il motto in latino “Ego Primogenita” dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata, retto da due Angeli svolazzanti.

Presso i “pennacchi” della cupola troviamo raffigurati i “Quattro Evangelisti” con i relativi simboli (i “Santi Evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni” abbinati rispettivamente ad un angelo, ad un leone, ad un toro e ad un’aquila).

La sommità della cupola è agghindata da eleganti motivi geometrici.

Sui transetti vi sono gli stucchi raffiguranti “Il Sacrificio di Isacco” (transetto sinistro), e “Davide contro Golia” (transetto destro).

Il Presbiterio della Chiesa della Santissima Annunziata presenta un elegante Altare a prospettiva concava, formato da quattro colonne (due per lato) con capitelli di tipo corinzio ricoperti da stucchi dorati.

Queste colonne sorreggono un elegante frontone formato da un timpano semicircolare merlato a base chiusa adornato da stucchi decorativi, su cui è posto il bassorilievo raffigurante il simbolo dell’Arciconfraternita di “Santa Maria Annunziata” recante anch’esso due Angeli svolazzanti ai fianchi, sovrastato da una raggiera dorata raffigurante la “Gloria di Dio”.

Al centro è posto un interessante dipinto settecentesco raffigurante “L’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria” (opera attribuita al pittore palermitano Vito D’Anna).

Da ammirare anche il bel Coro ligneo ai lati, sopra i quali vi sono pannelli in stucco (anch’essi opera di Giuseppe Gianforma) che raffigurano “L’Adorazione dei Pastori a Gesù Bambino” e “La Visita dei Re Magi” (rispettivamente a sinistra e a destra dell’Altare Maggiore).


Il Presbiterio della Chiesa della Santissima Annunziata.


L’Altare Maggiore della Chiesa di Santa Maria Annunziata.


Il dipinto che raffigura “L’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria”.


Il pannello raffigurante “L’Adorazione dei Pastori a Gesù Bambino”.


Il pannello che raffigura “La Visita dei Re Magi”.

Sull’Abside vi sono una serie di formelle in bassorilievo che man mano diventano piccole mentre si sale verso l’alto, dando una gradevole profondità prospettica. Sulla volta invece è posto uno stucco che raffigura la “Profezia della Nascita di Cristo da parte del Profeta Isaia”.


L’Abside della Chiesa della Santissima Annunziata.

Le Navate laterali della Chiesa dell’Annunziata, o per meglio dire le sue cupolette e le sue arcate, presentano eleganti stucchi raffigurano gradevoli motivi geometrici e floreali di colore bianco, azzurro e dorato.


Una delle due Navate laterali della chiesa.


Le decorazioni poste sulla volta delle Navate.

La Navata sinistra possiede tre eleganti Altari barocchi con fregi ed elementi decorativi molto eleganti (tra cui statue di Angeli svolazzanti, timpani spezzati, colonne tortili ecc…), oltre all’accesso laterale (posto tra il secondo e il terzo altare).

Qui vi sono collocati rispettivamente (andando dall’ingresso verso il presbiterio) il Fonte Battesimale e la tela raffigurante il “Battesimo di Cristo” (il tutto racchiuso da un’artistica inferriata), e le statue di “San Vincenzo Ferreri” e “San Vito Martire” (poste nel secondo e nel terzo Altare della Navata di sinistra).


L’Altare del Fonte Battesimale in stile barocco in cui è posto il dipinto raffigurante “Il Battesimo di Cristo”.


L’Altare in cui è posta la statua di “San Vincenzo Ferreri”.


L’Altare recante la statua di “San Vito Martire”.

Nel transetto sinistro vi è la “Cappella del Cristo Risuscitato” in cui è posto l’elegante Altare barocco a lui consacrato, delimitato da colonne che sorreggono un timpano spezzato reca in sommità la figura in stucco di “Dio Padre” affiancata da Angeli svolazzanti.

Al centro dell’altare è posta  la nicchia in cui è collocato il gruppo scultoreo in gesso del “Cristo Risuscitato” risalente al periodo anteriore al terremoto dell’11 Gennaio 1693 (cinquecentesco?), che raffigura la figura di “Gesù Cristo” risorto dalla morte tra due soldati romani meravigliati, questi ultimi aggiunti nel 1700 dallo stuccatore Giuseppe Gianforma.

Fino agli anni 1960 questa statua veniva portata in Processione la mattina e la sera della Domenica di Pasqua, ma venne sostituita con il sopracitato simulacro posto presso la Navata centrale dell’edificio.

L’originario simulacro venne abbandonato in un casolare posto in territorio rosolinese, essendo successivamente recuperato nel 1999 dal fotografo e storico ispicese Salvatore Brancati, e di conseguenza riportato ad Ispica e collocato nuovamente all’interno di questo edificio sacro.

Nell’Altare marmoreo sottostante vi è la figura dell’ “Agnello di Dio” raffigurante “Cristo che si è sacrificato per salvare l’umanità dai peccati”.



La “Cappella del Cristo Risuscitato” con il suo Altare in stile barocco.

Alla fine della Navata è posto l’ingresso che conduce all’interno della Sacrestia sopra cui è posta la tela settecentesca che raffigura “L’Adorazione dei Re Magi”.


L’ingresso della Sacrestia su cui è posta la tela che raffigura “L’Adorazione dei Re Magi”.

La Navata destra possiede tre Altari barocchi anch’essi aventi eleganti elementi decorativi simili a quelli posti nella Navata sinistra (tra il secondo e il terzo Altare è posto l’accesso laterale comunicante con la Via Fratelli Bandiera).

In essi possiamo ammirare (andando dall’ingresso verso il presbiterio) un “Crocifisso” ligneo affiancato dalle statue di “San Giovanni Evangelista” e “Maria Addolorata”, un dipinto raffigurante “Le Anime del Purgatorio”, e una statua novecentesca che raffigura “San Giovanni Bosco”, la quale viene festeggiata la Domenica limitrofa alla data del 31 Gennaio.


L’Altare del “Crocifisso” in stile barocco.


Il “Crocifisso” con le statue di San Giovanni Evangelista e “Maria Addolorata”.


L’Altare barocco in cui è posto il dipinto raffigurante “Le Anime del Purgatorio”.


L’Altare barocco dove è posta la statua di “San Giovanni Bosco”.

Presso il transetto destro è posta l’elegante “Cappella del Santissimo Cristo con la Croce”.

Esso è simile a quello del “Cristo Risuscitato” posto di fronte ad esso, ma dominato da tre figure scultoree raffiguranti altrettanti Angeli, di cui quello centrale che regge una grande Croce.

Al centro dell’Altare è posta la nicchia nella quale è collocato il gruppo scultoreo in legno del “Cristo con la Croce”, opera realizzata nel 1729 ad Avola (SR) dallo scultore Francesco Guarino da Noto (l’originaria statua andò distrutta a causa del terremoto dell’11 Gennaio 1693).

La statua arrivò ad Ispica (allora Spaccaforno) durante il Venerdì Santo del 1729, essendo accolto da vari cavalieri, e dal 1861 viene portata in Processione il Venerdì Santo di ogni anno.

Il sottostante Altare marmoreo riporta la figura della “Veronica che asciuga dal sangue il Volto di Cristo”.


L’Altare barocco della “Cappella del Santissimo Cristo con la Croce”.


Il simulacro del “Santissimo Cristo con la Croce”.

Alla fine della Navata destra è posta la “Cappella del Santissimo Sacramento” col suo elegante Altare barocco, formato da colonne che sorreggono un elegante corpo posto a coronamento di esso.

Qui possiamo ammirare i dipinti (entrambi di artisti ignoti) raffiguranti “Santa Maria Bambina” dipinto nei primi anni del 1700, e “Santa Maria Regina” che invece è stato realizzato nel 1600.


La “Cappella del Santissimo Sacramento” della Chiesa della Santissima Annunziata.


Il dipinto che raffigura “Santa Maria Bambina”.


Il dipinto raffigurante “Santa Maria Regina”.

Ma l’opera d’arte sacra più importante di questa cappella è collocata in una nicchia della parete laterale.

Si tratta della cosiddetta “Santa Cassa” (localmente “A Santa Cascia” ), un’urna argentea costruita nel 1700 per contenere al suo interno varie Reliquie (frammenti ossei) donate alla Chiesa della Santissima Annunziata, appartenenti a vari “Santi” (martiri e no) e addirittura attribuite alla “Sacra Famiglia”.

Tra queste ultime va citato “presunto” capello della “Madonna”, e un frammento della “Corona di Spine di Cristo”.

Questa cassa possiede ai lati le figure scolpite dei “Santi Stefano, Nicola, Giovanni Battista, Bartolomeo Apostolo, Sebastiano, Lorenzo, Cosma e Damiano” e delle “Sante Lucia, Agata, Rosalia, Barbara, Orsola, Cristina, Maria Maddalena”.

Dentro la cassa vi sono vari reliquiari di quello più importante artisticamente è sicuramente la “Testa di San Bartolomeo” recante un frammento osseo del “Santo Apostolo” a cui è intitolata la Chiesa Madre di Ispica, oltre a vari reliquiari a forma di braccio o di ampolla recanti sempre piccoli frammenti ossei o pezzi di veste di questi “Santi” (o presunti tali) oltre alle Reliquie della Sacra Famiglia sopracitate.

Un tempo la “Santa Cassa” veniva condotta in Processione durante il Venerdì Santo, e ciò avvenne fino al 1861, quando al posto suo cominciò ad essere condotto in corteo il simulacro del “Santissimo Cristo con la Croce”.

Oggigiorno la cassa viene portata in Processione l’ultimo Venerdì di Quaresima di ogni anno, in occasione della ricorrenza nota appunto come “A Santa Cascia”, mediante la quale si aprono ufficialmente i riti della “Settimana Santa di Ispica”.


La “Santa Cassa” custodita all’interno della cappella.

Al centro della cappella è collocato l’Altare abbellito da stucchi dorati e formato da colonne che reggono un timpano triangolare, all’interno del quale è collocata la bella statua ottocentesca raffigurante la “Madonna della Medaglia” (opera dello scultore napoletano Enrico Pedace), un tempo festeggiata la terza Domenica di Ottobre e l’8 Dicembre in quanto consacrata al culto dell’Immacolata Concezione.


L’Altare che reca la statua della “Madonna della Medaglia”.

Va menzionata inoltre l’interno della Sagrestia della Chiesa della Santissima Annunziata (raggiungibile alla fine della Navata sinistra), dove possiamo ammirare: un bel “Casserizio” ligneo, la statua della “Madonna Immacolata” posta presso l’antica Chiesa di Santa Maria Maggiore di Spaccaforno, la tavola cinquecentesca raffigurante “L’Annunciazione di Maria” (dipinta dal messinese Francesco Cardillo), e la tela seicentesca raffigurante “Sant’Andrea Avellino” (attribuito ad un allievo della scuola del Caravaggio).

Completano l’interno della sagrestia i ritratti di esponenti della famiglia Statella di Ispica, tra i quali vanno citati quelli raffiguranti Francesco VI Statella – Gaetani, e il Venerabile Andrea Statella meglio noto come “Padre Salvatore della Santissima Trinità”.

Per saperne di più sulla Chiesa della Santissima Annunziata e sulle attività praticate all’interno di essa visita i siti www.annunziata-ispica.it , www.annunziando.it, e la pagine facebook della Parrocchia Santissima Annunziata – Sant’Antonio Abate e della Associazione Don Bosco Ispica.

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