Ispica, Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo

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Ispica

Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo


La Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo posta presso la Piazza Unità d’Italia.

Sul vertice occidentale di Piazza Unità d’Italia è posta la grandiosa Chiesa Madre di Ispica, consacrata a “San Bartolomeo Apostolo”.

Questo è uno dei più importanti edifici sacri della cittadina ispicese, che con il suo scenografico prospetto domina la limitrofa piazza.

Essa è considerata da sempre come “la Chiesa del Popolo” poiché è il principale luogo di culto cittadino nonché la più grande chiesa della città di Ispica, all’interno della quale si tengono le principali funzioni religiose cittadine.

Si tratta di una delle chiese barocche più belle della Provincia di Ragusa che funge da sede della Parrocchia di “San Bartolomeo”, chiamata popolanamente dagli ispicesi “A Matrici”.

Come detto in precedenza, la Chiesa è ubicata in Piazza Unità d’Italia (precedentemente nota come “Piazza Regina Margherita”, in cui ovviamente è posto il prospetto principale), essendo collocata tra il Corso Umberto I in cui è posto il prospetto meridionale, la Via Ugo Foscolo in cui è collocato il prospetto settentrionale con l’accesso secondario alla chiesa, e la Via Giacomo Matteotti presso la quale è posto il retro della Chiesa comprendente anche la Casa Canonica.

La preesistente Chiesa di San Bartolomeo venne edificata nell’antica città di Spaccaforno posta sulla sponda del Torrente Favara nel periodo medievale subito dopo la conquista normanna, essendo per molti anni l’unica chiesa dell’antico centro abitato ispicese.

L’antica Chiesa consacrata ad uno dei “Santi Protettori” dell’antica Spaccaforno venne restaurata nel 1547 per volere della Marchesa Isabella Statella – Caruso, facendole ottenere così il titolo di “Chiesa Madre”, dato che durante i secoli vennero edificati altri luoghi di culto presso la cittadina ispicese come ad esempio le Chiese del Crocifisso (attuale “Santa Maria la Cava”) e della Santissima Annunziata.

L’11 Gennaio 1693 l’antica Chiesa Madre di San Bartolomeo crollò in seguito al violento sisma che, oltre a Spaccaforno, distrusse tutta l’area del Val di Noto che allora comprendeva la Provincia di Ragusa.

Nel 1700 partì la ricostruzione dell’attuale Chiesa Madre di San Bartolomeo (su progetto molto probabilmente dell’architetto Vincenzo Sinatra) sulla sommità del Colle Calandra, all’interno della nuova città di Spaccaforno (odierna Ispica), che durò diversi anni terminando intorno al 1750.

La rettoria venne affidata all’arciprete Padre Antonino (Li) Favi.

Vicino alla Chiesa Madre, separata da essa dall’attuale Corso Umberto I, vi era il Convento dei Cappuccini, che venne demolito nel secondo dopoguerra (al suo posto troviamo la Scuola Luigi Einaudi con la limitrofa “Torre dell’Orologio”).

La Chiesa Madre di Ispica ha subito poi un incendio nel 1963 che ha distrutto molte opere d’arte al suo interno tra cui vanno citati l’originario dipinto sull’Altare Maggiore che raffigurava il “Martirio di San Bartolomeo”, e il primo simulacro della “Madonna delle Grazie” di Ispica (che in quel periodo era collocato proprio all’interno dell’edificio sacro).

La chiesa ha poi subito numerosi interventi di restauro e consolidamento (anche in seguito ai “rattoppi” ottocenteschi dovuti ad alcuni cedimenti strutturali del tetto) affinché la sua struttura rimanesse stabile.

A ciò si aggiunse la ripavimentazione degli anni 1970, durante la qual sono state rinvenute anche varie nicchie sepolcrali all’interno delle quali sono stati rinvenuti vari resti umani (tra cui diversi scheletri).


L’elegante facciata della Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo.

Nonostante sia in parte offuscata dalla fama delle due Chiese di Santa Maggiore e della Santissima Annunziata, che paradossalmente sono gli edifici religiosi più noti della cittadina ispicese per vari motivi (bellezza architettonica, tradizioni popolari ecc…), oggigiorno la Chiesa Madre di San Bartolomeo funge da principale luogo sacro cittadino essendone sede vicariale.

Oltre a ciò, questa chiesa è una delle più imponenti e monumentali della Sicilia sudorientale, essendo contraddistinta dalle eleganti forme tardobarocche che la contraddistinguono.

Infatti l’edificio sacro si differenzia dalle due sopracitate chiese per la sua scenografica posizione, dato che essa è piuttosto “dominante” rispetto alla limitrofa Piazza Unità d’Italia.

Essa infatti è raggiungibile da una scalinata formata da due rampe laterali delimitate da balaustrini (così come lo è il Sagrato posto di fronte all’edificio sacro), progettata dall’architetto Antonio Cerruto e portata a compimento dal capomastro Vincenzo Lorefice essendo costruita nel 1934 in sostituzione della preesistente gradinata ottocentesca (opera dell’architetto Gaspare Capasso).

Sotto di essa è posta una nicchia arcuata all’interno della quale è posta un’edicola votiva in cui è posta una riproduzione delle “Madonna delle Lacrime” venerata a Siracusa, sotto la quale è posta una fontana a vasca semicircolare.


L’Edicola Votiva posta presso la scalinata della chiesa.

Sul Sagrato si affaccia l’elegante facciata della Chiesa Madre composta da due ordini orizzontali delimitati da pilastri a capitello tuscanico.


La facciata in stile barocco della Chiesa Madre di San Bartolomeo vista frontalmente.

L’ordine inferiore si presenta solcato da due coppie di quattro pilastri (due per lato) che, oltre a sorreggere la trabeazione centrale (di tipo merlato), lo suddividono in tre “corpi”.

Il corpo centrale presenta un elegante portale arcuato, adornato da bassorilievi di tipo geometrico – floreale delimitato da pilastrini con eleganti capitelli recanti contrafforti spiraliformi sostenenti il timpano spezzato, che reca al centro lo stemma araldico della famiglia Statella (simbolo della città di Ispica).

I due portali laterali sono sormontati da timpani semicircolari, sopra i quali vi sono finestrelle tonde adornate da fregi floreali.

Un’elegante trabeazione delimitata da grossi capitelli (corrispondenti al vertice dei sottostanti pilastri) con greche in bassorilievo, delimita l’ordine superiore della facciata formato da un corpo delimitato da coppie di due pilastri (in tutto quattro, due per lato), con capitelli di tipo “corinzio” aventi motivi floreali.

Al centro vi è una finestra arcuata agghindata da fregi raffiguranti ghirlande floreali, sormontata da un elegante timpano spezzato che reca statue di Angeli in mezzo al quale vi è una formella raffigurante il “titolo” della chiesa.

La sommità della facciata presenta un frontone formato da un grosso timpano semicircolare a base chiusa con i bordi merlati recante al centro una formella con un mascherone di tipo fanciullesco e un bassorilievo raffigurante simboli cristiani, sopra cui vi è l’elegante basamento con artistici intagli che sorregge la “Croce” in ferro battuto.

Accanto ad esso vi sono quattro pinnacoli a coppa (due per lato, di cui tre integri mentre l’ultimo di destra ormai rovinato).

A sinistra della facciata vi è una piccola torretta campanaria.


Particolare della facciata della Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo.

I prospetti laterali che si affacciano sul Corso Umberto I e sulla Via Ugo Foscolo presentano nove  finestre rettangolari in prossimità delle navate laterali (quattro nel prospetto sud di Corso Umberto I, e cinque nel prospetto nord di Via Ugo Foscolo), mentre in corrispondenza dei transetti vi sono due finestre arcuate (una per prospetto).

Gli accessi laterali della chiesa sono posti alla fine di brevi scalinate.

L’accesso di Corso Umberto I è di forma rettangolare ed è affiancato da una statua raffigurante “San Pio da Pietrelcina”, mentre quello di Via Ugo Foscolo è di forma arcuata.

Il retro della chiesa che si affaccia lungo la Via Verdi, è delimitato da una veranda racchiusa da una semplice inferriata, raggiungibile da brevi scalinate laterali.

Esso presenta un semplice prospetto solcato da pilastri comprendente due piccole finestrelle circolari, presso i quali sono posti gli accessi alla Sagrestia e alla Casa Canonica formati da tre portoni rettangolari sormontati da un travone (due posto nel vertice destro e uno in quello sinistro).

La casa canonica della chiesa, ubicata tra le Vie Ugo Foscolo e Verdi, è contraddistinta da due  eleganti verande ad apertura arcuata, sotto le quali vi sono altrettanti accessi di forma rettangolare.

Dopo aver descritto la parte esterna, passiamo alla descrizione dell’interno della Chiesa Madre di San Bartolomeo.

Esso è suddiviso in tre Navate disposte a “Croce Latina”.

La Navata centrale possiede un’elegante volta, abbellita da varie decorazioni in stucco di colore bianco.


La Navata centrale della Chiesa Madre di San Bartolomeo.

L’area del Presbiterio presenta un monumentale Abside contraddistinto dalla presenza di un grande Altare marmoreo, delimitato da colonne che sorreggono un frontone recante un timpano triangolare sopra cui è collocato un corpo con timpano spezzato adornato da pinnacoli, abbellito da eleganti stucchi.

Qui vi è posto il dipinto che raffigurante il “Martirio di San Bartolomeo” dipinto nel 1963 dal pittore Rodolfo Cristina di Pozzallo dopo che l’originaria tela settecentesca venne distrutta da un incendio. Possiamo ammirare anche un interessante “Crocifisso” ligneo.

A lato vi sono le Navate laterali della chiesa, in cui sono poste interessanti opere d’arte sacra.

La Navata sinistra possiede tre Altari delimitati da due colonne a capitello corinzio, che vanno a sorreggere un elegante timpano spezzato.


La Navata sinistra della Chiesa Madre di San Bartolomeo.

Nel primo Altare, posto dopo la scalinata che conduce alla torretta campanaria della chiesa (andando dall’ingresso verso il presbiterio), possiamo ammirare il dipinto raffigurante “San Michele Arcangelo”.


Il dipinto in cui è raffigurato “San Michele Arcangelo”.

Nel secondo Altare è collocata la statua di “San Bartolomeo Apostolo”, uno dei “Santi Protettori” di Ispica a cui è intitolata la chiesa.


La statua raffigurante “San Bartolomeo Apostolo”.

Il terzo Altare contiene la statua di “Santa Maria Addolorata”, che viene portata in Processione durante “U ‘Ncuontru” assieme al “Cristo Risorto” durante la Domenica di Pasqua.


La statua che raffigura “Santa Maria Addolorata”.

Dopo il terzo altare è posto l’accesso laterale sinistro dell’edificio sacro.

A seguire vi è l’elegante Altare del transetto sinistro delimitato da due coppie di colonne a capitello corinzio che sorreggono un elegante frontone triangolare abbellito da stucchi policromi decorativi, a fianco del quale sono poste due statue in stucco raffiguranti “Mosè” e “Aronne”.

Al centro dell’Altare è posta la nicchia contenente  la statua del “Sacro Cuore di Gesù”.

Alla fine della Navata è posto l’ingresso alla sagrestia dell’edificio sacro.

Nelle Navata laterale destra possiamo ammirare (andando dall’ingresso verso il presbiterio) il monumento funerario seicentesco in marmo rosso in memoria di Don Giovanni Statella (deceduto nel 1631), rimasto integro durante il crollo della preesistente Chiesa di San Bartolomeo presso la Cava d’Ispica e traslato presso l’attuale chiesa madre ispicese.

A seguire vi sono tre Altari simili a quelli sopracitati.

Il primo Altare contiene una riproduzione della “Grotta di Lourdes” in cui è posto il gruppo scultoreo raffigurante “L’Apparizione della Madonna a Santa Bernadette”.

Il secondo Altare reca un dipinto raffigurante “Santa Maria Immacolata”.

Il terzo Altare reca un “Crocifisso” in cartapesta, che originariamente era posto presso l’Altare Maggiore dell’edificio sacro.

A seguire è collocato l’ingresso laterale destro della chiesa.

Dopo di esso è posto il transetto destro dell’edificio sacro, nel quale possiamo ammirare un Altare simile a quello posto rispettivamente a sinistra.

Anch’esso è abbellito da stucchi policromi e da figure angeliche in sommità, essendo affiancato dalle statue raffiguranti le “Virtù Teologali”.

Al centro di esso è collocata la statua raffigurante “Santa Maria Immacolata e San Domenico”.

Alla fine della Navata destra possiamo ammirare la Cappella del Santissimo Sacramento decorata con eleganti stucchi, contraddistinta da un bell’Altare marmoreo posto al centro di essa. 

All’interno di questa cappella è posto un interessante Crocifisso cinquecentesco di fattura tardo bizantina, appartenuto alla Marchesa Pilegra Mastrilli Statella (che donò all’edificio sacro).

All’interno della Chiesa sono poste vari dipinti di diversi periodi che raffigurano “La Santissima Trinità e Francesco di Paola in Preghiera”, “San Nicola di Bari”, “San Tommaso Apostolo”, “San Corrado Confalonieri” e “San Stanislao Kostka”; a cui si aggiungono le statue raffiguranti “Santa Maria di Fatima”, “San Pio da Pietrelcina” e “La Sacra Famiglia”, queste ultime celebrate con solenni feste a Settembre e a Gennaio in occasione delle corrispettive festività.

Va citata infine la presenza dell’interessante archivio cartaceo della Chiesa Madre di San Bartolomeo Apostolo, nel quale sono conservati vari documenti ecclesiastici tra cui alcuni risalenti a prima del secolo 1500.

Per saperne di più sulle attività della Chiesa Madre di San Bartolomeo visita la pagina facebook del Vicariato di Ispica.

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