Ispica, Festa di San Sebastiano

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Festa di San Sebastiano

La festa liturgica in onore di “San Sebastiano” viene celebrata il 20 Gennaio di ogni anno presso la comunità parrocchiale della Chiesa di Santa Maria del Carmine.

Questa festa viene celebrata dal 2020 in occasione della traslazione in chiesa del nuovo simulacro raffigurante il “Santo Bimartire” avvenuta nella data del 19 Gennaio del suddetto anno.

La festa in realtà riprende un antico culto consacrato proprio a “San Sebastiano”, che un tempo era venerato all’interno di un non più esistente edificio sacro posto presso l’area dell’antica Spaccaforno lungo la S.P. 47 “Traversa Barriera” (ad est dell’area di “Parco Forza” posta presso la Cava d’Ispica), di cui oggi rimane una cappella rupestre.

Ad oggi le celebrazioni ispicesi in onore di “San Sebastiano” sono prettamente liturgiche, comprendendo attualmente le solenni Messe celebrate presso la Chiesa di Santa Maria del Carmine il 20 Gennaio e la sua Domenica limitrofa.

I festeggiamenti sono curati dalla comunità parrocchiale della Chiesa di Santa Maria del Carmine, e dalla Confraternita della Madonna del Carmine.

Storia di “San Sebastiano”

Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani nel 256 d.C.

Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora.

Sebastiano, che nel frattempo si convertì al cristianesimo, andò a Roma per intraprendere la carriera militare, divenendo anche un “predicatore” cristiano.

L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto.

Così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”.

Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i cristiani”, ma lui all’insaputa dell’imperatore, aiutò moralmente molti di loro durante la prigionia, salvandone il maggior numero possibile dal martirio.

Dopo i primi presunti “miracoli” (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai cristiani, incominciò a predicare il cristianesimo pubblicamente non avendo paura di essere arrestato e torturato.

Una spia di Diocleziano  andò a riferire tutto ciò all’imperatore, che inizialmente stentò a credere che uno dei suoi migliori militari fosse un cristiano.

Diocleziano allora convocò Sebastiano e chiese lui se era vero quanto detto sul suo conto.

Il giovane rispose di si, dicendo che aveva ricevuto un’educazione cristiana sin da piccolo, e che ormai era giunto il momento di smetterla con queste persecuzioni contro i cristiani.

Diocleziano ovviamente andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco situato presso “Colle Palatino” venendo legato ad un albero, e successivamente trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) lasciandolo in un primo momento esanime.

Ma alcuni suoi proseliti si accorsero che nonostante le gravi ferite, il giovane era ancora in vita poiché in maniera miracolosa i suoi organi vitali furono protetti dalle frecce.

Loro, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), prelevarono il giovane Sebastiano nascondendolo e curandolo.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro”, Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (riferendosi probabilmente a Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>.

L’imperatore, rimasto inizialmente stupito nel vedere il giovane Sebastiano vivo e vegeto, sentito ciò detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte.

Sebastiano venne frustato, strangolato e lasciato ad annegare, morendo nella data del 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”.

Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà, l’imperatore si ritirò presso l’odierna a Spalato in cui morì di morte naturale.

 Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano” in cui riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

Culto ispicese a “San Sebastiano”

La venerazione a “San Sebastiano” era praticata presso l’antica Spaccaforno, dove era posta una chiesa consacrata al “Santo Milanese”.

Con molta probabilità il culto si è diffuso in seguito al ritrovamento del simulacro del “Santo Bimartire” avvenuto nei pressi di Melilli in Provincia di Siracusa (area costiera della Penisola Magnisi) nel mese di Maggio dell’anno 1414.

Dalla cittadina melillese, il culto legato al ritrovamento della statua di “San Sebastiano” a cui sono seguiti vari “miracoli”, si è man mano diffuso in gran parte della Sicilia sudorientale.

Sicuramente il culto ispicese al “Santo Bimartire” deriva proprio dalla venerazione al simulacro rinvenuto e venerato tuttora a Melilli.

All’interno dell’antica città di Spaccaforno, “San Sebastiano” era venerato all’interno di una chiesa semi rupestre posto lungo la cosiddetta “Strada della Barriera”, ubicata ad est dell’area nota come “Parco Forza”.

In seguito al crollo di questo edificio sacro avvenuto a causa del terremoto dell’11 Gennaio 1693, il culto al “Santo Bimartire” venne meno.

Ciò lo si deduce dal fatto che non venne ricostruita nessuna chiesa a lui consacrata all’interno dell’odierna Ispica; e inoltre il sito della vecchia chiesa divenne sede di una “Carcara” (fornace all’interno della quale avveniva la produzione di calce).

La venerazione ispicese a “San Sebastiano”, dopo una celebrazione liturgica avvenuta nel 2019 all’interno della Chiesa Madre di San Bartolomeo, riprese piede nel 2020 in seguito alla donazione di un nuovo simulacro raffigurante il “Santo Martire” da parte dei fratelli ispicesi Carmelo e Giuseppe Falco, e Luigi Matarazzo che lo hanno realizzato, a cui è seguita la collocazione del medesimo all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine.

Infatti, nella data del 19 Gennaio 2020, dopo circa tre secoli una statua raffigurante “San Sebastiano” è stata condotta in Processione all’interno del territorio ispicese.

Il simulacro di “San Sebastiano”, è stato quindi condotto in corteo a spalla dalla vecchia Chiesa Rupestre di San Sebastiano percorrendo la S.P. 47 nota come “Strada della Barriera”, fino alla  Chiesa di Santa Maria del Carmine dove ora è esposto ai fedeli ispicesi.

“San Sebastiano” è inoltre il protettore dei vigili urbani, ed è particolarmente venerato dagli agenti di questo corpo di pubblica sicurezza.

Come detto in precedenza, oggi i festeggiamenti sono prettamente “liturgici”, comprendendo la celebrazione di solenni Messe all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine che si svolgono il 20 Gennaio nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica legata al suo martirio, e la Domenica limitrofa a questa data.

Va infine detto che all’interno della provincia ragusana, il culto a “San Sebastiano” viene praticato sempre in forma liturgica presso Ragusa, Modica e Chiaramonte Gulfi; mentre la venerazione verso il “Santo Milanese” è ben più radicata all’interno della limitrofa provincia siracusana (vedi sezione “Il Siracusano” per saperne di più).

La Festa Liturgica in onore di “San Sebastiano”

Le solennità liturgiche del 20 Gennaio e della Domenica limitrofa

I riti in onore di “San Sebastiano” nella forma attuale vengono celebrati all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine il 20 Gennaio durante la giornata in cui ricorre la memoria liturgica del suo martirio, e la Domenica limitrofa.

Se il 20 Gennaio è ricadente di Domenica, l’intera solennità verrà accorpata celebrandosi nel medesimo giorno.

Comunque sia, in questi giorni molti devoti donano ceri votivi al “Santo Martire”, fungenti da “ex voto”.

Alle ore 17.30 del 20 Gennaio la solennità comincia con l’Adorazione eucaristica, a cui segue la solenne Messa delle ore 18.30 seguita da molti devoti, al termine della quale verrà impartita ai fedeli la benedizione con una reliquia appartenente al “Santo Martire”.

La Domenica limitrofa alla data del 20 Gennaio, sempre all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine, si tiene la principale celebrazione in onore di “San Sebastiano”.

Alle ore 18.30 comincia la recita del Rosario, alla quale segue la solenne Messa delle ore 18.30 seguita da molti devoti al “Santo Bimartire”, dai vigili urbani ispicesi e dalla Confraternita della Madonna del Carmine.

Al termine della funzione, avviene l’atto di affidamento della città a “San Sebastiano” con la donazione di un cero da parte dei vigili urbani ispicesi, alla quale segue la benedizione collettiva impartita con la reliquia del “Santo Martire”.

Con questo ultimo rito, terminano i festeggiamenti in onore di “San Sebastiano”.

Per informazioni più dettagliate visitate le pagine facebook Santuario della Madonna del Carmine e Ispica in Festa.

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