Ispica, Piazza Sant’Antonio Abate

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Ispica

Piazze Sant’Antonio Abate e II Ottobre
(Quartiere “Sant’Antonio Abate” – “Cartidduni” )

Percorrendo il Corso Vittorio Emanuele, di fronte al Palazzo Monaco, vi è posta la Piazza Sant’Antonio Abate in cui è posta la Chiesa da cui essa prende il nome.


La Piazza Sant’Antonio con la bella Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Da questa piazza si accede alla zona “medievale” del centro storico ispicese formata dal quartiere di Sant’Antonio di cui la sua parte più antica è nota col toponimo “Cartidduni”, il cui nome deriva dall’arabo “Harat al Yahud” che significa “Quartiere degli Ebrei” (un quartiere avente un simile toponimo è posto anche nella vicina Modica).

Essa era l’area dell’antica città di Spaccaforno che a quel tempo fungeva da zona “alta” della medesima in quanto posta sulla propaggine nordorientale del Colle Calandra, che ospitava la comunità ebraica cittadina sin dall’alto medioevo.

In seguito all’espulsione delle comunità ebraiche della Sicilia avvenuta nel 1492 per ordine dell’allora Sovrano di Sicilia Ferdinando II di Aragona, l’area del “Cartidduni” venne abitata da gente di fede cattolica.

Infatti per volere dell’allora signore di Spaccaforno “Don Antonello Caruso”, nel 1515 venne costruita l’attuale Chiesa di Sant’Antonio Abate che ebbe il ruolo di rettoria dell’antica Chiesa Madre di San Bartolomeo (posta un tempo presso l’attuale ingresso dell’area archeologica di Parco Forza presso la Cava d’Ispica).

Di fianco ad essa venne costruita la chiesa consacrata alla “Madonna Immacolata” detta “della Sciabica”, dal nome dell’omonima congregazione (oggi Arciconfraternita di Sant’Antonio Abate) che la fece erigere nel 1576.

Il terremoto dell’11 Gennaio 1693 danneggiò l’antico “Cartidduni” ma non lo distrusse del tutto, infatti varie costruzioni tra cui anche la suddetta Chiesa della Sciabica, nonostante il forte sisma che distrusse la sottostante area di Spaccaforno oggi nota come “Parco Forza”, rimasero in piedi.

Si ipotizza che proprio da questo quartiere (e da quello adiacente del Carmine) iniziò la ricostruzione dell’attuale città di Ispica.

Oggigiorno il quartiere del “Cartidduni”, delimitato oltre che dal Corso Vittorio Emanuele, anche dalle Vie Bellini, Savonarola, Sant’Ilarione e Goldoni, si presenta come l’area ispicese meno “trafficata” e quindi più tranquilla della cittadina.

Qui possiamo ancora ammirare particolari edifici dal tetto basso noti come “Dammusi” posti presso vicoletti pittoreschi e scalinate che scendono verso la limitrofa Cava d’Ispica (molti di questi edifici vengono anche affittati ai turisti in maniera privata).

Il cuore di questo quartiere è rappresentato dalle Piazze Sant’Antonio Abate e II Ottobre (poste l’una di fianco all’altra), in cui sono poste rispettivamente le Chiese di Sant’Antonio Abate (sede di una piccola parrocchia accorpata a quella della “Santissima Annunziata) e della Sciabica (oggi sconsacrata) oltre che da pittoreschi edifici settecenteschi e ottocenteschi.

L’area sudorientale di questo quartiere, solcata dal medesimo tratto del Corso Vittorio Emanuele, è interessata dalla presenza dell’ex Chiesa di Sant’Anna, anch’essa sconsacrata e tuttora sede dell’Auditorium “Maria Crocifissa Curcio”.

Questo tranquillo quartiere viene comunque animato da eventi culturali e spettacoli di vario tipo che si tengono durante il corso dell’anno.

Tra essi vanno citati la festività di “Santa Maria della Catena” a Maggio in cui si tiene la cosiddetta “Insabbiata” in Piazza Sant’Antonio (manifestazione più o meno simile alla ben più famosa Infiorata di Noto in cui vengono composte raffigurazioni artistiche con sabbia colorata), la festa patronale di “Santa Maria del Carmine” del periodo limitrofo al 16 Luglio che interessa anche parte di questa zona, mentre in occasione della solennità di “Santa Lucia” che si tiene il 13 Dicembre, all’interno del quartiere “Cartidduni” vengono accesi i tradizionali falò noti come “Cascaruna”.

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