Lentini, Chiesa e Monastero della Santa Croce

Lentini

Chiesa e Monastero della Santa Croce


La Chiesa della Santa Croce di Lentini.

La Chiesa della Santa Croce è stata edificata sulle rovine della Chiesa della Madonna delle Grazie detta del Battifolle che indicava in epoca medievale una fortificazione provvisoria costituita da un terrapieno alla cui sommità vi era una torretta di legno . La costruzione di questa fortificazione è da collegare probabilmente al sistema difensivo di Lentini, posto a guardia della Valle del Fiume Carrunchio e all’abitazione del segreto (con questo termine si indicava a quel tempo, il funzionario preposto al governo della città. La chiesa di Maria Santissima delle Grazie nel 1632 fu fondata e retta dal Padre Silvestro Mazzotta, distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita nel 1705 dal Padre cappuccino Luminato da Castrogiovanni oggi Enna, che in quell’anno predicò la quaresima a Lentini, e dedicò il titolo definitivamente alla Santa Croce,(di cui il culto in precedenza veniva officiato presso l’ex Convento dei Frati Minori Cappuccini con l’annessa chiesa consacrata prima di essere espropriato nella seconda metà dell’800, in seguito alla legge sabauda con regio decreto 29 maggio 1855 n. 878, con la quale vennero soppressi alcuni Ordini religiosi, capitoli e benefizi, venne creata una Cassa ecclesiastica e fissata una quota annua di concorso da pagarsi dagli altri enti morali. Oggi, il convento recentemente restaurato si trova all’interno del Cimitero di Lentini). Nel 1656, il Padre gesuita Luigi Lanusa al fine di rendere anche visibilmente la “Via Crucis”, fece realizzare nei pressi della chiesa del quartiere, delle edicole votive rappresentanti i misteri della passione di Gesù, che sorgevano presso la Via Porta Siracusana costruita su quella che era la “Strada del Calvario”, identificandola sulla sommità del colle. L’area dove è costruita la chiesetta, è nota anche come “Colle San Domenico” posto proprio in confluenza tra le Vie Matteotti e Porta Siracusana in cui parte la Via Nazionale proprio sul confine amministrativo tra i comuni di Lentini e Carlentini; di fronte ad essa osservando il panorama, vi è posto il sito delle Chiese Rupestri Lentinesi di Santa Lucia e delle Grotte del Crocifisso, che conservano ancora splendidi affreschi bizantini, ma anche parte dell’area archeologica del Castellaccio. Per merito della Sig.ra Baronessa Maria Beneventano in De Geronimo fu parzialmente restaurata. Nell’anno 1954 fu riaperta al culto ed istituita a parrocchia dall’Arcivescovo Ettore Baranzini, affidandola al primo parroco Don Francesco Cantella da Cassaro, fino alla sua morte, avvenuta improvvisamente in Roma il 15/11/1989. Il restauro all’interno della chiesetta fu completato nel 1979 ad opera del primo parroco. La chiesa è di piccole proporzioni, in unica navata, senza abside.

La facciata in stile rustico tipico di chiese di campagna è di forma rettangolare; essa è caratterizzata da due pilastri laterali che sorreggono il frontone superiore sopra cui vi era una struttura in ferro battuto che sosteneva le campane della chiesa. L’elegante portale d’ingresso di forma arcuata è sovrastato da una finestra rettangolare recante una vetrata e ai lati della costruzione si vedono delle finestre arcuate. Da notare all’interno, un altare in marmo bianco sorretto da 5 colonnine (a simboleggiare le “5 piaghe di Gesù”) , per la celebrazione del Sacrificio Eucaristico. Al centro del presbiterio vi è un tabernacolo in marmo bianco a forma romboidale che simboleggia la pietra angolare descritta nei Vangeli e sovrastato da un artistico rosone riproducente i simboli eucaristici. Al di sopra dell’altare si erge un bellissimo “Crocifisso” pensile di stile medievale, copia fedele del Maestro di Figline di quello esistente nella chiesa omonima di Firenze. Quasi lateralmente si nota la bella statua lignea della “Beata Vergine Addolorata”, di ottima fattura proveniente dalla scuola artigiana di Ortisei (TV); accanto ad essa vi è un fonte battesimale in marmo chiaro con figure geometriche intarsiate. Nella parete laterale di sinistra si vede, un Crocifisso reliquiario, dove ai lati vi sono incastonate delle teche che contengono ciascuna piccolissimi frammenti della vera Croce di Gesù e piccole reliquie di Santi. Nell’altra parete di destra vi è un quadro rappresentante Gesù che bussa alla porta. La piccola campana dello scomparso campaniletto che era attiguo al soffitto della chiesa, recentemente nell’anno 2002 è stata ritrovata presso la scuola elementare “Monastero” di Lentini per merito del consigliere della Giunta Municipale di quell’anno, Filadelfo Bosco e dopo lunghi anni è stata riportata nuovamente in sede che era ritenuta perduta. Queste le parole incise nel bronzo della campana: “Rector et Canus Alphius Caruso/Ecclesie S. Mariae Gratie in Battifolli”. Nel retro murale dell’edificio si notano quattro figure femminili o cariatidi strutturate verticalmente e inglobate leggermente nella parete, (dette anche canèfore) una sorta di sculture, utilizzate nel periodo greco-romano, come colonne del tipo di parasta sormontate da un capitello. Nei primi di dicembre del 1990, dopo un anno dalla morte del parroco Cantella, l’arcivescovo di Siracusa Mons. Giuseppe Costanzo, affidò la chiesetta a Don Alfio Giuseppe Corritore di Lentini, parroco fino ad oggi. Ubicata in via Cattolica n.1 è la terza Parrocchia più antica di Lentini dopo quelle di Sant’Alfio – Santa Maria La Cava e San Luca.


La statua della “Madonna” posta presso il giardino della Chiesa della Santa Croce.


L’interno della Chiesa della Santa Croce.

Torna indietro

(testo inviato da Angelo Alcamo)