Lentini, Festa di Sant’Alfio e ricorrenze religiose legate ai Martiri di Lentini

Lentini

Festa di Sant’Alfio e ricorrenze religiose legate ai Martiri di Lentini

La festività consacrata a “Sant’Alfio”, Patrono di Lentini, ma anche ai suoi due fratelli, “Filadelfo e Cirino”, anch’essi proclamati Patroni della città, è senza dubbio la festività più bella della città leontina per tutta una serie di riti sacri che durano ben tre giorni (9, 10 e 11 Maggio), senza contare le celebrazioni esterne alla festa ai tre “Patroni di Lentini” (come quella che si tiene a Settembre con cui viene ricordata la “Traslazione delle Reliquie dei Tre Martiri a Lentini”), che testimoniano una fervente quanto folcloristica devozione verso questi “Tre Martiri” che, proprio nel luogo dove sorge l’odierna Lentini, pagarono con la vita la colpa di essere Cristiani. A testimonianza di ciò a Lentini vi sono tre chiese consacrate ai “Tre Fratelli”; il Duomo di Sant’Alfio (dove vi sono conservate le spoglie mortali dei “Tre Santi”, le tombe in cui essi vennero seppelliti anticamente prima che i loro corpi venissero trafugate, e alcune preziose Reliquie come quella del “Cuore di Sant’Alfio” rimasto incorrotto per tanti secoli); la Chiesa del Sacro Carcere situata nella grotta che vide i “Tre Martiri” prigionieri; infine la Chiesa della Fontana, che sorge nel luogo in cui vennero martirizzati  i “Tre Fratelli”.

Questa festa che vede la presenza di numerosi pellegrini provenienti da gran parte dell’Isola e del Sud Italia che danno onore con la loro partecipazione ai “Santi Patroni di Lentini”, per i copiosi e stupendi spettacoli pirotecnici (tranquillamente paragonabili in provincia a quelli più celebri di Palazzolo Acreide o alle gare pirotecniche che si tengono in Provincia di Catania per le maggiori festività patronali, tra cui anche quelle dei “Tre Santi” di Trecastagni e Sant’Alfio), i commoventi riti sacri e la frizzante gioia popolare, è considerata come una delle più importanti e fastose feste sacre della Sicilia intera (e secondo molta gente che non ha origini lentinesi questa è considerata come la migliore festa patronale del siracusano), dando così ulteriore lustro sia alla città di Lentini, sia all’intera Provincia di Siracusa. Chi conosce le feste siciliane noterà la lampante somiglianza alla Festa di Sant’Agata di Catania, a cui è ispirata questa sontuosa festività lentinese.

La Storia dei “Santi Alfio Cirino e Filadelfo” e le origini del culto lentinese

Clicca qui per aprire la storia

La Storia dei “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”

I tre fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino sono originari dell’antica città pugliese di Basta, le cui rovine sono situate a Vaste, frazione di Poggiardo (LE).

Essi sono figli di due Martiri Cristiani; “Santa Benedetta di Locuste” (uccisa nel 243 d.C.) che pochi anni prima di essere decapitata partorì quattro figli; una donna (di cui non si conosce il nome) che diede alla luce un’altro Martire, “Sant’Erasmo” e appunto i tre fratelli Alfio Filadelfo e Cirino. Quando venne uccisa la loro madre, Vitale non si arrese e fece venire un prete cristiano “Sant’Onesimo” che evangelizzò tutta l’antica città di Basta per far vedere ai Romani che neanche le torture sui martiri fermeranno l’espansione del Cristianesimo.

L’imperatore Decio, ordinò di far arrestare Erasmo, Onesimo, Alfio, Filadelfo, Cirino e 13 loro discepoli per poi rinchiuderli nel Carcere Mamertino di Roma, dopo aver confessato la loro Cristianità. Il prefetto Valeriano (futuro Imperatore), vista la loro resistenza alle torture e alle privazioni, decise di non ucciderli, ma di farli trasferire a Cuma (città romana le cui rovine sono ubicate tra i territori di Pozzuoli, Napoli e Bacoli), presso il sanguinario Tiranno Diomede. Egli, dopo averli brutalmente torturati, fece uccidere Erasmo e i tredici discepoli con la decapitazione; mentre Onesimo venne schiacciato da un gigantesco macigno. Alfio, Filadelfo e Cirino, visto che erano i più giovani, non vennero uccisi ma torturati con sevizie ancor più brutali per far si che abbandonassero la loro Fede Cristiana. Esse non servirono a niente e Diomede si arrese, ma ordinò che venissero condotti dal Console Ternullo a Lentini, nell’estremo sud della Sicilia.

I tre fratelli camminarono così da Napoli in Sicilia ininterrottamente a piedi scalzi trainati dalle carrozze romane in un estenuante viaggio senza sosta. Dopo aver attraversato lo Stretto di Messina , Alfio, Filadelfo e Cirino furono condotti a Taormina, dove casualmente si trovava Ternullo. Egli si dimostrò ancor più vile e sanguinario di Diomede e, vista l’indifferenza dei tre fratelli, li fece frustare brutalmente e insieme ad altri Cristiani, vennero condotti a Catania, laddove venne brutalmente martirizzata “Sant’Agata” (le vennero mozzati i seni causandone la morte per dissanguamento) presso Pascasio (colui che fece uccidere proprio “Sant’Agata”). Durante il loro tragitto verso la città etnea alcuni miracoli legati ai tre fratelli (tra cui quello dello scioglimento dei legacci che incatenavano i tre fratelli a pesanti travi) fecero si che nacquero due città alle pendici dell’Etna; Trecastagni (nome metaforico ispirato ai “Tre Santi”) e appunto Sant’Alfio.

Nel carcere in cui furono rinchiusi (le cui rovine sono poste presso la Chiesa di Santa Maria Immacolata ai Minoritelli, nel centro storico di Catania) vennero interrogati e costretti a ripudiare il Cristianesimo tramite brutali torture. Vedendo che ciò non portava a niente, i tre fratelli vennero condotti a Lentini da una schiera di soldati romani che morì sulle rive del Simeto dopo aver cercato di far annegare i tre fratelli. Il 3 Settembre 252 loro arrivarono a Lentini accolti prima come comuni malviventi (si dice che una donna cercò di ustionarli presso l’attuale Grotta di San Giuliano, ma non ci riuscì poiché l’acqua bollente a contatto con i tre fratelli si raffreddò e questa donna si convertì; il sito è tuttora noto come “Grotta della Scalderia” per questo motivo), ma in seguito la gente leontina capì che loro non avevano davanti i soliti briganti, ma veri e propri “Santi” poiché quando loro entrarono nella città vi furono guarigioni miracolose (chi guariva dalla cecità, chi dalla paralisi ecc…) anche se la guarigione più clamorosa fu quella in cui i tre Fratelli guarirono vari malati di peste (secondo una leggenda locale, durante la guarigione dalla peste i tre Santi lasciarono involontariamente delle impronte su una lastra di argilla, che oggi è esposta presso la Chiesa di San Francesco di Paola). Visto ciò il Generale Mercurio e i suoi 20 soldati che avevano visto i miracoli di Trecastagni e Sant’Alfio, la morte dei soldati sul Simeto e questi ultimi miracoli, si convertirono tutti al Cristianesimo. Vedendo ciò il Ministro Alessandro (vice di Ternullo) non poteva far altro che fare arrestare i Soldati e rinchiuderli assieme ai tre fratelli in una grotta situata a nord della vecchia Lentini (che divenne poi l’attuale Chiesa del Sacro Carcere posto presso la Via Paradiso al Vicolo Tre Santi) assieme ad altri Cristiani lentinesi e delle zone limitrofe in attesa di giudizio; secondo un’altra leggenda, presso questa grotta il cavallo di Ternullo alla vista dei tre Santi si imbizzarrì disarcionando il tiranno che cadde da cavallo; le impronte del cavallo di Ternullo sarebbero impresse in un angolo della grotta (anche se si tratterebbero di comuni impronte di cavalli poiché molto probabilmente la “Grotta dei Tre Santi” veniva utilizzata come “stalla rupestre” come molte caverne e anfratti della Sicilia meridionale).

In un giorno di Dicembre nel 252 il Generale Mercurio e i 20 soldati vennero decapitati presso l’attuale Piazza degli Studi, in cui è ubicata la Chiesa della Madonna della Catena. La fame di sangue di Ternullo non si placò tanto che fece uccidere sette bambini e alcuni Ebrei presso Palagonia, che presero le difese delle vittime di questo sanguinario Prefetto che, fu secondo solo a Diocleziano per il numero di persone torturate e uccise (tra cui ci sono numerose vittime che non praticavano il Cristianesimo); questo stava creando numerosi malumori dentro Lentini, tanto che anche i suoi uomini si erano stancati del suo regime sanguinario. Iniziarono i primi tumulti e Ternullo, visto questo decise di far uccidere i tre fratelli.

Nel frattempo una nobile di nome Tecla, paralitica da sei anni, chiese alla sua serva, Giustina, di chiamare al suo cospetto i tre fratelli. Loro, condotti da lei tramite uno speciale permesso che venne dato alla nobile Tecla, pregarono “Gesù Cristo” affinché lei guarisse e dopo pochi minuti avvenne il miracolo, Tecla era stata sanata e andò per tutta la città di Lentini a testimoniare questo miracolo. Ternullo decise di martirizzare anche lei ma 500 cortigiani che proteggevano Tecla lo avvertirono; se la loro padrona fosse stata solo sfiorata dal Prefetto, loro avrebbero scatenato una sanguinaria guerra civile che lo avrebbe deposto.

Visto che Tecla era una personalità troppo potente, decise allora sadicamente e codardamente di uccidere Alfio Filadelfo e Cirino. Il 10 Maggio 253 Ternullo fece condurre i tre fratelli sotto il Colle Tirone (nel luogo in cui sorge la Chiesa della Fontana), dopo averli fatto girare per le colline attorno alla vecchia Lentini (il cosiddetto “Giro Santo” che vedremo più sotto) a suon di frustate e bastonate. Con la forza fece radunare tutta la popolazione leontina (Cristiana e no), che aveva intenzione di ribellarsi al tiranno.

Ternullo prese dell’incenso e diede l’ordine ai tre fratelli di aspergerlo all’indirizzo di una statua pagana che sorgeva lì vicino gridando ai tre fratelli “O vi piegate agli dei di Roma o presto sarete uccisi; decidete!!!”. Alfio gli rispose sfacciatamente “Noi siamo Cristiani!!! Fa su di noi quello che tu vuoi, inventa strumenti di tortura; noi saremo sempre fedeli a Gesù Cristo, Figlio di Dio Vivente”,  Cirino e Filadelfo rinfrancarono la dose dicendogli “Nostra madre ci ha dato l’esempio; essa è Beata in Cielo; il maestro Onesimo, il nostro nipote Erasmo e altri 13 Compagni sono stati sacrificati a Pozzuoli; Mercurio e i suoi soldati decapitati da te o Ternullo; altri nelle contrade di Leontini; e noi dovremmo piegarci a te?”. Sentito questo Ternullo andò su tutte le furie ordinando ai suoi uomini “Nel nome dell’Imperatore di Roma, ordino di strappare la lingua ad Alfio e buttarla in quel pozzo aperto; Filadelfo sia steso su quella graticola ardente; Cirino sia tuffato nella caldaia bollente”. I suoi uomini si rifiutarono ma Ternullo minacciò loro di uccidere prima le loro famiglie e poi loro stessi, così loro posero Filadelfo su di una griglia bollente (stesso modo con cui venne martirizzato “San Lorenzo”) e Cirino dentro una calderone colmo di pece bollente (stesso modo in cui venne martirizzata stavolta “Santa Venera”, Patrona di Avola), mentre lo stesso Ternullo stappò con una tenaglia la lingua di Alfio che osò offenderlo gettandola dentro un piccolo pozzo che a contatto con la lingua del futuro “Sant’Alfio” si spaccò creando una voragine da cui fuoriuscì una limpida acqua creando il “Pozzo di Sant’Alfio” che oggi ammiriamo presso la Chiesa della Fontana (si dice anche che li pozzi non ne erano presenti e che le la lingua fece tre balzi a terra creandone tre, tutti posto presso la suddetta chiesa, di cui quello principale, in cui cadde la lingua, è considerato come il vero e proprio “Pozzo di Sant’Alfio”). Qualcuno dei presenti vide anche una schiera di Angeli scese allora dal Cielo per incoronare i tre fratelli alleviando così le loro sofferenze facendoli così morire serenamente.

Così morivano i tre fratelli Alfio, Cirino e Filadelfo e a testimonianza di ciò, pozzo e il luogo in cui furono martirizzati vennero racchiusi da un santuario che dopo alcuni secoli divenne l’attuale Chiesa della Fontana.

La ribellione dei lentinesi e la morte di Ternullo

Dopo il Martirio dei tre fratelli, che nel frattempo vennero proclamati “Santi”, Lentini divenne una “polveriera” pronta ad esplodere in qualsiasi momento, Ternullo aveva oltrepassato ogni limite e la gente si era stancata. Due giovani Cleonico e Stratonico andarono a diffamarlo per tutta Lentini venendo poi puniti con la stessa punizione riservata a “Sant’Alfio”, la mozzatura della lingua. Nel frattempo Alessandro, il vice di Ternullo, scappò via da Lentini poiché era stanco di vedere altro sangue versato. Sua moglie, “Santa Epifana”, venne acciuffata da Ternullo mentre scappava verso Catania per raggiungere suo marito. Ella, piuttosto che confessare il luogo in cui si trovava Alessandro preferiva morire in “Nome di Cristo”. Ternullo la condusse presso l’attuale Chiesa della Madonna della Catena e le tagliò le mammelle così come fecero per martirizzare “Sant’Agata”. Il suo corpo venne seppellito assieme a quello dei “Santi Alfo Cirino e Filadelfo” nelle catacombe a nord di Lentini da “Santa Tecla”, nel luogo in cui sorge il monumentale duomo barocco consacrato a “Sant’Alfio”.

Nel frattempo la popolazione inneggiava alla rivolta e furono molti i tumulti nella vecchia Lentini; coloro che cercavano di uccidere Ternullo venivano giustiziati alimentando così l’odio dei lentinesi verso questo sanguinario tiranno. A nulla valsero le parole distensive di “Santa Tecla” che diceva alla popolazione di avere “Fede in Cristo” e di perdonare i torti subiti piuttosto che commettere atti di violenza.

Ternullo si ritrovò solo assieme ad una ridotta schiera di suoi fedelissimi consiglieri anche perché i suoi uomini lo abbandonarono per passare dalla parte di Alessandro, che era tornato a Lentini per affrontare il malvagio Console. Ternullo, appena vide Alessandro, lo inseguì assieme ai suoi consiglieri per ucciderlo. Arrivati presso il Monte Pancali (in territorio carlentinese) presso la vecchia via consolare per Enna, un folto branco di feroci lupi neri (che anticamente popolavano la Sicilia) uscì all’improvviso dal nulla. Essi prima uccisero i consiglieri, poi circondarono Ternullo e lo sbranarono selvaggiamente nel luogo noto come “Spiaggia dei Fossili” in territorio carlentinese. Il sanguinario Ternullo moriva così, sbranato da quei lupi che in Sicilia mai avevano ucciso la gente, ma si dice che quelli erano demoni sotto le sembianze di lupi che uccisero il Console per far si che soffrisse le pene dell’inferno; la punizione non era divina, ma dalle cattive azioni nascono poi le conseguenze nefaste; e proprio da qui derivano i detti siciliani “E megghiu riceviri a mala azioni ca farla” (“E’ meglio ricevere una cattiva azione piuttosto che farla”) e “A cuscienzia l’avi sulu u lupu” (“La coscienza ce l’ha solo il lupo”).

La vicenda riguardante “I Tre Santi” di Lentini è considerata come una parte del periodo storico molto importante per il Meridione d’Italia di allora, poiché l’intera isola, stanca di vedere giovani vite uccise a causa della crudeltà dell’Impero Romano (tra cui i martiri siciliani “Santa Lucia”, “Sant’Agata”, “Santa Sofia”, “San Marziano”, “Santa Febbronia” ecc…) favorì così una profonda sfiducia nelle istituzioni del tempo, difatti i primi Barbari che attaccarono l’Impero furono i Vandali provenienti dall’Africa settentrionale. Essi, dopo aver seminato il terrore nel Sud Italia, lo conquistarono facilmente e lo staccarono così da Roma; la popolazione così preferiva le scorrerie vandale alle stragi perpetrate dai Romani contro i Cristiani. Visto ciò l’Imperatore Costantino fece diventare il Cristianesimo “Religione di Stato” abolendo il paganesimo e favorendo la presenza di eremiti presso le montagne siciliane (tra cui anche le aree montuose di Lentini). Ma la cosa non servì, l’Impero Romano ormai si era danneggiato con le sue stesse mani già secoli prima. Da allora la storia dell’intera Italia cambiò, divenendo così il centro della Cristianità nel Mediterraneo.

Lentini, la “Città Santa”

Dopo Ternullo, salì al potere Serviliano, Sacerdote della Dea Cerere. Egli fece uccidere sua madre, “Sant’Eutropia” e la sorella, “Sant’Eulalia” (che molto probabilmente furono martirizzate nelle Valli di San Mauro e di San Paolo a sud del Castellaccio di Lentini, nel posto noto ancora oggi come “I Rui Maronni” ossia “Le Due Madonne”) per far vedere ai lentinesi che, anche dopo la morte dell’odiato Ternullo la musica era sempre quella, ma dopo aver ucciso “Sant’Eulalia”, divenne cieco e morì tra spasimi dolorosi, poiché il destino di Lentini era cambiato, da città sanguinaria divenne una vera e propria “Città Santa” proprio come Roma; difatti la capitale dell’impero avverso al Cristianesimo tutt’ora è considerata come il “Cuore del Culto Cristiano”. L’ultimo grande prodigio fu quello del sacerdote ebreo Samuele, la cui vista venne sanata.

Dopo che “Santa Tecla” seppellì tutti i martiri nelle “Catacombe dei Tre Santi”, istituì tre chiese, una presso le appena citate catacombe, sopra cui sorge l’attuale Duomo di Sant’Alfio; un’altra presso la grotta in cui furono incarcerati i “Tre Martiri” in cui vi seppellì sua madre “Santa Isidora”, sua zia “Santa Neofita” e infine “San Mercurio” con i 20 soldati martirizzati da Ternullo, Altri Martiri vennero sepolti presso i siti di San Giuliano sotto il Castellaccio di Lentini e di Santa Margherita presso la Cava di Falconello tra Lentini e Carlentini. Nel frattempo, cessate le persecuzioni contro i Cristiani grazie all’ Editto di Costantino, l’ex ministro di Ternullo, Alessandro, divenne il primo Vescovo di Lentini con il nome di “Neofito” (che divenne poi “Santo”).

Le Reliquie dei “Santi di Lentini”

Dopo nove secoli il Vescovato di Lentini venne soppresso dagli Arabi e il Vescovo Costantino, prima raccolse tutte le ossa e le reliquie dei “Martiri Lentinesi” e degli altri “Santi” (in particolare quelle di “Santa Tecla”, della sua famiglia e di “San Neofito”) e si rifugiò a San Filippo di Fragalà (presso Messina) dove vennero lasciate per parecchi secoli le “Reliquie” nell’attesa che il regime saraceno cessasse.

Dopo aver cacciato gli Arabi dalla Sicilia, i vari Artale Alagona, Alaimo da Lentini e altre personalità del tempo cercarono invano le Reliquie. Esse vennero ritrovate nell’Abbazia di San Basilio situata a San Filippo di Fragalà nel 1512, ma i frati non le diedero alla città di Lentini fino a quando l’esercito lentinese capitanato dal cavaliere Giovanni Musso non le ottenne il 2 Settembre 1517. Gran parte delle Reliquie vennero divise: alcune di esse andarono a San Fratello (tra di esse anche il corpo di “Santa Tecla”), i teschi di “Alfio Filadelfo e Cirino” (ora restano solo le calotte craniche superiori perché le ossa facciali si sono sbriciolate col tempo) vennero prima portati a Messina nella Procattedrale del Santissimo Salvatore e poi, assieme ad altri frammenti ossei, vennero traslati a Trecastagni (CT); anche a Sant’Alfio (CT) vennero date alcune reliquie. Altre ossa appartenenti ad altri Martiri sono sparse un po’ ovunque per la Sicilia e in altre aree d’Italia.

A Lentini toccarono la maggior parte delle Reliquie ossee dei “Santi Martiri” e l’intera cassa in cui vi sono alcune ossa degli altri “Santi Lentinesi” ma soprattutto la Reliquia più preziosa, “Il Cuore di Sant’Alfio”, rimasto incorrotto dal 253 d.C. per oltre un millennio a testimonianza che il “Cuore del Santo Patrono” continuerà a battere a Lentini, in mezzo ai discendenti di chi difese Lui e i suoi Fratelli dalle torture del perfido Ternullo.

[riduci]

Le origini della Festa di Sant’Alfio e la Confraternita dei “Devoti Spingitori”

La festa popolare in onore di “Sant’Alfio” e dei suoi fratelli “San Cirino” e “San Filadelfo” si teneva già nell’alto medioevo, quando gli abitanti della vecchia Lentini andavano in pellegrinaggio alle Catacombe in cui erano sepolti i “Tre Santi” per poi cessare con la venuta degli Arabi. Con la cacciata dei Saraceni e la venuta dei Normanni, la festa venne celebrata nuovamente, ma le Reliquie furono inviate al Monastero di San Basilio e ci vollero anni prima che ritornassero a Lentini (che nel frattempo si era spostata più a valle abbandonando così l’antico sito di Leontinoi). Con l’arrivo delle Reliquie nel 1570 e la scoperta della polvere pirica nel 600 (con cui vengono accesi i fuochi pirotecnici) e infine con la costruzione di una bella Statua in onore di “Sant’Alfio”, le processioni divennero più lunghe e pittoresche. Purtroppo il terremoto del 1693 distrusse gran parte della città e ci vollero anni prima che la festa venisse organizzata fastosamente.

Dopo un salto millenario, ecco che nel 1984 nacque la Confraternita dei “Devoti Spingitori” della “Vara” (“Simulacro”) di “Sant’Alfio”; un’associazione che, senza fini di lucro, provvede a spingere (da qui il nome di “Spingitori”) il possente carro trionfale che reca il bellissimo ma pesantissimo Simulacro di “Sant’Alfio”. Questa associazione si prende cura della buona riuscita della festa per far si che i “Tre Santi” vengano festeggiati degnamente. Per saperne di più su questa confraternita clicca qui.

Il Culto dei “Tre Santi” a Lentini, in Italia e nel Mondo

Oggigiorno i “Santi di Lentini” sono venerati in tutto il mondo, in special modo negli Stati Uniti, dove vi è una comunità situata nella città di Lawrence (situata nello stato americano del Massachusetts) che ogni anno festeggia i “Tre Santi” con solenni festeggiamenti. Anche ad Omaha (sempre negli Stati Uniti) vi è una comunità devota a “Sant’Alfio”.

In Italia loro sono venerati a Vaste e Poggiardo (LE) nella loro terra natia e a Roma. Infine in Sicilia essi sono venerati oltre che a Lentini; a Catania, a Trecastagni (CT), a Sant’Alfio (CT), ad Adrano (CT), a Messina, a San Fratello (ME), a Scifi (ME) e nella limitrofa città di Carlentini, dove il loro nome è legato a “Santa Tecla”, molto venerata dai carlentinesi.

Da notare che il solo Simulacro di “Sant’Alfio” viene portato in Processione, poiché fu lui ad avere sfidato Ternullo prima del martirio ma anche perché dei tre fratelli è quello più venerato a “Lentini”. Bisogna dire che i Simulacri situati presso la Chiesa dalla Fontana non sono mai stati portati in Processione perché una leggenda narra che, nei primi anni del 1800, queste tre Statue stavano uscendo dalla Chiesa della Fontana in occasione dei festeggiamenti in onore dei “Tre Santi”, ma appena varcarono il portale della chiesa per uscire a Lentini vi fu una grave scossa sismica che danneggiò alcuni edifici; i portatori non appena videro che era impossibile procedere, quando poi ricollocarono i Simulacri sull’Altare Maggiore della Chiesa, si accorsero che il sisma cessò. Da allora si dice che le tre Statue non vennero spostate dal loro posto per paura di un altro sisma. 

Il 1750°esimo Giubileo dell’arrivo a Lentini delle “Reliquie dei Tre Santi”

Il 2 Settembre del 2003, nella città leontina ci fu il 1750°esimo “Giubileo delle Reliquie dei Tre Santi” che ricorda l’anniversario della traslazione a Lentini delle “Reliquie dei Tre Fratelli Martiri” da San Filippo di Fragalà a Lentini. Tutte le Reliquie dei “Tre Santi” conservate in tutta Italia, tra cui quelle di Trecastagni, San Fratello e Messina che, assieme alla “Cassa Reliquiario” e al “Cuore di Sant’Alfio”, vennero portate in Processione per le vie di Lentini venendo acclamate da migliaia di devoti.

Venne svolta per le vie del centro storico lentinese la “Sfilata delle Reliquie” dei “Santi Martiri” provenienti da Lentini e dalle altre città in cui il loro culto è presente al cospetto di “Sant’Alfio” che vennero portate in Processione per le vie della città; anche il “Cuore di Sant’Alfio”, la Cassa – Reliquiario,  una Reliquia di “San Filadelfo” (donata qualche anno fa dalla Parrocchia di San Fratello ai “Devoti Spingitori”) e le Reliquie di “Santa Tecla” e “San Cirino” di Carlentini vennero portate in Processione.

La grande Festa consacrata a “Sant’Alfio”

I riti preparatori della Festa di “Sant’Alfio” e i “Fiori del Martirio” (1 – 8 Maggio)

La mattina del 1 Maggio la cittadinanza lentinese viene svegliata alle ore 07.00 da forti colpi di cannone che indicano l’inizio della Novena dei “Martiri di Lentini”. Per tutta la mattinata lo sparo cadenzato di colpi di cannone indica le Messe solenni che danno inizio ai riti ecclesiastici in onore dei “Tre Santi” di cui le più solenni si terranno alle ore 18.30. Nei giorni a seguire il Duomo di Sant’Alfio verrà adornato con splendidi drappi merlettati di color rosso porpora (colore che simboleggia il sangue versato dai “Martiri Cristiani”), i Sepolcri dei “Tre Santi” verranno adornati con fiori freschi e le Chiese del Carcere e della Fontana verranno anch’esse addobbate con drappi rossi. Nel frattempo nei balconi di Lentini compaiono striscioni, festoni e drappi sempre di color rosso porpora con le scritte “Viva Sant’Alfio”, “Viva i Santi Martiri” ecc… mentre per le strade verrà montata la sontuosa illuminazione artistica. Nella Chiesa della Grotta del Carcere dei Tre Santi viene infine montata la rappresentazione della carcerazione dei “Tre Santi”.

In Piazza Duomo di fronte alla Chiesa di Sant’Alfio e presso la Grotta del Carcere dei Tre Santi viene inscenata una rappresentazione infiorata sulla vita dei “Santi Martiri” chiamata “I Fiori del Martirio” che inizia l’8 Maggio e dura fino alla fine dei festeggiamenti (11 Maggio), e nel frattempo viene organizzata una rassegna nota come “Lentini Aperta” in cui, nei giorni consacrati a “Sant’Alfio” è possibile fare numerose escursioni presso i siti archeologici lentinesi e visite guidate a chiese, palazzi e altri luoghi importanti di Lentini, favorendo così il turismo dando modo ai visitatori che durante la festa patronale scendono a Lentini di conoscere meglio la città. Nel frattempo la banda musicale di Lentini e altre bande provenienti da altre città limitrofe girano in corteo la città durante la raccolta di vari doni devoluti poi in beneficenza. Per tutta la Novena si tengono vari convegni sacri nelle chiese lentinesi (a partire dalle ore 18.00) nonché concerti di musica sacra presso la Chiesa di Sant’Alfio (a partire dalle ore 20.30).

L’inizio dei festeggiamenti e la Rappresentazione del “Martirio dei Tre Santi” (8 – 11 Maggio)

La mattinata dell’8 Maggio dalle ore 09.00 in poi prosegue il giro per la raccolta benefica da parte dei devoti di “Sant’Alfio” per tutta Lentini, raccogliendo offerte che andranno devolute in beneficenza (mentre una parte servirà per le spese riguardanti la festa); il tutto accompagnato da bande musicali provenienti sia da Lentini sia da città limitrofe.

Dopo la consueta Novena in onore di “Sant’Alfio” e dei suoi due “Fratelli” (che vede preghiere svolte per nove giorni presso la Chiesa di Sant’Alfio), il pomeriggio dell’8 Maggio, per le strade di Lentini veniva fatta fino a qualche tempo fa la rappresentazione scenica del “Martirio dei Santi Alfio Cirino e Filadelfo”. Essa veniva riprodotta per le vie della città gli episodi legati ai “Tre Santi” da quando misero piede a Lentini a quando vennero torturati e uccisi da Ternullo, dando anche risalto alle vicende legate a “Santa Tecla” e agli altri “Martiri”. Prima si teneva l’8 Maggio ora si tiene presso la Piazza Oberdan (“Potta Iaci”) nel secondo giorno consacrato a “Sant’Alfio” (11 Maggio). Si tratta di una rappresentazione dialettale sulla vita e sul martirio dei “Patroni di Lentini”. Questa bella rappresentazione è seguita da migliaia di persone che vengono addirittura dalle città limitrofe per seguirla.

Sempre prima dei festeggiamenti, presso la Piazza Oberdan posta nelle zone storiche note come “Santa Mara Vecchia” e “Potta Iaci” viene innalzato un arco in cartapesta raffigurante appunto “Potta Iaci”, l’antica porta (“Porta Arcis” ormai distrutta; da qui il nome “Potta Iaci” da non confondere con l’omonimo e ben più noto quartiere di Catania) che fungeva da accesso alla vecchia città di Lentini, sotto di cui passerà il Simulacro di “Sant’Alfio”.

Il primo giorno di festa consacrato a “Sant’Alfio” (9 Maggio)

La Processione Del “Cuore di Sant’Alfio” e “Il Miracolo dell’Acqua”

La mattina del 9 Maggio verso le ore 07.00 la cittadinanza lentinese si sveglia con una forte raffica di salve sparate in aria che sancisce l’inizio dei tre giorni di festa in onore di “Sant’Alfio” e dei suoi fratelli “San Cirino” e “San Filadelfo”. Dopo aver addobbato anche l’esterno delle tre Chiese consacrate ai “Tre Santi”, iniziano le solenni Celebrazioni Eucaristiche che scandiranno tutta la giornata del 9 Maggio mentre le bande musicali accompagneranno il continuo delle raccolte benefiche. Un ulteriore corteo musicale si terrà per le strade di Lentini verso le 16.30.

Alle 18.30 si terrà presso la Chiesa di Sant’Alfio la solenne Messa della sera in cui verranno benedetti i mazzi di fiori e i nastri che i “Nuri” utilizzeranno in nottata durante il “Giro Santo”. Al termine della funzione alle 20.30 inizia la Processione (segnalata dal lancio di fuochi artificiali e da un solenne scampanio) che porterà il “Cuore di “Sant’Alfio” alla Chiesa della Campana, dove vi è situato il Busto – Reliquiario che ritrae “Sant’Alfio” (trasportato prima della Processione nella chiesetta consacrata anticamente a “Santa Maria della Cava”) al cui centro verrà incastonata la preziosa teca recante l’incorrotto “Cuore del Patrono di Lentini”. Quando la Processione arriverà presso la Chiesa della Campana, inizia un lungo battimani che accoglie l’incastonatura del “Cuore di Sant’Alfio” al centro del Busto – Reliquiario che Lo ritrae. La cosiddetta “Processione del 9 Maggio” ha ora inizio.

Il pesante Reliquiario viene posto sul Fercolo, che sarà guidato dai “Devoti Spingitori” dapprima verso la Chiesa dell’Immacolata per poi andare al “Sacro Carcere”, che vide i “Tre Martiri” imprigionati e torturati. Qui vi sarà il commovente incontro tra i Simulacri di “Sant’Alfio” e di “Santa Tecla”, colei che cercò di proteggere e aiutare i “Tre Martiri” durante la loro prigionia.

Dopo aver visitato la Chiesa del Sacro Carcere, sarà la volta della visita alla Chiesa della Fontana, nel luogo che vide soccombere i “Tre Fratelli” per mano di Ternullo e dei suoi carnefici. Questo è il culmine della Processione del “Cuore”, poiché la gente inizia ad acclamare il “Santo” con grida di invocazione e ad appendere Ex voto preso la “Colonna del Martirio” (che indica il punto in cui vennero uccisi i “Tre Santi”), nel frattempo viene aperta la botola che ricopre il “Pozzo di Sant’Alfio” e si nota che il livello dell’acqua è cresciuto rispetto agli altri giorni; è il cosiddetto “Miracolo dell’Acqua” che si ripeterà soltanto nei seguenti due giorni di festa e che vedrà molti fedeli fare scorta dell’ “Acqua di Sant’Alfio”. Quest’acqua è ritenuta miracolosa poiché, secondo i lentinesi, essa ha il potere di guarire gravissime malattie fisiche. Va detto che durante l’anno l’acqua rimane stabile mentre il suo livello nel pozzo cresce soltanto durante i festeggiamenti in onore di “Sant’Alfio”, il perché ancora non lo si è capito e i devoti lentinesi vedono ciò come un “miracolo”.

Dopo aver visitato la Chiesa della Fontana, il Simulacro contenente il “Cuore di Sant’Alfio” scende a Piazza Oberdan per passare sotto la “Potta Iaci” acclamato da migliaia di fedeli festanti. Questo rito è come una sorta di “Benedizione” della città, poiché in passato la Statua di “Sant’Alfio” veniva fatta passare sotto la porta d’accesso alla città per far si che essa venisse protetta dalle sventure.

Dopo il passaggio sotto la “Potta Iaci”, il Busto – Reliquiario viene portato a Piazza Duomo dove verso le 23.00, prima di entrare nella grandiosa Chiesa, sarà salutato con il primo sontuoso spettacolo pirotecnico in onore di “Sant’Alfio” e dei “Santi Cirino e Filadelfo” chiamato dai lentinesi con termine dialettale “U Iocu – Focu ro Novi” (“Il Gioco Pirotecnico del Nove) che per quasi un’ora terrà i devoti lentinesi e i visitatori con il fiato sospeso per la sua potenza e per i colori con cui questi fuochi artificiali dipingono lo scuro cielo della tarda serata del 9 Maggio.

Alla fine di questo spettacolo il “Cuore di Sant’Alfio” rientrerà vero mezzanotte nel Duomo salutato da migliaia di applausi e da grida festanti all’indirizzo di “Sant’Alfio”. Il Busto – Reliquiario verrà posto nella “Cappella dei Tre Santi” di fronte alle tre Statue che Li ritraggono. Ma tutto quel che è stato descritto non è che l’inizio dei festeggiamenti veri e propri che culminano con riti ancor più toccanti e ancora più commoventi che, malgrado durino per buona parte della notte, sono seguiti da gente di ogni età.

La “Svelata di Sant’Alfio” e il “Giro Santo” (notte tra il 9 e il 10 Maggio)

Dopo l’entrata in Chiesa del “Cuore di Sant’Alfio”, la cittadinanza lentinese si appresta a salutare il Simulacro vero e proprio del “Santo Patrono”. Verso la 00.30 una folta schiera di uomini seminudi e scalzi vestiti solo con una fascia rossa a tracolla e con mutandoni bianchi comincia a mettersi innanzi alla Cappella che racchiude “Sant’Alfio” gridando forti invocazioni al “Santo”; essi sono i cosiddetti “Nuri” che per profonda devozione verso i “Tre Santi” oppure per sciogliere un “Voto di Grazia Ricevuta”, compieranno il “Giro Santo” per il centro storico della città. Alle ore 01.00 finalmente vi è la “Svelata”; la cameretta dietro l’Altare della Cappella si apre e i lentinesi possono riabbracciare “Sant’Alfio” con accorati applausi.

Alle ore 01.10 – 01.30 circa, i “Nuri”, dopo aver dato onore a “Sant’Alfio” con commoventi invocazioni in dialetto lentinese, cominciano a correre forsennatamente per le strade del centro storico di Lentini compiendo così il lunghissimo “Giro Santo” che toccherà tutte le chiese del centro storico lentinese che per l’occasione rimarranno aperte. Esso rimembra il calvario che Ternullo fece fare ai “Tre Santi” per le vie dell’antica Lentini prima di giustiziarli. I “Nuri”, al suono delle campane del Duomo, inizieranno a correre scalzi recando il braccio sinistro dietro la schiena per essere “Incatenati come Sant’Alfio”, mentre con quello destro recano un mazzo di fiori (preferibilmente rose di color rosso per ricordare il sangue versato dai “Tre Martiri di Lentini”); alcuni porteranno sulle spalle pesanti ceri votivi (un tempo accesi ma ultimamente vengono portati spenti per non far cadere la cera in strada). I capigruppo grideranno le seguenti frasi: “Prima Diu e Sant’Affiu!!!” (“Prima Dio e Sant’Alfio!!!”), “E Chiamamulu a Sant’Affiu!!!” (“E Chiamiamolo a Sant’Alfio!!!”), “Fozza e Valia Sant’Affiu!!!” (“Forza e Volontà per Sant’Alfio!!!”), “Cu tuttu lu cori!!!” (“Con tutto il cuore!!!”) a cui gli altri risponderanno o “Viva Sant’Affiu!!!” (“Viva Sant’Alfio”) oppure “Viva i Santi Mattri!!!” (“Viva i Santi Martiri!!!”). I parenti dei “Nuri” oppure i fedeli che non se la sentono di correre seminudi tradizionalmente “Fanu ‘a strata” o ” ‘a Via” (“Percorrono la strada” o “la Via”) dietro ai “Nuri”.

Il loro percorso consiste inizialmente nel partire dalla Piazza del Duomo dalla Chiesa di Sant’Alfio, entrando poi presso la Chiesa di San Giuseppe e risalendo Via dei Vespri poi andare presso la Chiesa di San Giovanni di Dio, imboccando Via Garibaldi e quindi scendendo nuovamente in Piazza Duomo per andare verso la Vie Roma nella Chiesa della Fontana in cui sono stati martirizzanti i Santi, e poi percorrendo le Vie Galliano e Paradiso andando presso la Grotta del Carcere dei Tre Santi in cui sono stati tenuti prigionieri. Dopo aver toccato i punti principali legati al martirio dei Santi (Duomo in cui sono stati sepolti, Chiesa della Fontana in cui sono stati uccisi e Grotta dei Santi in cui vennero imprigionati), inizia il vero e proprio giro nelle chiese lentinesi: dalla grotta i “Nuri” percorreranno le Vie Paradiso e Vittorio Alfieri per spuntare in Via Conte Alaimo e quindi in Piazza Regina Elena dove i “Nuri” si fermeranno presso la Chiesa di San Francesco di Paola; dopodiché i “Nuri” faranno tutto restante tratto tra le Vie Alaimo e Niccolini completamente di corsa per effettuare la cosiddetta “Vutata o Santu” (“Curva del Santo”), il momento più spettacolare del “Giru Santu” poiche i “Nuri ” percorreranno velocemente la stretta curva immettendosi nell’asse sacro composto dalle Vie Niccolini e San Francesco d’Assisi andando quindi a visitare le Chiese di Santa Maria degli Archi (“Santa Mariula”, aperta per l’occasione), della Santissima Trinità e dell’Immacolata Concezione in cui saliranno e scenderanno la scalinata di corsa. Il tratto finale del “Giro Santo” vedrà i “Nuri” correre verso Piazza Alemagna per entrare nella Chiesa della Campana (sorta sul sito della medievale Chiesa di Santa Maria La Cava) effettuando un’altra curva di corsa tra le Vie San Francesco di Assisi ed Archimede (meno stretta di quelle tra le Vie Alaimo e Niccolini), risalendo poi presso Piazza Oberdan per passare sempre di corsa sotto la “Potta Iaci” (l’arco trionfale eretto per la festa) per immettersi poi in Via Regina Margherita entrando presso la Chiesa di Santa Lucia dopo l’ultimo tratto fatto interamente correndo ritornando così al Duomo di Sant’Alfio davanti al Simulacro del Patrono, facendo complessivamente un percorso urbano di circa due ore, che termina quasi sempre alle tre del mattino. Dopo il “Giro Santo”, il Duomo rimarrà aperto per tutta la notte e per tutta la notte molti devoti cammineranno lungo il “Giro Santo” effettuato dai “Nuri”.

Il secondo giorno di festa consacrato a “Sant’Alfio” (10 Maggio)

La “Nisciuta ri Sant’Affiu” e il “Giro Esterno” nei quartieri popolari di Lentini  (10 Maggio)

Dopo una nottata insonne, la cittadinanza lentinese viene svegliata alle 07.00  dall’ennesimo sparo di salve che stanno ad indicare l’inizio dei festeggiamenti veri e propri in onore di “Sant’Alfio”, “San Cirino” e “San Filadelfo”. I lentinesi, ancora assonnati per aver passato la notte in bianco tra i piacevoli frastuoni degli spettacoli pirotecnici e delle invocazioni de “Nuri”, andranno in massa presso la Chiesa Madre per assistere alle Funzioni in onore dei “Santi Patroni di Lentini” (in tutto sono tre Messe, la prima alle ore 08.30, la seconda alle 11.30, quella serale è alle ore 20.00). 

Dopo la prima Messa, verso le ore 09.30, la Cassa – Reliquiario contenente le ossa dei “Tre Santi” e di parte degli altri “Martiri di Lentini” viene fatta uscire dal portale laterale sulla Via Garibaldi, mentre il Simulacro argenteo di “Sant’Alfio” viene posto al centro della Chiesa. La mini – processione del Reliquiario fa il giro della Chiesa entrando dal portale principale dove nel frattempo è stato situato il possente quanto pesante Fercolo argenteo sopra cui vi è situato “Sant’Alfio” (meglio noto come “A Vara”); verso di essa verranno alzati i neonati in modo che vengano “benedetti” dal “Santo Patrono”.

Alle 10.00 precise un forte sparo di botti avverte la cittadinanza dell’imminente “Nisciuta ri Sant’Affiu” (“Uscita di Sant’Alfio”) dalla Chiesa Madre Leontina. Quando la “Vara” si affaccerà in Piazza Duomo, vi sarà un sontuoso sparo di “Nzariddi”, “Cattuzzi” (strisce e bigliettini di carta colorata sparati all’aria) e di fuochi artificiali nonché fumogeni colorati.

Dopo la sontuosa uscita, il Simulacro, spinto con fatica dai “Devoti Spingitori” viene attorniato dalle Confraternite ecclesiastiche di Lentini e dalle autorità politiche. Dopo aver fatto il “Giro d’Onore” lungo il perimetro della Piazza Duomo – Umberto I, il corteo si dirige verso la periferia nord di Lentini nell’area nota come “Santuzzi” iniziando a compiere il “Giro Esterno” per far si che gli abitanti della vasta periferia lentinese (sopratutto gli anziani) possano vedere e onorare il “Patrono”, ma anche per portare “Sant’Alfio” nelle contrade moderne per far si che il “Santo” li visiti. Il lungo cammino della “Vara” percorrerà le Vie Garibaldi, Vittorio Emanuele III, Etnea, Rosso di San Secondo, Federico II, Piazza del Popolo, Licata, Patti fino alla Chiesa di Cristo Re. Esso è scandito dalla campanella del “Primo Spingitore”, colui che tramite un campanello fa capire agli spingitori quando fermarsi e quando ripartire. La Processione è intervallata da piccoli spettacoli pirotecnici pagati dai residenti e offerti come Ex voto a “Sant’Alfio” e numerosi fedeli offriranno al “Santo” cospicue somme di denaro che servono sia per pagare i festeggiamenti, sia per aiutare le famiglie bisognose di Lentini. La gente dona anche numerosi ceri gialli chiamati “Ntrocci”.

Verso le 12.00 la Processione, dopo aver compiuto il tragitto appena citato, si fermerà presso la Chiesa di Cristo Re salutato dal lancio di fuochi artificiali, dove molti fedeli provenienti dai quartieri periferici a nord di Lentini andranno a dare onore al “Patrono di Lentini” e alle “Reliquie dei Martiri Lentinesi”, mentre i portatori andranno a riposarsi in vista delle lunghe ore di Processione in cui dovranno spingere la “Vara” per svariati chilometri.

Nel pomeriggio, dopo una pausa, alle 16.00 la Processione (la cui partenza verrà scandita dal lancio di fuochi d’artificio) riprenderà verso la Chiesa della Santa Croce, dove i portatori sosterranno un’immane fatica nel trainare con robuste corde il Simulacro in cima alla collinetta nota come “Colle San Domenico” in cui si trova il vecchio Eremo Francescano. Questo è uno dei momenti più toccanti della Festa di Sant’Alfio che percorrerà i quartieri a nord est di Lentini (“Lavatoriu”, “San Cristofuru”, “Buffetti”, “Villa ‘a Badda”, “Santa Cruci”) percorrendo le seguenti vie: Termini, Gela, Imera, Libertà, Nasso, Focea, Bosco Cappuccio, Garibaldi (seguendo sempre Via Libertà), Murganzio, Agnone, Piazza dei Sofisti, Mercadante, Cappellini, Ercole, Santa Lucia, Pitagora, Piazza Nazionale, Via Matteotti e Cirene per arrivare presso la Chiesa della Santa Croce. Da qui, dopo aver girato per i quartieri a nord est di Lentini (dove vi sono stati anche piccoli spettacoli pirotecnici privati da parte di fedeli), la Processione percorre le Vie Porta Siracusana, Tagliaverga, Monte Sabotino, Rosselli, Mazzini, Verdi, Testa scendendo nuovamente in Piazza Duomo dirigendosi tramite le Vie Fontana, Galliano, Piazza Cavour (passando a lato della Chiesa della Fontana), Via Vittorio Emanuele II giungendo verso le 20.00 in Piazza Oberdan per passare sotto la “Potta Iaci” in uno dei momenti più toccanti della festa. Quando il Fercolo arriva in Piazza, comincia a fare una sorta di “Giro d’Onore” scandito dallo scoppio di forti fuochi pirotecnici passando poi sotto la simbolica “Porta di Lentini” acclamato da numerose grida di invocazione e da scroscianti applausi.

La Processione si fermerà per qualche ora poiché si terrà una rappresentazione sulla “Vita di Sant’Alfio”, che durerà circa quattro ore (dalle 20.00 alle 24.00). Si tratta di una raffigurazione scenica in dialetto sui momenti più importanti della vita di “Sant’Alfio” e dei suoi Fratelli martiri, molto toccante e sentita dai lentinesi.

Alle ore 01.00 la Processione si rimetterà in cammino dalla Piazza Oberdan dirigendosi verso la Chiesa della Fontana dove il Simulacro di “Sant’Alfio” verrà lasciato in compagnia dei suoi fratelli “Cirino e Filadelfo”. I lentinesi per esprimere quest’altro toccante evento dicono “Stanotti Sant’Affiu rommi che so Frati” (“Stanotte Sant’Alfio dorme con i suoi Fratelli”), e nel frattempo il “Miracolo dell’Acqua” continua e la gente riempie bottiglie e bidoncini in questo pozzo dove l’acqua sembra non esaurirsi mai.

Dopo l’entrata del fercolo presso la Chiesa della Fontana, in Piazza Duomo verrà effettuato il secondo sontuoso spettacolo pirotecnico in onore di “Sant’Alfio”, che verrà applaudito con gusto dai fedeli.

Il terzo giorno di festa consacrato a “Sant’Alfio” (11 Maggio)

La solenne Celebrazione Eucaristica al Duomo (mattina dell’11 Maggio)

L’11 Maggio è l’ultimo solenne giorno in cui vengono festeggiati “Sant’Alfio” e i suoi due fratelli. Il Duomo lentinese è stracolmo di gente che lascia Ex voto davanti al “Cuore di Sant’Alfio” nella Cappella del “Santo Patrono” o nel loculo paleocristiano in cui venne seppellito (inglobato all’interno della chiesa); avviene tutto ciò anche nella limitrofa Chiesa della Fontana in cui i fedeli danno onore al Simulacro del Patrono.

Verso le 11.00 inizia la sontuosa Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di Sant’Alfio celebrata dall’Arcivescovo di Siracusa in onore di “Sant’Alfio” e dei suoi fratelli “San Cirino” e “San Filadelfo”, che vedrà la presenza delle più importanti autorità politiche e pubbliche della città lentinese. Al culmine delle Messa, il Sindaco di Lentini offrirà un cero al “Patrono” da parte della città.

Nello stesso tempo, anche nella Chiesa della Fontana, piena all’inverosimile per la presenza del Simulacro del “Santo Patrono”, si tiene una piccola Celebrazione Eucaristica consacrata sempre a “Sant’Alfio” e ai suoi due fratelli; il sopracitato “Miracolo dell’Acqua” continua ad esserci sempre e difatti, dopo la Messa, sono molte le persone che attingono l’acqua nel “Pozzo di Sant’Alfio”.

La Processione del “Giro Interno di Sant’Alfio” per il centro storico Lentini (pomeriggio dell’11 Maggio)

Alle 16.00, un forte sparo di fuochi artificiali avvisa la cittadinanza che sta per uscire il Simulacro di “Sant’Alfio” dalla Chiesa della Fontana per compiere il “Giro Interno” che si svolgerà nei quartieri storici della parte sud di Lentini lungo le Vie Conte Alaimo, Niccolini e San Francesco d’Assisi, ma anche quelli della periferia a sud della città presso l’area della Chiesa di Sant’Antonio di Padova e lungo le aree periferiche nota come “Puttazza”, “Ortu Aranci” e “Porrazzitu”.

Seguendo l’iniziale tragitto che dalla Chiesa della Fontana terminerà presso Piazza San Luca, “Sant’Alfio” andrà a visitare prima il quartiere medievale di “San Paolo” (la cui popolazione è molto devota al “Patrono”) passando per le Vie Fontana, Piazza Cavour, Paradiso, Alfieri, Conte Alaimo, Piazza Umberto I, Regina Margherita, Piazza Bellini, Via Settembrini, Piazza San Luca, Cairoli, Rossini, Incontro e quindi ritornando presso la Piazza San Luca e da qui, passando nuovamente per la Piazza Umberto in cui verso le 17.30 avverrà la “Benedizione della Città di Lentini” con una reliquia appartenente a “Sant’Alfio”; la Processione comincerà man mano a scendere verso ovest percorrendo la Via Conte Alaimo e fermandosi di fronte alla Chiesa di San Francesco di Paola, per poi percorrere le Vie Pellico, delle Spighe, Ventimiglia, Nisida quindi di nuovo Via Conte Alaimo, Francofonte, Tarvisio, Vercelli, Agatocle e Tintoretto fermandosi presso la moderna Chiesa di Sant’Antonio da Padova posta nella periferia ovest della città lentinese. Dopo questa sosta, la Processione si avvia verso le Vie Conte Alaimo, Niccolini, San Francesco d’Assisi, toccando così le Chiese di Santa Maria degli Archi, della Santissima Trinità, dell’Immacolata e infine la vicina Chiesa della Campana arrivando così in Via Oberdan (dove nel frattempo viene organizzata la “Lotteria di Sant’Alfio”, un sorteggio i cui ricavati andranno in beneficenza) dove il Simulacro si appresterà a passare come il giorno precedente, sotto la “Potta Iaci” salutato dai calorosi applausi della gente e da spari di fuochi artificiali.

Nel frattempo in Piazza Umberto I, dalle 17.30 alle 24.00 si tengono vari spettacoli musicali in onore di “Sant’Alfio” curati da artisti e scuole musicali locali; e nel frattempo la gente visita le chiese aperte soprattutto quelle di Sant’Alfio e quella della Fontana, aperta grazie al cosiddetto “Miracolo dell’Acqua” (molti pellegrini infatti continuano a riempire bottiglie e bidoni con l’acqua di questo pozzo e a lasciare candele e offerte ai “Tre Santi”).

Il ritorno in Piazza Duomo, lo spettacolo piromusicale e la “Velata di Sant’Alfio” (notte tra l’11 e il 12 Maggio)

Dopo lo spettacolo musicale in Piazza Umberto I e la Pesca di Beneficenza (che inizierà alle ore 23.30 circa sempre nella piazza centrale di Lentini), alle ore 01.30 la Processione di “Sant’Alfio” accompagnata dalle autorità politiche ed ecclesiastiche di Lentini ritorna in Piazza Umberto I percorrendo per intero la Via Regina Margherita e, dopo il suo arrivo in piazza essa verrà accolta da migliaia e migliaia di fedeli, accorsi da tutta la città per dare onore al “Santo Patrono”. Migliaia di ceri verranno donati e un’indecifrabile numero di bambini verrà alzato all’indirizzo del “Patrono” per essere benedetti. Piano piano il Simulacro si apposta dentro il Sagrato della Chiesa, le luci in piazza vengono spente, è il momento di dare onore al “Patrono” e ai suoi “Fratelli” con uno dei più belli e spettacolari, quanto lunghi e intensi fuochi piromusicali di tutta la Provincia di Siracusa; che lascerà col fiato sospeso sia gli abitanti di Lentini, sia i turisti che assistono a questa festa. 

Dopo i fuochi piromusicali, comincia l’ultimo rito toccante della festa, “A Trasuta i Sant’Affiu” (“Il Rientro di Sant’Alfio”) a cui seguirà la “Velata” (la chiusura al pubblico) del Simulacro del “Santo Patrono di Lentini” e di tutte le Reliquie.

Il cancello che racchiude il Sagrato del Duomo viene chiuso al pubblico e “Sant’Alfio” viene posto di faccia alla gente per far si che dia simbolicamente il suo saluto ai fedeli lentinesi e no. La gente applaude, piange e invoca il “Santo”; quei pochi minuti sembrano un’eternità mentre già sopraggiungono dallo Ionio le prime luci dell’alba. “Sant’Alfio” indietreggia verso il portale centrale del Duomo barocco a Lui dedicato e, quando lo varca, esso si chiude con l’applauso della gente che, pur sapendo che non rivedrà il loro “Patrono” per molto tempo, già pensa al 2 Settembre quando riapparirà per i festeggiamenti estivi che commemorano l’arrivo delle Reliquie dei “Santi Martiri” a Lentini. Intanto la luce diurna cresce sempre di più e i lentinesi, stanchi e assonnati, non rimpiangono di aver passato la nottata in bianco anzi sono contenti di aver fatto questo per il loro “Patrono”.

L’ostensione estiva di “Sant’Alfio” (2 Settembre)

Il 2 Settembre di ogni anno vi è l’ostensione estiva del Simulacro argenteo di “Sant’Alfio” e delle sue “Reliquie”, per commemorare il ritorno dei resti mortali dei “Tre Martiri” a Lentini in seguito all’ottenimento dei reliquiari dal Monastero di Fragalà avvenuto il 2 Settembre del 1570, ma anche per far si che i lentinesi che non hanno potuto assistere alla grande Festa di Maggio (in particolare gli ammalati, i lavoratori e soprattutto gli emigrati in Italia e all’estero) possano dare onore al “Santo Patrono”. Questa è anche una “Riunione” delle comunità siciliane e italiane fedeli ai “Tre Martiri di Lentini” (in particolare va citata la presenza dei pellegrini di San Fratello e Scifì, in Provincia di Messina; di Sant’Alfio e Trecastagni, in Provincia di Catania; e infine i fedeli di Vaste e Poggiardo; in Provincia di Lecce); talvolta vi sono anche fedeli provenienti dall’America (ma di origine lentinese ovviamente).

La mattina del 2 Settembre (ore 07.00 circa) vengono riaperte le camerette che contengono le “Reliquie” e il “Fercolo del Patrono” e esposte ai fedeli nel Duomo, dove vi saranno varie Celebrazioni Eucaristiche molto solenni sia la mattina sia la sera. Viene anche riaperta la Chiesa della Fontana.

Dopo le solenni Messe (alle 18.30 si tiene presso la Chiesa della Fontana, alle 20.00 presso la Chiesa di Sant’Alfio) le Confraternite si ritroveranno tutte insieme per passare la serata. Questa festa estiva legata a “Sant’Alfio” e ai suoi due “Santi Fratelli Cirino e Filadelfo” terminerà con un sontuoso spettacolo pirotecnico alle ore 21.00 e subito dopo alle ore 21.30 con un concerto di musica sacra. “Sant’Alfio” e le “Reliquie”, esposti alla venerazione per tutta la giornata, dopo la chiusura della Chiesa in seguito alla solenne Messa serale, vengono di nuovo richiuse al pubblico per apparire l’anno venturo di nuovo a Maggio con la grande festa che rende Lentini famosa in tutto il mondo.

I festeggiamenti ecclesiastici degli altri “Santi di Lentini” (Martiri e no) durante l’anno in cui si tengono solenni Messe presso la Chiesa Madre di Lentini (ore 18.00 – 19.00)

  • “Sante Tecla e Giustina Vergini” (10 Gennaio);
  • “Sante Neofita, Isidora e Benedetta Martire” (17 Aprile);
  • “Santa Epifana Martire” (12 Maggio);
  • “Santi Cletonico e Stratonico Martiri” (24 Luglio);
  • “Santi Onesimo e Erasmo Martiri” (31 Luglio);
  • “Madonna della Cava o del Castello”, Compatrona di Lentini (5 Agosto);
  • “Santa Eulalia Martire”(27 Agosto);
  • “San Neofito Vescovo” (1 Settembre);
  • “San Donato Confessore” (13 Novembre);
  • “Sant’Andrea Apostolo” (30 Novembre);
  • “San Mercurio Martire” (10 Dicembre).

Per informazioni varie sulla festa e sui suoi riti correlati visitate i siti www.chiesasantalfio.it e www.devotispingitori.it.

Torna indietro