Lentini, Via XX Settembre (quartieri “Gghianata ‘a Matri i Diu” – “San Paolo” – “Scala ‘o Suretu”)

Ritornati presso la Piazza Duomo, percorriamo la stretta Via XX Settembre che costeggia la parte più antica della zona nordorientale del centro storico di Lentini, che congiungendosi alle limitrofe zone di San Luca, San Giuliano, San Giovanni dei Bagni e del colle detto “Roggiu” posto in prossimità dei ruderi del Castellaccio (ossia dell’antico Castello della città lentinese)  forma la zona che si avvicina di più alla Lentini medievale con la presenza di vicoli, scalinate e cortili in cui si affacciano case semiterranee (a due livelli con piano seminterrato o posto presso cavità rocciose), “Dammusi” (case dal tetto basso) e ruderi di antichi edifici di culto ormai inglobati in minima parte in edifici abitativi o in edicole votive.

In prossimità della Via XX Settembre si affacciano tre di questi quartieri “A Gghianata ‘a Matri i Diu”, “San Paulu” e “A Scala ‘o Suretu” (va anche detto che in questa zona, tra la Via XX Settembre, la Via Arrigo Testa e la Piazza Duomo è posta anche “A Gghianata do Spitali Vecchiu” che però si presenta più limitrofa all’area settentrionale del centro storico di Lentini posta in prossimità dell’area in cui si affaccia la Chiesa di San Giovanni di Dio);

  • il quartiere chiamato “Gghianata ‘a Matri i Diu” (“Salita della Madre di Dio”) è posto lungo la scalinata nota come “Via del Progresso”, che mette in comunicazione la Via XX Settembre con la parte finale della Via Giuseppe Verdi, spuntando presso la Piazza Nazionale presso cui si affacciano caratteristiche case di tipo semiterraneo; prende il nome da un’antica Chiesa intitolata alla “Madonna delle Grazie” sul cui sito è collocata una piccola edicola votiva con un dipinto devozionale che ritrae la “Madonna con Gesù Bambino” posta all’incrocio tra le Vie Nino Bixio e San Biagio.
  • il quartiere noto come “San Paulu” è il più grande ed importante di tutta l’area nordorientale del centro storico di Lentini chiamato così per via di un’antica leggenda lentinese che vede “San Paolo Apostolo” di passaggio all’antico sito di Leontinoi scegliendo di dimorare sotto “U Colli Tiruni” per convertire una comunità ebraica che poi si sarebbe stabilita in quest’area formando la Giudecca Lentinese. Questo quartiere costeggia per intero la Via San Paolo (posta al termine della Via XX Settembre e la scalinata di Via del Progresso meglio nota come “A Gghianata ‘a Matri i Diu”) ma comprendendo anche le Vie Alfio Incontro, San Biagio, Gioacchino Rossini e Fontanella fino alla zona di Via Carlo Rosselli (confinante con la parte più moderna del centro storico settentrionale di Lentini comprendenti i quartieri noti come “Supra a Fera”, “U Quatteri Cinisi” e “A Santa Cruci”) presso cui si affacciano abitazioni semiterranee di vari ordini, “Dammusi” e pittoreschi cortili e scalinate che però si alternano anche a costruzioni risalenti al secondo dopoguerra (le classiche case delle periferie siciliane a massimo due piani con sezione quadrangolare dipinte con vari colori) che danno un’aspetto misto e variopinto a questa zona del centro storico di Lentini. L’origine del quartiere, a parte questa piccola leggenda su “San Paolo” però è chiaramente di epoca medievale poiché esso faceva parte della vasta area nota come “Giudecca” (che comprendeva anche i limitrofi quartieri di “San Giovanni dei Bagni” e del “Colle Roggio” nonché l’area a sud del Castellaccio occupata dal’area meridionale del Colle Tirone) chiamata così poiché vi dimorava la minoranza ebraica della città che però in seguito ad un editto proclamato nel 1492 da Re Ferdinando II d’Aragona (a quei tempi sovrano di Sicilia) venne cacciata da Lentini; la zona di “San Paolo” facente parte della Giudecca lentinese però venne anche popolata dalla seconda metà del 1300 da una comunità di origine calabrese (molto probabilmente mercenari al soldi del guerriero Artale Alagona) difatti questo quartiere è noto ancora con il nome di “Quarteri de Cosentini” significante “Quartiere dei Cosentini”, sostantivo che dovrebbe significare “gli abitanti di Cosenza” ma che indicava la minoranza calabrese con il nome della città calabrese con il più importante passato storico del medioevo, per l’appunto Cosenza). Con il passare del tempo questa presunta comunità calabrese venne assimilata da quella lentinese (vista anche la cacciata degli ebrei da Lentini) che formarono così una “città nella città” che si distingueva dal resto di Lentini dall’idioma misto tra siciliano e calabrese (andato perso parecchi anni prima del terremoto del 1693) e dalle usanze un po’ bizzarre dei discendenti “Sanpaulisi” che amavano abbellire il loro quartiere in maniera esagerata rispetto alle altre zone di Lentini. Oggi il quartiere di “San Paolo” (molto più a valle dell’originario) ospita molte famiglie che abitano ancora i pittoreschi edifici che compongono questa particolare zona di Lentini;
  • il quartiere noto come “Scala ‘o Suretu” (“Scala del Segreto” o “Scala Segreta”) è posto tra la Via San Paolo, la Via San Biagio e la scalinata nota come “Via Lanfranco” e corrisponde al punto più settentrionale della Lentini medievale, che oggi confina con la Via Carlo Rosselli (presso cui spunta la stessa Via Lanfranco); è chiamato così perché si credeva in passato che qui ci fosse una fonderia segreta in cui venivano stampate monete di metallo anche se molto probabilmente qui vi era la residenza di funzionari pubblici a cui erano affidati compiti o dati che dovevano rimanere “segreti” ai cittadini di Lentini. La zona era anche nota come “San Biagio” poiché sorgeva un’antica Chiesa consacrata a “San Biagio Martire”, che crollò in seguito del terremoto del 1693 e non venne mai più riedificata, a sua memoria però è posta un’edicola votiva collocata presso la Via San Biagio; anche qui possiamo ammirare pittoreschi edifici di tipo semiterraneo o a “Dammuso”.

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