Marina di Melilli – Fondaco Nuovo

Marina di Melilli – Fondaco Nuovo

Marina di Melilli (o quel che ne resta) era la principale frazione marina del territorio comunale melillese, ubicata presso l’ex SS 114 SR – Priolo a pochi chilometri dalla città di Priolo Gargallo (nei pressi della Penisola Magnisi) ed è raggiungibile da una stradina chiusa da un passaggio a livello nota come “Traversa Fondaco Nuovo” visto che da sempre l’area è stata sempre chiamata con questo appellativo (in siciliano “Funnacu Novu” ).

Come detto prima essa “era” la frazione balneare della città melillese, di cui oggi restano pochi edifici abbandonati, visto che chi popolava questo piccolo borgo marinaro è stato fatto sgomberare con la forza qualche decennio fa da coloro che hanno trasformato la costa tra Siracusa ed Augusta in un grande agglomerato industriale noto ora come “petrolchimico siracusano” (uno dei più grandi complessi industriali europei della lavorazione del petrolio e dei suoi derivati). Ma la piccola frazione era un intoppo, per cui l residenti vennero costretti a trovarsi un’altra abitazione e coloro che continuavano ad abitare li subirono atti intimidatori (permessi dalla politica corrotta di allora) finché l’ultimo abitante di Marina di Melilli che rifiutò sempre il trasferimento forzato, l’ottantenne Salvatore Gurreri, venne ritrovato ucciso il 12 Giugno 1992.

In origine Marina di Melilli nacque come detto prima presso la Contrada Fondaco Nuovo come località marittima per la città melillese. A mano a mano venne a formarsi un villaggio popolato da circa un centinaio di persone (che vennero ad abitare qui per cercare fortuna attraverso l’attività peschereccia) dotato di servizi scolastici, sanitari ma anche di negozi alimentari e punti di ritrovo; finché verso la fine degli anni 40 venne deciso che la bella costa settentrionale della Provincia di Siracusa (che ospitava anche numerosi siti archeologici, ormai o distrutti in seguito alla costruzione delle raffinerie o inglobati al loro interno) sarebbe divenuta il cosiddetto “Triangolo della Morte” (formato dai tre centri abitati a ridosso delle raffinerie, Augusta, Priolo Gargallo e appunto Melilli). Fino ad allora era tutto tranquillo ma verso la fine degli anni 60 l’espansione industriale interessò anche il territorio marino di Melilli (ancora incontaminato) per cui il borgo venne a trovarsi in mezzo agli impianti di raffinazione e poi in quest’area venne costruita anche la centrale termoelettrica “Archimede” di Priolo Gargallo (la principale centrale elettrica che alimenta quasi tutta la provincia siracusana assieme a quella limitrofa dell’Enel – Tifeo posta in territorio augustano nei pressi dell’area di Megara Hyblaea). Per tutti gli anni 70 l’area di Marina di Melilli venne sottoposta ad espropri dalle autorità di allora e le famiglie delle case espropriate ebbero un indennizzo per consentire di trovarsi una nuova abitazione; tra chi si trasferì a Priolo, a Siracusa, ad Augusta e tra quelli che se ne ritornarono a Melilli (oppure decise di emigrare in altre parti d’Italia o del mondo) nel 1980 restarono solo 8 famiglie tra cui quella dell’ottantenne Salvatore Gurreri, che rifiutò sempre di abbandonare la sua proprietà, venendosi a trovare da solo in un borgo fantasma, finché un sicario (molto probabilmente pagato da qualcuno) lo strangolò il 12 Giugno del 1992. Il colpevole del delitto, un francofontese allora residente ad Augusta, non venne mai ritrovato.

Marina di Melilli rimase così senza nessuno ad abitarla e ad ostacolare i “piani industriali” poiché Salvatore Gurreri oltre a non abbandonare la sua abitazione, era fortemente contrario alla selvaggia industrializzazione che avvenne in quegli anni nella costa settentrionale del siracusano.

Oggigiorno di Marina di Melilli restano pochissime case (quelle più antiche vennero demolite) e qualche edificio abbandonato; del piccolo porticciolo dei pescatori non resta più nulla e sulla spiaggia (descritta come bellissima e pulita) che sorgeva sulla cosiddetta “Baia degli Dei”, la curva litoranea che dal Capo Santa Panagia andava a finire presso la Penisola Magnisi (la penisoletta posta di fronte a Priolo Gargallo dove nel 1414 venne ritrovato il Simulacro di San Sebastiano venerato come “Patrono di Melilli”) chiamata così dai greci per la sua bellezza e scenograficità, in cui tuttora vige il divieto di balneazione (visti gli scarichi fognari e dei reflui industriali che vi si riversano in mare) salvo per l’area di Fondaco Nuovo posta presso Marina di Priolo in territorio priolese.

Si può dire che Marina di Melilli è il “Monumento alla corruzione politica e mafiosa che se va in porto distrugge un territorio” e per questo merita di essere visitata.

Per informazioni più dettagliate su Salvatore Gurreri e su Marina di Melilli andate su questi link; www.marinadimelilli.it, priolo.altervista.org/salvatore_gurreri1.htm e
www.girodivite.it/Marina-di-Melilli-il-paese-che-non.html.

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