Melilli, Festa di San Sebastiano Martire

Melilli

Festa di San Sebastiano Martire


Il Simulacro di “San Sebastiano” venerato sia a Melilli sia in gran parte della Sicilia sudorientale.

La Festa consacrata a “San Sebastiano Martire” di Melilli è una delle più importanti festività religiose della Provincia di Siracusa (ed è ovviamente la più importante manifestazione che si tiene nella cittadina di Melilli) ma è anche una delle più grandi ed importanti manifestazioni sacre dell’intera Sicilia, poiché è considerata come “la principale festa” consacrata al “Bimartire Milanese” il cui culto nell’isola siciliana cominciò certamente a diffondersi proprio dalla città melillese e man mano in buona parte della Sicilia orientale e occidentale, con numerosi pellegrini provenienti da ogni parte di Sicilia che vengono a dare onore al “Patrono di Melilli” dal 4 all’11 Maggio di ogni anno, nel periodo in cui viene festeggiato dai melillesi (e non solo). Infatti nel mese di Maggio Melilli sembra una piccola “Città Santa” poiché presso i devoti a “San Sebastiano” di altri centri limitrofi (tra cui citiamo Siracusa, Solarino, Sortino, Priolo, Augusta, Carlentini, Lentini, Francofonte, Canicattini Bagni, Palazzolo, Cassaro, Ferla, Buscemi, Buccheri, Avola, Noto, Pachino ecc… talvolta anche da centri del ragusano come Chiaramonte Gulfi, cittadina devota a “San Sebastiano” e del basso catanese) vi è l’usanza di recarsi in pellegrinaggio (talvolta a piedi dalle loro località di residenza) per onorare il miracoloso Simulacro di “Sammastianu i Miliddi” ed assistere alla festa a Lui consacrata almeno una volta nella loro vita.


Particolare del volto della statua di “San Sebastiano”.

Per la ricchezza, durata e vivacità dei riti sacri e no, questa è la miglior Festa consacrata a “San Sebastiano” della Provincia di Siracusa (a cui seguono quelle di Palazzolo e Ferla) ma, come detto prima anche considerata come una delle feste più belle dell’intera Sicilia anche perché “San Sebastiano” è considerato come il “Santo più venerato di Sicilia” dopo la “Vergine Maria” (seguono i vari “Santi Lucia, Agata, Giorgio, Francesco di Paola, Antonio Abate, Alfio Cirino e Filadelfo, Calogero, Giorgio, Filippo di Agira ecc…”).

Storia di San Sebastiano Martire – Origini del Culto melillese a “San Sebastiano” – Il Culto di “San Sebastiano di Melilli” in America 

Storia di San Sebastiano Martire

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Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

[riduci]

Origini del Culto melillese a “San Sebastiano”

“San Sebastiano” era venerato sin dall’alto medioevo come “Martire” ma molto probabilmente in Sicilia e in particolare in Provincia di Siracusa il suo “culto” era scarsamente noto tant’è che i “Santi” più venerati erano la “Vergine Maria”, “San Giuseppe” e i “Martiri” martirizzati nelle città siciliane (le “Sante Lucia, Agata, Sofia, Venera” ecc… o i tre fratelli “Alfio, Filadelfo e Cirino” per citarne alcuni) o “Eremiti” che vivevano una vita dura facendo anche numerosi miracoli (“San Corrado Confalonieri” per esempio) ma ancora un vero e proprio culto a “San Sebastiano” non era presente nel siracusano e in Sicilia sudorientale. Tuttavia va detto che si presume che “San Sebastiano” stato cominciato a venerare nell’area del messinese nota come “Val Demone” a cominciare dal 1063 circa e il suo culto sia stato diffuso da comunità provenienti dalla Lombardia (che in quelle aree avrebbero poi dato vita alle odierne comunità gallosicule dei Monti Nebrodi) per la precisione i cavalieri al seguito di Ruggero I di Sicilia futuro Re di Sicilia.  Visto che “San Sebastiano” era di origini milanesi e quindi lombarde si potrebbe ipotizzare un’introduzione al culto del “Santo Martire Milanese” che era molto venerato nelle sue terre di origine nonché nella stessa Roma in cui venne sepolto dopo esser stato martirizzato sotto Diocleziano.

Facendo un salto secolare in cui di un possibile culto del “Bimartire” se ne sa quasi poco e niente, perlomeno nell’antica area del “Val di Noto” (corrispondente a parte delle attuali Province di Siracusa, Ragusa e Catania, anche se secondo alcuni fonti storiche “San Sebastiano” era venerato presso alcuni centri di questa zona della Sicilia sudorientale, molto probabilmente Melilli ricadeva tra essi) arriviamo al 1414 quando nel periodo tra Aprile e Maggio (la tradizione indica il 4 di Maggio) presso il Feudo di Priolo nella cosiddetta “Penisola Magnisi” (protuberanza rocciosa unita alla terraferma da una sottile striscia di terra in cui sono situate le rovine della città siculo – greca di Thapsos) avvenne il naufragio di una grossa nave che doveva provenire da un grosso porto del Mare Adriatico (Venezia?). L’equipaggio di quella nave rimase completamente illeso a detta loro per opera di una statua raffigurante “San Sebastiano” che stavano trasportando nella stiva chiusa in una cassa di legno. I marinai provarono a sollevare quella cassa che si rese pesante ed inamovibile, provarono anche a ripartire con la loro nave ma non ebbero proprio possibilità di muoversi da li capendo così che la volontà di quella statua ossia di “San Sebastiano” era quella di rimanere in quei luoghi.

La notizia venne data al Vescovo di Siracusa di allora (Tommaso De Erbes dell’Ordine dei Benedettini) che diede disposizione a portare la miracolosa Statua presso Siracusa. La notizia del miracolo però arrivò anche a molti altri centri limitrofi (Augusta, Lentini, Avola, Noto, Catania, Modica, Palazzolo, Ferla, Sortino ecc…) e in molti accorsero dalle loro città per omaggiare la miracolosa statua di “San Sebastiano” (e di tentare di portarsela nei loro luoghi di origine); si dice che in molti corsero a piedi verso la Penisola Magnisi per vedere la statua miracolosa e molto probabilmente da ciò si originò la tradizione di andare in pellegrinaggio “a piedi” a Melilli durante la festività in onore di “San Sebastiano.

Arrivati presso il luogo del naufragio i pellegrini tentarono a turno di sollevare la statua ma non ci riuscirono, fino a quando provarono i melillesi che non ebbero problemi a sollevarla. Capirono tutti che “San Sebastiano” voleva essere portato a Melilli e che quel luogo doveva essere il centro del suo culto in Sicilia. I melilesi e i pellegrini di tutti i centri limitrofi portarono in Processione la statua di “San Sebastiano” che quando entrò presso la medievale Melilli operò subito alcune prodigiose guarigioni facendo nuovamente gridare al “miracolo”. Strada facendo si era deciso di trasportare “San Sebastiano” presso la Chiesa Madre di San Nicola, ma la statua cominciò a divenire nuovamente e inspiegabilmente pesante tant’è che venne posta in un’antica Chiesa Rupestre nota come “A Rutta ‘a Carcaredda” (“La Grotta della Carcarella”) posta nell’allora periferia della medievale Melilli e la prima notte rimase li aperta alla venerazione dei numerosi pellegrini che li vi accorrevano. Il secondo giorno riprovarono a risollevare la statua ma non ci riuscirono poiché essa era talmente pesante da rimanere immobile. Capirono allora che “San Sebastiano” voleva rimanere in quel luogo e venne decisa la costruzione di una grande Chiesa in suo onore proprio li dove “San Sebastiano” non si voleva più muovere. Da allora “San Sebastiano” rimase nella sua “Basilica” che poi venne ricostruita dopo che il terribile terremoto del 1693 la distrusse (ma la statua rimase intatta così com’era) operando numerose grazie non solo a Melilli ma anche in molti centri limitrofi di cui numerosi miracoli contro le epidemie di peste (di cui una molto grave scoppiata nel 1660). Il Santo cominciò anche ad essere solennemente festeggiato con le prime Processioni che attiravano numerosi fedeli dai centri limitrofi (che nel frattempo erigevano chiese consacrate al “Bimartire”).

Dopo la ricostruzione della Basilica di San Sebastiano avvenuta dopo la sua distruzione avvenuta dopo il terremoto del 1693 il culto di “San Sebastiano” divenne ancora più ampio e le feste sempre più fastose e da allora cominciarono anche i pellegrinaggi penitenziali come quelli dei “Nuri” che percorrevano senza indumenti (fatta eccezione per quelli intimi) e a piedi scalzi le campagne limitrofe pur di arrivare al cospetto di “San Sebastiano” (questa tradizione è tuttora viva anche se i “Nuri” ora sono vestiti di bianco con una fascia rossa) e venne pure eretta una piccola fabbrica di fuochi pirotecnici nei pressi della Chiesa (costruzione tuttora presente) per permettere la costante fabbricazione di “moschetterie” e “mortai” ossia di fuochi d’artificio di ogni tipo che venivano sparati durante le celebrazioni in onore del “Santo”. Anche la fabbricazione di candele e di grossi ceri votivi era fiorente presso Melilli, in particolare di quelli a forma di parti del corpo che si ritenevano sanate per intercessione del “Santo Bimartire”. Venivano prodotti anche “Tambureddi” che venivano donati ai bambini in quanto si credeva che il tamburo fosse lo strumento che “San Sebastiano” suonasse quando ancora faceva parte dell’esercito romano.

Arrivando ai giorni nostri possiamo dire che la festività melillese di “San Sebastiano” e ancora sentita e il suo culto è ancora molto praticato non solo a Melilli ma anche in buona parte della Sicilia sudorientale; difatti “Sammastiani i Miliddi” è venerato quasi ovunque in Provincia di Siracusa e il suo culto è fiorente anche nei centri delle Province di Ragusa, Catania, Enna e in alcune zone del messinese.

Il Culto di “San Sebastiano di Melilli” in America

Nella seconda del 1800 vi fu un periodo molto duro in tutto in Sud Italia anche a causa della traumatica annessione delle regioni meridionali al Regno d’Italia che sfociò nel brigantaggio e nella sua dura repressione da parte dell’esercito della novella nazione italiana che però spesso e volentieri si macchiava di numerosi crimini contro la gente civile. La povertà e le promesse non mantenute di una nuova patria in cui vivere in libertà spinse molti meridionali ad emigrare lontani dai loro luoghi di origine, specie in America negli Stati Uniti.

Anche molti melillesi emigrarono verso gli Stati Uniti stabilendosi presso la località nota come “Middletown” (posta nello stato statunitense del Connecticut) che, divenne una piccola “Melilli” posta in territorio americano visto che molti melillesi preferivano andare li assieme ai loro “compaesani” e in breve tempo crearono una propria comunità. Gli emigrati melillesi non si dimenticarono del loro “Santo Patrono San Sebastiano” e col passare del tempo celebrarono anche loro la festa che si teneva nella lontana natia Melilli. I primi festeggiamenti erano in forma privata patrocinati da un’attività commerciale appartenente ad una famiglia di emigrati melillesi (Marino), ma la sempre più crescente affluenza di melillesi fece si che nel 1921 l’allora “Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi” (fondata da emigrati melillesi) fece si che anche a Middletown si potesse festeggiare “San Sebastiano” come nella natia Melilli. Questa società fece scolpire una statua che raffigurava il “Santo Bimartire” (opera dello scultore italoamericano di origini melillesi Sebastiano Marchese) simile al simulacro originario melillese. La comunità originaria di Melilli fece in modo che venisse costruita una grande chiesa in tutto e per tutto simile alla Basilica melillese consacrata a “San Sebastiano”, che venne terminata nel 1931.

Da allora anche a Middletown viene festeggiato fastosamente “San Sebastiano” con una festa che dura ben tre giorni il cui “culmine” è ovviamente “A Cussa re Nuri” (uguale a quella che avviene ogni anno a Melilli) in cui partecipano numerosi fedeli sia discendenti dei primi abitanti melillesi di Middletown sia americani che sono rimasti affascinati da questa tradizione tantè da divenire “devoti” a “San Sebastiano”. Oltre ai “Nuri” si tengono anche Processioni della statua americana di “San Sebastiano”, sagre di prodotti tipici italiani, vari eventi e ovviamente gli immancabili spettacoli pirotecnici.

Nel segno di “San Sebastiano” e del suo culto condiviso tra i melillesi e gli americani di Middletown (di origine melillese e no) nel 1982 in occasione proprio dei festeggiamenti melillesi del “Santo Bimartire”, avvenne il gemellaggio ufficiale tra Melilli e Middletown e, nei corrispettivi giorni di festa, è possibile trovare melillesi a Middletown e gente originaria di Middletown a Melilli in occasione proprio dei festeggiamenti in onore di “San Sebastiano” che si tengono in queste due cittadine.

 La Festa Liturgica in onore di “San Sebastiano” (20 Gennaio) e la Processione del “Simulacro di San Sebastiano” (27 Gennaio)

La Novena della Festa Liturgica di San Sebastiano (11 – 19 Gennaio)

Il 20 Gennaio è il giorno liturgico con cui viene celebrato il “Martirio di San Sebastiano”. A Melilli non vi sono festeggiamenti in pompa magna, ma vi sono riti liturgici e popolari piuttosto interessanti e oltretutto molto sentiti dai più ferventi devoti al “Santo Martire”.

I nove giorni precedenti al 20 Gennaio (dall’11 al 19 Gennaio) inizia la consueta “Novena” di preparazione alla festività liturgica. Vi sono presso la Basilica di San Sebastiano solenni Messe alle ore 18.00 che terminano con la benedizione collettiva effettuata con la “Reliquia di San Sebastiano” contenuta in un Reliquiario in argento a forma di braccio recante una freccia (visto che la Reliquia in questione è un frammento del braccio di “San Sebastiano”) che per l’occasione viene esposta in chiesa.

Il 19 Gennaio, Vigilia della Festa Liturgica, vi è una solenne Processione del Reliquiario che dalle ore 17.30 parte dal Convento dei Frati Cappuccini per arrivare presso la Basilica di San Sebastiano seguita da molti fedeli. Al termine della Processione (ore 18.00 circa) vi è una solenne Messa che chiude la Novena.

La Festa Liturgica in onore di “San Sebastiano Martire” (20 Gennaio)

Dopo la Novena, il 20 Gennaio si apre la festività liturgica in onore di “San Sebastiano” che ricade nel giorno in cui venne martirizzato.

Alle 06.00 del mattino presso la Basilica di San Sebastiano comincia la solenne Messa Mattutina in cui, verso le ore 06.30 la “Svelata” del Simulacro di “San Sebastiano” ai fedeli melillesi (e non solo) che accolgono il loro “Santo” con le solenni grida d’invocazione in dialetto (di cui parleremo più sotto) e lunghi applausi. In contemporanea con la Svelata avviene lo sparo di fuochi artificiali che annunciano ai melillesi l’avvenuta esposizione di “San Sebastiano” alla cittadinanza e nel frattempo l’inizio della festività liturgica.

Per tutto l’arco della giornata presso la Basilica di San Sebastiano si tengono solenni Celebrazioni Eucaristiche che si protraggono per l’arco della giornata di cui quelle più importanti sono celebrate alle ore 08.00, 10.00 e 12.00. Nel frattempo presso il Piano di San Sebastiano troviamo le tipiche bancarelle in cui troviamo i “Tamburelli di San Sebastiano”, i grossi ceri gialli e numerosi ricordini – souvenir – articoli sacri legati a “San Sebastiano”.

Nel pomeriggio alle ore 18.30 si tiene nella basilica la solenne Messa in cui le autorità melillesi offrono un cero a “San Sebastiano” come atto di protezione della cittadina.

L’Ottava della Festa Liturgica di “San Sebastiano Martire” e la Processione serale (27 Gennaio)

Dal 21 al 26 Gennaio presso la Basilica di San Sebastiano si tiene l’Ottavario ossia i giorni che precedono l’Ottava della festività liturgica consacrata al “Patrono di Melilli” che prevede solenni Messe in chiesa alle ore 10.00, 12.00 e 18.00 (quest’ultime le più “solenni”) al cospetto di “San Sebastiano” e del suo Reliquiario (che al termine dell’ultima Messa viene baciato dai fedeli). Nel frattempo nel locali facenti parte della Basilica si svolgono mostre fotografiche sulla festività di “San Sebastiano”.

Il 27 Gennaio, giorno dell’Ottava in onore di “San Sebastiano”, si aprirà con lo sparo di colpi di cannone che avverrà nelle prime ore mattutine (di solito alle 8.00); dopodiché si terranno solenni Messe in onore di “San Sebastiano”. Nel tardo pomeriggio verso le ore 18.30 presso la Basilica si tiene l’ultima solenne Celebrazione Eucaristica a cui parteciperà gran parte dei fedeli al “Santo Martire”. Alle ore 19.30 un solenne scampanio e lo sparo di fuochi d’artificio saluterà l’uscita in Processione del Simulacro di “San Sebastiano”, che verrà portato faticosamente a spalla (come voto di grazia ricevuta) fino alla Chiesa Madre di San Nicolò attraverso la Via Iblea, per poi riprendere la Processione per le vie del centro storico cittadino arrivando così presso la Basilica.

Dopo un discreto spettacolo pirotecnico che saluta l’entrata in Basilica del Simulacro, avviene “A Cunsarbata” della miracolosa statua di “San Sebastiano” che viene rimessa nella sua nicchia dietro l’Altare Maggiore della Chiesa di San Sebastiano salutata dalle toccanti invocazioni dei fedeli. “San Sebastiano” rimarrà li dentro fino alla festa principale che si terrà a Maggio in occasione del suo ritrovamento presso la Penisola di Magnisi.

L’inizio della Festa di San Sebastiano di Maggio; la Novena di San Sebastiano, la “Svelata” del Simulacro e la Vigilia della Festa (24 Aprile – 3 Maggio)

La “Novena di San Sebastiano” (24 Aprile – 2 Maggio)

Passati i festeggiamenti pasquali, iniziano i preparativi per la grande festa di Maggio consacrata al “Santo Patrono” di Melilli. Il 23 Aprile di ogni anno lo scampanio festoso delle campane della Basilica di San Sebastiano a cui si aggiunge lo sparo di una serie di colpi di cannone annuncia ai melillesi che ha inizio la “Novena di San Sebastiano”, ossia i nove giorni che precedono la festa in cui vi sono incontri di Preghiera e Messe (che si tengono alle ore 18.30 presso la Basilica di San Sebastiano) culminanti con la benedizione ai fedeli impartita con la Reliquia di “San Sebastiano”, che per l’occasione viene svelata ai fedeli.

Durante questi nove giorni (in special modo dal 2 Maggio, giorno in cui viene svelato “San Sebastiano”) vi è l’afflusso di numerosi pellegrini che dai loro paesi limitrofi, raggiungono a piedi Melilli, per sciogliere un voto o per chiedere una grazia. Questo pellegrinaggio viene fatto nei paesi particolarmente devoti a “San Sebastiano” tra i quali citiamo Villasmundo (perlappunto frazione di Melilli), Siracusa, Avola, Palazzolo Acreide, Francofonte, Ferla e Cassaro, anche se vi sono numerosi pellegrini provenienti da Priolo, Floridia, Solarino, Sortino, Cassibile, Augusta, Carlentini e da altri paesi della provincia e no. Nel frattempo a Melilli vengono montate le artistiche luminarie che addobberanno il centro storico melillese per la festività in onore del suo “Patrono”. 

La “Svelata di San Sebastiano” (2 Maggio)

Il rito della “Svelata di San Sebastiano” (che si tiene ovviamente presso la Basilica di San Sebastiano) avviene la mattina del 2 Maggio di ogni anno e così come per quella di Gennaio, avviene anch’essa nelle prime ore del mattino (verso le 05.30), dopodiché verso le 08.00 vi sarà la prima solenne Messa in onore di “San Sebastiano”; ne seguirà un’altra verso le 10.00. Nel frattempo dalle 9.00 la banda musicale di Melilli comincia a girare per le vie cittadine suonando allegre marce. Alle ore 12.00 vi sarà un solenne scampanio accompagnato dallo sparo di fuochi d’artificio che segnalano sia la fine della Novena, sia l’inizio ufficiale del festeggiamenti in onore del “Patrono”.

Dopo un pomeriggio festoso alle ore 18.30 vi sarà la solenne Messa presso la Basilica di San Sebastiano che liturgicamente segnerà la fine della Novena, che culminerà con la benedizione dei vestiti che verranno indossati dai “Nuri” la mattina del 4 Maggio che avviene al termine della funzione verso le ore 19.30.

Va detto inoltre che nei pressi della Via Iblea cominciano a posizionarsi le bancarelle che vendono giocattoli, vestiti, dolciumi ecc… Mentre presso il Loggiato della Basilica vi sono i venditori di oggetti legati al culto di “San Sebastiano” ossia quadretti in legno, plastica, immaginette, ceri ma soprattutto i tipici “Tamburelli di San Sebastiano” che in passato venivano (e vengono tuttora) regalati ai bimbi in occasione dei festeggiamenti al “Santo Patrono”.


I ceri votivi venduti in occasione della Festa di San Sebastiano.


Bancarella che vende i caratteristici “Tamburelli di San Sebastiano”.

Nel salone accanto alla Basilica cominciano ad essere posti gli impressionanti Ex voto in cera, che ritraggono parti del corpo, organi interni, legamenti, muscoli, ossa ecc… sanati da “San Sebastiano” per mezzo di interventi miracolosi. Oltre alle bancarelle va segnalata la presenza di stupende luminarie multicolori che adornano la Basilica, il suo Loggiato, la Piazza della Matrice, la Via Iblea, nonché buona parte delle strade che verranno percorse da “San Sebastiano” in Processione.

La “Vigilia della Festa di San Sebastiano” e la “Processione del Braccio di San Sebastiano” (3 Maggio)

La mattina del 3 Maggio la città di Melilli si sveglia con lo sparo di forti colpi di cannone e con uno scampanio solenne. Alle ore 08.00 inizia la prima solenne Messa in Basilica. Alle ore 9.00 sfileranno per la città le bande musicali di Melilli e di un’altra città siciliana (devota a “San Sebastiano”) che sveglieranno ulteriormente la città per avvisarla che i festeggiamenti al “Santo Patrono” sono vicinissimi. Alle 10.00 di mattina vi sarà una solenne Messa presidetuta da un Prete facente parte dell’Arcidiocesi di Siracusa. alle 12.00 vi sarà sempre lo scampanio accompagnato dallo sparo di fuochi artificiali. La Chiesa rimarrà aperta per fare in modo che gli accorrenti pellegrini diano omaggio a “San Sebastiano”.

Passato il pomeriggio, alle ore 18.30 iniziano i Vespri che precedono primo rito popolare esterno alle celebrazioni in Chiesa, la Processione del Reliquiario di San Sebastiano. Alle ore 19.00 la Reliquia di “San Sebastiano” verrà portato in Processione dalla Basilica del “Santo Patrono” fino alla Chiesa Madre di San Nicolò passando per il centro storico melillese (in particolare dalla Via Iblea). Questa Processione sarà seguita da numerosi fedeli (oltre che dalle autorità politche e ecclesiastiche della città melillese) che accompagneranno il corteo pregando il “Santo Bimartire”. La Processione arriva in Chiesa Madre verso le ore 19.30 in cui verrà celebrata la solenne Messa serale a cui parteciperanno molti fedeli. Al termine della Messa, verso le 20.30 la Processione riparte all’indirizzo della Basilica di San Sebastiano facendo il percorso inverso. L’arrivo della Reliquia in chiesa sarà salutato da un solenne scampanio.


L’uscita del Reliquiario di San Sebastiano in Processione.

Al termine della Processione della Reliquia, verso le 21.00 vi sarà un concerto a cui prendono parte corpi bandistici di diverse città. Verso le 24.00 vi sarà invece un bello spettacolo pirotecnico effettuato presso il Piano di San Sebastiano (nei pressi dell’ex fabbrica pirotecnica posta sul porticato adiacente alla Basilica) che concluderà questi primi riti consacrati a “San Sebastiano” ma che di fatto allo scoccare della mezzanotte tra il 3 e il 4 Maggio aprirà i festeggiamenti ufficiali in onore di “San Sebastiano”.

Termina così la Vigilia della festa, ma tra pochissime ore cominceranno i veri e propri festeggiamenti solenni in onore del “Santo Martire”.

La Festa Esterna in onore di “San Sebastiano” (4 Maggio)

L’apertura della Basilica e la “Processione dei Nuri”

Nella notte del 4 Maggio molti melillesi cominciano a darsi appuntamento all’Edicola Votiva posta all’ingresso di Melilli presso la S.P. 95 per Priolo e Villasmundo mentre moltissimi pellegrini cominciano ad incamminarsi dai loro paesi di origine verso la cittadina melillese camminando di notte lungo le strade statali e provinciali (che per l’occasione saranno vigilate dalle forze dell’ordine e da operai dell’ANAS).

Alle 4.00 di notte la Basilica di San Sebastiano viene aperta tra scampanii festosi e accensione di fuochi artificiali ai fedeli festanti che, dopo aver invocato il “Patrono” con toccanti urla di preghiera in dialetto, assisteranno alla prima Messa solenne in onore del “Santo” (che verrà celebrata presso la Cappella del Santissimo Sacramento, altre Messe verranno celebrate dalle 05.00 alle 09.00). Nel frattempo vari colpi di cannone danno l’avvio alla “Cursa re Nuri” e nello stesso momento cominciano ad arrivare i pellegrini che dalle altre città limitrofe hanno camminato per l’intera nottata tra il 3 e il 4 Maggio alla volta di Melilli per onorare “San Sebastiano” (molti di loro, oltre a seguire il tracciato delle strade statali o provinciali, si inerpicano tra i monti e i costoni rocciosi degli iblei rigorosamente a piedi nudi come estremo atto d’amore verso il loro “Santo Protettore”; fedeli a questa tradizione sono i “Nuri Sampalisi” ossia provenienti da Solarino); di essi vanno citati i “Nuri” provenienti da Città Giardino, Villasmundo, Siracusa, Belvedere, Cassibile, Floridia, Solarino, Sortino, Priolo Gargallo, Augusta, Carlentini, Lentini, Francofonte, Avola, Noto, Pachino, Canicattini Bagni, Palazzolo Acreide, Cassaro e Ferla che ogni anno compiono un duro cammino verso Melilli partendo dai loro centri abitati (alcune volte la partenza verso Melilli diviene una vera e propria “cerimonia” salutata anche dall’accensione di fuochi d’artificio).


I “Nuri” melillesi che dall’edicola posta all’entrata di Melilli si incamminano verso la Basilica di San Sebastiano.

I “Nuri” di Melilli (chiamati così perché anticamente erano scalzi, vestiti solo con mutandoni di colore bianco e di una fascia rossa a tracolla simbolo del Martirio, mentre ora, seppur rimanendo scalzi o no, indossano maglietta e pantaloni bianchi sopra cui viene posta questa fascia di color rosso, talvolta indossano una bandana rossa sul capo) partono in gran parte dall’edicola votiva citata in precedenza ubicata presso la Contrada Santa Croce (presso l’ingresso alla città di Melilli) nota come il “Mistero” (che si presenta colma di fiori, ceri ed Ex Voto per tutto l’anno), ma vi è anche l’antichissima tradizione di scendere per i monti che sovrastano la cittadina di Melilli fino ad entrare poi in città da nord (difatti molti partono anche dalle aree della Madonna delle Grazie presso la Provinciale per Sortino, da dove arrivano anche i pellegrini, sortinesi, cassaresi, ferlesi e palazzolesi, mentre gli altri arrivano dalla SS 114 o dalla S.P. 95). I “Nuri” melillesi cominciano il loro corteo alla volta della Basilica in cui è posta la Statua del “Patrono” (che comincia a ricoprirsi di preziosi doni offerti dai fedeli o dai miracolati come Voto di grazia ricevuta). Durante il percorso molti “Nuri” camminano scalzi (a piedi nudi o coperti con calze resistenti, mentre gli altri utilizzano scarpe da ginnastica) recando in mano un caratteristico mazzetto colorato di fiori finti di forma tondeggiante (vero pregio dell’artigianato locale), o mazzi di fiori veri, oppure ceri di colore giallo di varie dimensioni, intonando urla di invocazione presso “San Sebastiano”. Questo tipo di invocazione è formata in questo modo, un esponente dei “Nuri” grida esortazioni del tipo “E chiamamulu ca n’aiuta”, “E ci vinemu di tantu luntanu”, “E chiamamulu ranni e picciriddi”, “E chi semu muti ca nun u chiamamu”, “E ‘ppi li razzii ca na ‘ddatu”, “E chiamamulu frustieri e paisani”, “E quant’è bellu stu nomu ca chiamamu”, “E chiamamulu miraculusu” ecc… a cui gli altri “Nuri” risponderanno alzando il mazzetto di fiori (o il cero) “Prima Diu e Sammastianu”. Questo è uno dei riti più belli e toccanti della festa consacrata al “Santo Bimartire” poiché i “Nuri” sono piuttosto numerosi visto che vi partecipano giovani, anziani, bambini, infermi (sia donne sia uomini) che ringraziano il “Santo” per una grazia ricevuta, oppure ne chiedono una in cambio.


Il pellegrinaggio dei “Nuri” verso la Basilica di San Sebastiano.

La Processione dei “Nuri” terminerà quando tutti i “Nuri” melillesi e no arriveranno presso la Basilica di San Sebastiano (considerando che cominciano ad arrivare verso le 05.30 di mattina e l’afflusso di fedeli continuerà per gran parte della mattinata e che la Processione che segue non parte mai prima delle 10.00 testimonia la grande affluenza di pellegrini che rendono omaggio al miracoloso “Santo Milanese Patrono di Melilli”), presso cui i “Nuri” renderanno omaggio con urla ancora più forti al loro “Patrono” deponendo il mazzetto di fiori presso il “Braccio di San Sebastiano”, ma anche in prossimità Simulacro argenteo in cui è posta la statua lignea del “Bimartire”.

Terminata la “Processione dei Nuri”, verso le 10.00 il Sagrato della Basilica di San Sebastiano viene fatto sgomberare per permettere al pesante Simulacro di uscire in Processione per le vie della cittadina.

Dentro la Chiesa i “Nuri” continuano ad invocare il “Patrono” e gli Ex Voto, nonché i bimbi alzati a “San Sebastiano” (affinché possa benedirli) non si contano più. Ma nel frattempo i fuochisti hanno appena finito di sistemare le cariche di fuochi pirotecnici che saluteranno il “Santo” quando poi uscirà dalla sua Chiesa di appartenenza.

La “Processione diurna di San Sebastiano”

Terminato l’afflusso dei pellegrini, verso le 10.00 inizia la Processione diurna di “San Sebastiano”. Il Simulacro viene posto su un Carro processionale di notevoli dimensioni che molto lentamente uscirà dalla Basilica, accompagnato dai fedeli ma anche dai “Nuri” che continuano imperterriti a seguire il “Santo” non paghi del faticoso cammino fatto poche ore prima.


Particolare del Simulacro di “San Sebastiano” durante l’uscita della sua Processione diurna.

Appena “San Sebastiano” esce dalla Chiesa vengono sparate carte multicolori e volantini recanti la scritta “Viva San Sebastiano” (mediante cannoncini posti presso il Sagrato) e dalla torre campanaria (in cui le campane vengono fatte suonare a festa) vengono lanciati a mano sempre bigliettini colorati e carta multicolore. Nei pressi delle rovine dell’antica Chiesa di San Sebastiano (posta sul costone di roccia che sovrasta il loggiato della Basilica) viene sparato un sontuoso fuoco pirotecnico (di potenza talmente alta tanto che viene visto e sentito dalle città limitrofe) che degnamente saluta il “Santo Patrono di Melilli”.

Il Simulacro di “San Sebastiano” percorrerà buona parte della zona settentrionale del centro storico di Melilli presso i quartieri Badia e Carmine (Matrice) passando perlopiù dalla Via Iblea (fermandosi anche di fronte al Municipio di Melilli per ricevere un omaggio floreale da parte delle autorità cittadine) seguito da numerosi fedeli che continuano ad acclamare e a pregare con fede il “Patrono di Melilli”, fino ad arrivare presso la Chiesa Madre di San Nicolò, dove entrerà salutato dagli applausi dei fedeli e dallo sparo di altri fuochi d’artificio. In questa Chiesa “San Sebastiano” rimarrà esposto alla venerazione dei pellegrini (melillesi e no) per tutto il pomeriggio del 4 Maggio, mentre il Reliquiario rimarrà esposto nella Basilica di San Sebastiano.


Foto della Processione diurna di “San Sebastiano” lungo le vie di Melilli.

La “Processione serale di San Sebastiano”

Nel tardo pomeriggio i fedeli provenienti da altri paesi (tra cui anche gente che camminando a piedi da altri paesi limitrofi non è riuscita ad arrivare in tempo per la mattinata, nonché altra gente che “fa la strada” dall’edicola all’ingresso di Melilli fino alla Basilica) cominciano a riempire la cittadina melillese e molti di essi si fermano presso le bancarelle per comprare un souvenir di “San Sebastiano” da donare ai loro cari, oppure vanno ad omaggiare sia il Reliquiario di “San Sebastiano” presso la Basilica, oppure il Simulacro del “Santo Patrono” presso la Chiesa Madre.

Dalle 17.50 in poi vi sarà la sfilata dei corpi bandistici per le strade di Melilli che suoneranno marce allegre e avviseranno che la seconda parte della “Festa di Maggio” sta per iniziare, mentre fino alle 21.00 presso la Piazza San Sebastiano vi saranno vari spettacoli artistico – musicali. Un’ora dopo verso le ore 18.00 circa vi sarà la solenne Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di San Sebastiano a cui assisteranno le maggiori autorità politiche e militari della città di Melilli. Al termine della Messa un festoso scampanio avvisa che il “Patrono” sta uscendo di nuovo in Processione.

Alle ore 18.30 comincia la “Processione serale di San Sebastiano”; quando il Simulacro del “Patrono” esce dalla Chiesa Madre, verrà acclamato dai tanti fedeli con applausi e urla di invocazione, e salutato da un potente sparo di fuochi d’artificio. Questa Processione che attraversa stavolta i quartieri meridionali di Melilli (Torre e Soccorso), viene ugualmente seguita da un folto numero di fedeli che pregano il “Santo” in un silenzio composto, rotto solo dalle marce intonate dalle bande musicali o da urla di invocazione da parte di alcuni “Nuri” che ancora seguono il “Santo”.

Alle 20.30 “San Sebastiano” ritorna presso il Sagrato della sua Basilica, dove verrà salutato prima da un festoso scampanio, poi da uno stupendo spettacolo piromusicale in cui i fuochi d’artificio vengono sparati a ritmo di musica salutando così il “Patrono di Melilli” in maniera a dir poco spettacolare.

Dopo lo spettacolo piromusicale, “San Sebastiano” verrà fatto rientrare in Chiesa venendo risistemato nei pressi dell’Altare Maggiore. Alle 21.00 ci sarà la solenne Celebrazione Eucaristica serale che si terrà all’interno della Basilica a cui parteciperà gran parte dei fedeli che ha preso parte alle Processioni durante l’arco della giornata.

Dopo la Messa, alle 21.30 vi saranno spettacoli musicali di vario tipo che si terranno presso il Sagrato della Basilica di San Sebastiano.

L’Ottavario della Festa di San Sebastiano (5 – 10 Maggio)

I Pellegrinaggi alla Basilica del “Santo Patrono” da parte dei Pellegrini provenienti dalle altre città in Provincia di Siracusa

Durante gli otto giorni che precedono l’Ottava della Festa di San Sebastiano, la Basilica consacrata al “Santo Patrono di Melilli” diviene meta di numerosi pellegrinaggi organizzati dalle parrocchie consacrate o fedeli al “Bimartire” provenienti dalla Provincia di Siracusa. Qui verranno celebrate solenni Messe alle ore 10.00, 12.00, 17.50 e 19.00 al termine della quale verrà impartita la benedizione ai fedeli col Reliquiario.

I pellegrini provenienti dalle varie città della Provincia di Siracusa (tra cui anche quelli provenienti da altre parrocchie melillesi) vengono quindi condotti in Basilica dove assisteranno alle Messe celebrate dai loro parroci.

Durante l’Ottavario vi sono numerose veglie di preghiera alla “Madonna” e a “San Sebastiano”, sorteggi e aste di prodotti sacri e tipici i cui ricavati andranno a scopo benefico; ma anche spettacoli musicali a cui partecipano la Banda di Melilli, ma anche cantanti e musicisti siciliani ed italiani piuttosto famosi, il tutto fino al 10 Maggio, vigilia dell’Ottava di San Sebastiano.

L’Ottava della Festa di San Sebastiano, la “Cunsarbata” di “San Sebastiano” e la conclusione dei festeggiamenti (11 Maggio)

La solenne Ottava e l ‘ultima Processione di “San Sebastiano”

L’11 Maggio è l’ultimo toccante giorno in cui “San Sebastiano” viene festeggiato a Melilli. Di mattina il consueto scampanio intervallato dallo sparo di forti colpi di cannone invitano i cittadini melillesi a recarsi alle Celebrazioni Eucaristiche che si tengono per tutta la mattinata fino a mezzogiorno. Alle ore 12.00 un solenne scampanio e il forte sparo di colpi di cannone sancisce l’inizio dell’Ottava di San Sebastiano.

Di pomeriggio alle 18.00 vi sarà la solenne Messa che concluderà i riti sacri consacrati a “San Sebastiano”; chi non va alla Celebrazione gira per le bancarelle poste nei paraggi della Basilica di San Sebastiano per comprare magari un ricordo legato ai festeggiamenti del “Patrono di Melilli”.

Alle 19.00 un solenne scampanio e l’accensione di fuochi d’artificio saluterà l’uscita dell’ultima Processione del Simulacro di “San Sebastiano” che quando poi uscirà dalla sua Basilica, verrà salutato oltre che dalle campane e dai fuochi anche dalle forti invocazioni dei fedeli melillesi. Il Simulacro del “Patrono” (seguito sempre da una grande moltitudine di fedeli) toccherà i quartieri a sud di Melilli, salutando così il resto della popolazione melillese, tra cui anche i numerosi anziani ed ammalati che non hanno potuto assistere alla sontuosa festa che si era tenuta otto giorni prima.

Verso le 20.30 “San Sebastiano” ritornerà davanti alla sua Basilica, dove verrà salutato con uno grandioso spettacolo pirotecnico che chiuderà quest’ultima giornata interamente consacrata a “San Sebastiano”.

La toccante “Cunsarbata” di “San Sebastiano”

Dopo lo spettacolo pirotecnico, “San Sebastiano” rientra nella sua Basilica dove avverrà il toccante rito della “Cunsarbata”, ossia della Velata della Statua del “Santo Patrono di Melilli”.

Nella Navata centrale della Basilica, gremita di gente all’inverosimile, la statua viene prelevata dal Simulacro argenteo e posta nella sua nicchia posta sull’Altare Maggiore tra le strazianti urla di invocazione dei fedeli. Quando poi la statua verrà velata comincerà un lungo applauso commosso che saluta “San Sebastiano” fino alla sua prossima svelata, che avverrà il 20 Gennaio dell’anno venturo.

Dopo questo rito popolare, vi sarà un ultimo spettacolo musicale curato da cantanti o musicisti italiani più o meno famosi. 

I festeggiamenti a “San Sebastiano” si concluderanno al mezzanotte con l’ultimissimo quanto sontuoso e potente spettacolo pirotecnico che chiuderanno i fastosi festeggiamenti a “San Sebastiano”, che verranno riproposti l’anno seguente con la festività liturgica del 20 Gennaio.

Per informazioni più dettagliate visitate il sito www.sansebastianomelilli.it.

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