*Monterosso Almo, Area naturalistica “Parco Forestale Bosco Canalazzo” (Ciambra – Cava di Santa Lena – Case Canalazzo – Mulino di Canalazzo – Torrente Cava Piana – Sentiero “Ciambra – Cantonazzo” ex S.P. 99 – Sentiero “Padre Pio” – Bosco di Contrada Scalona – area settentrionale del Bosco Canalazzo posta tra la valle del Fiume Amerillo e il Monte Casasia)

Monterosso Almo

*Area naturalistica “Parco Forestale Bosco Canalazzo”
(Ciambra – Cava di Santa Lena – Case Canalazzo – Mulino di Canalazzo – Torrente Cava Piana – Sentiero “Ciambra – Cantonazzo” ex S.P. 99 – Sentiero “Padre Pio” – Bosco di Contrada Scalona – area settentrionale del Bosco Canalazzo posta tra la valle del Fiume Amerillo e il Monte Casasia)

L’area naturalistica del parco forestale noto come “Bosco Canalazzo” che comprende uno dei più importanti boschi della Provincia di Ragusa, è posta ad ovest di Monterosso Almo a ridosso del tratto del Fiume Amerillo che si immette nel Lago Dirillo, dominato dal versante sudoccidentale del Monte Casasia in una protuberanza collocata al confine col territorio comunale di Chiaramonte Gulfi (area di Donnagona – Piano dell’Acqua) da cui si origina la Cava di Santa Lena nota anche come “Cava Piana”, solcata dall’omonimo corso d’acqua che da qui si origina scorrendo verso sudovest prima di immettersi in territorio chiaramontano presso il Torrente Para (importante corso d’acqua che confluisce presso il Fiume Dirillo nei pressi della frazione chiaramontana di Roccazzo).

Il Bosco Canalazzo, che risulta unito alla “Pineta di Chiaramonte Gulfi” a meridione formando la più ampia foresta della Sicilia sudorientale comprendendo varie specie di alberi tra cui conifere (Pino Marittimo e Pino d’Aleppo), querce, eucalipti ecc… oltre a varie specie erbacee tipiche dei Monti Iblei e varie specie di funghi (commestibili e no), lo si raggiunge dalla SS 194 Monterosso – Vizzini in direzione della cittadina vizzinese, oltrepassando il secondo ponticello sul Torrente Lavandaio (posto presso un tornante) e per imboccare alla nostra sinistra (venendo dalla cittadina monterossana) la S.P.99 Ciambra – Canalazzo (la prima traversa dopo il sopracitato ponticello) proseguendo per questa strada a tratti semi asfaltata che costeggia il corso del Fiume Amerillo che viene poi scavalcato presso l’area nota come “Ciambra” lungo la quale sono posti vari casali rurali diroccati di epoca settecentesca ed ottocentesca oltre a costeggiare il limite settentrionale del bosco potendo ammirare la limitrofa vallata fluviale. Al termine della strada semi asfaltata arriviamo presso l’ingresso dell’area antropizzata del Bosco Canalazzo (quella aperta a visitatori ed escursionisti) delimitato da un cancello in cui sono posti i cartelli che indicano la denominazione e le norme da seguire per entrare all’interno dell’area boschiva oltre ad alcuni capanni di legno utilizzati dalla locale guardia forestale. Vi è posto qualche metro prima un altro ingresso posto in una salita alla nostra sinistra (adiacente ad un casale rurale posto lungo la strada) noto come “Sentiero Padre Pio” (vedi più sotto).

Oltrepassato il cancello entriamo nel tratto del sentiero (ex S.P. 99) che si immette all’interno del Bosco Canalazzo formato da una tortuosa strada che si può percorrere o a piedi o in bicicletta, che conduce ad un antico mulino ad acqua collocato nei pressi di una sorgente idrica che alimenta a sud il torrente di Cava di Santa Lena (nota anche come “Cava Piana”) che, come detto in precedenza, a meridione scende in territorio chiaramontano immettendosi presso il Torrente Para. In questo mulino possiamo ammirare una grande vasca collegata ad alcune “Saie” che convogliavano le acque sotto il caseggiato in cui era collocata una ruota idraulica che grazie alla forza motrice dell’acqua muoveva la macina interna utilizzata per macinare i cereali e ottenerne farina. All’interno del mulino (restaurato) vi è posto il principale punto di accoglienza per gli escursionisti e i visitatori in generale.

Proseguendo verso sud arriviamo presso un bivio in cui alla nostra destra proseguiamo verso il territorio chiaramontano (aree di Paraspola e Cava Sugarello) lambendo l’area di Pezza Cugni (posta in territorio monterossano a sud del Monte Casasia), mentre alla nostra sinistra raggiungiamo il “Sentiero Padre Pio” chiamato così perché è delimitato ad un certo punto da un’edicola votiva in cui è posta un’immagine che raffigura “San Pio da Pietrelcina” (meglio noto come “Padre Pio”) che si collega all’accesso secondario del Bosco Canalazzo posto circa 1 chilometro prima dell’ingresso principale sulla ex S.P. 99 e contraddistinto da una salita, mentre lo si può raggiungere dall’area dell’ex Mulino Canalazzo dal sopracitato bivio andando alla nostra sinistra. 

Il “Sentiero Padre Pio” era (ed è) l’accesso alla grande masseria feudale di tipo fortificato nota come “Case Canalazzo”, che un tempo apparteneva ai Baroni Cocuzza di Monterosso Almo. Si tratta di una grande tenuta feudale che si affaccia presso un cortile lastricato con blocchi di pietra calcarea comprendente la residenza principale che è il principale edificio attorniato da stalle, magazzini e residenze dei “Massari” che lavoravano all’interno del feudo. La residenza presenta eleganti aperture d’ingresso e finestre.  Presso il retro della masseria è posto uno spiazzale sempre lastricato con blocchi di pietra calcarea al cui centro è posta una fontanella – abbeveratoio. Più a nord della residenza è posto un abbeveratoio molto più grande.

Dal “Sentiero Padre Pio” possiamo raggiungere a sud l’area della Pineta di Chiaramonte Gulfi risalendo l’area di Contrada Bardaro tramite vari sentieri che oltrepassano le aree iblee di Scalona, Rizzarello, Corulla e Fondo Gallo nei pressi della “Pineta di Chiaramonte” nel versante orientale del Monte Arcibessi in cui è posto il Bosco di Contrada Scalona arrivando presso una torre di avvistamento appartenente alla guardia forestale. Qui sono posti anche vari casali di tipo rurale.

Ad est delle “Case Canalazzo” possiamo raggiungere Monterosso Almo tramite un altro sentiero  che raggiunge l’area iblea di Poggio Utra posta ad occidente del Fiume Amerillo (nel tratto a sud della confluenza col Torrente Lavandaio), che è delimitato anch’esso da un’edicola votiva (raggiungibile andando in direzione est) arrivando presso l’area nota come “Molino Soprano” posta ad ovest della cittadina monterossana.

Per risalire il limitrofo rilievo ibleo bisogna infine percorrere una stradina posta a nordest del Sentiero “Padre Pio” che conduce ad una torre di vedetta appartenente alla guardia forestale, da cui poter godere di un ottimo panorama delle aree iblee circostanti che circondano la cittadina di Monterosso Almo. 

Ad ovest del Bosco Canalazzo è posto il tracciato dell’ex S.P. 99 (il cui proseguimento  è posto nel bivio sopracitato); da qui si sale verso ovest in un’area confinante con i territori di Monterosso Almo e Chiaramonte Gulfi nota come “Pezza Cugni” in cui è posto un bosco di conifere all’interno del quale è posta una base scout; andando più ad ovest si raggiunge l’area iblea di Contrada Paraspola posta in territorio chiaramontano.

Presso questa zona del Bosco Canalazzo aperta ai visitatori e agli escursionisti vi sono poste infine varie aree di ristoro (comprendenti panche e bracieri per la cottura) e sosta, fontanelle con acqua potabile e pannelli informativi ed indicativi per potersi muovere agevolmente all’interno del parco.

A sud del Bosco Canalazzo è posta la Cava di Santa Lena, nota anche come “Cava Piana”, raggiungibile dal sentiero che dall’ingresso conduce alle Case Canalazzo (raggiungibile anche andando sempre dritto dall’ingresso principale del bosco) presentandosi come un corso d’acqua la che si origina da una piccola sorgente posta a sud del Fiume Amerillo e che man mano scende sempre più a valle formando un’interessante cavità di tipo iblea circondata dal folto bosco. Qui è posto il torrente con modesta portata idrica che alimentava il sopracitato mulino oltre a fungere da riserva idrica per la masseria fortificata di Case Canalazzo. Lungo i sentieri che costeggiano questo torrente possiamo ammirare anche cippi di pietra dipinti in cui è raffigurato “San Giovanni Battista” (Santo molto venerato sia a Monterosso Almo che a Chiaramonte Gulfi oltre che in gran parte della provincia ragusana).

L’area settentrionale del Bosco Canalazzo ricopre l’area a sudest del Monte Casasia, raggiungibile proseguendo dal sentiero adiacente al cancello principale d’ingresso del Bosco Canalazzo che segue la sponda meridionale del Fiume Amerillo che poco più avanti compie una curva verso nord. Qui raggiungiamo una masseria diroccata nota come “Casa Casasia di Sotto” in cui il sentiero si biforca in due direzioni tramite un bivio in cui alla nostra sinistra si risale verso l’area di Pezza Cugni appartenente al territorio monterossano (raggiungibile via auto facendo un lungo giro dall’area di Chiaramonte Gulfi) prospiciente alla cima del Monte Casasia, mentre proseguendo verso nord si arriva all’area di “Monte Pizzuto”, rilievo ibleo che domina il tratto del Fiume Amerillo in cui riceve le acque del Fiume Vizzini, formando di fatto il Fiume Dirillo; il sentiero risale poi il versante settentrionale del Monte Casasia arrivando ugualmente presso la sua sommità. Tutta quest’area è coperta da un folto bosco di conifere controllato dalla guardia forestale dislocato presso le pareti orientali del Monte Casasia, formando una vasta area boschiva che, come detto in precedenza, comprende anche la Pineta di Chiaramonte formando la più grande ed importante foresta nonché vero e proprio “polmone verde” della Sicilia sudorientale.

Va detto inoltre che il Bosco Canalazzo è aperto quasi tutto l’anno (fatta eccezione per il periodo invernale in cui rimane chiuso e i cancelli posti presso i sentieri di accesso al bosco potrebbero anche essere chiusi) dalle ore 07.00 alle ore 13.30 nei giorni feriali mentre in quelli festivi rimane aperto dalle ore 07.00 alle ore 19.00. All’interno del parco è vietato transitare con veicoli a motore, raccogliere funghi senza autorizzazione, arrecare danno alla flora e alla fauna, cacciare, praticare il pascolo, lasciare rifiuti e accendere fuochi, inoltre alcune aree del bosco (specie quelle al di fuori dell’area riservata a visitatori ed escursionisti) sono difficoltose da visitare e quindi va fatta doverosamente attenzione nell’esplorarle, e infine (qualora fossero presenti) bisogna rispettare i divieti d’ingresso in alcune aree del bosco. Per saperne di più rivolgetevi al sito www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste o mandate una mail all’indirizzo [email protected].

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