*Monterosso Almo, Cava San Nicola – Vallone Grottaperciata

Monterosso Almo

*Cava San Nicola – Vallone Grottaperciata

A nordovest del Monte Casasia tra i territori di Monterosso Almo e Licodia Eubea (presso il confine con le Province di Ragusa e Catania) è posta la Cava San Nicola, nota anche come “Vallone Grottaperciata”. Si tratta di un’interessante cavità di tipo ibleo che si può raggiungere da Monterosso Almo o salendo verso l’area di Pezza Cugni dal sentiero posto lungo l’ex S.P. 99 Ciambra – Cantonazzo (che oltrepassa il Bosco Canalazzo e il versante orientale del Monte Casasia) oppure raggiungendo l’area di Piano dell’Acqua (frazione di Chiaramonte Gulfi) percorrendo da Monterosso Almo le SS 194 in direzione di Ragusa immettendosi poi sulla S.P. 62 per Chiaramonte Gulfi e da qui percorrendo le S.P. 8, S.P. 7, S.P. 6 e S.P. 38 II in direzione di Licodia Eubea (entrando nel suo territorio comunale); da quest’ultima strada prima di un tornante che scavalca tramite un ponticello la Cava Rossura, è una traversa alla nostra destra con indicazioni per Chiaramonte Gulfi e Piano dell’Acqua che conduce ad un bivio in cui dobbiamo percorrere la strada alla nostra sinistra imboccando una stradina che costeggia la Cava Rossura ma che conduce anche ad ad un sentiero che la scavalca, per poi dirigersi verso nord presso le aree solcate dal Vallone Grottaperciata (più a nord ancora vi è posto il Vallone Ragoleto). Il fondo della cava lo si può raggiungere anche da una stradina il cui imbocco è posto sempre sulla S.P. 38 II immediatamente a nord di una masseria delimitata da una breve pineta, andando sempre verso est.

La Cava San Nicola è la seconda (o per meglio dire la “centrale”) di un sistema di cavità parallele (di cui quella più a sud è nota appunto come “Cava Rossura” mentre quella più a nord si chiama “Vallone Ragoleto”) che si originano in territorio monterossano presso le pendici nordoccidentali del Monte Casasia, per poi immettersi nel Fiume Dirillo in territorio di Licodia Eubea. La Cava San Nicola è la più grande di questo sistema di cavità ed è quella con varie ramificazioni che formano interessanti rilievi in cui possiamo ammirare insediamenti e terrazzamenti rurali delimitati da muri a secco. Vi sarebbero posti anche siti di tipo rupestre e non a caso il toponimo “Grottaperciata” significherebbe appunto la presenza di cavità scavate nella roccia (da cui il termine siciliano “Perciare”). Molto probabilmente si tratterebbe di siti funerari di varie epoche (neolitico – sicule o greco – romane) o religiosi (di epoca bizantina) anche se data la presenza di necropoli composte da sepolcri a fossa presso le aree limitrofe (di cui quella di Fossa Quadara) non si escluderebbe la presenza delle medesime in questa area a ridosso tra i territori monterossani e licodiani. Possiamo comunque ammirare una fitta vegetazione di tipo ibleo oltre a vari campi ed appezzamenti (nonché terrazzamenti) coltivati. Nel fondo della cava infine vi scorreva un piccolo torrente ormai secco che si immetteva a sud del Fiume Dirillo a poca distanza dallo svincolo “Licodia Eubea – Sciri” della SS 514 Ragusa – Catania.

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