*Monterosso Almo, Tratto monterossano dell’Ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini (Ex Stazione Ferroviaria di Monterosso Almo, tratto Monterosso Almo – Bivio Giarratana – Chiaramonte Gulfi, tratto Monterosso Almo – Alia – Buccheri)

Monterosso Almo

*Tratto monterossano dell’Ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini
(Ex Stazione Ferroviaria di Monterosso Almo, tratto Monterosso Almo – Bivio Giarratana – Chiaramonte Gulfi, tratto Monterosso Almo – Alia – Buccheri)

Il tratto della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini che attraversa il territorio di Monterosso Almo è uno dei più interessanti della dimessa tratta ferroviaria che collegava l’intero entroterra ibleo dell’attuale Provincia di Ragusa alla città portuale siracusana. Il tratto “Siracusa – Ragusa” della ferrovia, appartenente all’ente noto come “SAFS” (“Società Anonima per le Ferrovie secondarie della Sicilia”),  venne aperto nel 1915 mentre quello per Vizzini che attraversa il territorio monterossano venne inaugurato nel 1923. Questa linea ferroviaria venne utilizzata per lo spostamento di varie merci (e ovviamente di passeggeri) da Ragusa e Vizzini verso Siracusa e viceversa attraversando gran parte dei Monti Iblei (specialmente il tratto della Necropoli di Pantalica posto presso la valle del Fiume Anapo) e quindi anche le aree a ridosso di Monterosso Almo. Dopo l’ultima guerra mondiale il traffico ferroviario di questa linea diminuì sensibilmente, venendo infine chiusa al traffico nel 1956. Dopo lo smontamento delle rotaie, il sedime ferroviario e i fabbricati (stazioni, magazzini e caselli) vennero o abbandonati oppure divennero abitazioni residenziali o strutture ricettive.

Ex Stazione Ferroviaria di Monterosso Almo

Il tratto monterossano della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini posto all’interno del territorio di Monterosso Almo, facente capo alla sua ex stazione ferroviaria, si divide in due rami: il primo noto come “Tratto Monterosso Almo – Bivio Giarratana – Chiaramonte Gulfi”, mentre il secondo noto come “Tratto Monterosso Almo – Alia – Buccheri”. Questi due tratti cominciano dall’ex Stazione Ferroviaria di Monterosso Almo posta a sud della cittadina iblea in Contrada Gazzena presso l’imbocco della S.R. 100 Pantano – Gerardo che ricalca il vecchio tracciato ferroviario che va a collegarsi con l’area di Alia in territorio licodiano per poi lambire ad ovest il Monte Lauro in territorio buccherese per poi collegarsi alla SS 124 Buccheri – Vizzini, e il cui imbocco è posto presso la SS 194 Monterosso – Giarratana – Ragusa (il primo alla nostra sinistra venendo da Monterosso Almo, posto dopo il rifornimento di carburante sulla statale per Ragusa). 

La vecchia stazione (che si può ammirare anche dalla SS 194)  si presenta come un edificio ormai abbandonato risalente al periodo del primo dopoguerra avente nei prospetti principali due ingressi posti al centro affiancati da due finestre mentre nella parte superiore vi sono quattro finestre, mentre in quelli laterali vi sono cinque finestre (due nella parte inferiore, tre in quella superiore). Presso il vertice meridionale dell’edificio vi è posto un locale avente due finestre (una per prospetto (ingressi e finestre dell’ex stazione monterossana sono tutti di forma rettangolare). L’interno risulta abbandonato da tempo e chiuso (con alcuni ingressi e finestre murate) e si consiglia un profondo restauro per poter riutilizzare l’edificio (magari come struttura ricettiva).

Tratto Monterosso Almo – Bivio Giarratana – Chiaramonte Gulfi

Più a sud presso l’imbocco della S.P. 11 Monterosso – Buccheri (che conduce presso la cittadina buccherese) vi è posto un ex casello ferroviario (anch’esso abbandonato) da cui parte un sentiero semiasfaltato (che si può percorrere o in auto o a piedi) immediatamente a destra dopo l’imbocco della strada provinciale, che ricopre buona parte del tratto della ferrovia posto a sud di Monterosso Almo. Percorrendolo entriamo presso l’area rurale di Contrada Gazzena in cui possiamo ammirare un ottimo panorama dell’area iblea sudoccidentale di Monterosso Almo interessata dal Bosco di Serra Rossa, dal tratto iniziale del Fiume Amerillo e dalle propaggini orientali del Monte Arcibessi (il rilievo che presenta in sommità vari ripetitori e antenne) oltre ai limitrofi campi coltivati delimitati da muri a secco e da antichi edifici rurali ed abbeveratoi.

Proseguendo verso sud la strada diviene sempre più sterrata lasciando spazio ad una mulattiera che conduce ad un’abitazione privata. Qui il sedime ferroviario ricade in diversi fondi di proprietà privata e per proseguire il percorso verso la stazione di Bivio Giarratana conviene percorrere la SS 194 per arrivare in località “Roccaro di Margi” interessata dal tratto iniziale del Torrente Fosso di Margi (scavalcato dalla statale per Giarratana e Ragusa), notano di fronte a noi un ex “casello ferroviario” con tetto spiovente adibito a villa privata all’interno del quale è posto parte del tratto “privato” dell’ex ferrovia. Alla nostra destra di fronte al suddetto edificio possiamo notare l’imbocco di una stretta e tortuosa strada asfaltata delimitata da due guardrail metallici ai lati e al cui ingresso vi sono posti segnali di “senso unico alternato” per le ridotte dimensioni della carreggiata (per cui un po’ difficoltosa da percorrere in automobile mentre con ciclomotori o biciclette non vi sono problemi di percorrenza). Si tratta del tratto dell’ex ferrovia che lambisce le Contrade Margi e Donna Marina circondato da una folta macchia mediterranea in cui vi sono vari accessi a fondi privati e ad abitazioni – masserie. Il percorso forma un semicerchio che si conclude presso un altro casello ferroviario adibito ad abitazione privata che si affaccia presso la SS 194 in località “Donna Marina”.

Qui è posto l’incrocio tra la SS 194 e la “Strada Ferrata Ulbisate” (delimitato da un’edicola votiva) da cui proseguiamo verso est arrivando alla Stazione Ferroviaria di Bivio Giarratana (entrando in territorio giarratanese) chiamata così perché qui era posto l’incrocio tra le linee ferroviarie per Ragusa, Vizzini e Siracusa. Oggi la stazione si presenta come un caseggiato di colore rosso adibito a villa residenziale privata. 

Proseguendo verso est lungo la “Strada Ferrata Ulbisate” arriviamo a Giarratana, ma andando verso ovest comincia il tratto della ferrovia che collegava la stazione di Bivio Giarratana a Chiaramonte Gulfi (e quindi al tratto per Ragusa). L’area dello scambio ferroviario è stata ormai occultata ma dalla SS 194 arriviamo all’imbocco della S.P. 62 Bivio Maltempo – Bivio Giarratana per Chiaramonte Gulfi che segue parte dell’ex tracciato ferroviario. Percorriamo quest’ultima strada rientrando in territorio comunale monterossano superando l’imbocco della “S.R. 19 ex S.P. Casale – Corulla – Monterosso Almo” arrivando presso l’area di Poggio Giallupo (un rilievo ibleo dalla curiosa forma arrotondata) in cui alla nostra destra, di fronte ad un ex casello ferroviario (divenuto abitazione privata), è posto l’imbocco dell’ex linea ferroviaria che si presenta come un sentiero semi sterrato e da percorrere preferibilmente in bicicletta o a piedi. Questa strada oltrepassa le aree di Poggio Cappello, Chiusa Tremula e Serra Rossa alternando tratti “in trincea” lastricati con blocchi di pietra ad aree panoramiche che si affacciano presso il Fosso di Margi (in cui scorre un torrente che si immette presso il Fiume Amerillo) da cui poter ammirare oltre a vari ruderi rupestri, anche la cittadina di Monterosso Almo da lontano. L’ex ferrovia entra nell’area boschiva di Serra Rossa in cui oltrepassa vari tratti in trincea e in galleria oltre al bosco posto sulla sommità del rilievo che domina la confluenza tra il Fosso di Margi e il tratto iniziale del Fiume Amerillo.

Proseguendo a sud la ferrovia, posta in posizione sopraelevata che oltrepassa alcune “Trazzere” di campagna tramite pittoreschi ponti di pietra, entra in territorio chiaramontano superando un caseggiato rurale noto come “Case Nifosì”. Da qui l’ex tratta ferroviaria scorre in parallelo alla S.P. 62 per Chiaramonte Gulfi e Ragusa (raggiungibile dalla S.P. 10) oltrepassando (da est verso ovest) le Contrade Addilia, Rizzarello (nel punto ad oriente del Monte Arcibessi in cui si origina sia la Cava Volpe posta per un breve tratto all’interno del territorio comunale monterossano, che il Fiume Amerillo), Maltempo e Santissimo, per arrivare presso l’ex stazione di Chiaramonte Gulfi da cui comincia il tratto che si collegava un tempo a Ragusa (vedi sezioni di Ragusa e Chiaramonte Gulfi per saperne di più).

Tratto Monterosso Almo – Alia – Buccheri

Il tratto “Monterosso Almo – Alia – Buccheri” della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini a settentrione di Monterosso Almo è compreso all’interno della S.R. 100 Pantano – Gerardo che si collega alla SS 124 Buccheri – Vizzini attraversando in pochi chilometri i territori comunali delle tre province di Ragusa (territorio di Monterosso Almo), Catania (territori di Licodia Eubea e Vizzini) e di Siracusa (Buccheri). Si tratta di un tratto molto facile da percorrere in quanto contraddistinto per intero da una strada asfaltata.

Dalla stazione di Monterosso Almo percorriamo la strada oltrepassando le Contrade Pantano e Montagna (poste nella cuspide nordorientale del territorio monterossano) potendo ammirare verso ovest la cittadina di Monterosso Almo e la valle solcata dal Torrente Lavandaio e la confluenza col Fiume Amerillo (a nord del centro abitato monterossano). Oltrepassiamo quindi anche la cava principale in cui scorre il torrente (alimentato da varie sorgenti poste a sud di Monterosso Almo) proseguendo verso nord.

Entriamo quindi nella zona nordoccidentale dell’area iblea di Contrada Montagna posta al confine col territorio di Licodia Eubea in cui vi è la confluenza tra i Torrenti Volparo e Lavandaio ad est dell’altopiano noto come “Monte Alia”. Da qui si può ammirare un ottimo panorama di queste aree iblee colme di ruderi e di rovine archeologiche. Proseguendo per questa strada entriamo in territorio di Licodia Eubea ad est della Contrada Alia, potendo ammirare alla nostra sinistra (venendo da Monterosso Almo) le alture del Monte Alia e la profonda Cava dei Volaci che lo solca, mentre alla nostra destra possiamo cominciare ad ammirare il Monte Lauro con le sue antenne (ed il limitrofo parco eolico).

Alla nostra sinistra vi è posta l’ex Stazione Ferroviaria di Alia costruita nel primo dopoguerra che oggi è stata adibita a villa residenziale privata caratterizzata da un edificio con tetto spiovente avente ingressi e finestre di forma arcuata.

Oltrepassata l’ex stazione di Alia oltrepassiamo un incrocio in cui notiamo le segnaletiche per Licodia Eubea, Vizzini e Buccheri, e proseguiamo in direzione di quest’ultima cittadina andando sempre dritto, percorrendo così il tratto della ferrovia posto in Contrada Casal Gerardo (area facente parte di un antico feudo appartenuto alla famiglia dei marchesi Mango di Casal Gerardo) collocato tra i territori di Licodia Eubea, Giarratana, Buccheri e Vizzini, scavalcando il tratto iniziale del Torrente Casa Grande ed entrando così in Provincia di Siracusa nel territorio buccherese di Casal Gerardo – Mandra – San Nicola potendo ammirare il massiccio montuoso del Monte Lauro ad est e ad ovest la valle solcata dal Fiume Vizzini (alimentato dai Torrenti Casa Grande e Paradiso). Qui possiamo ammirare un casello ferroviario sulla nostra destra formato da un edificio con tetto spiovente. Al termine della strada è posto il bivio con l’imbocco per la SS 124 per Buccheri e Vizzini e l’ultimo tratto della ferrovia (posti rispettivamente alla nostra destra e alla nostra sinistra) che andava a collegarsi con la cittadina vizzinese contraddistinto da un sentiero sterrato che conduce all’ormai diroccata ex Stazione di Buccheri, il cui tetto assieme a gran parte dell’area superiore dell’edificio risultano crollati. A nord della stazione vi è posto un lungo sentiero sterrato che conduce a Vizzini oltrepassando le contrade Paradiso, Piano del Lago e Passo di Cava, ricalcando l’estremo tratto settentrionale di questa non più esistente ferrovia.

Concludiamo dicendo che l’intero tratto monterossano della Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini è adatto per compiere passeggiate o escursioni di qualsiasi tipo potendo godere delle bellezze paesaggistiche (e volendo anche archeologiche) della zona, prendendo le dovute precauzioni nei tratti non asfaltati o antropizzati.

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