Parco Archeologico di Noto Antica, Ruderi della Chiesa di Santa Maria di Loreto e dell’Ospedale di San Giovanni di Dio


Le rovine della Chiesa di Santa Maria di Loreto e dell’Ospedale di Noto Antica.

Abbandonato lo spiazzale in cui è posto il Castello di Noto Antica, e poco più in la anche le rovine della Chiesa del Crocifisso, si segue la “Via Maestra” in terra battuta che attraversa il sito archeologico di Noto Antica, arrivando poi presso un cartello posto alla nostra sinistra che riporta la dicitura “Chiesa di Santa Maria di Loreto e Ospedale”, che precede le rovine dell’antica omonima Chiesa cinquecentesca, con i resti dell’Ospedale dell’antica città, che prima fungeva anche da ostello per i pellegrini e che diede ricovero anche a “San Corrado Confalonieri” nei primi giorni di permanenza a Noto.

Questa struttura ricettiva per i pellegrini venne creato in epoca medievale dal filantropo Giovanni Mineo, ma dai primi anni del 1600 venne gestito dal poi dall’ordine dei “Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio” (ordine monastico che, assieme a quello dei Crociferi, si occupava della cura delle malattie che affliggevano la povera gente) poiché sotto il dominio spagnolo l’antico ospizio divenne Ospedale a tutti gli effetti.

Dopo la distruzione l’Ospedale venne ricostruito presso l’attuale quartiere di Noto Alta e gestito ancora dai Fatebenefratelli; dopodiché la sede ospedaliera della città venne trasferita presso il vicino Convento delle Benedettine Bianche e intitolato al Vescovo Raffaele Trigona finché non venne costruito l’attuale Ospedale Trigona presso la SS 287 che conduce a Palazzolo Acreide (e a Noto Antica).

Tornando a parlare delle rovine della Chiesa di Santa Maria di Loreto, possiamo dire che sono riconoscibili poiché al centro di quella che doveva essere l’unica Navata della Chiesa, vi è una lastra quadrata che era il basamento dell’Altare Maggiore; un’altra lastra di pietra invece fungeva da accesso alla Cripta della Chiesa. Accanto alla Chiesa vi sono le rovine dell’antico Ospedale.

Come detto in precedenza, “San Corrado Confalonieri” venne ospitato per la prima volta a Noto in quest’ospizio dal filantropo Giovanni Mineo fino a quando non cominciò a vivere da eremita prima presso le limitrofe “Celle del Crocifisso” poi presso la Cava dei Pizzoni; e che sempre “San Corrado” ogni Venerdì del mese veniva in questo ospedale e nella limitrofa chiesa per miracolare i malati moribondi o i bambini erniosi (i cosiddetti “Baddusi” chiamati così per le escrescenze erniose che quasi sempre si manifestavano nel basso ventre).

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