*Parco Archeologico di Noto Antica, Heroa Greci

Dal sito degli “Orti del Carmine” vi è un sentiero che conduce presso il margine di un costone roccioso a strapiombo sulla Cava del Torrente Salitello nell’area sudorientale del Monte Alveria, in cui è ubicato un sistema di quattro grotte artificiali che in epoca ellenistica ospitava il tempio rupestre degli “Heroa” consacrato al culto degli “Eroi Domestici” (ossia al “Culto dei Morti”) che per i greci divenivano simili agli Dei e per cui erano degni di essere onorati. Questo sito molto probabilmente era collocato al di fuori dell’antica città greca di Neas, da cui si sviluppò la medievale Noto (distrutta poi dal terremoto dell’11 Gennaio 1693). Queste grotte vennero poi utilizzate come “ovili fortificati” dai pastori locali.

All’interno di queste grotte vi sono numerose nicchie di forma rettangolare recanti sulla sommità un’incisione triangolare, al cui interno vi sono incise (seppure in maniera poco leggibile) iscrizioni in greco antico riportanti il nome del defunto venerato, ma anche degli affreschi che lo ritraggono. Queste nicchie servivano per riporre degli ex voto (quadretti in legno, anfore ecc…) offerti all’Eroe Domestico affinché possa esaudire una preghiera o semplicemente proteggere i membri ancora in vita della propria famiglia.

Questo tipo di templi rupestri (le cui rovine sono diffuse in tutti i territori occupati anticamente dai greci) sono simili ai siti rinvenuti presso le aree archeologiche di “Akrai” presso Palazzolo Acreide (“Latomia dei Templi Ferali”) e della “Neapolis” a Siracusa (area del “Colle Temenite”) sono tra le rovine greche di Noto Antica più importanti che attestano la presenza del sito greco di Neas.